Maecenas vitae congue augue,
nec volutpat risus.
Audio Bibbia - TILC
Audio Bibbia - TILC
Vai ai contenuti

Atti

Nuovo Testamento
Atti
acts_01
00:00
acts_02
00:00
acts_03
00:00
acts_04
00:00
acts_05
00:00
acts_06
00:00
acts_07
00:00
acts_08
00:00
acts_09
00:00
acts_10
00:00
acts_11
00:00
acts_12
00:00
acts_13
00:00
acts_14
00:00
acts_15
00:00
acts_16
00:00
acts_17
00:00
acts_18
00:00
acts_19
00:00
acts_20
00:00
acts_21
00:00
acts_22
00:00
acts_23
00:00
acts_24
00:00
acts_25
00:00
acts_26
00:00
acts_27
00:00
acts_28
00:00
Gesù promette lo Spirito Santo
1Caro Teòfilo, nel  mio primo libro ho raccontato tutto quello che Gesù ha fatto e  insegnato cominciando dagli inizi della sua attività, 2fino a quando fu  portato in cielo. Prima di salire in cielo egli, per mezzo dello Spirito  Santo aveva dato istruzioni a coloro che aveva scelto come apostoli.  3Dopo la sua morte Gesù si presentò loro, e in diverse maniere si mostrò  vivo. Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del regno  di Dio. 4Un giorno, mentre erano a tavola, fece questa raccomandazione:  'Non allontanatevi da Gerusalemme, ma aspettate il dono che il Padre ha  promesso e del quale io vi ho parlato. 5Giovanni infatti ha battezzato  con acqua; voi, invece, fra pochi giorni sarete battezzati con lo  Spirito Santo'.

Gesù sale al cielo
6Allora quelli che si trovavano con Gesù gli domandarono:
- Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?
7Gesù rispose:
-  Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre  può deciderlo. 8Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per  scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in  tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo.
9Detto  questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a  guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più. 10Mentre  avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due  uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11e dissero: 'Uomini di  Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù che vi  ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire'.

Mattia prende il posto di Giuda
12Allora  gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a  Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di  strada a piedi. 13Quando furono arrivati, salirono al piano superiore  della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e  Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo,  Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e  Giuda figlio di Giacomo. 14Erano tutti concordi, e si riunivano  regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù,  e con i fratelli di lui.
15In quei giorni, le persone radunate erano  circa centoventi. Pietro si alzò in mezzo a tutti e disse: 16'Fratelli,  era necessario che si realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva  detto nella Bibbia. Per mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che  divenne la guida di coloro che arrestarono Gesù. 17Giuda era uno di  noi, e come noi era stato scelto per questa missione.
18'Con i SOLDI  ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e là morì precipitando a  capofitto: il suo corpo si è squarciato e le sue viscere si sono  sparse. 19Il fatto è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme a tal  punto che quel campo, nella loro lingua, essi lo chiamano Akeldamà, cioè  campo del sangue.
20'Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua casa diventi un deserto
e nessuno più vi abiti.
Sta scritto pure:
il suo incarico lo prenda un altro.
21-22'È  necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone  della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci  hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando  Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in  cielo, mentre era con noi'.
23Vennero allora presentati due uomini:  un certo Giuseppe, detto Barsabba o anche Giusto, e un certo Mattia.  24Poi pregarono così: 'O Signore, tu che conosci il cuore di tutti,  facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25Giuda ci ha lasciati  ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo  posto e continuare la missione di apostolo?'.
26Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.

Lo Spirito Santo scende sugli apostoli
1Quando  venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano riuniti tutti  insieme nello stesso luogo. 2All'improvviso si sentì un rumore dal  cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si  trovavano. 3Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si  separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. 4Tutti furono riempiti  di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito  Santo concedeva loro di esprimersi.
5A Gerusalemme c'erano Ebrei,  uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. 6Appena si  sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa  pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua.  7Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: 'Questi uomini che  parlano non sono tutti Galilei? 8Come mai allora ciascuno di noi li  sente parlare nella sua lingua nativa? 9Noi apparteniamo a popoli  diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia,  dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10dalla Frigia e  dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia.  C'è gente che viene perfino da Roma: 11alcuni sono nati ebrei, altri  invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li  sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio  ha fatto'.
12Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che  cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: 'Che significato avrà tutto  questo?'. 13Altri invece ridevano e dicevano: 'Sono completamente  ubriachi'.

Pietro annunzia la risurrezione di Gesù
14Allora  Pietro si alzò insieme con gli altri undici apostoli. A voce alta parlò  così: 'Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme:  ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo.  15Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, - tra  l'altro è presto: sono solo le nove del mattino. - 16Si realizza invece  quello che Dio aveva annunziato per mezzo del profeta Gioele.
17 Ecco - dice Dio - ciò che accadrà negli ultimi giorni:
manderò il mio Spirito su tutti gli uomini:
i vostri figli e le vostre figlie saranno profeti,
i vostri giovani avranno visioni,
i vostri anziani avranno sogni.
18Su tutti quelli che mi servono, uomini e donne,
in quei giorni io manderò il mio Spirito
ed essi parleranno come profeti.
19Farò cose straordinarie lassù in cielo
e prodigi quaggiù sulla terra:
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si oscurerà
e la luna diventerà rossa come il sangue.
prima che venga il giorno grande e
glorioso del Signore.
21Allora, chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvo.
22'Uomini  d'Israele, ascoltate ciò che sto per dire. Gesù di Nàzaret era un uomo  accreditato da Dio per voi con miracoli, con prodigi e con segni. È  stato Dio stesso a compierli per mezzo di lui fra voi. E voi lo sapete  bene! 23Quest'uomo, secondo le decisioni e il piano prestabilito da Dio,  è stato messo nelle vostre mani e voi, con la complicità di uomini  malvagi, lo avete ucciso inchiodandolo a una croce. 24Ma Dio l'ha fatto  risorgere, liberandolo dal potere della morte. Era impossibile infatti  che Gesù rimanesse schiavo della morte. 25Un salmo di Davide infatti  dice di lui:
Vedevo continuamente il Signore davanti a me:
egli mi sostiene perché io non abbia a cadere.
26Per questo io sono pieno di gioia e canto la mia felicità.
Pur essendo mortale, vivrò nella speranza,
27perché tu non mi abbandonerai nel mondo dei morti
e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
28Tu mi hai mostrato i sentieri che portano alla vita
e con la tua presenza mi riempirai di gioia.
29'Fratelli,  devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca Davide.  Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in mezzo a  noi. 30Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli aveva  promesso con giuramento: 'metterò sul tuo trono uno del tuo sangue'.
31'Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia:
Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti
e il suo corpo non è andato in corruzione.
32'Questo  Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni. 33Egli  è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo Spirito  Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche voi  potete vedere e udire. 34Davide infatti non è salito in cielo; eppure  egli dice:
Il Signore ha detto al mio Signore:
siedi accanto a me
35finché io porrò i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36'Tutto  il popolo d'Israele deve dunque saperlo con certezza: questo Gesù che  voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia'.
37All'udire queste parole, i presenti si sentirono come trafiggere il cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli:
- Fratelli, che cosa dobbiamo fare?
38Pietro rispose:
-  Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù  Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito  Santo. 39Infatti, ciò che Dio ha promesso vale per voi, per i vostri  figli e per quelli che sono lontani: tutti quelli che il Signore, Dio  nostro, chiamerà.
40Inoltre, Pietro disse molte altre cose per  convincerli e per esortarli. Tra l'altro diceva: 'Mettetevi in salvo dal  castigo che sta per venire sopra questa generazione perversa!'.
41Alcuni  ascoltarono le parole di Pietro e furono battezzati. Così, in quel  giorno, circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti.

La vita della comunità
42Essi  ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano  insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano  insieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli  apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti  vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano.  45Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i SOLDI fra  tutti, secondo le necessità di ciascuno. 46Ogni giorno, tutti insieme,  frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano  con gioia e semplicità di cuore. 47Lodavano Dio ed erano ben visti da  tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità  quelli che egli salvava.

Pietro guarisce uno storpio
1Un  giorno Pietro e Giovanni salivano al Tempio. Erano le tre del  pomeriggio, l'ora della preghiera. 2Presso la porta del Tempio che si  chiamava la 'Porta Bella' stava un uomo, storpio fin dalla nascita. Lo  portavano là ogni giorno, ed egli chiedeva l'elemosina a quelli che  entravano nel Tempio.
3Appena vide Pietro e Giovanni che stavano per entrare, domandò loro l'elemosina.
4Ma Pietro, insieme a Giovanni, lo fissò negli occhi e disse: 'Guardaci!'.
5Quell'uomo li guardò, sperando di ricevere da loro qualcosa.
6Pietro  invece gli disse: 'SOLDI non ne ho, ma quello che ho te lo do  volentieri: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina'.  7Poi lo prese per la mano destra e lo aiutò ad alzarsi.
In  quell'istante le gambe e le caviglie del malato diventarono robuste.  8Con un salto si mise in piedi e cominciò a camminare. Poi entrò nel  Tempio con gli apostoli: camminava, anzi saltava per la gioia e lodava  Dio.
9Vedendolo camminare e lodare Dio, tutta la gente 10lo  riconobbe: era proprio lui, quello che stava alla 'Porta Bella' del  Tempio. Così rimasero tutti pieni di stupore e di meraviglia per quello  che gli era accaduto.

Pietro annunzia la potenza di Gesù risorto
11Mentre  quell'uomo cercava di trattenere Pietro e Giovanni, tutta la gente,  piena di meraviglia, corse verso di loro nel portico detto di Salomone.  12Vedendo ciò, Pietro si rivolse alla folla con queste parole: 'Uomini  d'Israele, perché vi meravigliate di questa guarigione? Voi ci guardate  come se fossimo stati noi a far camminare quest'uomo, noi con le nostre  forze e con le nostre preghiere. 13Invece è stato Dio, il Dio di Abramo,  di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri. Con questa guarigione  Dio ha manifestato il glorioso potere di Gesù, suo servo; proprio quel  Gesù che voi avete consegnato alle autorità e avete accusato  ingiustamente davanti a Pilato, anche se lui aveva deciso di liberarlo.
14'Voi  avete fatto condannare il Santo e il Giusto e avete preferito chiedere  la liberazione di un criminale. 15Così avete messo a morte Gesù, che dà  la vita a tutti. Ma Dio lo ha fatto risorgere dai morti, e noi ne siamo  testimoni. 16Ed è per la fede nel nome di Gesù che quest'uomo che voi  vedete e conoscete ha riacquistato le forze. Gesù gli ha dato la fede e  con la sua potenza lo ha completamente guarito alla presenza di tutti  voi.
17'Fratelli, so bene che voi e i vostri capi avete agito contro  Gesù senza sapere quello che stavate facendo. 18Ma Dio, in questo modo,  ha portato a compimento quello che aveva annunziato per mezzo dei  profeti, e cioè che il suo Messia doveva soffrire. 19Cambiate vita,  dunque, e ritornate a Dio, perché Dio perdoni i vostri peccati!
20'Così  il Signore farà venire per voi i tempi della sua consolazione e vi  manderà Gesù, il Messia, che egli vi aveva destinato. 21Tuttavia, per il  momento, Gesù deve restare in cielo fino a quando non verrà il tempo  nel quale tutte le cose saranno rinnovate, come aveva detto Dio stesso  per mezzo dei suoi santi profeti.
22'Mosè infatti disse: Il Signore,  il vostro Dio, farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro  popolo. Dovrete ascoltare tutto ciò che vi dirà. 23Chiunque non  ascolterà questo profeta sarà escluso dal popolo di Dio e distrutto.  24Anche tutti i profeti che hanno parlato dopo Samuele hanno annunziato  quello che è accaduto in questi giorni'.
25'Per voi hanno parlato i  profeti, per voi Dio ha fatto un patto di alleanza con i vostri padri  quando disse ad Abramo: Attraverso i tuoi discendenti io benedirò tutti i  popoli della terra. 26Per questo Dio ha fatto risorgere il suo servo  Gesù e lo ha mandato a portarvi la sua salvezza, a voi prima che agli  altri, perché ognuno si converta dalla sua vita cattiva'.

Pietro e Giovanni davanti al tribunale
1Pietro  e Giovanni stavano ancora parlando al popolo, quando arrivarono i  sacerdoti e i sadducei insieme al comandante delle guardie del Tempio.  2Essi erano molto irritati per il fatto che gli apostoli insegnavano al  popolo, e in particolare perché annunziavano che Gesù era risuscitato e  che quindi i morti risorgono. 3Perciò li arrestarono e li gettarono in  prigione fino al giorno successivo, perché ormai era sera. 4Tuttavia,  molti di quelli che avevano ascoltato la predicazione degli apostoli  credettero, e la comunità dei credenti aumentò di numero fino a circa  cinquemila persone.
5Il giorno dopo a Gerusalemme si radunarono i  capi degli Ebrei e del popolo e i maestri della Legge. 6Erano presenti  anche Anna, sommo sacerdote, e Caifa, Giovanni e Alessandro, e quanti  appartenevano alla famiglia del sommo sacerdote.
7Fecero venire gli apostoli e incominciarono a interrogarli: 'Da dove o da chi avete ricevuto il potere di far questo?'.
8Allora  Pietro, pieno di Spirito Santo, rispose loro: 'Capi del popolo e  anziani di questo tribunale, ascoltatemi. 9Voi oggi ci domandate conto  del bene che abbiamo fatto a un povero malato e volete sapere come mai  quest'uomo ha potuto essere guarito. 10Ebbene, una cosa dovete sapere  voi e tutto il popolo d'Israele: quest'uomo sta davanti a voi, guarito,  perché abbiamo invocato il nome di Gesù Cristo, il Nazareno, quel Gesù  che voi avete messo in croce e che Dio ha fatto risorgere dai morti.  11Il libro dei Salmi parla di lui quando dice:
La pietra che voi, costruttori,
avete eliminato
è diventata la pietra più importante.
12Gesù  Cristo, e nessun altro, può darci la salvezza: a questo mondo non ci è  stato dato nessun altro uomo per mezzo del quale noi siamo destinati a  essere salvati'.
13I membri del tribunale ebraico erano davvero  stupiti dalla franchezza con la quale Pietro e Giovanni parlavano, tanto  più che si trattava di persone molto semplici e senza cultura, e  avevano dovuto riconoscere che erano stati seguaci di Gesù. 14In  presenza di quell'uomo guarito, che stava accanto a loro, non sapevano  che cosa dire.
15Allora comandarono a Pietro e Giovanni di uscire  dalla sala del tribunale e si misero a discutere tra di loro 16così:  'Che cosa possiamo fare adesso con questi uomini? Ormai tutti gli  abitanti di Gerusalemme sanno che essi hanno compiuto questo miracolo  pubblicamente, e noi non possiamo certamente dire che non è vero.  17Tuttavia, dobbiamo proibire loro in modo assoluto di parlare nel nome  di Gesù: così la notizia di questo miracolo non si diffonderà ancora di  più fra la gente'. 18Li fecero chiamare di nuovo e comandarono loro di  non parlare assolutamente di Gesù e di non insegnare più nel suo nome.
19Ma  Pietro e Giovanni risposero: 'Giudicate voi stessi che cosa è giusto  davanti a Dio: dobbiamo ascoltare voi oppure dobbiamo ubbidire a Dio?  20Quanto a noi, non possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che  abbiamo visto e udito'.
21Quelli del tribunale li minacciarono di  nuovo, poi li lasciarono andare liberi, perché non riuscivano a trovare  un motivo per punirli. Avevano paura del popolo: tutti infatti  ringraziavano ancora Dio per il miracolo che avevano fatto.
22L'uomo che era stato miracolosamente guarito aveva più di quarant'anni.

Come pregavano i primi cristiani
23Pietro  e Giovanni furono lasciati liberi, ritornarono dai loro compagni e  raccontarono quello che avevano detto i capi dei sacerdoti e del popolo.  24Tutti ascoltarono; poi si riunirono a pregare Dio con queste parole:  'O Dio, tu hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto quello che  essi contengono. 25Tu per mezzo dello Spirito Santo hai fatto dire a  Davide, nostro padre e tuo servitore, queste parole profetiche:
Perché i pagani si sono agitati con orgoglio?
perché i popoli hanno fatto
dei complotti inutili?
26I re della terra si sono messi in stato di allarme,
e i capi di eserciti si sono accordati tra di loro
contro il Signore e contro il suo Messia.
27'E  davvero qui a Gerusalemme Erode e Ponzio Pilato si sono messi d'accordo  con gli stranieri e con il popolo d'Israele contro il tuo santo servo  Gesù, che tu hai scelto come Messia. 28'Così essi hanno eseguito quello  che tu, o Signore, avevi deciso e stabilito. 29Ma ora, o Signore, guarda  come ci minacciano e concedi a noi, tuoi servi, di poter annunziare la  tua parola con grande coraggio. 30Fa' vedere la tua potenza e fa' in  modo che avvengano ancora guarigioni, prodigi e miracoli, quando  invochiamo Gesù, il tuo santo servo'.
31Appena ebbero finito di  pregare, il luogo nel quale erano radunati tremò: lo Spirito Santo venne  su ciascuno di loro, e cominciarono ad annunziare la parola di Dio con  coraggio.

I primi cristiani mettono in comune i loro beni
32La  comunità dei credenti viveva unanime e concorde, e quelli che  possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma mettevano  insieme tutto quello che avevano. 33Gli apostoli annunziavano con  convinzione e con forza che il Signore Gesù era risuscitato. Dio li  sosteneva con la sua grazia. 34Tra i credenti nessuno mancava del  necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i  soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti: 35li consegnavano  agli apostoli e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue  necessità. 36Ad esempio: un certo Giuseppe, un levita nato a Cipro che  gli apostoli chiamavano Bàrnaba (cioè uno che infonde coraggio), 37aveva  un campo, lo vendette e portò i soldi agli apostoli.

Ananìa e Saffira
1Un  certo Ananìa invece, d'accordo con sua moglie Saffira, vendette un  campo 2ma tenne per sé una parte dei soldi ricavati e agli apostoli  consegnò soltanto l'altra parte. Sua moglie sapeva tutto questo ed era  pienamente d'accordo. 3Ma Pietro si accorse del fatto e disse: 'Ananìa,  come mai Satana ha potuto impadronirsi di te? Ti sei trattenuto una  parte dei soldi ricavati dalla vendita, ma così facendo tu sei stato  bugiardo verso lo Spirito Santo! 4Prima che tu lo vendessi, il campo era  tuo e anche dopo averlo venduto potevi benissimo tenere tutto il denaro  per te: lo sai bene. Perché, invece, hai pensato di fare una simile  azione? Tu non sei stato bugiardo verso gli uomini, ma verso Dio'.
5Appena  ebbe sentito queste parole, Ananìa cadde a terra morto. E tutti quelli  che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura.  6Poi, alcuni giovani avvolsero in un lenzuolo il corpo di Ananìa e lo  portarono via per seppellirlo.
7Circa tre ore dopo arrivò anche la moglie di Ananìa. Essa non sapeva quel che era appena accaduto. 8Pietro le chiese:
- Dimmi, Saffira, il vostro campo l'avete venduto proprio a questo prezzo?
Essa rispose:
- Sì, a questo prezzo!
9Allora Pietro le disse:
-  Perché vi siete messi d'accordo, tutti e due, di sfidare lo Spirito del  Signore? Ecco, stanno tornando quelli che hanno seppellito il corpo di  tuo marito: ora essi porteranno via anche te.
10In quello stesso  momento Saffira cadde a terra davanti a Pietro e mori. Quando i giovani  entrarono la trovarono morta; allora la portarono via per seppellirla  accanto al corpo di suo marito.
11Tutta la chiesa e quelli che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura.

I miracoli degli apostoli
12Gli  apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente. I  credenti, di solito, si riunivano sotto il portico di Salomone. 13Nessun  altro osava unirsi a loro, eppure il popolo aveva grande stima di loro.  14La comunità cresceva sempre di più, perché aumentava il numero di  uomini e di donne che credevano nel Signore.
15I malati venivano  portati perfino nelle piazze: li mettevano sui giacigli e sulle barelle,  per fare in modo che Pietro, passando, li potesse sfiorare almeno con  l'ombra del suo corpo.
16Molta gente accorreva dai villaggi vicino a  Gerusalemme: portavano i malati e quelli che erano tormentati da spiriti  maligni; e tutti venivano guariti.

Gli apostoli vengono perseguitati dalle autorità
17Allora  il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè quelli del  partito dei sadducei, pieni di gelosia, 18fecero arrestare gli apostoli e  li gettarono in prigione. 19Ma durante la notte un angelo del Signore  aprì le porte della prigione, li fece uscire e disse loro: 20'Andate nel  Tempio e predicate al popolo tutto quello che riguarda la nuova vita'.  21Gli apostoli ubbidirono: di buon mattino andarono nel Tempio e si  misero a insegnare.
Nel frattempo, il sommo sacerdote e quelli che  erano con lui convocarono i capi del popolo ebraico per una seduta di  tutto il loro tribunale. Intanto diedero ordine che gli apostoli fossero  portati fuori del carcere dinanzi a loro. 22Ma quando le guardie  arrivarono nella prigione non li trovarono. Allora tornarono subito  indietro e riferirono: 23'La prigione noi l'abbiamo trovata ben chiusa e  le guardie stavano al loro posto davanti alle porte. Ma quando abbiamo  aperto le porte, dentro non c'era nessuno'.
24Nel sentire queste cose  il comandante delle guardie del Tempio e i capi dei sacerdoti non  sapevano cosa pensare e si domandavano cosa poteva essere accaduto.
25Allora  si presentò un uomo e disse: 'Ascoltate: quegli uomini che voi avete  messo in prigione, ora si trovano nel Tempio e stanno insegnando al  popolo'. 26Il comandante delle guardie partì subito con i suoi uomini  per arrestare di nuovo gli apostoli, ma senza violenza, perché temevano  di essere presi a sassate dalla gente.
27Li portarono via e li fecero  comparire davanti al tribunale. Il sommo sacerdote cominciò ad  accusarli: 28'Noi vi avevamo severamente proibito di insegnare nel nome  di quell'uomo, e voi invece avete diffuso il vostro insegnamento per  tutta Gerusalemme. Per di più, volete far cadere su di noi la  responsabilità della sua morte'.
29Ma Pietro e gli apostoli  risposero: 'Si deve ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. 30Ora, il  Dio dei nostri padri ha fatto risorgere Gesù, quello che voi avete fatto  morire inchiodandolo a una croce. 31Dio lo ha innalzato accanto a sé,  come nostro capo e Salvatore per offrire al popolo d'Israele l'occasione  di cambiar vita e di ricevere il perdono dei peccati.
32'Noi siamo testimoni di questi fatti: noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono'.
33I  giudici del tribunale ebraico, sentendo queste cose, furibondi volevano  eliminare gli apostoli. 34Ma tra di loro vi era un fariseo, un certo  Gamalièle: egli era un maestro della Legge, molto stimato dal popolo. Si  alzò in mezzo al tribunale e chiese che gli apostoli fossero condotti  momentaneamente fuori della sala. 35Poi disse: 'Voi, Israeliti, pensate  bene a quello che avete intenzione di fare con questi uomini. 36Non  molto tempo fa, ricordate, fece gran chiasso un certo Tèuda il quale  diceva di essere un uomo importante, e aveva circa quattrocento seguaci.  Ma poi egli fu ucciso e quelli che lo avevano seguito si dispersero  fino a scomparire del tutto. 37Dopo di lui, all'epoca del censimento, si  presentò un certo Giuda, oriundo della Galilea. Egli persuase un gran  numero di persone a seguirlo, ma anche lui fu ucciso, e tutti quelli che  lo avevano seguito si dispersero. 38Per quanto riguarda il caso di  oggi, ecco quello che vi dico: non occupatevi più di questi uomini,  lasciateli andare: perché se la loro pretesa e la loro attività sono  cose solamente umane scompariranno da sé; 39se invece Dio è dalla loro  parte, non sarete certamente voi a mandarli in rovina. Non correte il  rischio di dover combattere contro Dio'.
Quelli del tribunale ebraico  seguirono il parere di Gamalièle. 40Fecero richiamare gli apostoli e li  punirono facendoli frustare; poi comandarono loro di non parlare più  nel nome di Gesù e finalmente li lasciarono liberi. 41Gli apostoli  uscirono dal tribunale e se ne andarono contenti, perché avevano avuto  l'onore di essere maltrattati a causa del nome di Gesù. 42Ogni giorno,  nel Tempio o nelle case, continuavano a insegnare e ad annunziare che  Gesù è il Messia.

Sette aiutanti per gli apostoli
1Intanto  a Gerusalemme cresceva il numero dei discepoli e accadde che i credenti  di lingua greca si lamentarono di quelli che parlavano ebraico:  succedeva che le loro vedove venivano trascurate nella distribuzione  quotidiana dei viveri. 2I dodici apostoli allora riunirono il gruppo dei  discepoli e dissero: 'Non è giusto che noi trascuriamo la predicazione  della parola di Dio per occuparci della distribuzione dei viveri. 3Ecco  dunque, fratelli, la nostra proposta: scegliete fra di voi sette uomini,  stimati da tutti, pieni di Spirito Santo e di saggezza, e noi  affideremo a loro questo incarico. 4Noi apostoli, invece, impegneremo  tutto il nostro tempo a pregare e ad annunziare la parola di Dio'.
5Questa  proposta piacque all'assemblea. Allora scelsero Stefano, uomo ricco di  fede e di Spirito Santo, e poi Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone,  Parmenàs e Nicola, uno straniero che proveniva da Antiòchia.  6Presentarono poi questi sette uomini agli apostoli i quali pregarono e  stesero le mani sopra di loro.
7Intanto la parola di Dio si  diffondeva sempre di più. A Gerusalemme il numero dei discepoli cresceva  notevolmente, e anche molti sacerdoti prestavano ascolto alla  predicazione degli apostoli e credevano.

Stefano viene arrestato
8Dio  era con Stefano e gli dava la forza di fare grandi miracoli e prodigi  in mezzo al popolo. 9Ma alcuni individui gli si opposero: erano quelli  della comunità ebraica detta dei liberti, insieme con altri di Cirène e  di Alessandria, e altri della Cilicia e dell'Asia. Costoro si misero a  discutere con Stefano, 10ma non potevano resistergli perché egli parlava  con la saggezza che gli veniva dallo Spirito Santo.
11Allora  pagarono alcuni uomini perché dicessero: 'Noi abbiamo sentito costui  dire bestemmie contro Mosè e contro Dio'. 12Così misero in agitazione il  popolo, i capi del popolo e i maestri della Legge. Poi gli piombarono  addosso, lo catturarono e lo trascinarono in tribunale.
13Presentarono  perciò dei falsi testimoni, i quali dissero: 'Quest'uomo continua a  parlare contro il luogo santo, il Tempio, e contro la nostra Legge.  14Anzi lo abbiamo sentito affermare che Gesù il Nazareno distruggerà il  Tempio e cambierà le tradizioni che ci sono state date da Mosè'.
15Tutti  quelli che sedevano nella sala del tribunale fissarono gli occhi su di  lui e videro il suo volto splendere come quello di un angelo.

Stefano si difende di fronte al tribunale ebraico
1Il  sommo sacerdote domandò a Stefano: 'È vero quello che dicono i tuoi  accusatori?'. 2Stefano allora rispose: 'Fratelli e padri, ascoltatemi!  Il nostro Dio, al quale appartengono l'onore e la gloria, si manifestò  ad Abramo, nostro antico padre, quando si trovava in Mesopotamia e non  era ancora andato ad abitare nella terra di Carran. 3Gli disse: Esci  dalla tua terra, lascia la tua famiglia e va' nella terra che io  indicherò.
4'Abramo allora abbandonò la terra dei Caldei e andò ad  abitare nella regione di Carran. Poi il padre di Abramo morì e Dio lo  fece emigrare in questa terra nella quale adesso abitate voi. 5Ma in  essa non gli diede alcuna proprietà, neppure un metro di terra; gli  promise invece che l'avrebbe data in proprietà più tardi a lui e ai suoi  discendenti: ma a quel tempo Abramo non aveva figli. 6Poi Dio gli  disse: 'I tuoi discendenti andranno ad abitare in una terra straniera:  là saranno ridotti in schiavitù e oppressi per quattrocento anni. 7Ma io  punirò quel popolo che li avrà fatti diventare schiavi. Allora potranno  uscire e mi adoreranno in questo luogo'.
8'Così disse il Signore,  poi fece con Abramo quell'alleanza che ha per segno la circoncisione. E  così Abramo ebbe un figlio, Isacco, e lo circoncise l'ottavo giorno. Poi  Isacco generò Giacobbe e Giacobbe generò i dodici patriarchi.
9'I  patriarchi erano invidiosi di uno di loro, Giuseppe; lo vendettero come  schiavo e fu portato in Egitto. Ma Dio era con lui, 10e lo liberò da  tutte le sue tribolazioni: lo fece diventare sapiente e lo rese  simpatico al faraone, re d'Egitto, il quale perciò nominò Giuseppe  governatore dell'Egitto e amministratore di tutti i suoi beni. 11Poi, in  tutto l'Egitto e nella terra di Canaan ci fu una grande carestia. La  miseria era grande e i nostri padri non trovavano nulla da mangiare.  12Giacobbe, però, aveva saputo che in Egitto c'era ancora del grano:  allora vi mandò i nostri padri a comprarlo. 13Quando tornarono la  seconda volta, Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli, e così il  faraone venne a sapere di che stirpe era Giuseppe. 14Giuseppe allora  mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela:  settantacinque persone in tutto. 15Giacobbe si recò in Egitto e più  tardi morì, lui e tutti i nostri antenati. 16I loro corpi furono  trasportati nella città di Sichem e furono deposti nel sepolcro che  Abramo aveva comprato e pagato in denaro dai figli di Emor, in Sichem.
17'Mentre  si avvicinava il tempo nel quale Dio avrebbe realizzato la promessa  fatta ad Abramo, il popolo cresceva e si moltiplicava in Egitto. 18Un  giorno un nuovo re, che non sapeva nulla di Giuseppe, salì sul trono  d'Egitto. 19Questo re perseguitò la nostra gente e agì astutamente  contro di essa: costrinse i nostri padri ad abbandonare i loro bambini  per farli morire. 20In quel tempo nacque Mosè, un bambino  straordinariamente bello. Per tre mesi fu allevato nella casa di suo  padre. 21Ma quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e  lo allevò come fosse suo figlio. 22Così Mosè imparò tutte le scienze  degli Egiziani e divenne un uomo importante, sia per quel che diceva sia  per quel che faceva.
23'Quando giunse all'età di quarant'anni, Mosè  sentì il desiderio di conoscere la sua gente, il popolo d'Israele.  24Andò da loro e vide uno che veniva maltrattato da un Egiziano: lo  difese e, per vendicarlo, uccise l'Egiziano. 25Mosè pensava che i suoi  fratelli di razza avrebbero capito che, per mezzo di lui, Dio intendeva  salvarli dagli Egiziani. Ma essi non capirono. 26Il giorno dopo si  presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si dava da fare per  metterli in pace. Diceva loro: Non sapete che siete fratelli? Perché vi  insultate tra di voi? 27Ma colui che stava maltrattando il suo vicino lo  respinse dicendo: Chi ti ha fatto capo e giudice sopra di noi? 28Vuoi  forse uccidermi, come ieri hai ucciso quell'Egiziano? 29Sentendo queste  parole, Mosè fuggì e andò ad abitare nella terra di Madian e là ebbe due  figli'.
30'Quarant'anni dopo, quando era nel deserto del monte  Sinai, gli apparve un angelo tra le fiamme di un cespuglio che bruciava.  31Mosè rimase stupito per questa visione, e mentre si avvicinava al  cespuglio per vedere meglio, udì la voce del Signore che diceva: 32Io  sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
'Tutto  tremante, Mosè non osava alzare lo sguardo. 33Ma il Signore gli disse:  Togliti i sandali, perché il luogo in cui stai è terra santa. 34Ho visto  il mio popolo duramente maltrattato in Egitto, ho udito i loro gemiti e  sono venuto a liberarli. Ora vieni: voglio mandarti in Egitto.
35'Quest'uomo,  Mosè, è colui che gli Israeliti avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha  nominato capo e giudice?: proprio lui Dio ha mandato come capo e  salvatore, per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel cespuglio.  36Egli li fece uscire dall'Egitto, facendo prodigi e miracoli in quel  paese, nel mar Rosso e nel deserto, per quarant'anni. 37Egli è quel Mosè  che disse al popolo d'Israele: Dio farà sorgere un profeta come me e  sarà uno del vostro popolo. 38Egli è colui che, mentre erano radunati  nel deserto, fece da intermediario tra l'angelo che gli parlava sul  monte Sinai e i nostri padri. Egli ricevette da Dio parole capaci di  dare la vita e le comunicò a noi.
39'Ma i nostri padri non vollero  ascoltarlo, anzi lo respinsero e desiderarono ritornare in Egitto.  40'Dicevano infatti ad Aronne: Facci degli dèi che possano camminare  davanti a noi, perché non sappiamo che cosa sia capitato a questo Mosè  che ci ha condotto fuori dell'Egitto. 41E in quei giorni si fecero un  vitello d'oro, offrirono sacrifici a quell'idolo e furono contenti di  quanto avevano fatto con le loro mani. 42Allora Dio si allontanò da  loro, li abbandonò a se stessi, e così adorarono gli astri del cielo  come sta scritto nel libro dei Profeti:
Voi, o popolo d'Israele,
avete offerto vittime e sacrifici
per quarant'anni nel deserto, ma non a me.
43Avete invece preferito la tenda di Mòloc
e la stella del dio Refàn:
tutte immagini che vi siete fabbricati
per adorarle!
Perciò io vi castigherò
e vi porterò al di là di Babilonia.
44'I  nostri padri nel deserto avevano la tenda dell'incontro, nella quale  Dio parlava con Mosè. Dio stesso aveva ordinato a Mosè di costruirla  secondo un modello che gli aveva indicato. 45Essa fu poi consegnata ai  nostri padri ed essi, sotto la guida di Giosuè, la portarono con loro  quando conquistarono la terra dei pagani che Dio mise in fuga davanti a  loro. Così rimase fino ai tempi di Davide.
46'Davide ottenne il  favore di Dio e chiese di poter costruire una casa per il Dio di  Giacobbe. 47Ma fu il re Salomone che costruì una casa al Signore. 48Dio  Onnipotente però non abita in edifici costruiti dalle mani dell'uomo. Lo  dice anche il profeta:
49'Il cielo è il mio trono
e la terra è lo sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete mai costruirmi,
dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
50Non sono stato io a fare tutte queste cose?
51'Testardi!  I vostri cuori sono insensibili e le vostre orecchie sorde. Voi vi  opponete sempre allo Spirito Santo: come hanno fatto i vostri padri così  fate anche voi. 52Qual è il profeta che i vostri padri non hanno  perseguitato? Essi uccisero i profeti che annunziavano la venuta di  Gesù, il Giusto, quello che voi ora avete tradito e ucciso. 53Voi avete  ricevuto la legge di Dio per mezzo degli angeli, ma non l'avete  osservata!'.

Stefano viene lapidato
54Nel sentirlo parlare,  quelli del tribunale ebraico si infuriarono e si agitarono contro  Stefano. 55Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo,  vide lo splendore di Dio e Gesù che stava alla sua destra. 56Disse:  'Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta in piedi  alla destra di Dio'. 57Allora si turarono le orecchie e gridarono a gran  voce; poi si scagliarono tutti insieme contro Stefano 58e lo  trascinarono fuori città per ucciderlo a sassate. I testimoni deposero i  loro mantelli presso un giovane, un certo Saulo, perché li custodisse.  59Mentre gli scagliavano addosso le pietre, Stefano pregava così:  'Signore Gesù, accogli il mio spirito'. 60E cadendo in ginocchio, gridò  forte: 'Signore, non tener conto di questo loro peccato'. Poi morì.

1Saulo era uno di quelli che approvavano l'uccisione di Stefano.

Saulo perseguita la comunità cristiana
In  quel giorno si scatenò una violenta persecuzione contro la comunità di  Gerusalemme: tutti, eccetto gli apostoli, si dispersero nelle regioni  della Giudea e della Samaria. 2Alcune persone buone seppellirono il  corpo di Stefano e piansero molto per la sua morte. 3Saulo intanto  infieriva contro la chiesa: entrava nelle case, trascinava fuori uomini e  donne e li faceva mettere in prigione.

Filippo parla di Gesù ai Samaritani
4Ma  quelli che si erano dispersi andavano per il paese e annunziavano la  parola di Dio. 5Filippo, uno dei sette diaconi, giunto in una città  della Samaria, cominciò a parlare del Messia ai suoi abitanti. 6La folla  seguiva attentamente i discorsi di Filippo per quel che diceva e perché  vedeva i miracoli che egli faceva. 7Molti tormentati da spiriti maligni  gridavano a gran voce, e gli spiriti se ne uscivano dagli ammalati;  anche numerosi paralizzati e zoppi furono guariti. 8Perciò, gli abitanti  della città erano molto contenti.

Il mago Simone
9Da tempo in  quella città viveva un certo Simone, che praticava la magia ed era  molto ammirato dalla popolazione della Samaria, perché si spacciava per  un grande uomo. 10Tutti, dai più piccoli ai più grandi, gli davano  ascolto. Dicevano tra l'altro: 'In quest'uomo si manifesta la potenza di  Dio, la grande potenza di Dio'. 11Gli davano ascolto perché da molto  tempo li aveva sconvolti con le sue arti magiche. 12Quando però  credettero a Filippo che annunziava loro il regno di Dio e Gesù Cristo,  uomini e donne si fecero battezzare. 13Anche Simone credette e fu  battezzato: anzi egli stava sempre con Filippo e, vedendo i grandi  miracoli e prodigi che avvenivano, ne rimaneva incantato.
14Gli  apostoli che erano rimasti in Gerusalemme vennero a sapere che gli  abitanti della Samaria avevano accolto la parola di Dio: perciò  mandarono da loro Pietro e Giovanni. 15Quando essi arrivarono in  Samaria, pregarono perché i Samaritani ricevessero lo Spirito Santo.  16Nessuno di loro infatti aveva ricevuto lo Spirito Santo, ma erano  stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17Allora Pietro e  Giovanni posero le mani su loro, e quelli ricevettero lo Spirito Santo.
18Simone  vedeva che quando gli apostoli ponevano le mani su qualcuno, quello  riceveva lo Spirito Santo; perciò offrì denaro agli apostoli 19dicendo:
- Date anche a me questo potere, fate in modo che coloro sui quali io poserò le mie mani ricevano lo Spirito Santo.
20Ma Pietro gli rispose:
-  Va' alla malora, tu e il tuo denaro, perché hai pensato che il dono di  Dio si può acquistare con i SOLDI. 21Tu non hai assolutamente nulla da  condividere con noi in queste cose, perché tu non hai la coscienza a  posto davanti a Dio. 22Smettila di pensare a questo modo e prega il  Signore perché ti perdoni l'intenzione malvagia che hai avuto. 23Mi  accorgo infatti che sei pieno di male e prigioniero della cattiveria.
24Allora Simone rispose:
- Pregate voi il Signore per me, perché non mi capiti nulla di quello che avete detto.
25Così  Pietro e Giovanni davano la loro testimonianza e predicavano la parola  del Signore. Poi ripresero la strada verso Gerusalemme: cammin facendo  predicavano anche in molti altri villaggi dei Samaritani.

Filippo incontra un funzionario della regina d'Etiopia
26Un  angelo del Signore parlò così a Filippo: 'Àlzati, e va' verso sud,  sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza: è una strada deserta'.  27Filippo si alzò e si mise in cammino. Tutto a un tratto incontrò un  Etiope: era un eunuco, un funzionario di Candace, regina dell'Etiopia,  amministratore di tutti i suoi tesori. Era venuto a Gerusalemme per  adorare Dio 28e ora ritornava nella sua patria. Seduto sul suo carro,  egli stava leggendo una delle profezie di Isaia.
29Allora lo Spirito  di Dio disse a Filippo: 'Va' avanti e raggiungi quel carro'. 30Filippo  gli corse vicino e sentì che quell'uomo stava leggendo un brano del  profeta Isaia. Gli disse: 'Capisci quello che leggi?'. 31Ma quello  rispose: 'Come posso capire se nessuno me lo spiega?'. Poi invitò  Filippo a salire sul carro e a sedersi accanto a lui. 32Il brano della  Bibbia che stava leggendo era questo:
Come una pecora fu condotto al macello,
e come un agnello che tace
dinanzi a chi lo tosa,
così egli non aprì bocca.
33È stato umiliato ma ottenne giustizia.
Non potrà avere discendenti,
perché con violenza gli è stata tolta la vita.
34Rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: 'Dimmi, per piacere: queste cose il profeta di chi le dice. di se stesso o di un altro?'.
35Allora Filippo prese la parola e cominciando da questo brano della Bibbia gli annunziò che era Gesù.
36Lungo  la via arrivarono a un luogo dove c'era acqua e l'Etiope disse: 'Ecco,  qui c'è dell'acqua! Che cosa mi impedisce di essere battezzato?'. [ 37]
38Allora l'eunuco fece fermare il carro: Filippo e l'eunuco discesero insieme nell'acqua e Filippo lo battezzò.
39Quando  risalirono dall'acqua, lo Spirito del Signore portò via Filippo, e  l'eunuco non lo vide più. Tuttavia egli continuò il suo viaggio, pieno  di gioia. 40Filippo poi si trovò presso la città di Azoto; da quella  città fino a Cesarèa egli predicava a tutti.

Saulo diventa cristiano
1Saulo  intanto continuava a minacciare i discepoli del Signore e faceva di  tutto per farli morire. Si presentò al sommo sacerdote, 2e gli domandò  una lettera di presentazione per le sinagoghe di Damasco. Intendeva  arrestare, qualora ne avesse trovati, uomini e donne, seguaci della  nuova fede, e condurli a Gerusalemme.
3Cammin facendo, mentre stava  avvicinandosi a Damasco, all'improvviso una luce dal cielo lo avvolse.  4Allora cadde a terra e udì una voce che gli diceva:
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
5E Saulo rispose:
- Chi sei, Signore?
E quello disse:
- Io sono Gesù che tu perseguiti! 6Ma su, àlzati, e va' in città: là qualcuno ti dirà quello che devi fare.
7I  compagni di viaggio di Saulo si fermarono senza parola: la voce essi  l'avevano sentita, ma non avevano visto nessuno. 8Poi Saulo si alzò da  terra. Aprì gli occhi ma non ci vedeva. I suoi compagni allora lo  presero per mano e lo condussero in città, a Damasco. 9Là passò tre  giorni senza vedere. Durante quel tempo non mangiò né bevve.
10A Damasco viveva un cristiano che si chiamava Ananìa. Il Signore in una visione lo chiamò:
- Ananìa!
Ed egli rispose:
- Eccomi, Signore!
11Allora il Signore gli disse:
-  Àlzati e va' nella via che è chiamata Diritta. Entra nella casa di  Giuda e cerca un uomo di Tarso chiamato Saulo. Egli sta pregando 12e ha  visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venirgli incontro e mettergli  le mani sugli occhi perché ricuperi la vista.
13Anania rispose:
-  Signore, ho sentito molti parlare di quest'uomo e so quanto male ha  fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14So anche che ha ottenuto dai capi  dei sacerdoti l'autorizzazione di arrestare tutti quelli che invocano  il tuo nome.
15Ma il Signore disse:
- Va', perché io ho scelto  quest'uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e  ai figli d'Israele. 16Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per  me.
17Allora Ananìa partì, entrò nella casa e pose le mani su di lui,  dicendo: 'Saulo, fratello mio! È il Signore che mi manda da te: quel  Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo. Egli mi manda,  perché tu ricuperi la vista e riceva lo Spirito Santo'.
18Subito  dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie, ed egli ricuperò la  vista. Si alzò e fu battezzato. 19Poi mangiò e riprese forza.

Saulo predica a Damasco
Saulo  rimase alcuni giorni a Damasco insieme ai discepoli, 20e subito si mise  a far conoscere Gesù nelle sinagoghe, dicendo apertamente: 'Egli è il  Figlio di Dio'. 21Quanti lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano:  'Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme perseguitava quelli che  invocavano il nome di Gesù? Non è venuto qui proprio per arrestarli e  portarli dai capi dei sacerdoti?'. 22Saulo diventava sempre più  convincente quando dimostrava che Gesù è il Messia, e gli Ebrei di  Damasco non sapevano più che cosa rispondergli.

Saulo riesce a sfuggire agli Ebrei
23Trascorsero  così parecchi giorni, e gli Ebrei fecero un complotto per uccidere  Saulo; 24ma egli venne a sapere della loro decisione. Per poterlo  togliere di mezzo, gli Ebrei facevano la guardia, anche alle porte della  città, giorno e notte. 25Ma una notte i suoi amici lo presero, lo  misero in una cesta e lo calarono giù dalle mura.

Saulo arriva a Gerusalemme
26Giunto  in Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù. Tutti  avevano paura di lui perché non credevano ancora che si fosse davvero  convertito. 27Ma Bàrnaba lo prese con sé e lo condusse agli apostoli.  Raccontò loro che lungo la via il Signore era apparso a Saulo e gli  aveva parlato, e che a Damasco Saulo aveva predicato con coraggio, per  la forza che gli dava Gesù. 28Da allora Saulo poté restare con i  credenti di Gerusalemme. Si muoveva liberamente per la città e parlava  apertamente nel nome del Signore. 29Parlava e discuteva anche con gli  Ebrei di lingua greca, ma questi cercavano di ucciderlo. 30I credenti,  venuti a conoscenza di questi fatti, condussero Saulo a Cesarèa e di là  lo fecero partire per Tarso.
31La chiesa allora viveva in pace in  tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria. Si consolidava e camminava  nell'ubbidienza al Signore e si fortificava con l'aiuto dello Spirito  Santo.

Pietro guarisce il paralitico Enea
32In quel tempo  Pietro andava a visitare tutte le comunità. Si recò anche dai credenti  della città di Lidda. 33Qui trovò un certo Enea che da otto anni non  poteva muoversi dal letto perché era paralitico. 34Pietro gli disse:  'Enea, Gesù Cristo ti guarisce: àlzati e metti in ordine il tuo letto'. E  subito il paralitico si alzò. 35Gli abitanti di Lidda e della pianura  di Saròn videro questo fatto e si convertirono al Signore.

Pietro risuscita una vedova
36Tra  i credenti di Giaffa vi era una certa Tabità (in greco Dorca), nome che  significa 'Gazzella': essa faceva molte opere buone e dava molto in  elemosina. 37Proprio in quei giorni si ammalò e morì. Allora i parenti  presero il suo corpo, lo lavarono e lo deposero in una stanza al piano  superiore della casa. 38Lidda era una città vicino a Giaffa.
I discepoli seppero che Pietro si trovava là e mandarono da lui due uomini. Questi gli dissero: 'Vieni presto da noi!'.
39Pietro  si mise subito in viaggio con loro. Appena arrivato lo condussero al  piano superiore della casa. Gli andarono incontro tutte le vedove:  piangendo mostravano a Pietro le tuniche e i mantelli che Tabità faceva  quando era con loro.
40Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza,  si mise in ginocchio e pregò. Poi rivolto alla morta disse: 'Tabità,  àlzati'. La donna aprì gli occhi, guardò Pietro e si sedette. 41Dandole  la mano, Pietro la fece alzare; poi chiamò i credenti e le vedove e la  presentò loro viva. 42In tutta la città di Giaffa si venne a sapere di  questo fatto, e molti credettero nel Signore. 43Pietro rimase a Giaffa  parecchi giorni in casa di un certo Simone che faceva il conciatore di  pelli.

Pietro e Cornelio
1C'era  in Cesarèa un uomo che si chiamava Cornelio; era un ufficiale  dell'esercito romano che comandava il reparto italiano. 2Egli era un  uomo religioso e con tutta la sua famiglia credeva in Dio. Faceva molte  elemosine al popolo e pregava sempre Dio.
3Un giorno, verso le tre  del pomeriggio, Cornelio ebbe una visione: vide chiaramente un angelo di  Dio che gli veniva incontro e lo chiamava per nome.
4Egli lo fissò e con timore disse:
- Che c'è, Signore?
L'angelo gli rispose:
-  Dio ha accolto le tue preghiere e le tue elemosine come un sacrificio  gradito. 5Manda perciò alcuni uomini a Giaffa e fa' venire qui un certo  Simone, detto anche Pietro. 6Egli alloggia presso un altro Simone che fa  il conciatore di pelli e ha la casa in riva al mare.
7Poi l'angelo che gli parlava si allontanò.
Allora  Cornelio chiamò due suoi servitori e un soldato che credeva in Dio, tra  quelli a lui più fedeli. 8Spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il  giorno dopo, mentre essi erano in cammino e stavano avvicinandosi alla  città, Pietro salì sulla terrazza a pregare: era quasi mezzogiorno.  10Gli venne fame e voglia di mangiare. Mentre gli preparavano il pranzo,  Pietro ebbe una visione. 11Vide il cielo aperto e qualcosa che  scendeva: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli,  che arrivava fino a terra. 12Dentro c'era ogni genere di animali, di  rettili e di uccelli. 13Allora una voce gli disse:
- Pietro, àlzati! Uccidi e mangia!
14Ma Pietro rispose:
- Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di impuro.
15Quella voce per la seconda volta gli disse:
- Non devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puro.
16Questo accadde per tre volte; poi, all'improvviso, tutto fu risollevato verso il cielo.
17Mentre  Pietro cercava di capire il significato di ciò che aveva visto,  arrivarono gli uomini di Cornelio. Essi avevano chiesto dove abitava  Pietro e quando furono presso la porta 18domandarono ad alta voce:  'Alloggia qui Simone, detto anche Pietro?'. 19Mentre Pietro stava  ripensando a quello che aveva visto, lo Spirito gli disse: 'Senti, ci  sono qui alcuni uomini che ti cercano. 20Àlzati e va' con loro senza  paura, perché li ho mandati io da te'.
21Pietro scese incontro agli uomini e disse loro: 'Eccomi, sono io quello che voi cercate. Per quale motivo siete qui?'.
22Quelli  risposero: 'Veniamo per conto di Cornelio, ufficiale romano. Egli è un  uomo giusto che crede in Dio ed è stimato da tutti gli Ebrei. Un angelo  del Signore gli ha suggerito di farti venire a casa sua e di ascoltare  quello che tu hai da dirgli'. 23Pietro allora li fece entrare e li  ospitò per la notte.
Il giorno dopo, Pietro si mise in viaggio con  gli uomini mandati da Cornelio. Anche alcuni credenti che abitavano a  Giaffa vollero accompagnarlo. 24Il giorno seguente arrivarono a Cesarèa.
Cornelio aveva riunito in casa sua i parenti e gli amici più intimi e li stava aspettando.
25Mentre  Pietro stava per entrare in casa, Cornelio gli andò incontro e si gettò  ai suoi piedi. 26Ma Pietro lo rialzò dicendogli: 'Àlzati! Sono un uomo  anch'io!'. 27Poi, conversando con lui, entrò in casa. Qui trovò tutti  quelli che si erano riuniti 28e disse loro: 'Voi sapete che non è lecito  a un Ebreo stare con un pagano o entrare in casa sua. Ma Dio mi ha  mostrato che non si deve evitare nessun uomo come impuro. 29Perciò,  appena chiamato, sono venuto senza alcuna esitazione. Ora vorrei sapere  per quale motivo mi avete fatto venire'.
30Cornelio disse: 'Quattro  giorni fa, proprio a quest'ora, ero in casa e stavo recitando la  preghiera del pomeriggio, quando mi si presentò un uomo in vesti  candide. 31Egli mi disse: Cornelio, Dio ha accolto la tua preghiera e si  è ricordato delle tue elemosine. 32Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa'  venire Simone, chiamato anche Pietro: è ospite nella casa di Simone, il  conciatore di pelli, vicino al mare. 33Io allora ho mandato subito  qualcuno a cercarti e tu hai fatto bene a venire da me. Ecco, ora noi  siamo qui tutti riuniti davanti a Dio per ascoltare quello che il  Signore ti ha ordinato di dirci'.

Pietro parla in casa di Cornelio
34Allora  Pietro prese la parola e disse: 'Davvero mi rendo conto che Dio tratta  tutti alla stessa maniera: 35egli infatti ama tutti quelli che credono  in lui e vivono secondo la sua volontà, senza guardare a quale popolo  appartengono. 36Egli ha inviato il suo messaggio al popolo d'Israele,  annunziando loro la salvezza per mezzo di Gesù Cristo: egli è il Signore  di tutti gli uomini. 37Voi siete al corrente di quello che è accaduto  in Galilea prima e in Giudea poi, dopo che Giovanni era venuto a  predicare e a battezzare. 38Avete sentito parlare di Gesù di Nàzaret,  che Dio ha consacrato con lo Spirito Santo e con la sua potenza. Egli è  passato dovunque facendo del bene e guarendo tutti quelli che il demonio  teneva sotto il suo potere: Dio infatti era con lui. 39Del resto, noi  siamo testimoni di tutto quello che Gesù ha fatto nel paese degli Ebrei e  a Gerusalemme. Lo uccisero mettendolo in croce, 40ma Dio lo ha fatto  risorgere il terzo giorno e ha voluto che si facesse vedere 41non a  tutto il popolo, ma a noi scelti da Dio come testimoni. Infatti dopo la  sua risurrezione dai morti, noi abbiamo mangiato e bevuto con Gesù;  42poi egli ci ha comandato di annunziare al popolo e di proclamare che  egli è colui che Dio ha posto come giudice dei vivi e dei morti. 43Tutti  i profeti hanno parlato di Gesù dicendo che chiunque crede in lui  riceve il perdono dei peccati: lui infatti ha il potere di perdonare'.

Anche i pagani ricevono lo Spirito Santo
44Mentre  Pietro stava ancora parlando, lo Spirito Santo venne su tutti quelli  che lo ascoltavano. 45I credenti di origine ebraica che erano venuti con  Pietro rimasero molto meravigliati per il fatto che il dono dello  Spirito Santo veniva dato anche ai pagani. 46Inoltre li sentivano  parlare in altre lingue e lodare Dio. Allora Pietro disse: 47'Come si  può ancora impedire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno  ricevuto lo Spirito Santo come noi?'.
48Allora ordinò di battezzarli nel nome di Gesù Cristo. Essi poi pregarono Pietro di rimanere con loro per alcuni giorni.

Pietro si difende di fronte alla chiesa di Gerusalemme
1Gli  apostoli e i credenti che vivevano in Giudea vennero a sapere che anche  i pagani avevano accolto la parola di Dio. 2Perciò i credenti di  origine ebraica rimproveravano Pietro quando egli ritornò a Gerusalemme.  3Gli dicevano: 'Tu hai osato entrare in casa di gente non circoncisa e  hai mangiato con loro!'.
4Allora Pietro cominciò a raccontare con  ordine come erano andate le cose. Disse loro: 5'Stavo pregando nella  città di Giaffa ed ebbi in estasi una visione. Vidi qualcosa che  discendeva verso di me: una specie di tovaglia grande, tenuta per i  quattro angoli, che dal cielo arrivava fino a me. 6La fissai con  attenzione e vidi che dentro c'era ogni specie di animali, di bestie  selvatiche, di rettili e di uccelli. 7Sentii anche una voce che mi  diceva: Pietro, àlzati! Uccidi e mangia! 8Ma io risposi: Non lo farò  mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di  impuro. 9Quella voce per la seconda volta mi disse: Non devi considerare  come impuro quello che Dio ha dichiarato puro!
10'Questo accadde per tre volte; poi tutto fu sollevato di nuovo verso il cielo.
11'Ma  proprio in quel momento, tre uomini si presentarono alla porta della  casa in cui mi trovavo: venivano da Cesarèa e mi cercavano. 12Lo Spirito  di Dio mi disse di andare con loro senza esitazione. Con me vennero  anche questi nostri sei fratelli ed entrammo nella casa di Cornelio.
13'Egli  ci raccontò di aver visto in casa sua un angelo che gli diceva: Manda  qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto anche Pietro. 14Egli ti  parlerà di quello che porta la salvezza a te e a tutta la tua famiglia.
15'Mentre  incominciavo a parlare, lo Spirito Santo scese sopra di loro, come in  principio era sceso su di noi. 16Allora mi ricordai di quello che il  Signore ci aveva detto: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete  battezzati nello Spirito Santo. 17Dunque Dio ha dato loro lo stesso dono  che ha dato a noi, quando abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo: e io  chi ero da potermi opporre a Dio?'.
18Udite queste cose i credenti  di Gerusalemme si calmarono, anzi glorificarono Dio con queste parole:  'Dunque, anche ai pagani Dio ha offerto l'occasione di convertirsi  perché possano partecipare alla sua vita'.

La chiesa di Antiòchia
19Dopo  l'uccisione di Stefano si era scatenata la persecuzione. Allora molti  credenti avevano abbandonato Gerusalemme e si erano dispersi, alcuni in  Fenicia, altri a Cipro, altri fino ad Antiòchia. Essi però predicavano  la parola di Dio solo agli Ebrei. 20Tuttavia alcuni di essi, che erano  di Cipro e di Cirène, appena giunti ad Antiòchia si misero a predicare  anche ai pagani, annunziando loro il Signore Gesù. 21La potenza del  Signore era con loro, così che un gran numero di persone credette e si  convertì al Signore.
22I credenti della chiesa di Gerusalemme vennero  a sapere queste cose: allora mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. 23Egli vi  andò e vide quello che Dio aveva operato con la sua grazia. Se ne  rallegrò e incoraggiava tutti a rimanere fedeli al Signore con cuore  deciso. 24Bàrnaba era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede.  Un numero considerevole di persone allora si convertì al Signore.  25Bàrnaba poi andò a Tarso per cercare Paolo. 26Lo trovò e lo portò ad  Antiòchia. In questa comunità rimasero insieme per un anno intero e  istruirono molta gente. Proprio ad Antiòchia, per la prima volta, i  discepoli furono chiamati cristiani.
27In questo periodo di tempo  alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiòchia. 28Uno di loro, che  si chiamava Agabo, si alzò a parlare e per impulso dello Spirito Santo  annunziò che stava per arrivare una grande carestia su tutta la terra.  Di fatto ciò avvenne sotto l'imperatore Claudio. 29I discepoli allora  decisero di mandare soccorsi ai fratelli che abitavano in Giudea,  ciascuno secondo le sue possibilità. 30Così fecero: per mezzo di Bàrnaba  e Saulo mandarono i soccorsi ai responsabili di quella comunità.

Erode fa uccidere Giacomo e fa imprigionare Pietro
1In  quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare la chiesa per colpire  alcuni suoi membri. 2Fece uccidere Giacomo, fratello di Giovanni.  3Accortosi che gli Ebrei erano contenti, ordinò anche l'arresto di  Pietro, proprio durante le feste di Pasqua.
4Erode dunque fece  arrestare Pietro e lo gettò in prigione. Pensava di fare il processo  pubblico dopo le feste pasquali: intanto comandò a quattro squadre di  quattro soldati ciascuna di sorvegliare il prigioniero.
5Mentre Pietro stava in carcere, la chiesa pregava intensamente Dio per lui.

Pietro liberato dal carcere
6Si  avvicinava il giorno nel quale Erode voleva giudicare Pietro davanti al  popolo. La notte prima del processo Pietro dormiva tra due soldati,  legato con doppia catena. Davanti alla porta della prigione le  sentinelle facevano la guardia. 7Quand'ecco, improvvisamente, si  presentò un angelo del Signore e la cella si riempì di luce. L'angelo  toccò Pietro, lo svegliò e gli disse: 'Svelto, àlzati!'. E subito le  catene, caddero dai polsi di Pietro. 8Poi l'angelo continuò: 'Mettiti  vesti e sandali'. Pietro ubbidì. Infine l'angelo gli disse: 'Ora prendi  il tuo mantello e vieni con me'.
9Pietro lo seguì fuori dal carcere,  ma non si rendeva conto di quello che l'angelo faceva e di ciò che stava  succedendo. Gli sembrava che non fosse vero: credeva di avere una  visione.
10Pietro e l'angelo attraversarono i primi due posti di  guardia. Poi arrivarono al portone di ferro che portava in città. Il  portone si aprì davanti a loro, ed essi uscirono. Camminarono un po' in  una strada, e all'improvviso l'angelo scomparve. 11Allora Pietro si rese  conto di quello che stava accadendo e disse: 'Ora capisco: è proprio il  Signore che ha mandato il suo angelo per liberarmi dal potere di Erode e  da tutto il male che il popolo voleva farmi'.
12Rimase un po' a  pensare, poi andò verso la casa di Maria, madre di Giovanni detto anche  Marco. Là si erano riuniti molti cristiani per pregare insieme. 13Pietro  bussò alla porta d'ingresso, e una ragazza che si chiamava Rode venne  ad aprirgli. 14Essa riconobbe subito la voce di Pietro e per la gioia  non pensò neppure di aprire la porta ma tornò indietro e riferì che  Pietro era là fuori. 15Ma gli altri le dissero: 'Tu sei matta'.
La ragazza però insisteva e diceva che era proprio vero. Allora le dissero: 'Sarà il suo angelo'.
16Pietro,  intanto, continuava a bussare alla porta. Quando finalmente gli  aprirono, videro che era proprio lui e rimasero sbalorditi. 17Ma Pietro  con la mano fece segno di tacere: poi raccontò in che modo il Signore lo  aveva liberato dal carcere. Alla fine disse: 'Fatelo sapere a Giacomo e  agli altri fratelli'. Poi uscì e se ne andò altrove.
18Quando fu  giorno, tra i soldati ci fu grande agitazione: tutti domandavano che  cosa era accaduto di Pietro. 19Erode lo fece cercare con cura ma non  riuscì a trovarlo. Allora processò le guardie e ordinò di ucciderle. In  seguito Erode lasciò la regione della Giudea e si stabilì a Cesarèa.

La morte di Erode
20In  quel tempo Erode era in forte contrasto con gli abitanti di Tiro e  Sidone. Essi si misero d'accordo e vennero da lui. Avevano ottenuto  anche l'appoggio di un certo Blasto, che era addetto agli affari del re.  Volevano la pace perché avevano bisogno di importare viveri dal paese  del re.
21Nel giorno stabilito per l'incontro, Erode indossò il manto  regale, si sedette sul trono e cominciò a fare un discorso tra gli  applausi del popolo. 22La gente gridava: 'È un dio che parla, non un  uomo!'.
23Ma improvvisamente un angelo del Signore colpì Erode perché  aveva preso per sé la gloria che è dovuta solo a Dio. Egli mori,  divorato dai vermi.

Bàrnaba e Saulo ricevono un nuovo incarico
24La  parola di Dio si diffondeva sempre di più e il numero dei credenti  cresceva. 25Intanto Bàrnaba e Saulo portarono a termine il loro incarico  a Gerusalemme. Ritornarono ad Antiòchia e condussero con sé anche  Giovanni Marco.

1Nella comunità di  Antiòchia vi erano alcuni che predicavano e insegnavano. Erano: Bàrnaba e  Simeone, soprannominato il Niger, Lucio di Cirène e Manaèn, compagno  d'infanzia di Erode, e Saulo. 2Un giorno, mentre essi stavano celebrando  il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse loro:  'Mettetemi da parte Bàrnaba e Saulo perché li ho destinati a una  missione speciale'. 3Allora, dopo aver digiunato e pregato, stesero le  mani su loro e li fecero partire.

Bàrnaba e Saulo nelle città di Cipro
4Mandati  dallo Spirito Santo, Bàrnaba e Saulo andarono nella città di Selèucia e  di qui si imbarcarono per Cipro. 5Arrivarono quindi nella città di  Salamina e si misero ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe  degli Ebrei. Avevano con loro anche Giovanni Marco che li aiutava.
6-8Attraversarono  tutta l'isola fino alla città di Pafo: qui trovarono un Ebreo che si  faceva passare per profeta e conosceva l'arte della magia. Si chiamava  Bar-Iesus (in greco Elimas) ed era amico di Sergio Paolo, governatore  dell'isola, il quale era un uomo intelligente. Costui fece chiamare  Bàrnaba e Saulo perché desiderava ascoltare la parola di Dio. Ma Elimas,  il mago, si opponeva all'azione di Bàrnaba e Saulo e faceva di tutto  perché il governatore non credesse.
9Allora Saulo, detto anche Paolo,  pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi sul mago e disse: 10'Tu sei  pieno di menzogna e di malizia. Tu sei figlio del diavolo e nemico di  tutto ciò che è bene. Quando la finirai di sconvolgere i giusti progetti  del Signore? 11Ma ora il Signore ti colpisce: sarai cieco e per un  certo tempo non potrai più vedere la luce'. Subito il mago si trovò  nelle tenebre più oscure: si muoveva a tentoni e cercava qualcuno che lo  guidasse per mano. 12Dinanzi a questo fatto, il governatore credette,  profondamente scosso dall'insegnamento del Signore.

Paolo e Bàrnaba ad Antiòchia, in Pisidia
13Paolo  e i suoi compagni lasciarono la città di Pafo e giunsero a Perge, città  della Panfilia. Qui Giovanni si separò da loro per ritornare a  Gerusalemme. 14Essi invece partirono da Perge e arrivarono ad Antiòchia,  capitale della Pisidia. Quando fu sabato, Paolo e Bàrnaba entrarono  nella sinagoga e si sedettero. 15Dopo la lettura della legge di Mosè e  degli scritti dei profeti, i capi della sinagoga li invitarono a  parlare: 'Fratelli, se volete esortare l'assemblea con qualche vostra  parola, fatelo liberamente!'.
16Allora Paolo si alzò, fece un cenno  con la mano e disse: 'Israeliti e voi tutti che adorate Dio,  ascoltatemi! 17Il Dio del popolo d'Israele scelse i nostri padri. Mentre  il popolo si trovava in esilio nella terra d'Egitto, lo fece diventare  un popolo numeroso; poi, con la sua grande potenza, li fece uscire da  quel paese. 19Distrusse sette popoli nella regione di Canaan e diede le  loro terre in eredità al suo popolo. 20Per circa  quattrocentocinquant'anni le cose andarono così. Poi Dio stabilì alcuni  giudici sopra il suo popolo fino ai tempi del profeta Samuele. 21Quando i  nostri padri chiesero un re, Dio diede loro Saul, figlio di Cis, uno  della tribù di Beniamino. Egli regnò per quarant'anni. 22Ma poi Dio lo  tolse via dal trono e scelse per il suo popolo il re Davide. Di lui  abbiamo questa testimonianza nella Bibbia: Ecco Davide, figlio di Iesse.  Egli mi è caro e farà in tutto la mia volontà'.
23'Dio è fedele alle  sue promesse: perciò dalla discendenza di Davide egli ha fatto nascere  per Israele un salvatore, Gesù. 24Prima dell'arrivo di Gesù è venuto  Giovanni il Battezzatore. Egli predicava al popolo d'Israele di farsi  battezzare e di cambiare vita. 25Verso la fine della sua missione  Giovanni affermò: Per chi mi avete preso? No, non sono io quello che voi  aspettate. Ecco, egli verrà dopo di me, e io non sono degno neppure di  slacciargli i sandali.
26'Fratelli, discendenti di Abramo, e voi tutti che adorate Dio: a noi Dio ha mandato questo messaggio di salvezza.
27'Gli  abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno capito che Gesù era il  Salvatore. Eppure, condannando Gesù, senza saperlo, hanno realizzato  quelle profezie che si leggono ogni sabato. 28Non hanno trovato alcun  motivo per poterlo condannare, ma hanno chiesto a Pilato di condannarlo a  morte. 29Così, hanno portato a termine tutto quello che i profeti  avevano scritto su Gesù. In seguito, qualcuno ha tolto Gesù dalla croce e  lo ha messo in un sepolcro.
30'Dio però lo ha fatto risorgere dai  morti, 31ed egli per molti giorni è apparso a quelli che erano venuti  con lui dalla Galilea a Gerusalemme. Questi, ora, sono i suoi testimoni  davanti al popolo.
32-33'Anche noi vi portiamo questo messaggio di  salvezza: Dio ha fatto risorgere Gesù, e così la promessa che egli aveva  fatto ai nostri padri l'ha realizzata per noi che siamo loro figli.  Così sta scritto anche nel salmo secondo:
Tu sei mio figlio
io oggi ti ho generato.
34Dio  ha risuscitato Gesù dai morti liberandolo una volta per sempre dalla  potenza della morte. Anche questo era scritto nella Bibbia:
Sarò fedele: vi darò la salvezza promessa a Davide.
35E anche in un altro testo della Bibbia si dice:
Tu non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
36Ora  il re Davide servì Dio durante la vita facendo la sua volontà; poi  morì, fu sepolto, e il suo corpo è andato in polvere. 37Colui invece che  Dio ha fatto risorgere non è andato in polvere.
38-39'Sappiate  dunque, o fratelli: per mezzo della legge di Mosè voi non potevate  essere liberati dai vostri peccati: per mezzo di Gesù invece avete il  perdono dei peccati, perché chiunque crede in lui è salvato. 40Badate  dunque che non capiti anche a voi quello che hanno scritto i profeti:
41Voi che siete soliti disprezzare,
state a vedere!
Guardate bene e sparite per sempre!
Mentre siete in vita
io voglio compiere un'opera:
un'opera da non credere
se qualcuno ve la racconta'.
42Mentre  Paolo e Bàrnaba uscivano dalla sinagoga, qualcuno chiese loro di  riprendere questo discorso il sabato seguente. 43Quando l'assemblea fu  sciolta, molti tra gli Ebrei e anche tra quelli che si erano convertiti  alla religione ebraica seguirono Paolo e Bàrnaba. Essi rimasero a  parlare con loro e li esortavano a rimanere fedeli alla grazia di Dio.
44Il  sabato seguente quasi tutti gli abitanti di Antiòchia si riunirono per  ascoltare la parola del Signore. 45Appena videro tutta quella gente, gli  Ebrei traboccarono di gelosia: si opponevano a tutto quello che Paolo  diceva e lo insultavano. 46Ma Paolo e Bàrnaba rispondevano loro con  coraggio. Dicevano: 'Noi dovevamo annunziare la parola di Dio a voi,  prima che a tutti gli altri; ma dal momento che voi la rifiutate e  dimostrate che non vi importa nulla della vita eterna, ecco, noi ci  rivolgiamo ai pagani. 47Così infatti ci ha comandato il Signore:
Io faccio di te la luce delle nazioni
per portare la mia salvezza in tutto il mondo'.
48Sentendo  queste cose i pagani si rallegrarono molto e si misero a lodare la  parola del Signore. Tutti quelli che erano destinati alla vita eterna  diventarono credenti.
49Intanto la parola del Signore si diffondeva  in tutta quella regione. 50Gli Ebrei però sobillarono le donne religiose  dell'alta società e gli uomini più importanti della città. Così  scatenarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal  loro territorio. 51Allora essi scossero la polvere dai piedi, come  segno di rottura con loro. Poi se ne andarono verso la città di Icònio.  52Intanto i cristiani di Antiòchia vivevano nella gioia ed erano pieni  di Spirito Santo.

Paolo e Bàrnaba nella città di Icònio
1Anche  nella città di Icònio, Paolo e Bàrnaba entrarono nella sinagoga degli  Ebrei. Parlarono così bene che molti Ebrei e Greci credettero. 2Ma gli  altri Ebrei, quelli che avevano rifiutato di credere, convinsero i  pagani a mettersi contro i cristiani.
3Paolo e Bàrnaba, tuttavia,  rimasero ancora un po' di tempo nella città di Icònio e con coraggio  annunziavano la parola di Dio. Essi avevano fiducia nell'aiuto del  Signore, e il Signore confermava l'annunzio della sua grazia con  miracoli e prodigi.
4Gli abitanti della città si divisero in due  partiti: alcuni stavano dalla parte degli Ebrei, altri invece dalla  parte degli apostoli.
5A un certo punto tra i pagani e gli Ebrei ci  fu un accordo con i loro capi per malmenare gli apostoli e poi ucciderli  a sassate. 6Ma Paolo e Bàrnaba vennero a saperlo e fuggirono nelle  città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei loro dintorni. 7Anche qui  continuavano ad annunziare la parola del Signore.

Attività di Paolo e Bàrnaba nella città di Listra
8Nella  città di Listra viveva un uomo paralizzato alle gambe e storpio fin  dalla nascita: non aveva mai camminato in vita sua. 9Egli stava  ascoltando il discorso di Paolo, quando Paolo lo fissò negli occhi e si  accorse che aveva fede per essere guarito. 10Perciò gli disse ad alta  voce: 'Àlzati, diritto in piedi'.
Quell'uomo saltò su e si mise a camminare.
11La  gente che era lì attorno, vedendo quello che Paolo aveva fatto, si mise  a gridare: 'Gli dèi hanno preso forma umana e sono venuti tra noi'.
Essi  gridavano usando il dialetto di quella regione: 12dicevano che Bàrnaba  era il dio Giove e Paolo il dio Mercurio, perché parlava di più.
13All'ingresso  della città vi era un tempio dedicato a Giove: allora il sacerdote di  quel tempio portò tori e ghirlande di fiori davanti al tempio. Insieme  alla folla voleva offrire un sacrificio in onore di Paolo e Bàrnaba.
14Appena  se ne accorsero, gli apostoli si stracciarono le vesti e si  precipitarono verso il popolo, 15gridando: 'Perché fate questo? Anche  noi siamo uomini mortali, come voi! Siamo venuti solo a portarvi questo  messaggio di salvezza: voi dovete abbandonare questi idoli senza valore e  dovete rivolgervi al Dio vivente. È lui che ha fatto il cielo e la  terra, il mare e tutte le cose che essi contengono. 16Nel passato, Dio  ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; 17ma anche allora  non ha mai smesso di farsi conoscere, anzi si è sempre mostrato come  benefattore. Infatti dal cielo vi ha mandato le piogge e le stagioni  ricche di frutti, vi ha dato il nutrimento e vi ha riempito di gioia'.
18Con questo discorso Paolo e Bàrnaba riuscirono a stento a trattenere quella gente dal fare un sacrificio in loro onore.
19Poi,  dalle città di Antiòchia e di Icònio arrivarono alcuni Ebrei e  riuscirono a conquistarsi le simpatie della folla. Presero Paolo a  sassate e poi lo trascinarono fuori della città, credendo che fosse  morto. 20Ma vennero attorno a lui i discepoli, e allora Paolo si rialzò e  entrò in città. Il giorno dopo, insieme a Bàrnaba, Paolo partì per la  città di Derbe.

Paolo e Bàrnaba ritornano ad Antiòchia, in Siria
21Paolo  e Bàrnaba annunziarono il messaggio della salvezza anche nella città di  Derbe e fecero un buon numero di discepoli. Poi, iniziarono il viaggio  di ritorno, passando da Listra e da Icònio fino ad Antiòchia, città  della Pisidia: 22dappertutto infondevano coraggio ai discepoli e li  esortavano a rimanere saldi nella fede. Tra l'altro dicevano: 'È  necessario passare attraverso molte tribolazioni, per poter entrare nel  regno di Dio'. 23In ogni comunità Paolo e Bàrnaba scelsero e lasciarono  alcuni responsabili. Dopo aver pregato e digiunato, li raccomandarono  alla PROTEZIONE del Signore nel quale avevano creduto.
24Poi  attraversarono la regione della Pisidia e raggiunsero il territorio  della Panfilia. 25Qui, predicarono la parola di Dio agli abitanti della  città di Perge e poi discesero nella città di Attalia. 26Di qui, si  imbarcarono per Antiòchia di Siria, la città da dove erano partiti e  dove erano stati affidati alla grazia di Dio per quella missione che ora  avevano compiuto.
27Appena arrivati, riunirono la comunità e  raccontarono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro.  Dissero che Dio aveva dato ai pagani la possibilità di credere. 28Poi,  Paolo e Bàrnaba rimasero per molto tempo con i cristiani di Antiòchia.

Le decisioni prese a Gerusalemme
1In  quel tempo, alcuni cristiani della Giudea vennero nella città di  Antiòchia e si misero a diffondere tra gli altri fratelli questo  insegnamento: 'Voi non potete essere salvati se non vi fate circoncidere  come ordina la legge di Mosè'. 2Paolo e Bàrnaba non erano d'accordo, e  ci fu una violenta discussione tra loro. Allora si decise che Paolo e  Bàrnaba e alcuni altri andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dai  responsabili di quella comunità per presentare tale questione.
3La  comunità di Antiòchia diede a Paolo e a Bàrnaba tutto il necessario per  questo viaggio. Essi attraversarono le regioni della Fenicia e della  Samaria, raccontando che anche i pagani avevano accolto il Signore.  Questa notizia procurava una grande gioia a tutti i cristiani. 4Giunti a  Gerusalemme, furono ricevuti dalla comunità, dagli apostoli e dai  responsabili di quella chiesa. Ad essi riferirono tutto quello che Dio  aveva compiuto per mezzo di loro.
5Però, alcuni che erano del gruppo  dei farisei, ed erano diventati cristiani, si alzarono per dire: 'È  necessario circoncidere anche i credenti non ebrei e ordinar loro di  osservare la legge di Mosè'.
6Allora, gli apostoli e i responsabili  della comunità di Gerusalemme si riunirono per esaminare questo  problema. 7Dopo una lunga discussione si alzò Pietro e disse: 'Fratelli,  come voi ben sapete, è da tanto tempo che Dio mi ha scelto tra di voi e  mi ha affidato il compito di annunziare anche ai pagani il messaggio  del Vangelo, perché essi credano. 8Ebbene, Dio che conosce il cuore  degli uomini ha mostrato di accoglierli volentieri: infatti ha dato  anche a loro lo Spirito Santo, proprio come a noi. 9Egli non ha fatto  alcuna differenza fra noi e loro: essi hanno creduto e perciò Dio li ha  liberati dai loro peccati. 10Dunque, perché provocate Dio cercando di  imporre ai credenti un peso che, né i nostri padri né noi, siamo stati  capaci di sopportare? 11In realtà, sappiamo che noi siamo salvati per  mezzo della grazia del Signore Gesù, esattamente come loro'.
12Tutta  l'assemblea rimase in silenzio. Poi ascoltarono Paolo e Bàrnaba che  raccontavano i miracoli e i prodigi che Dio aveva fatto per mezzo loro  tra i pagani.
13Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo disse:  'Fratelli, ascoltatemi! 14Simone ci ha raccontato come fin da principio  Dio si è preso cura dei pagani, per accogliere anche loro nel suo  popolo. 15Questo concorda in pieno con le parole dei profeti. Sta  scritto infatti nella Bibbia:
16Dopo questi avvenimenti io ritornerò;
ricostruirò la casa di Davide che era caduta.
Riparerò le sue rovine e la rialzerò.
17Allora gli altri uomini cercheranno il Signore,
anche tutti i pagani che ho chiamati ad essere miei.
Così dice il Signore. Egli fa queste cose,
18perché le vuole da sempre.
19'Per  questo io penso che non si devono creare difficoltà per quei pagani che  si convertono a Dio. 20A loro si deve soltanto chiedere di non mangiare  la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli. Devono anche  astenersi dai disordini sessuali. Infine non dovranno mangiare il  sangue e la carne di animali morti per soffocamento. 21Queste norme,  date da Mosè, fin dai tempi antichi sono conosciute in ogni città.  Infatti dappertutto ci sono uomini che, ogni sabato, nelle sinagoghe  leggono e predicano la legge di Mosè'.

Una lettera ai nuovi credenti
22Allora  gli apostoli e i responsabili della chiesa di Gerusalemme, insieme a  tutta l'assemblea, decisero di scegliere alcuni tra di loro e di  mandarli ad Antiòchia insieme con Paolo e Bàrnaba. Furono scelti due:  Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, che erano tra i primi di quella  comunità. 23Ad essi fu consegnata questa lettera:
'Gli apostoli e i  responsabili della comunità di Gerusalemme salutano i fratelli cristiani  di origine non ebraica che vivono ad Antiòchia, in Siria e in Cilicia.  24Abbiamo saputo che alcuni della nostra comunità sono venuti fra voi  per turbarvi e creare confusione. Non siamo stati noi a dare loro questo  incarico. 25Perciò, abbiamo deciso, tutti d'accordo, di scegliere  alcuni uomini e di mandarli da voi. Essi accompagnano i nostri carissimi  Bàrnaba e Paolo, 26i quali hanno rischiato la vita per il nostro  Signore Gesù Cristo. 27Noi quindi vi mandiamo Giuda e Sila: essi vi  riferiranno a voce le stesse cose che noi vi scriviamo. 28Abbiamo  infatti deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro  obbligo al di fuori di queste cose che sono necessarie: 29non mangiate  la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli; non mangiate  sangue o carne di animali morti per soffocamento. Infine astenetevi dai  disordini sessuali; tenetevi lontani da tutte queste cose e sarete sulla  buona strada. Saluti!'.
30Gli incaricati partirono e giunsero ad  Antiòchia. Qui riunirono la comunità e consegnarono la lettera. 31Quando  l'ebbero letta, tutti furono pieni di gioia, per l'incoraggiamento che  avevano ricevuto. 32Anche Giuda e Sila erano profeti: perciò parlarono a  lungo ai fratelli nella fede, per incoraggiarli e per sostenerli.
33Rimasero  là ancora un po' di tempo; poi, gli altri augurarono loro buon viaggio e  li lasciarono tornare a Gerusalemme da quelli che li avevano mandati. (  34) 35Paolo e Bàrnaba invece rimasero ad Antiòchia. Insieme a molti  altri, essi insegnavano e annunziavano la parola del Signore.

Paolo e Bàrnaba si separano
36Dopo  alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: 'Ritorniamo a visitare i fratelli  in tutte le città dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per  vedere come stanno'. 37Bàrnaba voleva prendere con sé anche Giovanni  Marco. 38Paolo invece era contrario, perché nel viaggio precedente  Giovanni Marco si era staccato da loro fin dalla Panfilia e non li aveva  più aiutati nella loro missione. 39Il loro disaccordo fu tale che alla  fine si separarono: Bàrnaba prese con sé Marco e si imbarcò verso  l'isola di Cipro; 40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai  fratelli alla PROTEZIONE del Signore. 41Paolo passò attraverso le  regioni della Siria e della Cilicia, e incoraggiava tutte le comunità  che visitava.

Paolo attraversa l'Asia Minore
1Paolo  arrivò nella città di Derbe e poi a Listra. In questa città viveva un  discepolo chiamato Timòteo: sua madre era una ebrea convertita, suo  padre invece era greco. 2I cristiani di Listra e di Icònio avevano  grande stima per Timòteo. 3Paolo lo volle prendere come compagno di  viaggio. Però, per riguardo agli Ebrei che vivevano in quelle regioni,  lo fece circoncidere: tutti sapevano che il padre di Timòteo era greco.  4Passando da una città all'altra, essi facevano conoscere alle varie  comunità le decisioni prese dagli apostoli e dai responsabili della  chiesa di Gerusalemme e raccomandavano loro di osservarle. 5Così le  chiese si fortificavano nella fede, e i cristiani aumentavano di numero  ogni giorno.

Tròade: la visione di Paolo
6Lo Spirito Santo non  permise a Paolo, a Sila e Timòteo di annunziare la parola di Dio nella  provincia dell'Asia; perciò essi attraversarono le regioni della Frigia e  della Galazia. 7Arrivarono quindi vicino alla regione della Misia, e  sarebbero voluti andare verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non  glielo permise. 8Allora attraversarono la regione della Misia e scesero  nella città di Tròade.
9Qui Paolo ebbe una visione: una notte vide  davanti a sé un uomo, un abitante della Macedonia. Costui lo supplicava  con queste parole: 'Vieni da noi, in Macedonia, ad aiutarci!'.
10Subito  dopo questa visione, decidemmo di partire e di andare in Macedonia:  eravamo convinti che Dio ci chiamava ad annunziare il messaggio della  salvezza agli abitanti di quella regione.

Filippi: la conversione di Lidia
11Ci  imbarcammo a Tròade e arrivammo diretti all'isola di Samotracia. Il  giorno dopo continuammo il viaggio verso la città di Neàpoli. 12Di qui  andammo a Filippi, che è una colonia romana e capoluogo della Macedonia.
A  Filippi ci fermammo per alcuni giorni. 13Un sabato uscimmo dalla città  per andare a pregare: pensavamo infatti che lungo il fiume ci fosse un  luogo di preghiera. Arrivati là, ci sedemmo e ci mettemmo a parlare alle  donne che si erano già riunite.
14Una di esse si chiamava Lidia:  veniva dalla città di Tiàtira ed era commerciante di porpora. Essa  credeva in Dio e stava ad ascoltare. Il Signore l'aiutò a capire perché  credesse alle parole di Paolo. 15Allora si fece battezzare, lei e tutta  la sua famiglia. Poi ci invitò a casa sua: 'Se siete convinti che ho  accolto sinceramente il Signore, siate miei ospiti'. E ci costrinse ad  accettare.

Paolo e Sila imprigionati a Filippi
16Un altro  giorno, mentre ritornavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro  una giovane schiava. Uno spirito maligno si era impossessato di lei e la  rendeva capace di indovinare il futuro. Faceva l'indovina e procurava  molti SOLDI ai suoi padroni.
17Quella ragazza si mise a seguire Paolo  e noi, e gridava: 'Questi uomini sono servi del Dio Onnipotente. Essi  vi fanno conoscere la via che porta alla salvezza'.
18Questa scena si  ripeté per molti giorni, finché Paolo non poté più sopportarla. Si  voltò bruscamente e disse allo spirito maligno: 'Esci da questa donna!  Te lo comando in nome di Gesù Cristo'. In quello stesso istante lo  spirito maligno si allontanò dalla schiava.
19Ma i suoi padroni,  vedendo svanire la speranza di altri guadagni, presero Paolo e Sila e li  trascinarono in tribunale davanti alle autorità cittadine. 20Li  presentarono ai giudici e dissero: 'Questi uomini creano disordine nella  nostra città. Essi sono Ebrei 21e stanno diffondendo usanze che noi,  come sudditi di Roma, non possiamo accettare e tanto meno mettere in  pratica'. 22Allora anche la folla si scagliò contro Paolo e Sila; i  giudici comandarono di spogliarli e di bastonarli.
23Dopo averli  bastonati, li gettarono in prigione. AI carceriere raccomandarono di  custodirli nel modo più sicuro possibile. 24Dinanzi a questi ordini, il  carceriere prese Paolo e Sila, li gettò nella cella più interna della  prigione e legò i loro piedi a grossi ceppi di legno.

Paolo e Sila liberati dal carcere
25Verso  mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni di lode a Dio. Gli  altri carcerati stavano ad ascoltare. 26All'improvviso ci fu un  terremoto tanto forte che la prigione tremò fin dalle fondamenta. Tutte  le porte si spalancarono di colpo e le catene dei carcerati si  slegarono.
27Il carceriere si svegliò e vide che le porte della  prigione erano aperte: pensò che i carcerati fossero fuggiti. Allora  prese la spada e stava per uccidersi. 28Ma Paolo gli gridò con tutta la  voce che aveva: 'Non farti del male! Siamo ancora tutti qui!'.
29Il  carceriere chiese una lanterna, corse nella cella di Paolo e Sila, e  tutto tremante si gettò ai loro piedi. 30Poi li condusse fuori e domandò  loro:
- Signori, che cosa devo fare per essere salvato?
31Essi risposero:
- Credi nel Signore Gesù. Sarai salvato tu e la tua famiglia.
32Quindi,  Paolo e Sila annunziarono la parola del Signore al carceriere e a tutti  quelli di casa sua. 33Egli li prese in disparte, in quella stessa ora  della notte, e curò le loro piaghe. Subito si fece battezzare, lui e  tutta la sua famiglia. 34Poi li invitò a casa sua e offrì loro un  pranzo, e insieme con tutti i suoi fece festa per la gioia di aver  creduto in Dio.
35Quando fu giorno, i giudici mandarono le guardie a dire:
- Lascia liberi quegli uomini!
36Il carceriere andò da Paolo per informarlo. Gli disse:
- I giudici hanno dato l'ordine di lasciarvi liberi! Potete dunque uscire e andarvene in pace.
37Ma  Paolo si rivolse alle guardie e disse loro: 'Prima ci hanno fatto  picchiare in pubblico e senza processo e poi ci hanno buttato in  prigione, noi che siamo cittadini romani. Ora vogliono farci uscire di  nascosto! No! Devono venire loro, personalmente, a farci uscire di qui'.
38Le  guardie riferirono queste parole ai giudici, ed essi si spaventarono,  appena sentirono che Paolo e Sila erano cittadini romani. 39Andarono  subito alla prigione a scusarsi. Poi li fecero uscire dalla prigione e  li pregarono di lasciare la città.
40Paolo e Sila allora, lasciata la  prigione, andarono in casa di Lidia. Qui incontrarono i cristiani di  Filippi e li incoraggiarono. Poi partirono.

Paolo e Sila arrivano a Tessalonica
1Paolo  e Sila passarono per le città di Anfìpoli e di Apollonia; poi  arrivarono a Tessalonica. In questa città gli Ebrei avevano una  sinagoga. 2Come al solito, Paolo andò da loro, e per tre sabati rimase a  discutere con loro sulla base di quello che sta scritto nella Bibbia.  3Spiegava le profezie e dimostrava agli Ebrei presenti che il Messia  doveva soffrire e poi risorgere dai morti. E concludeva così: 'Questo  Gesù che io vi annunzio, è lui il Messia'. 4Alcuni dei presenti  restarono convinti e si unirono a Paolo e Sila; così pure un buon numero  di Greci credenti in Dio e molte donne dell'alta società.
5Ma gli  Ebrei furono presi da grande gelosia. Raccolsero nelle piazze alcuni  malviventi, provocarono una sommossa tra la folla e crearono disordini  in città. Poi assalirono la casa di un certo Giasone, per catturare  Paolo e Sila e condurli davanti al popolo.
6Poiché non li trovarono,  presero Giasone e alcuni altri credenti e li trascinarono davanti ai  responsabili della città e si misero a gridare: 'Questi uomini hanno  messo in agitazione il mondo intero e ora sono arrivati anche qui da  noi. 7Giasone li ha accolti in casa sua. Tutta questa gente agisce  contro la legge dell'imperatore: essi infatti dicono che c'è un altro  re, Gesù'.
8Con queste accuse gli Ebrei eccitarono la folla e i capi  della città. 9Giasone e gli altri credenti dovettero pagare una multa  alle autorità e così furono lasciati liberi.

Paolo e Sila nella città di Berèa
10Durante  la notte i cristiani di Tessalonica fecero partire in fretta Paolo e  Sila per la città di Berèa. Appena arrivati, essi entrarono nella  sinagoga degli Ebrei.
11Gli Ebrei di questa città però erano migliori  di quelli di Tessalonica: infatti accolsero la loro predicazione con  grande entusiasmo. Ogni giorno esaminavano le profezie della Bibbia per  vedere se le cose stavano come Paolo diceva. 12Molti tra gli Ebrei di  Berèa diventarono credenti, e anche tra i Greci, molti uomini e molte  nobildonne.
13Ma gli Ebrei di Tessalonica vennero a sapere che Paolo  predicava la parola di Dio anche nella città di Berèa: allora corsero in  quella città per mettere in agitazione la folla e spingerla contro di  lui. 14Pertanto i cristiani di Berèa fecero subito partire Paolo verso  il mare. Sila e Timòteo invece restarono in città.
15Quelli che  accompagnavano Paolo andarono con lui fino ad Atene. Qui Paolo li  incaricò di dire a Sila e Timòteo di raggiungerlo il più presto  possibile.

Paolo nella città di Atene
16Mentre Paolo aspettava  Sila e Timòteo ad Atene, fremeva dentro di sé nel vedere quella città  piena di idoli. 17Nella sinagoga invece discuteva con gli Ebrei e con i  Greci credenti in Dio. E ogni giorno, in piazza, discuteva con quelli  che incontrava. 18Anche alcuni filosofi, epicurei e stoici, Si misero a  discutere con Paolo.
Alcuni dicevano: 'Che cosa pretende di  insegnarci questo ciarlatano?'. Altri invece sentendo che annunziava  Gesù e la risurrezione osservavano: 'A quanto pare è venuto a parlarci  di divinità straniere'.
19Per questo lo presero e lo portarono al  tribunale dell'Areòpago. Poi gli dissero: 'Possiamo sapere cos'è questa  nuova dottrina che vai predicando? 20Tu ci hai fatto ascoltare cose  piuttosto strane: vorremmo dunque sapere di che cosa si tratta'.
21Infatti  per tutti i cittadini di Atene e per gli stranieri che vi abitavano il  passatempo più gradito era questo: ascoltare o raccontare le ultime  notizie.
22Paolo allora si alzò in mezzo all'Areòpago e disse:  'Cittadini ateniesi, io vedo che voi siete persone molto religiose da  tutti i punti di vista. 23Ho percorso la vostra città e ho osservato i  vostri monumenti sacri; ho trovato anche un altare con questa dedica: al  dio sconosciuto. Ebbene, io vengo ad annunziarvi quel Dio che voi  adorate ma non conoscete.
24'Egli è colui che ha fatto il mondo e  tutto quello che esso contiene. Egli è il Signore del cielo e della  terra, e non abita in templi costruiti dagli uomini. 25Non si fa servire  dagli uomini come se avesse bisogno di qualche cosa: anzi è lui che dà a  tutti la vita, il respiro e tutto il resto.
26'Da un solo uomo Dio  ha fatto discendere tutti i popoli, e li ha fatti abitare su tutta la  terra. Ha stabilito per loro i periodi delle stagioni e i confini dei  territori da loro abitati. 27Dio ha fatto tutto questo perché gli uomini  lo cerchino e si sforzino di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo  incontrare. In realtà Dio non è lontano da ciascuno di noi. 28In lui  infatti noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Anche alcuni vostri poeti  l'hanno detto:
'Noi siamo figli di Dio'.
29'Se dunque noi veniamo  da Dio non possiamo pensare che Dio sia simile a statue d'oro,  d'argento o di pietra scolpite dall'arte e create dalla fantasia degli  uomini. 30Ebbene: Dio, ora, non tiene più conto del tempo passato,  quando gli uomini vivevano nell'ignoranza. Ora, egli rivolge un ordine  agli uomini: tutti dappertutto devono convertirsi. 31Dio infatti ha  fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia. E lo farà  per mezzo di un uomo, che egli ha stabilito e ha approvato davanti a  tutti, facendolo risorgere dai morti'.
32Appena sentirono parlare di  risurrezione dei morti, alcuni dei presenti cominciarono a deridere  Paolo. Altri invece dissero: 'Su questo punto ti sentiremo un'altra  volta'.
33Così Paolo si allontanò da loro. 34Alcuni però lo seguirono  e credettero. Fa questi vi era anche un certo Dionigi, uno del  consiglio dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e alcuni altri.

Paolo nella città di Corinto
1Dopo  questi fatti, Paolo lasciò Atene e andò a Corinto. 2In quella città  trovò un Ebreo che si chiamava Aquila, nato nella provincia del Ponto.  Con Priscilla sua moglie, era appena arrivato dall'Italia, perché  l'imperatore Claudio aveva espulso da Roma tutti gli Ebrei. Paolo andò a  casa loro e, 3siccome faceva lo stesso mestiere, rimase con loro e li  aiutava a fabbricare tende. 4Ogni sabato però andava nella sinagoga, si  metteva a discutere, e cercava di convincere tutti, Ebrei e Greci.
5Poi  arrivarono Sila e Timòteo dalla Macedonia: allora Paolo si dedicò  soltanto alla predicazione. Di fronte agli Ebrei egli sosteneva che Gesù  è il Messia mandato da Dio. 6Gli Ebrei però gli facevano opposizione e  lo insultavano. Allora Paolo si stracciò le vesti in segno di sdegno e  disse loro: 'Se non vi salverete è colpa vostra: io ho fatto tutto  quello che potevo! D'ora in poi mi rivolgerò a quelli che non sono  Ebrei'.
7Quindi Paolo lasciò la sinagoga e andò in casa di un tale  che si chiamava Tizio Giusto: era un Greco che seguiva la religione  ebraica e la sua casa si trovava vicino alla sinagoga. 8Crispo, il capo  della sinagoga, credette nel Signore insieme con tutti i suoi familiari.  Anche altri abitanti di Corinto ascoltarono quello che Paolo diceva, e  così credettero e si fecero battezzare.
9Una notte il Signore apparve  in sogno a Paolo e gli disse: 'Non aver paura! Continua a predicare, e  non tacere, 10perché io sono con te! Nessuno potrà farti del male. Anzi,  molti abitanti di questa città appartengono già al mio popolo'.
11Paolo rimase a Corinto un anno e mezzo, e annunziava loro la parola di Dio.
12Mentre  Gallione era governatore romano della provincia dell'Acaia, gli Ebrei  insorsero in massa contro Paolo: lo presero e lo portarono davanti al  tribunale, 13dicendo: 'Quest'uomo cerca di convincere la gente ad  adorare Dio in modo contrario alla Legge'.
14Paolo stava per  rispondere, ma Gallione disse agli Ebrei: 'Se si tratta di un delitto o  di una colpa grave, o Ebrei, è giusto che vi ascolti. 15Ma visto che si  tratta di sottigliezze dottrinali della vostra Legge, arrangiatevi da  soli! Io non voglio essere giudice in queste faccende'.
16Così li  fece uscire dal tribunale. 17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo  della sinagoga, e si misero a picchiarlo davanti al tribunale. Gallione  però non volle interessarsi di queste cose.

Paolo lascia la Grecia
18Paolo  rimase a Corinto ancora un po' di tempo. Poi salutò i cristiani di  quella città e si imbarcò verso la provincia della Siria, insieme a  Priscilla e Aquila. Siccome aveva fatto un voto, a Cencre si era fatto  tagliare del tutto i capelli.
19Quando arrivarono nella città di  Efeso Paolo si separò dai due coniugi. Entrò nella sinagoga e si mise a  discutere con gli Ebrei. 20Essi lo pregarono di rimanere più a lungo, ma  Paolo non accettò. 21Tuttavia li salutò dicendo: 'Se Dio vorrà, tornerò  da voi un'altra volta'.
Da Efeso si imbarcò 22per Cesarèa. di qui  andò a salutare la comunità di Gerusalemme, poi discese ad Antiòchia.  23In questa città Paolo rimase per un po' di tempo. Di là partì di nuovo  e attraversò una dopo l'altra le regioni della Galazia e della Frigia.  Dappertutto egli rafforzava i discepoli nella fede.

Apollo predica nella città di Efeso
24A  Efeso in quei giorni arrivò un Ebreo, un certo Apollo, nato ad  Alessandria d'Egitto. Parlava molto bene ed era esperto nella Bibbia.  25Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore; predicava  con entusiasmo e insegnava con esattezza quello che riguardava Gesù;  egli però conosceva soltanto il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
26Con  grande coraggio Apollo cominciò a predicare nella sinagoga. Priscilla e  Aquila lo sentirono parlare: allora lo presero con loro e lo istruirono  più accuratamente nella fede cristiana.
27Apollo aveva intenzione di  andare in Grecia; i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai cristiani  di quella provincia di accoglierlo bene. Appena arrivato, Apollo,  sostenuto dalla grazia di Dio, si rese molto utile a quelli che erano  diventati credenti. 28Egli infatti sapeva rispondere con sicurezza alle  obiezioni degli Ebrei e pubblicamente, con la Bibbia alla mano,  dimostrava che Gesù è il Messia promesso da Dio.

Paolo nella città di Efeso
1Mentre  Apollo si trovava a Corinto, Paolo attraversò le regioni montuose  dell'Asia Minore e arrivò alla città di Efeso. Qui trovò alcuni  discepoli 2e domandò loro:
- Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete diventati cristiani?
Gli risposero:
- Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo.
3Paolo domandò loro ancora:
- Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
- Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
4Allora Paolo spiegò loro:
- Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiar vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
5Dopo  questa spiegazione i discepoli di Efeso si fecero battezzare nel nome  del Signore Gesù. 6Quindi Paolo stese le mani su loro, ed essi  ricevettero lo Spirito Santo. Cominciarono a parlare in altre lingue e a  profetizzare. 7Erano in tutto circa dodici uomini.
8Per tre mesi  Paolo poté andare regolarmente nella sinagoga. Discuteva con franchezza  del regno di Dio e cercava di convincere quelli che lo ascoltavano.  9C'erano però alcuni che si dimostravano ostinati e si rifiutavano di  credere; anzi, in pubblico, parlavano male della fede cristiana. Allora  Paolo li abbandonò e separò nettamente i cristiani dalla sinagoga. Ogni  giorno si metteva a discutere nella scuola di un tale che si chiamava  Tiranno. 10Così Paolo continuò per due anni: tutti gli abitanti  dell'Asia Minore, Ebrei e Greci, poterono ascoltare la parola del  Signore.

I figli di Sceva
11Dio intanto faceva miracoli  straordinari per opera di Paolo. 12La gente prendeva fazzoletti o  grembiuli che erano stati a contatto con Paolo, li metteva sopra i  malati e questi guarivano. Anche gli spiriti maligni uscivano dai  malati. 13Allora alcuni Ebrei che andavano in giro a scacciare gli  spiriti maligni dai malati pensarono di servirsi del nome del Signore  Gesù nei loro scongiuri. Dicevano agli spiriti maligni: 'Nel nome di  quel Gesù che Paolo predica, io vi comando di uscire da questi malati'.
14Così  facevano, ad esempio, i sette figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei  sacerdoti. 15Ma una volta lo spirito maligno rispose loro: 'Gesù lo  conosco e Paolo so chi è! Ma voi, chi siete?'. 16Poi l'uomo posseduto  dallo spirito maligno si scagliò contro di loro e li afferrò: li picchiò  con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e pieni di  ferite.
17Tutti gli abitanti di Efeso, Ebrei e Greci, vennero a  sapere questo fatto. Furono pieni di meraviglia e dicevano: 'Il Signore  Gesù è grande!'. 18Molti di quelli che erano diventati cristiani  venivano e riconoscevano davanti a tutti il male che avevano fatto.  19Altri che avevano praticato la magia portarono i loro libri e li  bruciavano davanti a tutti. Il valore di quei libri, secondo i calcoli  fatti, era di circa cinquantamila monete d'argento. 20Così la parola del  Signore si diffondeva e si rafforzava sempre più.

La sommossa di Efeso
21Dopo  questi fatti, Paolo decise di attraversare le province della Macedonia e  della Grecia, e poi andare a Gerusalemme. Diceva: 'Prima vado a  Gerusalemme, poi dovrò andare anche a Roma'. 22Per il momento, però,  mandò nella provincia della Macedonia due suoi aiutanti, Timòteo ed  Eràsto. Egli, invece, rimase ancora un po' di tempo in Asia.
23Durante  questo periodo, nella città di Efeso ci fu un grande tumulto a causa di  questo nuovo insegnamento. 24Un certo Demetrio, di professione orafo,  fabbricava tempietti della dea Artèmide in argento: un mestiere che  procurava agli artigiani un buon guadagno. 25Egli radunò gli orafi e  tutti gli artigiani che facevano un mestiere del genere e disse loro:  'Cittadini, voi sapete che questo lavoro è la fonte del nostro  benessere. 26Ma avete sentito dire che questo Paolo continua a ripetere  che non sono divinità quelle che noi facciamo con le nostre mani. È  così, ha convinto e portato fuori strada molta gente, non solo qui ad  Efeso ma in quasi tutta l'Asia Minore. 27Dunque c'è il pericolo che il  nostro mestiere vada in rovina. Ma c'è di più: nessuno si interessa più  del tempio della grande dea Artèmide; la dea che l'Asia e il mondo  intero adorano perderà la sua grandezza'.
28Sentendo questo discorso tutti si accesero di collera e si misero a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!'.
29La  sommossa si estese a tutta la città. La gente corse in massa al teatro,  trascinando con sé Gaio e Aristarco, nativi della Macedonia e compagni  di viaggio di Paolo.
30Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i  cristiani di Efeso non glielo permisero. 31Anche alcuni funzionari della  provincia dell'Asia, amici di Paolo, gli mandarono a dire di non andare  al teatro.
32Intanto, al teatro chi gridava una cosa chi un'altra.  Nell'assemblea vi era una grande confusione e la maggior parte della  gente non sapeva neppure per quale motivo era andata là.
33Alcuni  della folla volevano far parlare un certo Alessandro che gli Ebrei  avevano spinto avanti. Egli fece un segno con la mano per ottenere il  silenzio e parlare alla folla. 34Ma appena si accorsero che era Ebreo,  tutti cominciarono a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli  Efesini!', e gridarono in coro per quasi due ore.
35Alla fine il  cancelliere della città riuscì a calmare la folla e disse: 'Cittadini di  Efeso, tutti sanno che la nostra città custodisce il tempio della  grande dea Artèmide e che la sua statua è stata a noi donata dal cielo!  36Nessuno al mondo può contestare questi fatti! State dunque calmi e non  fate azioni imprudenti. 37Voi avete trascinato qui questi uomini, ma  essi non hanno derubato il tempio e non hanno bestemmiato contro la  nostra dea. 38Può darsi che Demetrio e i suoi colleghi di lavoro abbiano  qualche diritto da rivendicare contro qualcuno, ma per questo ci sono i  tribunali e i giudici. Vadano dunque in tribunale a esporre le loro  accuse. 39Se invece avete qualche altra questione da discutere, si  deciderà in una assemblea legalmente costituita. 40Per i fatti di oggi,  c'è il pericolo di essere accusati di aver provocato disordini. Non c'è  nessun motivo che possa giustificare questa riunione'.
41Con queste parole il cancelliere della città sciolse l'assemblea.

Paolo va in Macedonia e in Grecia
1Quando  la sommossa finì, Paolo radunò i cristiani e li incoraggiò a  continuare; quindi li salutò e partì verso la provincia della Macedonia.  2Mentre l'attraversava, Paolo esortava continuamente i fedeli con molti  discorsi. Finalmente arrivò in Grecia 3e vi rimase tre mesi.
Mentre  stava partendo per la Siria, venne a sapere che alcuni Ebrei avevano  preparato un complotto contro di lui. Allora decise di fare il viaggio  di ritorno passando di nuovo per la Macedonia. 4Lo accompagnavano  Sòpatro, figlio di Pirro, abitante nella città di Berèa, Aristarco e  Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, Tìchico e Tròfimo della  provincia dell'Asia. 5Questi però partirono prima di noi e ci  aspettarono a Tròade. 6Noi invece lasciammo Filippi dopo le feste  pasquali. Con cinque giorni di viaggio li raggiungemmo a Tròade. Qui  restammo per una settimana.

Paolo visita i cristiani di Tròade
7Il  primo giorno della settimana ci riunimmo per la celebrazione della Cena  del Signore, e Paolo rimase a parlare con i discepoli. Siccome il  giorno dopo doveva partire, continuò a parlare fino a mezzanotte.
8La  stanza dove c'eravamo riuniti si trovava al piano superiore della casa  ed era molto illuminata. 9Mentre Paolo continuava a parlare, un ragazzo  di nome Éutico, che si era seduto sul davanzale della finestra, si  addormentò. A un certo punto cadde giù dal terzo piano e fu raccolto  morto. 10Paolo allora scese, si piegò su di lui, lo prese nelle sue  braccia e disse: 'Calma e coraggio. Éutico è vivo!'. 11Poi risalì nella  sala, spezzò il pane e lo mangiò con gli altri. Parlò ancora a lungo e  quando spuntò il sole partì. 12Intanto quel ragazzo era stato portato a  casa sano e salvo, con gran sollievo di tutti.

Paolo in viaggio da Tròade a Milèto
13Noi  eravamo partiti per primi, con la nave, ed eravamo andati verso la  città di Asso. Qui dovevamo prendere a bordo Paolo. Era stato lui a  decidere così, perché voleva fare il viaggio a piedi. 14Quando ci  raggiunse ad Asso, Paolo salì a bordo con noi e arrivammo nella città di  Mitilène.
15Il giorno dopo partimmo da Mitilène e arrivammo di  fronte a Chio. Con un altro giorno di viaggio arrivammo nella città di  Samo, e il giorno dopo giungemmo a Milèto. 16Paolo infatti aveva deciso  di non fermarsi ad Efeso, per non trattenersi troppo a lungo in Asia.  Aveva fretta di arrivare a Gerusalemme, possibilmente per il giorno di  Pentecoste.

Paolo parla ai responsabili della chiesa di Efeso
17Trovandosi  a Milèto, Paolo fece venire da Efeso i responsabili di quella comunità.  18Quando arrivarono, Paolo disse loro: 'Voi sapete come io mi sono  comportato con voi per tutto questo tempo: dal primo giorno che arrivai  in Asia fino a oggi. 19Ho lavorato per il Signore con profonda umiltà.  Ho sofferto e ho anche pianto. Ho dovuto subire le insidie dei capi  ebrei a rischio della vita. 20Voi sapete che non ho mai trascurato  quello che poteva esservi utile: non ho mai cessato di predicare e di  istruirvi sia in pubblico che nelle vostre case. 21A tutti, Ebrei e  Greci, ho raccomandato con insistenza di cambiar vita, di tornare a Dio e  di credere nel Signore nostro Gesù.
22'Ed ora, ecco: io devo andare a  Gerusalemme senza sapere quel che mi accadrà. È lo Spirito Santo che mi  costringe. 23Durante tutto questo viaggio lo Spirito Santo mi sta  dicendo che mi aspettano catene e tribolazioni. 24Tuttavia, quel che più  mi importa non è la mia vita, ma portare a termine la mia corsa e la  missione che il Signore Gesù mi ha affidato: annunziare a tutti che Dio  ama gli uomini.
25'Ecco: io sono passato in mezzo a voi annunziando  il regno di Dio; ora so che voi tutti non vedrete più il mio volto.  26Per questo, oggi, vi dichiaro solennemente che se qualcuno di voi non  accoglie il Signore, io non ne ho colpa. 27Io infatti non ho mai  trascurato di annunziarvi tutta la volontà di Dio. 28Badate a voi stessi  e abbiate cura di tutti i fedeli: lo Spirito Santo ve li ha affidati e  vi ha fatto essere loro pastori. Dio si è acquistata la chiesa con la  morte del Figlio suo, e ora tocca a voi guidarla come pastori.
29'Io  so che, quando sarò partito, altri verranno fra voi e si comporteranno  come lupi rapaci. Essi faranno del male al gregge. 30Perfino in mezzo a  voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse e cercheranno di  tirarsi dietro altri credenti. 31 Perciò state bene attenti, e ricordate  che per tre anni, notte e giorno, non ho mai smesso di esortare  ciascuno di voi anche con le lacrime.
32'Ed ora, ecco: io vi affido a  Dio e alla parola che annunzia il suo amore. Egli ha il potere di farvi  crescere nella fede, e di dare a voi quanto ha promesso a quelli che  gli appartengono. 33Io non ho desiderato né argento né oro, né i vestiti  di nessuno. 34Voi sapete bene che alle necessità mie e di quelli che  erano con me ho provveduto con il lavoro di queste mie mani. 35Vi ho  sempre mostrato che è necessario lavorare per soccorrere i deboli,  ricordandoci di quello che disse il Signore Gesù: 'C'è più gioia nel  dare che nel ricevere''.
36Quando ebbe finito di parlare, Paolo si  inginocchiò con i responsabili della chiesa di Efeso, e insieme si  misero a pregare. 37Piangevano tutti, si gettavano al collo di Paolo e  lo abbracciavano. 38Erano molto tristi, specialmente per quello che  Paolo aveva detto: 'Voi non mi vedrete più'. Poi lo accompagnarono fino  alla nave.

Paolo in viaggio verso Gerusalemme
1Venne  poi il momento di separarci da loro e partimmo con la nave. Andammo  direttamente fino a Cos; il giorno dopo a Rodi e infine a Pàtara. 2Qui  trovammo una nave che faceva la traversata verso la Fenicia: vi salimmo e  prendemmo il largo. 3Giunti in vista dell'isola di Cipro, la lasciammo  sulla sinistra e puntammo verso la regione della Siria. Quindi arrivammo  nella città di Tiro, dove si doveva lasciare a terra il carico della  nave.
4Visitammo i discepoli di questa città e restammo con loro una  settimana. Per suggerimento dello Spirito, essi dicevano a Paolo di non  salire a Gerusalemme. 5Ma quando furono passati quei giorni partimmo.  Tutta la comunità, comprese le donne e i bambini, ci accompagnò, finché  arrivammo fuori città. Qui ci mettemmo in ginocchio sulla spiaggia a  pregare. 6Poi ci salutammo a vicenda: noi salimmo sulla nave, ed essi  ritornarono alle loro case.
7Dalla città di Tiro andammo a Tolemàide,  e così si concluse il nostro viaggio per mare. Andammo a salutare i  cristiani della città di Tolemàide, restando con loro un giorno. 8Il  giorno dopo partimmo di nuovo per raggiungere Cesarèa. Là ci ospitò  l'evangelista Filippo 9che era uno dei sette diaconi. Egli aveva quattro  figlie non sposate, che avevano il dono della profezia.
10Eravamo a  Cesarèa da parecchi giorni, quando giunse nella regione della Giudea un  certo Agabo, profeta. 11Egli venne a farci visita. A un certo punto,  prese la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani, poi disse: 'Ecco  che cosa dice lo Spirito Santo: l'uomo al quale appartiene questa  cintura sarà legato in questa maniera dagli Ebrei a Gerusalemme e sarà  consegnato in mano ai pagani'.
12Sentendo queste parole, noi e gli  altri presenti pregammo Paolo di non andare a Gerusalemme. 13Ma Paolo ci  rispose; 'Perché piangete e cercate di togliermi il coraggio? Io sono  pronto ad affrontare in Gerusalemme non solo la prigione ma anche la  morte per amore del Signore Gesù'.
14Visto che Paolo non si lasciava convincere, noi, rassegnati, dicemmo: 'Sia fatta la volontà del Signore'.
15Alcuni  giorni più tardi, ci preparammo per il viaggio e si partì per  Gerusalemme. 16Vennero con noi anche alcuni cristiani di Cesarèa: essi  ci condussero da un certo Mnasòne, presso il quale trovammo alloggio.  Egli era nativo di Cipro, ed era stato uno dei primi a diventare  cristiano.

Paolo va a far visita a Giacomo
17Appena arrivati a  Gerusalemme, i cristiani ci accolsero con gioia. 18Il giorno dopo,  Paolo venne con noi da Giacomo, e trovammo uniti tutti i responsabili  della comunità. 19Paolo li salutò e poi riferì loro, ad una ad una,  tutte le cose che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del servizio da  lui svolto. 20I responsabili lo ascoltarono e ringraziarono Dio.
Poi  dissero a Paolo: 'Tu vedi, fratello, quante migliaia di Ebrei sono  diventati cristiani e tu sai che tutti sono rimasti molto attaccati alla  legge di Mosè. 21Ebbene, essi hanno sentito dire che tu insegni a tutti  gli Ebrei che vivono tra i pagani di abbandonare la legge di Mosè, dici  di non circoncidere più i figli e di non seguire più le tradizioni  ebraiche. 22Ora che cosa accadrà, quando gli Ebrei di questa città  verranno a sapere che sei arrivato?
23'Fa' quello che ti suggeriamo:  ci sono tra di noi quattro uomini che hanno fatto il voto di non bere  vino e di non tagliarsi i capelli per un po' di tempo. 24Va' al Tempio  con loro e partecipa anche tu alla cerimonia della purificazione. Poi  paga per loro le spese per i sacrifici che sciolgono dal voto. Così  tutti capiranno che non c'è nulla di vero nelle informazioni ricevute  riguardo a te, e che tu invece vivi in modo conforme alla legge di Mosè.
25'Ai  pagani che sono diventati cristiani noi abbiamo fatto conoscere per  lettera le nostre decisioni: essi non devono mangiare la carne di  animali sacrificati agli idoli; non devono mangiare il sangue o la carne  di animali morti per soffocamento; infine devono astenersi dai  disordini sessuali'.
26Paolo prese con sé quei quattro uomini e con  loro, il giorno seguente, partecipò al rito della purificazione. Poi  entrò nel Tempio per far sapere ai sacerdoti quando scadeva il loro  voto: per quel giorno infatti ciascuno di loro doveva offrire il  sacrificio.

Paolo arrestato nel Tempio
27Stavano ormai per  finire i sette giorni, quando gli Ebrei della provincia dell'Asia videro  Paolo nel Tempio. Eccitarono la folla contro di lui e riuscirono a  prenderlo. 28Gridavano: 'Uomini d'Israele, venite ad aiutarci! Questo è  l'uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo  d'Israele, contro la legge di Mosè e contro il tempio di Dio. Adesso,  per di più, ha fatto entrare alcuni non Ebrei nel Tempio e così ha  profanato questo luogo santo'. 29Poco prima infatti essi avevano visto  Paolo in giro per la città in compagnia di Tròfimo, nativo di Efeso, e  pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel Tempio.
30Allora in  tutta la città ci fu grande agitazione e il popolo accorse da ogni  parte. Presero Paolo e lo trascinarono fuori del Tempio. Poi chiusero  subito le porte del Tempio. 31La gente stava cercando di ucciderlo, ma  qualcuno salì in fretta dal comandante romano e gli disse: 'Tutta  Gerusalemme è in agitazione'. 32Subito il comandante prese con sé alcuni  soldati e ufficiali e si precipitò verso la folla. Vedendo il  comandante e i soldati, gli Ebrei smisero di picchiare Paolo.
33Allora  il comandante si avvicinò, e arrestò Paolo e lo fece legare con due  catene. Intanto chiedeva alla gente: 'Chi è costui? Che cosa ha fatto?'.
34Ma  in mezzo alla folla c'era chi gridava una cosa, chi un'altra. Non  potendo conoscere con sicurezza quel che era accaduto, a causa della  confusione, il comandante ordinò di condurre Paolo nella fortezza.  35Quando arrivarono ai gradini della fortezza, la folla premeva con tale  violenza che i soldati dovettero prendere Paolo sulle spalle. 36Una  gran massa di popolo infatti veniva dietro e gridava: 'A morte!'.

Paolo si difende di fronte agli Ebrei di Gerusalemme
37Mentre lo portavano nella fortezza, Paolo disse al comandante dei soldati:
- Posso dirti una cosa?
Il comandante allora gli disse:
-  Come, tu sai parlare in greco? 38Non sei tu, dunque, quell'Egiziano che  recentemente ha provocato una rivolta e ha condotto nel deserto  quattromila briganti?
39Paolo rispose:
- Io sono un Ebreo nato a Tarso, una città abbastanza importante della Cilicia. Ti prego, permettimi di parlare al popolo.
40Il  comandante acconsentì. Allora Paolo in piedi, dall'alto della scala,  con un cenno della mano invitò la folla a tacere. Ottenuto il silenzio  Paolo cominciò a parlare loro in ebraico così:

1'Fratelli e padri,  ascoltate quello che sto per dirvi in mia difesa'. 2Quando sentirono che  parlava in ebraico, fecero più silenzio di prima. Paolo continuò: 3'Io  sono ebreo. Sono nato a Tarso, città della Cilicia, e sono cresciuto a  Gerusalemme. Gamalièle è stato il mio maestro e mi ha insegnato a  osservare scrupolosamente la Legge dei nostri padri. Sono sempre rimasto  fedele a Dio, come lo siete voi oggi. 4Ho perseguitato a morte quelli  che seguono questa nuova dottrina. Ho arrestato e gettato in prigione  uomini e donne cristiani. 5Anche il sommo sacerdote e tutti i capi del  popolo possono testimoniare che dico il vero: da loro infatti ho avuto  una lettera da portare agli Ebrei di Damasco. Allora partii, con  l'intenzione di arrestare e condurre a Gerusalemme anche i cristiani di  Damasco per farli punire.
6'Ma durante il viaggio, verso mezzogiorno,  prima di entrare nella città di Damasco, all'improvviso dal cielo venne  una gran luce. 7Caddi a terra, e sentii una voce che mi diceva:
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
8'Allora io domandai:
- Chi sei, o Signore?
'E quella voce disse:
- Io sono Gesù di Nàzaret, quello che tu stai perseguitando.
9'Anche i miei compagni di viaggio videro la luce, ma la voce che mi parlava non la sentirono.
10'Allora io chiesi:
- Che cosa devo fare, Signore?
'E il Signore mi rispose:
- Àlzati, entra in Damasco: là qualcuno ti dirà quello che Dio vuole da te.
11'La  luce era così forte che io non ci vedevo più. Allora i miei compagni di  viaggio mi presero per mano e così giunsi a Damasco.
12'In quella  città abitava un certo Ananìa, un uomo molto religioso, che ubbidiva  alla legge di Mosè. Tutti gli Ebrei di Damasco lo stimavano molto.  13Egli venne a trovarmi, si avvicinò e mi disse: 'Saulo, fratello mio,  guardami!'. In quello stesso istante io ricuperai la vista e lo vidi.
14'Ananìa  allora mi disse: 'Il Dio dei nostri padri ti ha scelto perché tu  conosca la sua volontà, perché tu veda Cristo, il Giusto, e ascolti  direttamente la sua voce. 15Tu infatti diventerai suo testimone per  annunziare a tutti gli uomini quello che hai visto e udito. 16Dunque,  perché aspetti? Àlzati e fatti battezzare! Invoca il nome del Signore e  sarai liberato dai tuoi peccati'.
17'Allora ritornai a Gerusalemme, e mentre pregavo nel Tempio ebbi una visione. 18Vidi il Signore che mi disse:
- Svelto, lascia subito Gerusalemme perché i suoi abitanti non ascolteranno la tua testimonianza su di me.
19'Ma io risposi:
-  Signore, tutti sanno che io andavo nelle sinagoghe per imprigionare e  far frustare quelli che credono in te. 20E quando fu ucciso Stefano, tuo  testimone, ero presente anch'io. Approvavo quelli che lo uccidevano e  custodivo i loro mantelli.
21'Ma il Signore mi disse:
- Va'! Io ti manderò lontano tra gente straniera'.

Paolo nella fortezza Antonia
22Fino  a questo punto lo ascoltarono, ma poi cominciarono a gridare: 'A morte  quest'uomo! Non è degno di vivere su questa terra'. 23La folla urlava,  si stracciava le vesti e faceva un gran polverone. 24Allora il  comandante dei soldati ordinò di condurre Paolo nella fortezza, di  frustarlo a sangue e d'interrogarlo. Sperava in tal modo di poter sapere  perché gli Ebrei erano così infuriati contro Paolo.
25Appena fu legato, pronto per essere frustato, Paolo disse all'ufficiale che gli stava vicino:
- Potete voi frustare un cittadino romano senza fargli prima il processo?
26L'ufficiale corse subito a informare il comandante. Gli disse:
- Che cosa stai facendo? Quell'uomo è un cittadino romano!
27Allora il comandante venne da Paolo e gli chiese:
- Dimmi un po': sei davvero cittadino romano?
Paolo rispose:
- Sì.
28Il comandante disse ancora:
- Per poter essere cittadino romano, io ho dovuto pagare una grossa somma di denaro.
- Io invece - disse Paolo - sono cittadino fin dalla nascita.
29Subito  quelli che stavano per frustarlo si allontanarono da lui. Anche il  comandante ebbe paura, perché aveva fatto incarcerare Paolo senza sapere  che egli era cittadino romano.

Paolo davanti al tribunale ebraico
30Ma  il comandante romano voleva sapere con esattezza perché gli Ebrei  accusavano Paolo. Perciò il giorno dopo gli fece togliere le catene e  ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutti i membri del tribunale ebraico di  radunarsi. Poi fece venire Paolo davanti a loro.

1Paolo fissò lo  sguardo su di loro e disse: 'Fratelli, fino ad oggi io ho servito Dio, e  la mia coscienza è perfettamente tranquilla'. 2Il sommo sacerdote  Ananìa comandò a quelli che stavano vicino a Paolo di colpirlo sulla  bocca. 3Paolo allora disse: 'Dio colpirà te, specie di muro imbiancato.  Proprio tu che siedi lì per giudicarmi secondo la legge, contro la legge  comandi di percuotermi?'.
4I presenti fecero notare a Paolo:
- Ma tu stai insultando il sommo sacerdote di Dio!
Allora Paolo disse:
-  Fratelli, io non sapevo che egli fosse il sommo sacerdote. Infatti  nella Bibbia sta scritto: Non maledire il capo del tuo popolo.
6Paolo  sapeva che i membri del tribunale ebraico erano di idee diverse: alcuni  erano sadducei e altri farisei. Perciò esclamò dinanzi a loro:  'Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei e mi vogliono condannare  perché spero nella risurrezione dei morti'.
7Queste parole di Paolo  fecero scoppiare un contrasto tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea  si trovò divisa. 8I sadducei infatti dicono che i morti non risorgono e  che non esistono né angeli né spiriti. I farisei invece credono a tutte  queste cose. 9Ci fu dunque una grande confusione. Poi alcuni maestri  della Legge appartenenti al partito dei farisei si alzarono e  protestarono: 'Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo. Non  potrebbe darsi che uno spirito o un angelo gli abbia parlato?'.
10A  questo punto il contrasto si fece tanto forte che il comandante ordinò  ai soldati di scendere nell'assemblea per portare via Paolo e ricondurlo  in fortezza. Temeva infatti che Paolo venisse fatto a pezzi.
11La  notte seguente il Signore apparve a Paolo e gli disse: 'Coraggio! Tu sei  stato mio testimone a Gerusalemme: dovrai essere mio testimone anche a  Roma'.

Alcuni Ebrei cercano di uccidere Paolo
12La mattina  dopo, alcuni Ebrei si riunirono per organizzare una congiura contro  Paolo, e giurarono di non toccare né cibo né bevanda fino a quando non  lo avessero ucciso. 13Quelli che avevano partecipato a questa congiura  erano più di quaranta.
14Essi andarono dai capi dei sacerdoti e dai  capi del popolo e dissero: 'Noi ci siamo impegnati con solenne  giuramento a non mangiare nulla finché non avremo ucciso Paolo. 15Voi  dunque, d'accordo con il tribunale ebraico, dite al comandante di  portarvi qui Paolo. Il pretesto potrebbe essere questo: che voi volete  esaminare un po' meglio il suo caso. Noi intanto ci terremo pronti a  ucciderlo prima che egli arrivi qui'.
16Ma un nipote di Paolo venne a  sapere qualcosa di questa congiura. Perciò andò alla fortezza, entrò e  informò Paolo. 17Allora Paolo chiamò uno degli ufficiali e gli disse:
- Accompagna questo ragazzo dal comandante; egli ha qualcosa da dirgli.
18L'ufficiale lo prese con sé, lo portò dal comandante e gli disse:
- Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha pregato di accompagnare da te questo giovane perché ha qualcosa da dirti.
19Il comandante prese per mano quel giovane, si ritirò in disparte e gli domandò:
- Che cosa hai da dirmi?
20Egli rispose:
-  Gli Ebrei, tutti d'accordo, ti domanderanno di condurre Paolo domani  davanti al loro tribunale con il pretesto di esaminare più accuratamente  il suo caso. 21Tu però non crederci perché ci sono più di quaranta  Ebrei che stanno preparando un tranello a Paolo. Essi hanno giurato di  non mangiare né bere prima di averlo ucciso. E ora sono già pronti, in  attesa che tu lo faccia uscire dalla fortezza.
22Allora il comandante gli raccomandò:
- Non raccontare a nessuno le cose che mi hai detto!
Poi lo lasciò andare.

Paolo viene trasferito nella città di Cesarèa
23Il  comandante fece chiamare due ufficiali e disse loro: 'Tenete pronti per  stasera alle nove duecento soldati, settanta cavalieri e duecento  uomini armati di lance: dovranno andare fino a Cesarèa. 24Preparate  anche alcuni cavalli per trasportare Paolo: egli deve arrivare sano e  salvo dal governatore Felice'.
25Poi scrisse anche una lettera che press'a poco diceva:
26'Claudio  Lisia saluta Sua Eccellenza il governatore Felice. 27Quest'uomo che io  ti mando, lo hanno arrestato gli Ebrei. Stavano per ammazzarlo, quando  intervenni con le mie guardie. Venni a sapere che era cittadino romano e  lo liberai. 28Volendo sapere perché gli Ebrei lo accusavano lo condussi  davanti al loro tribunale. 29Ho potuto stabilire che contro quest'uomo  non c'erano accuse degne di morte o di prigione: si trattava solo di  questioni che riguardano la loro Legge. 30Tuttavia sono venuto a sapere  che gli Ebrei stavano preparando una congiura contro di lui: perciò te  l'ho mandato subito. Nello stesso tempo faccio sapere a quelli che lo  accusano che devono rivolgersi a te'.
31Con questi ordini, i soldati  presero Paolo e lo condussero di notte fino alla città di Antipàtride.  32Il giorno dopo lasciarono partire con lui soltanto i cavalieri. Gli  altri tornarono alla fortezza. 33I cavalieri arrivarono a Cesarèa,  consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono anche Paolo.  34Il governatore lesse la lettera e domandò a Paolo in quale provincia  era nato. Paolo gli rispose:
- Sono originario della Cilicia.
35Allora Felice disse:
- Ti ascolterò quando saranno qui anche quelli che ti accusano.
Poi comandò di rinchiudere Paolo nel palazzo di Erode.

Paolo processato davanti a Felice
1Cinque  giorni dopo, Ananìa, il sommo sacerdote, arrivò con alcuni capi del  popolo e un avvocato che si chiamava Tertullo. Si presentarono al  governatore Felice per dichiarare le loro accuse contro Paolo. 2Fu  chiamato anche lui.
Poi Tertullo cominciò la sua accusa dicendo: 'Per  merito tuo, eccellentissimo Felice, noi godiamo di una lunga pace. Tu  hai provveduto a concedere a questa nazione alcune riforme. 3Noi  accogliamo tutto ciò con la più profonda gratitudine. 4Ma non ti voglio  far perdere troppo tempo; perciò ti prego di ascoltare, nella tua bontà,  quel che brevemente abbiamo da dirti.
5'Quest'uomo, secondo noi, è  estremamente pericoloso. Egli è capo del gruppo dei nazirei, e provoca  disordini dappertutto tra gli Ebrei sparsi nel mondo. 6Ha tentato  perfino di profanare il Tempio, noi l'abbiamo arrestato. ( 7) 8Se tu lo  interroghi potrai accertarti di tutte queste cose delle quali noi lo  accusiamo'.
9Anche gli Ebrei appoggiarono l'accusa di Tertullo e dissero che i fatti stavano proprio così.

Paolo si difende davanti al governatore Felice
10Il  governatore fece un cenno a Paolo di parlare. Allora egli cominciò a  dire: 'So che da molti anni sei giudice di questo popolo. Perciò con  fiducia parlerò in mia difesa. 11Sono venuto a Gerusalemme appena dodici  giorni fa, per pregare nel Tempio; è un fatto questo che tu stesso puoi  controllare. 12Gli Ebrei non mi hanno mai trovato nel Tempio a  discutere con qualcuno o a mettere confusione tra la folla. Neppure  nelle sinagoghe o per la città. 13Essi non possono dimostrare le accuse  che ora lanciano contro di me. 14Ma ti dichiaro questo: io seguo quella  nuova dottrina che essi considerano falsa. Io però riconosco e servo  solo il Dio dei nostri padri e accetto tutto quel che è scritto nella  Legge di Mosè e nei libri dei profeti. 15Come loro, io ho questa sicura  speranza nel Signore: che tutti gli uomini, sia buoni che malvagi,  risorgeranno dai morti. 16Per questo cerco anch'io di conservare sempre  una coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.
17'Ora, dopo  molti anni, sono tornato per portare degli aiuti al mio popolo e per  offrire sacrifici. 18Proprio durante questi riti, gli Ebrei mi hanno  trovato nel Tempio: stavo partecipando alla cerimonia della  purificazione e non c'era folla né agitazione di popolo. 19C'erano però  alcuni Ebrei della provincia d'Asia: questi sì dovrebbero essere qui  davanti a te per accusarmi se proprio hanno qualcosa contro di me.  20Oppure, lo dicano quelli che sono qui ora, se hanno trovato in me  qualche colpa quando sono stato portato al tribunale ebraico. 21L'unica  cosa che potrebbero dire è, che una volta, stando in mezzo a loro, io  gridai: Oggi, io vengo processato davanti a voi perché credo nella  risurrezione dei morti'.
22Felice era molto ben informato sulla fede  cristiana; perciò mandò via gli accusatori di Paolo dicendo: 'Quando  verrà il comandante Lisia, allora esaminerò il vostro caso'.
23Poi  ordinò al capo dei soldati di fare la guardia a Paolo e di concedergli  una certa libertà. Tutti gli amici di Paolo potevano andare da lui per  aiutarlo.

Paolo in carcere si incontra con Felice e Drusilla
24Alcuni  giorni dopo, Felice fece chiamare Paolo per sentirlo parlare della fede  in Cristo Gesù: era presente anche sua moglie, Drusilla che era ebrea.  25Ma quando Paolo cominciò a parlare del giusto modo di vivere, del  dovere di dominare gli istinti e del giudizio futuro di Dio, Felice si  spaventò e disse: 'Basta, per ora puoi andare. Quando avrò tempo ti farò  richiamare'. 26Intanto sperava di poter ricevere da Paolo un po' di  SOLDI: per questo lo faceva chiamare abbastanza spesso e parlava con  lui.
27Trascorsero così due anni. Poi al posto di Felice venne Porcio  Festo. Ma Felice voleva fare un altro favore agli Ebrei, e lasciò Paolo  in prigione.

Paolo fa ricorso all'imperatore
1Il governatore Festo, dunque, arrivò nella sua provincia e dopo tre giorni salì dalla città di Cesarèa a Gerusalemme.
2Subito  vennero da lui i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei e presentarono  le loro accuse contro Paolo. Con molta insistenza, 3per l'odio che  avevano contro Paolo, chiesero a Festo il favore di farlo condurre a  Gerusalemme. Stavano infatti preparando un tranello per ammazzarlo  durante il viaggio.
4Ma Festo rispose: 'Paolo deve restare in  prigione a Cesarèa. Anch'io vi tornerò presto. 5Quelli tra voi che hanno  autorità vengano con me a Cesarèa, e se quest'uomo è colpevole di  qualche cosa, là lo potranno accusare'.
6Festo rimase a Gerusalemme  ancora otto o dieci giorni, poi ritornò a Cesarèa. Il giorno dopo aprì  il processo e fece portare Paolo in tribunale.
7Appena arrivò, gli  Ebrei venuti da Gerusalemme lo circondarono e lanciarono contro di lui  molte gravi accuse. Essi però non erano capaci di provarle.
8Paolo allora parlò in sua difesa e disse:
- Io non ho fatto niente di male: né contro la Legge degli Ebrei, né contro il Tempio e neppure contro l'imperatore romano.
9Festo però voleva fare un favore agli Ebrei; perciò domandò a Paolo:
- Accetti di andare a Gerusalemme? Il processo per queste accuse potrebbe essere fatto là, davanti a me.
10Ma Paolo rispose:
-  Mi trovo davanti al tribunale dell'imperatore: qui devo essere  processato. Io non ho fatto nessun torto agli Ebrei e tu lo sai molto  bene. 11Se dunque sono colpevole e ho fatto qualcosa che merita la  morte, io non rifiuto di morire. Ma se non c'è niente di vero nelle  accuse che questa gente lancia contro di me, nessuno ha potere di  consegnarmi a loro. Io faccio ricorso all'imperatore.
12Allora Festo si consultò con i suoi consiglieri. Poi decise:
- Tu hai fatto ricorso all'imperatore e dall'imperatore andrai.

Paolo dinanzi al re Agrippa e a Berenìce
13Alcuni  giorni dopo il re Agrippa e sua sorella Berenìce arrivarono a Cesarèa  per salutare Festo. 14Siccome si fermarono parecchi giorni, Festo  raccontò al re il caso di Paolo. Gli disse:
'Il governatore Felice mi  ha lasciato qui un prigioniero. 15Quando io mi trovavo a Gerusalemme  vennero da me i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei per accusarlo e  mi domandarono di condannarlo. 16Risposi loro che i Romani non hanno  l'abitudine di condannare un uomo prima che egli abbia la possibilità di  difendersi davanti ai suoi accusatori. 17I capi dei sacerdoti e i capi  degli Ebrei vennero dunque qui da me, e io, senza perder tempo, il  giorno dopo cominciai il processo e vi feci condurre anche Paolo.  18Quelli che lo accusavano si misero attorno a lui, e io pensavo che lo  avrebbero accusato di alcuni delitti. Invece no: 19si trattava solo di  questioni che riguardano la loro religione e un certo Gesù, che è morto,  mentre Paolo sosteneva che è ancora vivo. 20Di fronte a un caso come  questo io non sapevo che decisione prendere; perciò domandai a Paolo se  accettava di andare a Gerusalemme e di essere processato in quella  città. 21Ma Paolo fece ricorso e volle che la sua causa fosse riservata  all'imperatore. Allora ho comandato di tenerlo in prigione fino a quando  non potrò mandarlo all'imperatore'.
22A questo punto il re Agrippa disse al governatore Festo:
- Avrei piacere anch'io di ascoltare quest'uomo!
E Festo gli rispose:
- Domani lo potrai ascoltare.
23Il  giorno dopo, Agrippa e Berenìce arrivarono con grande seguito ed  entrarono nell'aula delle udienze, accompagnati dai comandanti e dai  cittadini più importanti.
Festo fece venire Paolo 24e disse:
- Re  Agrippa e voi cittadini tutti, qui presenti con noi: questo è l'uomo per  il quale il popolo degli Ebrei si è rivolto a me a Gerusalemme e in  questa città. Essi pretendono di farlo morire; 25io invece mi sono  convinto che egli non ha commesso niente che meriti la condanna a morte.  Ora egli ha fatto ricorso all'imperatore e io ho deciso di mandarlo a  lui. 26Sul suo caso però non ho nulla di preciso da scrivere  all'imperatore. Perciò ho voluto condurlo qui davanti a voi e  specialmente davanti a te, re Agrippa, per avere, dopo questa udienza,  qualcosa da scrivere all'imperatore. 27Mi sembra assurdo infatti mandare  a Roma un prigioniero senza indicare le accuse che si fanno contro di  lui.

Paolo si difende di fronte ad Agrippa
1Il re Agrippa disse a Paolo:
- Ora tu puoi difenderti. Allora Paolo fece un cenno con la mano e si difese così:
2'Sono  contento, o re Agrippa, di potermi difendere oggi, davanti a te, di  tutte le accuse che gli Ebrei lanciano contro di me. 3So che tu conosci  molto bene le usanze e le questioni religiose degli Ebrei. Ti prego  dunque di ascoltarmi con pazienza.
4'Tutti gli Ebrei sono al corrente  della mia vita: fin da quando ero ragazzo ho vissuto tra il mio popolo,  a Gerusalemme. 5E tutti sanno anche, da molto tempo, che io ero fariseo  e vivevo nel gruppo più rigoroso della nostra religione. Se vogliono,  essi lo possono testimoniare. 6Ora invece mi trovo sotto processo,  perché spero nella promessa che Dio ha fatto ai nostri padri. 7Anche le  dodici tribù del nostro popolo servono Dio con perseveranza giorno e  notte, perché sperano di vedere realizzata questa promessa. Proprio per  questa speranza, o re, io sono accusato dagli Ebrei. 8Perché ritenete  assurdo che Dio faccia ritornare i morti alla vita?
9'Anch'io una  volta credevo di dover combattere contro Gesù, il Nazareno, 10ed è  quello che ho fatto in Gerusalemme. I capi dei sacerdoti mi avevano dato  un potere speciale, e io gettai in prigione molti cristiani. E quando  essi venivano condannati a morte, anch'io votavo contro di loro.  11Spesso andavo da una sinagoga all'altra per costringerli con torture a  bestemmiare. Ero crudele contro i cristiani senza alcun riguardo, e li  perseguitavo anche nelle città straniere.
12'Un giorno però stavo  andando a Damasco: i capi dei sacerdoti mi avevano autorizzato, dandomi  pieni poteri. 13Durante il viaggio, o re Agrippa, io vidi, in pieno  giorno, una luce che scendeva dal cielo e sfolgorava intorno a me e a  quelli che mi accompagnavano: era più forte del sole. 14Tutti cademmo a  terra, e io sentii una voce in ebraico che diceva: Saulo, Saulo, perché  mi perseguiti? Perché ti rivolti come fa un animale quando il suo  padrone lo pungola?
15'Io domandai: Chi sei Signore?
'Allora il  Signore rispose: Io sono Gesù, quello che tu perseguiti. 16Ma ora àlzati  e sta' in piedi. Io ti sono apparso per fare di te un mio servitore. Tu  mi renderai testimonianza dicendo quello che hai visto oggi e  proclamando quello che ti rivelerò ancora. 17Io ti libererò da tutti i  pericoli, quando ti manderò dagli Ebrei e dai pagani. 18Andrai da loro  per aprire i loro occhi, per farli passare dalle tenebre alla luce e dal  potere di Satana a Dio. Quelli che crederanno in me riceveranno il  perdono dei loro peccati e faranno parte del mio popolo santo.
19'Perciò,  o re Agrippa, io non ho disubbidito a questa apparizione celeste, 20ma  mi sono messo a predicare prima agli abitanti di Damasco e di  Gerusalemme, poi a quelli della provincia della Giudea e anche ai  pagani. A tutti dicevo di cambiar vita e di ritornare all'unico Dio  mostrando con le azioni la sincerità della loro conversione. 21Questo è  il motivo per il quale gli Ebrei mi arrestarono mentre ero nel Tempio e  tentarono di uccidermi. 22Ma Dio mi ha dato il suo aiuto fino ad oggi:  per questo sono testimone di Cristo davanti a tutti, piccoli e grandi.  Io dico soltanto quello che gli scritti dei profeti e la Legge di Mosè  avevano previsto per il futuro: 23e cioè che il Messia doveva soffrire,  che doveva essere il primo a risuscitare dai morti, e che doveva portare  al popolo di Israele e ai pagani una luminosa speranza'.

Paolo invita il re Agrippa a credere
24Mentre Paolo parlava così per difendersi, il governatore Festo disse ad alta voce:
- Tu sei pazzo, Paolo! Hai studiato troppo e sei diventato matto!
25Ma Paolo gli rispose:
-  Io non sono pazzo, eccellentissimo Festo; sto dicendo cose vere e  ragionevoli. 26Il re Agrippa conosce bene queste cose e a lui posso  parlare con franchezza. I fatti dei quali sto parlando non sono accaduti  in segreto: per questo io penso che egli li conosce tutti. 27Re  Agrippa, credi alle promesse dei profeti? Io so che tu ci credi!
28Agrippa allora rispose a Paolo:
- Ancora un po' e tu mi convincerai a farmi cristiano.
29Paolo gli disse:
-  Io non so quanto manca alla tua conversione. Vorrei però chiedere a Dio  che non solo tu, ma tutti quelli che oggi mi ascoltano diventino simili  a me, tranne ovviamente per queste catene.
30Allora il re Agrippa si  alzò e con lui anche il governatore Festo, Berenìce e tutti quelli che  avevano partecipato alla seduta. 31Mentre si allontanavano parlavano  insieme e dicevano: 'Quest'uomo non ha fatto niente che meriti la morte o  la prigione'. Agrippa disse a Festo: 'Se non avesse fatto ricorso  all'imperatore, quest'uomo poteva essere liberato'.

Inizia il viaggio di Paolo verso Roma
1Quando  decisero di farci partire per l'Italia, consegnarono Paolo e alcuni  altri prigionieri a un ufficiale, un certo Giulio, che apparteneva al  reggimento imperiale. 2Salimmo a bordo di una nave della città di  Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d'Asia, e  si partì. C'era con noi Aristarco, un cittadino macédone, originario di  Tessalonica. 3Il giorno seguente arrivammo nella città di Sidone; qui  Giulio gentilmente permise a Paolo di andare a trovare i suoi amici che  lo ospitarono e lo circondarono di premure.
4Poi partimmo da Sidone.  Il vento soffiava in senso contrario e noi allora navigammo al riparo  dell'isola di Cipro. 5Costeggiammo la Cilicia e la Panfilia e arrivammo  alla città di Mira, nella regione della Licia.
6Qui l'ufficiale  Giulio trovò una nave di Alessandria diretta verso l'Italia e ci fece  salire su di essa. 7Navigammo lentamente per molti giorni, e solo a gran  fatica arrivammo all'altezza della città di Cnido. Ma il vento non ci  era favorevole; perciò navigammo al riparo dell'isola di Creta, presso  capo Salmòne. 8Con molta difficoltà ci fu possibile costeggiare l'isola e  finalmente arrivammo a una località chiamata 'Buoni Porti', vicino alla  città di Laséa.
9Avevamo perso molto tempo. Era già passato anche il  periodo del digiuno ebraico d'autunno, ed era ormai pericoloso  continuare la navigazione. Paolo l'aveva fatto notare, dicendo ai  marinai: 10'Io vedo che questo viaggio sta diventando molto pericoloso,  non soltanto per la nave e il carico ma anche per tutti noi che  rischiamo di perdere la vita'. 11Ma Giulio, l'ufficiale romano, dette  ascolto al parere del pilota e del padrone della nave e non alle parole  di Paolo. 12D'altra parte, la località di 'Buoni Porti' era poco adatta  per passarvi l'inverno: perciò la maggior parte dei passeggeri decise di  ripartire per raggiungere possibilmente Fenice, porto di Creta, aperto a  sud-ovest: là si poteva passare l'inverno.

La tempesta e il naufragio
13Intanto  si alzò un leggero vento del sud, ed essi credettero di poter  realizzare il loro progetto. Levarono le ancore e ripresero a navigare,  tenendosi il più possibile vicino alle coste dell'isola di Creta. 14Ma  subito si scatenò sull'isola un vento impetuoso, detto Euroaquilone 15La  nave fu travolta dalla bufera: era impossibile resistere al vento, e  perciò ci lasciavamo portare alla deriva.
16Mentre passavamo sotto un  isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a prendere la scialuppa di  salvataggio. 17I marinai la tirarono a bordo e con gli attrezzi  cominciarono a legare la struttura della nave per renderla più forte.  Poi, per paura di andare a finire sui banchi di sabbia della Libia, i  marinai gettarono l'ancora galleggiante e così si andava alla deriva.
18La  tempesta continuava a sbatterci qua e là con violenza: perciò, il  giorno dopo, si cominciò a gettare in mare il carico. 19Il terzo giorno,  i marinai stessi scaricarono con le loro mani anche gli attrezzi della  nave. 20Per parecchi giorni non si riuscì a vedere né il sole né le  stelle, e la tempesta continuava sempre più forte. Ogni speranza di  salvarci era ormai perduta per noi.
21Da molto tempo nessuno più  mangiava. Allora Paolo si alzò in mezzo ai passeggeri e disse: 'Amici,  se mi davate ascolto e non partivamo da Creta, avremmo evitato questo  pericolo e questo danno. 22Ora però vi raccomando di avere coraggio.  Soltanto la nave andrà perduta: ma nessuno di noi morirà. 23Questa  notte, infatti, mi è apparso un angelo di quel Dio che io servo e al  quale io appartengo. 24Egli mi ha detto: 'Non temere, Paolo! Tu dovrai  comparire davanti all'imperatore e Dio, nella sua bontà, ti dona anche  la vita dei tuoi compagni di viaggio'. 25Perciò fatevi coraggio, amici!  Ho fiducia in Dio: sono sicuro che accadrà come mi è stato detto.  26Andremo a finire su qualche isola'.
27Da due settimane noi ci  trovavamo alla deriva nel mare Mediterraneo quand'ecco, verso  mezzanotte, i marinai ebbero l'impressione di trovarsi vicino a terra.  28Gettarono lo scandaglio e misurarono circa quaranta metri di  profondità. Un po' più avanti provarono di nuovo e misurarono circa  trenta metri di profondità. 29Allora, per paura di finire contro gli  scogli, gettarono da poppa quattro ancore, e aspettarono con ansia la  prima luce del giorno. 30Ma i marinai cercavano di fuggire dalla nave:  per questo stavano calando in mare la scialuppa di salvataggio, col  pretesto di gettare le ancore da prora. 31Allora Paolo disse  all'ufficiale e ai soldati: 'Se i marinai non restano sulla nave, voi  non potrete mettervi in salvo'. 32Subito i soldati tagliarono le corde  che sostenevano la scialuppa di salvataggio e la lasciarono cadere in  mare.
33Nell'attesa che spuntasse il giorno, Paolo esortava tutti a  prendere cibo. Diceva: 'Da due settimane vivete sotto questo incubo  senza mangiare. 34Per questo vi prego di mangiare: dovete farlo, se  volete mettervi in salvo. Nessuno di voi perderà neppure un capello'.
35Dopo  queste parole Paolo prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti,  lo spezzò e incominciò a mangiare. 36Tutti si sentirono incoraggiati e  si misero a mangiare anche loro. 37Sulla nave vi erano in tutto  duecentosettantasei persone. 38Quando tutti ebbero mangiato a  sufficienza, gettarono in mare il frumento per alleggerire la nave.

Il naufragio
39Spuntò  il giorno, ma i marinai non riconobbero la terra alla quale ci eravamo  avvicinati. Videro però un'insenatura che aveva una spiaggia e decisero  di fare il possibile per spingervi la nave. 40Staccarono le ancore e le  abbandonarono in mare. Nello stesso tempo slegarono le corde dei timoni,  spiegarono al vento la vela principale e così poterono muoversi verso  la spiaggia. 41Ma andarono a sbattere contro un banco di sabbia, e la  nave si incagliò. Mentre la prua, incastrata sul fondo, rimaneva  immobile, la poppa invece minacciava di sfasciarsi sotto i colpi delle  onde.
42I soldati allora pensarono di uccidere i prigionieri: avevano  paura che fuggissero gettandosi in mare. 43Ma l'ufficiale voleva  salvare Paolo e perciò impedì loro di attuare questo progetto. Anzi,  comandò a quelli capaci di nuotare di gettarsi per primi in acqua per  raggiungere la terra. 44Gli altri fecero lo stesso, aiutandosi con  tavole di legno e rottami della nave. In questa maniera tutti arrivarono  a terra sani e salvi.

Paolo nell'isola di Malta
1Dopo  essere scampati al pericolo, venimmo a sapere che quell'isola si  chiamava Malta. 2I suoi abitanti ci trattarono con gentilezza: siccome  si era messo a piovere e faceva freddo, essi ci radunarono tutti intorno  a un gran fuoco che avevano acceso.
3Anche Paolo raccolse un fascio  di rami per gettarlo nel fuoco; ma ecco che una vipera, a causa del  calore, saltò fuori e si attaccò alla sua mano. 4La gente del luogo,  come vide la vipera che pendeva dalla mano di Paolo, diceva fra sé:  'Certamente questo uomo è un assassino: infatti si è salvato dal mare,  ma ora la giustizia di Dio non lo lascia più vivere'.
5Ma Paolo, con  un colpo, gettò la vipera nel fuoco e non ne ebbe alcun male. 6La gente  invece si aspettava che la mano di Paolo si gonfiasse, oppure che Paolo  cadesse a terra morto sul colpo. Aspettarono un bel po', ma alla fine  dovettero costatare che Paolo non aveva alcun male. Allora cambiarono  parere e dicevano: 'Questo uomo è un dio'.
7Vicino a quel luogo,  aveva i suoi possedimenti il governatore dell'isola, un certo Publio.  Egli ci accolse e ci ospitò per tre giorni con grande cortesia.
8Un  giorno il padre di Publio si ammalò di dissenteria ed era a letto con  febbre alta. Paolo andò a visitarlo: pregò, stese le mani su lui e lo  guarì. 9Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell'isola che erano  ammalati, vennero da Paolo e furono guariti. 10I maltesi perciò ci  trattarono con grandi onori, e al momento della nostra partenza ci  diedero tutto quello che era necessario per il viaggio.

Paolo arriva a Roma
11Dopo  tre mesi ci imbarcammo su una nave della città di Alessandria che aveva  passato l'inverno in quell'isola. La nave si chiamava 'I Diòscuri'.  12Arrivammo a Siracusa e qui rimanemmo tre giorni. 13Poi, navigando  lungo la costa, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò il vento  del sud e così in due giorni potemmo arrivare a Pozzuoli. 14Qui trovammo  alcuni cristiani che ci invitarono a restare una settimana con loro.  Infine partimmo per Roma. 15I cristiani di Roma furono avvertiti del  nostro arrivo e ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre  Taverne. Appena li vide, Paolo ringraziò il Signore e si sentì molto  incoraggiato.
16Arrivati a Roma, fu permesso a Paolo di abitare per suo conto, con un soldato di guardia.

Paolo predica a Roma
17Dopo tre giorni, Paolo fece chiamare i capi degli Ebrei di Roma. Quando furono riuniti disse loro:
-  Fratelli, io non ho fatto nulla contro il nostro popolo e le tradizioni  dei padri. Eppure a Gerusalemme gli Ebrei mi hanno arrestato e mi hanno  consegnato ai Romani. 18I Romani mi hanno interrogato e volevano  lasciarmi libero perché non trovavano in me nessuna colpa che meritasse  la morte. 19Ma gli Ebrei si sono opposti a questa decisione, e allora  sono stato costretto a fare ricorso all'imperatore. Io però non ho  alcuna intenzione di portare accuse contro il mio popolo. 20Per questo  motivo ho chiesto di vedervi e di parlarvi. Infatti io porto queste  catene a causa di colui che il popolo di Israele ha sempre aspettato.
21Gli risposero:
-  Noi non abbiamo ricevuto dalla Giudea nessuna lettera che ti riguarda, e  nessuno dei nostri fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te.  22Tuttavia, noi vorremmo ascoltare da te quel che pensi: perché abbiamo  saputo che la setta alla quale tu appartieni, un po' dappertutto trova  delle opposizioni.
23Poi si diedero un appuntamento.
Nel giorno  fissato, vennero nell'alloggio di Paolo ancor più numerosi. Dal mattino  fino alla sera Paolo dava spiegazioni e annunziava loro il regno di Dio.  Partendo dalla legge di Mosè e dagli scritti dei profeti, Paolo cercava  di convincerli a credere in Gesù. 24Alcuni si lasciarono convincere  dalle parole di Paolo, altri invece non vollero credere. 25Senza essere  d'accordo tra loro, se ne andavano via mentre Paolo aggiungeva soltanto  queste parole: 'Lo Spirito Santo aveva ragione quando, per mezzo del  profeta Isaia, disse ai vostri padri:
26Va' da questo popolo e parlagli così:
Ascolterete e non capirete;
guarderete e non vedrete
27perché il cuore di questo popolo
è diventato insensibile:
sono diventati duri d'orecchi,
hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
per non sentire con gli orecchi,
per non comprendere con il cuore,
per non tornare a Dio,
per non lasciarsi guarire da lui'.
28Poi Paolo aggiunse: 'Sappiate che questa salvezza Dio ora l'ha rivolta ai pagani, ed essi l'accoglieranno'. 29
30Paolo  rimase due anni interi nella casa che aveva preso in affitto, e  riceveva tutti quelli che andavano da lui. 31Egli annunziava il regno di  Dio e insegnava tutto quello che riguarda il Signore Gesù Cristo con  grande coraggio e senza essere ostacolato.
Torna ai contenuti