Atti
Nuovo Testamento
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▲ Gesù promette lo Spirito Santo
1Caro Teòfilo, nel mio primo libro ho raccontato tutto quello che Gesù ha fatto e insegnato cominciando dagli inizi della sua attività, 2fino a quando fu portato in cielo. Prima di salire in cielo egli, per mezzo dello Spirito Santo aveva dato istruzioni a coloro che aveva scelto come apostoli. 3Dopo la sua morte Gesù si presentò loro, e in diverse maniere si mostrò vivo. Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del regno di Dio. 4Un giorno, mentre erano a tavola, fece questa raccomandazione: 'Non allontanatevi da Gerusalemme, ma aspettate il dono che il Padre ha promesso e del quale io vi ho parlato. 5Giovanni infatti ha battezzato con acqua; voi, invece, fra pochi giorni sarete battezzati con lo Spirito Santo'.
Gesù sale al cielo
6Allora quelli che si trovavano con Gesù gli domandarono:
- Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?
7Gesù rispose:
- Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo. 8Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo.
9Detto questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più. 10Mentre avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11e dissero: 'Uomini di Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù che vi ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire'.
Mattia prende il posto di Giuda
12Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di strada a piedi. 13Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. 14Erano tutti concordi, e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
15In quei giorni, le persone radunate erano circa centoventi. Pietro si alzò in mezzo a tutti e disse: 16'Fratelli, era necessario che si realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva detto nella Bibbia. Per mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che divenne la guida di coloro che arrestarono Gesù. 17Giuda era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione.
18'Con i SOLDI ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e là morì precipitando a capofitto: il suo corpo si è squarciato e le sue viscere si sono sparse. 19Il fatto è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme a tal punto che quel campo, nella loro lingua, essi lo chiamano Akeldamà, cioè campo del sangue.
20'Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua casa diventi un deserto
e nessuno più vi abiti.
Sta scritto pure:
il suo incarico lo prenda un altro.
21-22'È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi'.
23Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba o anche Giusto, e un certo Mattia. 24Poi pregarono così: 'O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?'.
26Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.
Gesù sale al cielo
6Allora quelli che si trovavano con Gesù gli domandarono:
- Signore, è questo il momento nel quale tu devi ristabilire il regno per Israele?
7Gesù rispose:
- Non spetta a voi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo. 8Ma riceverete la forza dello Spirito Santo, che sta per scendere su di voi. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo.
9Detto questo Gesù incominciò a salire in alto, mentre gli apostoli stavano a guardare. Poi venne una nube, ed essi non lo videro più. 10Mentre avevano ancora gli occhi fissi verso il cielo, dove Gesù era salito, due uomini, vestiti di bianco, si avvicinarono loro 11e dissero: 'Uomini di Galilea, perché ve ne state lì a guardare il cielo? Questo Gesù che vi ha lasciato per salire in cielo, ritornerà come lo avete visto partire'.
Mattia prende il posto di Giuda
12Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di strada a piedi. 13Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di Giacomo. 14Erano tutti concordi, e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
15In quei giorni, le persone radunate erano circa centoventi. Pietro si alzò in mezzo a tutti e disse: 16'Fratelli, era necessario che si realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva detto nella Bibbia. Per mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che divenne la guida di coloro che arrestarono Gesù. 17Giuda era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione.
18'Con i SOLDI ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e là morì precipitando a capofitto: il suo corpo si è squarciato e le sue viscere si sono sparse. 19Il fatto è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme a tal punto che quel campo, nella loro lingua, essi lo chiamano Akeldamà, cioè campo del sangue.
20'Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi:
La sua casa diventi un deserto
e nessuno più vi abiti.
Sta scritto pure:
il suo incarico lo prenda un altro.
21-22'È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi'.
23Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba o anche Giusto, e un certo Mattia. 24Poi pregarono così: 'O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?'.
26Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.
▲ Lo Spirito Santo scende sugli apostoli
1Quando venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo. 2All'improvviso si sentì un rumore dal cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. 4Tutti furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi.
5A Gerusalemme c'erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. 6Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. 7Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: 'Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? 8Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? 9Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto'.
12Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: 'Che significato avrà tutto questo?'. 13Altri invece ridevano e dicevano: 'Sono completamente ubriachi'.
Pietro annunzia la risurrezione di Gesù
14Allora Pietro si alzò insieme con gli altri undici apostoli. A voce alta parlò così: 'Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme: ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo. 15Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, - tra l'altro è presto: sono solo le nove del mattino. - 16Si realizza invece quello che Dio aveva annunziato per mezzo del profeta Gioele.
17 Ecco - dice Dio - ciò che accadrà negli ultimi giorni:
manderò il mio Spirito su tutti gli uomini:
i vostri figli e le vostre figlie saranno profeti,
i vostri giovani avranno visioni,
i vostri anziani avranno sogni.
18Su tutti quelli che mi servono, uomini e donne,
in quei giorni io manderò il mio Spirito
ed essi parleranno come profeti.
19Farò cose straordinarie lassù in cielo
e prodigi quaggiù sulla terra:
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si oscurerà
e la luna diventerà rossa come il sangue.
prima che venga il giorno grande e
glorioso del Signore.
21Allora, chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvo.
22'Uomini d'Israele, ascoltate ciò che sto per dire. Gesù di Nàzaret era un uomo accreditato da Dio per voi con miracoli, con prodigi e con segni. È stato Dio stesso a compierli per mezzo di lui fra voi. E voi lo sapete bene! 23Quest'uomo, secondo le decisioni e il piano prestabilito da Dio, è stato messo nelle vostre mani e voi, con la complicità di uomini malvagi, lo avete ucciso inchiodandolo a una croce. 24Ma Dio l'ha fatto risorgere, liberandolo dal potere della morte. Era impossibile infatti che Gesù rimanesse schiavo della morte. 25Un salmo di Davide infatti dice di lui:
Vedevo continuamente il Signore davanti a me:
egli mi sostiene perché io non abbia a cadere.
26Per questo io sono pieno di gioia e canto la mia felicità.
Pur essendo mortale, vivrò nella speranza,
27perché tu non mi abbandonerai nel mondo dei morti
e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
28Tu mi hai mostrato i sentieri che portano alla vita
e con la tua presenza mi riempirai di gioia.
29'Fratelli, devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca Davide. Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in mezzo a noi. 30Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli aveva promesso con giuramento: 'metterò sul tuo trono uno del tuo sangue'.
31'Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia:
Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti
e il suo corpo non è andato in corruzione.
32'Questo Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni. 33Egli è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche voi potete vedere e udire. 34Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli dice:
Il Signore ha detto al mio Signore:
siedi accanto a me
35finché io porrò i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36'Tutto il popolo d'Israele deve dunque saperlo con certezza: questo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia'.
37All'udire queste parole, i presenti si sentirono come trafiggere il cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli:
- Fratelli, che cosa dobbiamo fare?
38Pietro rispose:
- Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo. 39Infatti, ciò che Dio ha promesso vale per voi, per i vostri figli e per quelli che sono lontani: tutti quelli che il Signore, Dio nostro, chiamerà.
40Inoltre, Pietro disse molte altre cose per convincerli e per esortarli. Tra l'altro diceva: 'Mettetevi in salvo dal castigo che sta per venire sopra questa generazione perversa!'.
41Alcuni ascoltarono le parole di Pietro e furono battezzati. Così, in quel giorno, circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti.
La vita della comunità
42Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. 45Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i SOLDI fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. 46Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. 47Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava.
5A Gerusalemme c'erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. 6Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. 7Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: 'Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? 8Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? 9Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall'Asia, 10dalla Frigia e dalla Panfilia, dall'Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall'Arabia. C'è gente che viene perfino da Roma: 11alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto'.
12Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: 'Che significato avrà tutto questo?'. 13Altri invece ridevano e dicevano: 'Sono completamente ubriachi'.
Pietro annunzia la risurrezione di Gesù
14Allora Pietro si alzò insieme con gli altri undici apostoli. A voce alta parlò così: 'Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme: ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo. 15Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, - tra l'altro è presto: sono solo le nove del mattino. - 16Si realizza invece quello che Dio aveva annunziato per mezzo del profeta Gioele.
17 Ecco - dice Dio - ciò che accadrà negli ultimi giorni:
manderò il mio Spirito su tutti gli uomini:
i vostri figli e le vostre figlie saranno profeti,
i vostri giovani avranno visioni,
i vostri anziani avranno sogni.
18Su tutti quelli che mi servono, uomini e donne,
in quei giorni io manderò il mio Spirito
ed essi parleranno come profeti.
19Farò cose straordinarie lassù in cielo
e prodigi quaggiù sulla terra:
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si oscurerà
e la luna diventerà rossa come il sangue.
prima che venga il giorno grande e
glorioso del Signore.
21Allora, chiunque invocherà il nome del
Signore sarà salvo.
22'Uomini d'Israele, ascoltate ciò che sto per dire. Gesù di Nàzaret era un uomo accreditato da Dio per voi con miracoli, con prodigi e con segni. È stato Dio stesso a compierli per mezzo di lui fra voi. E voi lo sapete bene! 23Quest'uomo, secondo le decisioni e il piano prestabilito da Dio, è stato messo nelle vostre mani e voi, con la complicità di uomini malvagi, lo avete ucciso inchiodandolo a una croce. 24Ma Dio l'ha fatto risorgere, liberandolo dal potere della morte. Era impossibile infatti che Gesù rimanesse schiavo della morte. 25Un salmo di Davide infatti dice di lui:
Vedevo continuamente il Signore davanti a me:
egli mi sostiene perché io non abbia a cadere.
26Per questo io sono pieno di gioia e canto la mia felicità.
Pur essendo mortale, vivrò nella speranza,
27perché tu non mi abbandonerai nel mondo dei morti
e non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
28Tu mi hai mostrato i sentieri che portano alla vita
e con la tua presenza mi riempirai di gioia.
29'Fratelli, devo parlarvi molto chiaramente riguardo al nostro patriarca Davide. Egli è morto e fu sepolto, e la sua tomba si trova ancor oggi in mezzo a noi. 30Egli però era profeta, e sapeva bene quel che Dio gli aveva promesso con giuramento: 'metterò sul tuo trono uno del tuo sangue'.
31'Davide dunque vide in anticipo ciò che doveva accadere, e queste sue parole si riferiscono alla risurrezione del Messia:
Egli non è stato abbandonato nel mondo dei morti
e il suo corpo non è andato in corruzione.
32'Questo Gesù, Dio lo ha fatto risorgere, e noi tutti ne siamo testimoni. 33Egli è stato innalzato accanto a Dio e ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che era stato promesso. Ora egli lo dona a noi come anche voi potete vedere e udire. 34Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli dice:
Il Signore ha detto al mio Signore:
siedi accanto a me
35finché io porrò i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36'Tutto il popolo d'Israele deve dunque saperlo con certezza: questo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Messia'.
37All'udire queste parole, i presenti si sentirono come trafiggere il cuore e chiesero a Pietro e agli altri apostoli:
- Fratelli, che cosa dobbiamo fare?
38Pietro rispose:
- Cambiate vita e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo. Riceverete il perdono dei vostri peccati e il dono dello Spirito Santo. 39Infatti, ciò che Dio ha promesso vale per voi, per i vostri figli e per quelli che sono lontani: tutti quelli che il Signore, Dio nostro, chiamerà.
40Inoltre, Pietro disse molte altre cose per convincerli e per esortarli. Tra l'altro diceva: 'Mettetevi in salvo dal castigo che sta per venire sopra questa generazione perversa!'.
41Alcuni ascoltarono le parole di Pietro e furono battezzati. Così, in quel giorno, circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti.
La vita della comunità
42Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. 45Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i SOLDI fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. 46Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. 47Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava.
▲ Pietro guarisce uno storpio
1Un giorno Pietro e Giovanni salivano al Tempio. Erano le tre del pomeriggio, l'ora della preghiera. 2Presso la porta del Tempio che si chiamava la 'Porta Bella' stava un uomo, storpio fin dalla nascita. Lo portavano là ogni giorno, ed egli chiedeva l'elemosina a quelli che entravano nel Tempio.
3Appena vide Pietro e Giovanni che stavano per entrare, domandò loro l'elemosina.
4Ma Pietro, insieme a Giovanni, lo fissò negli occhi e disse: 'Guardaci!'.
5Quell'uomo li guardò, sperando di ricevere da loro qualcosa.
6Pietro invece gli disse: 'SOLDI non ne ho, ma quello che ho te lo do volentieri: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina'. 7Poi lo prese per la mano destra e lo aiutò ad alzarsi.
In quell'istante le gambe e le caviglie del malato diventarono robuste. 8Con un salto si mise in piedi e cominciò a camminare. Poi entrò nel Tempio con gli apostoli: camminava, anzi saltava per la gioia e lodava Dio.
9Vedendolo camminare e lodare Dio, tutta la gente 10lo riconobbe: era proprio lui, quello che stava alla 'Porta Bella' del Tempio. Così rimasero tutti pieni di stupore e di meraviglia per quello che gli era accaduto.
Pietro annunzia la potenza di Gesù risorto
11Mentre quell'uomo cercava di trattenere Pietro e Giovanni, tutta la gente, piena di meraviglia, corse verso di loro nel portico detto di Salomone. 12Vedendo ciò, Pietro si rivolse alla folla con queste parole: 'Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questa guarigione? Voi ci guardate come se fossimo stati noi a far camminare quest'uomo, noi con le nostre forze e con le nostre preghiere. 13Invece è stato Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri. Con questa guarigione Dio ha manifestato il glorioso potere di Gesù, suo servo; proprio quel Gesù che voi avete consegnato alle autorità e avete accusato ingiustamente davanti a Pilato, anche se lui aveva deciso di liberarlo.
14'Voi avete fatto condannare il Santo e il Giusto e avete preferito chiedere la liberazione di un criminale. 15Così avete messo a morte Gesù, che dà la vita a tutti. Ma Dio lo ha fatto risorgere dai morti, e noi ne siamo testimoni. 16Ed è per la fede nel nome di Gesù che quest'uomo che voi vedete e conoscete ha riacquistato le forze. Gesù gli ha dato la fede e con la sua potenza lo ha completamente guarito alla presenza di tutti voi.
17'Fratelli, so bene che voi e i vostri capi avete agito contro Gesù senza sapere quello che stavate facendo. 18Ma Dio, in questo modo, ha portato a compimento quello che aveva annunziato per mezzo dei profeti, e cioè che il suo Messia doveva soffrire. 19Cambiate vita, dunque, e ritornate a Dio, perché Dio perdoni i vostri peccati!
20'Così il Signore farà venire per voi i tempi della sua consolazione e vi manderà Gesù, il Messia, che egli vi aveva destinato. 21Tuttavia, per il momento, Gesù deve restare in cielo fino a quando non verrà il tempo nel quale tutte le cose saranno rinnovate, come aveva detto Dio stesso per mezzo dei suoi santi profeti.
22'Mosè infatti disse: Il Signore, il vostro Dio, farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo. Dovrete ascoltare tutto ciò che vi dirà. 23Chiunque non ascolterà questo profeta sarà escluso dal popolo di Dio e distrutto. 24Anche tutti i profeti che hanno parlato dopo Samuele hanno annunziato quello che è accaduto in questi giorni'.
25'Per voi hanno parlato i profeti, per voi Dio ha fatto un patto di alleanza con i vostri padri quando disse ad Abramo: Attraverso i tuoi discendenti io benedirò tutti i popoli della terra. 26Per questo Dio ha fatto risorgere il suo servo Gesù e lo ha mandato a portarvi la sua salvezza, a voi prima che agli altri, perché ognuno si converta dalla sua vita cattiva'.
3Appena vide Pietro e Giovanni che stavano per entrare, domandò loro l'elemosina.
4Ma Pietro, insieme a Giovanni, lo fissò negli occhi e disse: 'Guardaci!'.
5Quell'uomo li guardò, sperando di ricevere da loro qualcosa.
6Pietro invece gli disse: 'SOLDI non ne ho, ma quello che ho te lo do volentieri: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina'. 7Poi lo prese per la mano destra e lo aiutò ad alzarsi.
In quell'istante le gambe e le caviglie del malato diventarono robuste. 8Con un salto si mise in piedi e cominciò a camminare. Poi entrò nel Tempio con gli apostoli: camminava, anzi saltava per la gioia e lodava Dio.
9Vedendolo camminare e lodare Dio, tutta la gente 10lo riconobbe: era proprio lui, quello che stava alla 'Porta Bella' del Tempio. Così rimasero tutti pieni di stupore e di meraviglia per quello che gli era accaduto.
Pietro annunzia la potenza di Gesù risorto
11Mentre quell'uomo cercava di trattenere Pietro e Giovanni, tutta la gente, piena di meraviglia, corse verso di loro nel portico detto di Salomone. 12Vedendo ciò, Pietro si rivolse alla folla con queste parole: 'Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questa guarigione? Voi ci guardate come se fossimo stati noi a far camminare quest'uomo, noi con le nostre forze e con le nostre preghiere. 13Invece è stato Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri. Con questa guarigione Dio ha manifestato il glorioso potere di Gesù, suo servo; proprio quel Gesù che voi avete consegnato alle autorità e avete accusato ingiustamente davanti a Pilato, anche se lui aveva deciso di liberarlo.
14'Voi avete fatto condannare il Santo e il Giusto e avete preferito chiedere la liberazione di un criminale. 15Così avete messo a morte Gesù, che dà la vita a tutti. Ma Dio lo ha fatto risorgere dai morti, e noi ne siamo testimoni. 16Ed è per la fede nel nome di Gesù che quest'uomo che voi vedete e conoscete ha riacquistato le forze. Gesù gli ha dato la fede e con la sua potenza lo ha completamente guarito alla presenza di tutti voi.
17'Fratelli, so bene che voi e i vostri capi avete agito contro Gesù senza sapere quello che stavate facendo. 18Ma Dio, in questo modo, ha portato a compimento quello che aveva annunziato per mezzo dei profeti, e cioè che il suo Messia doveva soffrire. 19Cambiate vita, dunque, e ritornate a Dio, perché Dio perdoni i vostri peccati!
20'Così il Signore farà venire per voi i tempi della sua consolazione e vi manderà Gesù, il Messia, che egli vi aveva destinato. 21Tuttavia, per il momento, Gesù deve restare in cielo fino a quando non verrà il tempo nel quale tutte le cose saranno rinnovate, come aveva detto Dio stesso per mezzo dei suoi santi profeti.
22'Mosè infatti disse: Il Signore, il vostro Dio, farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo. Dovrete ascoltare tutto ciò che vi dirà. 23Chiunque non ascolterà questo profeta sarà escluso dal popolo di Dio e distrutto. 24Anche tutti i profeti che hanno parlato dopo Samuele hanno annunziato quello che è accaduto in questi giorni'.
25'Per voi hanno parlato i profeti, per voi Dio ha fatto un patto di alleanza con i vostri padri quando disse ad Abramo: Attraverso i tuoi discendenti io benedirò tutti i popoli della terra. 26Per questo Dio ha fatto risorgere il suo servo Gesù e lo ha mandato a portarvi la sua salvezza, a voi prima che agli altri, perché ognuno si converta dalla sua vita cattiva'.
▲ Pietro e Giovanni davanti al tribunale
1Pietro e Giovanni stavano ancora parlando al popolo, quando arrivarono i sacerdoti e i sadducei insieme al comandante delle guardie del Tempio. 2Essi erano molto irritati per il fatto che gli apostoli insegnavano al popolo, e in particolare perché annunziavano che Gesù era risuscitato e che quindi i morti risorgono. 3Perciò li arrestarono e li gettarono in prigione fino al giorno successivo, perché ormai era sera. 4Tuttavia, molti di quelli che avevano ascoltato la predicazione degli apostoli credettero, e la comunità dei credenti aumentò di numero fino a circa cinquemila persone.
5Il giorno dopo a Gerusalemme si radunarono i capi degli Ebrei e del popolo e i maestri della Legge. 6Erano presenti anche Anna, sommo sacerdote, e Caifa, Giovanni e Alessandro, e quanti appartenevano alla famiglia del sommo sacerdote.
7Fecero venire gli apostoli e incominciarono a interrogarli: 'Da dove o da chi avete ricevuto il potere di far questo?'.
8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, rispose loro: 'Capi del popolo e anziani di questo tribunale, ascoltatemi. 9Voi oggi ci domandate conto del bene che abbiamo fatto a un povero malato e volete sapere come mai quest'uomo ha potuto essere guarito. 10Ebbene, una cosa dovete sapere voi e tutto il popolo d'Israele: quest'uomo sta davanti a voi, guarito, perché abbiamo invocato il nome di Gesù Cristo, il Nazareno, quel Gesù che voi avete messo in croce e che Dio ha fatto risorgere dai morti. 11Il libro dei Salmi parla di lui quando dice:
La pietra che voi, costruttori,
avete eliminato
è diventata la pietra più importante.
12Gesù Cristo, e nessun altro, può darci la salvezza: a questo mondo non ci è stato dato nessun altro uomo per mezzo del quale noi siamo destinati a essere salvati'.
13I membri del tribunale ebraico erano davvero stupiti dalla franchezza con la quale Pietro e Giovanni parlavano, tanto più che si trattava di persone molto semplici e senza cultura, e avevano dovuto riconoscere che erano stati seguaci di Gesù. 14In presenza di quell'uomo guarito, che stava accanto a loro, non sapevano che cosa dire.
15Allora comandarono a Pietro e Giovanni di uscire dalla sala del tribunale e si misero a discutere tra di loro 16così: 'Che cosa possiamo fare adesso con questi uomini? Ormai tutti gli abitanti di Gerusalemme sanno che essi hanno compiuto questo miracolo pubblicamente, e noi non possiamo certamente dire che non è vero. 17Tuttavia, dobbiamo proibire loro in modo assoluto di parlare nel nome di Gesù: così la notizia di questo miracolo non si diffonderà ancora di più fra la gente'. 18Li fecero chiamare di nuovo e comandarono loro di non parlare assolutamente di Gesù e di non insegnare più nel suo nome.
19Ma Pietro e Giovanni risposero: 'Giudicate voi stessi che cosa è giusto davanti a Dio: dobbiamo ascoltare voi oppure dobbiamo ubbidire a Dio? 20Quanto a noi, non possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che abbiamo visto e udito'.
21Quelli del tribunale li minacciarono di nuovo, poi li lasciarono andare liberi, perché non riuscivano a trovare un motivo per punirli. Avevano paura del popolo: tutti infatti ringraziavano ancora Dio per il miracolo che avevano fatto.
22L'uomo che era stato miracolosamente guarito aveva più di quarant'anni.
Come pregavano i primi cristiani
23Pietro e Giovanni furono lasciati liberi, ritornarono dai loro compagni e raccontarono quello che avevano detto i capi dei sacerdoti e del popolo. 24Tutti ascoltarono; poi si riunirono a pregare Dio con queste parole: 'O Dio, tu hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto quello che essi contengono. 25Tu per mezzo dello Spirito Santo hai fatto dire a Davide, nostro padre e tuo servitore, queste parole profetiche:
Perché i pagani si sono agitati con orgoglio?
perché i popoli hanno fatto
dei complotti inutili?
26I re della terra si sono messi in stato di allarme,
e i capi di eserciti si sono accordati tra di loro
contro il Signore e contro il suo Messia.
27'E davvero qui a Gerusalemme Erode e Ponzio Pilato si sono messi d'accordo con gli stranieri e con il popolo d'Israele contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai scelto come Messia. 28'Così essi hanno eseguito quello che tu, o Signore, avevi deciso e stabilito. 29Ma ora, o Signore, guarda come ci minacciano e concedi a noi, tuoi servi, di poter annunziare la tua parola con grande coraggio. 30Fa' vedere la tua potenza e fa' in modo che avvengano ancora guarigioni, prodigi e miracoli, quando invochiamo Gesù, il tuo santo servo'.
31Appena ebbero finito di pregare, il luogo nel quale erano radunati tremò: lo Spirito Santo venne su ciascuno di loro, e cominciarono ad annunziare la parola di Dio con coraggio.
I primi cristiani mettono in comune i loro beni
32La comunità dei credenti viveva unanime e concorde, e quelli che possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma mettevano insieme tutto quello che avevano. 33Gli apostoli annunziavano con convinzione e con forza che il Signore Gesù era risuscitato. Dio li sosteneva con la sua grazia. 34Tra i credenti nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti: 35li consegnavano agli apostoli e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue necessità. 36Ad esempio: un certo Giuseppe, un levita nato a Cipro che gli apostoli chiamavano Bàrnaba (cioè uno che infonde coraggio), 37aveva un campo, lo vendette e portò i soldi agli apostoli.
5Il giorno dopo a Gerusalemme si radunarono i capi degli Ebrei e del popolo e i maestri della Legge. 6Erano presenti anche Anna, sommo sacerdote, e Caifa, Giovanni e Alessandro, e quanti appartenevano alla famiglia del sommo sacerdote.
7Fecero venire gli apostoli e incominciarono a interrogarli: 'Da dove o da chi avete ricevuto il potere di far questo?'.
8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, rispose loro: 'Capi del popolo e anziani di questo tribunale, ascoltatemi. 9Voi oggi ci domandate conto del bene che abbiamo fatto a un povero malato e volete sapere come mai quest'uomo ha potuto essere guarito. 10Ebbene, una cosa dovete sapere voi e tutto il popolo d'Israele: quest'uomo sta davanti a voi, guarito, perché abbiamo invocato il nome di Gesù Cristo, il Nazareno, quel Gesù che voi avete messo in croce e che Dio ha fatto risorgere dai morti. 11Il libro dei Salmi parla di lui quando dice:
La pietra che voi, costruttori,
avete eliminato
è diventata la pietra più importante.
12Gesù Cristo, e nessun altro, può darci la salvezza: a questo mondo non ci è stato dato nessun altro uomo per mezzo del quale noi siamo destinati a essere salvati'.
13I membri del tribunale ebraico erano davvero stupiti dalla franchezza con la quale Pietro e Giovanni parlavano, tanto più che si trattava di persone molto semplici e senza cultura, e avevano dovuto riconoscere che erano stati seguaci di Gesù. 14In presenza di quell'uomo guarito, che stava accanto a loro, non sapevano che cosa dire.
15Allora comandarono a Pietro e Giovanni di uscire dalla sala del tribunale e si misero a discutere tra di loro 16così: 'Che cosa possiamo fare adesso con questi uomini? Ormai tutti gli abitanti di Gerusalemme sanno che essi hanno compiuto questo miracolo pubblicamente, e noi non possiamo certamente dire che non è vero. 17Tuttavia, dobbiamo proibire loro in modo assoluto di parlare nel nome di Gesù: così la notizia di questo miracolo non si diffonderà ancora di più fra la gente'. 18Li fecero chiamare di nuovo e comandarono loro di non parlare assolutamente di Gesù e di non insegnare più nel suo nome.
19Ma Pietro e Giovanni risposero: 'Giudicate voi stessi che cosa è giusto davanti a Dio: dobbiamo ascoltare voi oppure dobbiamo ubbidire a Dio? 20Quanto a noi, non possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che abbiamo visto e udito'.
21Quelli del tribunale li minacciarono di nuovo, poi li lasciarono andare liberi, perché non riuscivano a trovare un motivo per punirli. Avevano paura del popolo: tutti infatti ringraziavano ancora Dio per il miracolo che avevano fatto.
22L'uomo che era stato miracolosamente guarito aveva più di quarant'anni.
Come pregavano i primi cristiani
23Pietro e Giovanni furono lasciati liberi, ritornarono dai loro compagni e raccontarono quello che avevano detto i capi dei sacerdoti e del popolo. 24Tutti ascoltarono; poi si riunirono a pregare Dio con queste parole: 'O Dio, tu hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto quello che essi contengono. 25Tu per mezzo dello Spirito Santo hai fatto dire a Davide, nostro padre e tuo servitore, queste parole profetiche:
Perché i pagani si sono agitati con orgoglio?
perché i popoli hanno fatto
dei complotti inutili?
26I re della terra si sono messi in stato di allarme,
e i capi di eserciti si sono accordati tra di loro
contro il Signore e contro il suo Messia.
27'E davvero qui a Gerusalemme Erode e Ponzio Pilato si sono messi d'accordo con gli stranieri e con il popolo d'Israele contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai scelto come Messia. 28'Così essi hanno eseguito quello che tu, o Signore, avevi deciso e stabilito. 29Ma ora, o Signore, guarda come ci minacciano e concedi a noi, tuoi servi, di poter annunziare la tua parola con grande coraggio. 30Fa' vedere la tua potenza e fa' in modo che avvengano ancora guarigioni, prodigi e miracoli, quando invochiamo Gesù, il tuo santo servo'.
31Appena ebbero finito di pregare, il luogo nel quale erano radunati tremò: lo Spirito Santo venne su ciascuno di loro, e cominciarono ad annunziare la parola di Dio con coraggio.
I primi cristiani mettono in comune i loro beni
32La comunità dei credenti viveva unanime e concorde, e quelli che possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma mettevano insieme tutto quello che avevano. 33Gli apostoli annunziavano con convinzione e con forza che il Signore Gesù era risuscitato. Dio li sosteneva con la sua grazia. 34Tra i credenti nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti: 35li consegnavano agli apostoli e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue necessità. 36Ad esempio: un certo Giuseppe, un levita nato a Cipro che gli apostoli chiamavano Bàrnaba (cioè uno che infonde coraggio), 37aveva un campo, lo vendette e portò i soldi agli apostoli.
▲ Ananìa e Saffira
1Un certo Ananìa invece, d'accordo con sua moglie Saffira, vendette un campo 2ma tenne per sé una parte dei soldi ricavati e agli apostoli consegnò soltanto l'altra parte. Sua moglie sapeva tutto questo ed era pienamente d'accordo. 3Ma Pietro si accorse del fatto e disse: 'Ananìa, come mai Satana ha potuto impadronirsi di te? Ti sei trattenuto una parte dei soldi ricavati dalla vendita, ma così facendo tu sei stato bugiardo verso lo Spirito Santo! 4Prima che tu lo vendessi, il campo era tuo e anche dopo averlo venduto potevi benissimo tenere tutto il denaro per te: lo sai bene. Perché, invece, hai pensato di fare una simile azione? Tu non sei stato bugiardo verso gli uomini, ma verso Dio'.
5Appena ebbe sentito queste parole, Ananìa cadde a terra morto. E tutti quelli che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura. 6Poi, alcuni giovani avvolsero in un lenzuolo il corpo di Ananìa e lo portarono via per seppellirlo.
7Circa tre ore dopo arrivò anche la moglie di Ananìa. Essa non sapeva quel che era appena accaduto. 8Pietro le chiese:
- Dimmi, Saffira, il vostro campo l'avete venduto proprio a questo prezzo?
Essa rispose:
- Sì, a questo prezzo!
9Allora Pietro le disse:
- Perché vi siete messi d'accordo, tutti e due, di sfidare lo Spirito del Signore? Ecco, stanno tornando quelli che hanno seppellito il corpo di tuo marito: ora essi porteranno via anche te.
10In quello stesso momento Saffira cadde a terra davanti a Pietro e mori. Quando i giovani entrarono la trovarono morta; allora la portarono via per seppellirla accanto al corpo di suo marito.
11Tutta la chiesa e quelli che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura.
I miracoli degli apostoli
12Gli apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente. I credenti, di solito, si riunivano sotto il portico di Salomone. 13Nessun altro osava unirsi a loro, eppure il popolo aveva grande stima di loro. 14La comunità cresceva sempre di più, perché aumentava il numero di uomini e di donne che credevano nel Signore.
15I malati venivano portati perfino nelle piazze: li mettevano sui giacigli e sulle barelle, per fare in modo che Pietro, passando, li potesse sfiorare almeno con l'ombra del suo corpo.
16Molta gente accorreva dai villaggi vicino a Gerusalemme: portavano i malati e quelli che erano tormentati da spiriti maligni; e tutti venivano guariti.
Gli apostoli vengono perseguitati dalle autorità
17Allora il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè quelli del partito dei sadducei, pieni di gelosia, 18fecero arrestare gli apostoli e li gettarono in prigione. 19Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li fece uscire e disse loro: 20'Andate nel Tempio e predicate al popolo tutto quello che riguarda la nuova vita'. 21Gli apostoli ubbidirono: di buon mattino andarono nel Tempio e si misero a insegnare.
Nel frattempo, il sommo sacerdote e quelli che erano con lui convocarono i capi del popolo ebraico per una seduta di tutto il loro tribunale. Intanto diedero ordine che gli apostoli fossero portati fuori del carcere dinanzi a loro. 22Ma quando le guardie arrivarono nella prigione non li trovarono. Allora tornarono subito indietro e riferirono: 23'La prigione noi l'abbiamo trovata ben chiusa e le guardie stavano al loro posto davanti alle porte. Ma quando abbiamo aperto le porte, dentro non c'era nessuno'.
24Nel sentire queste cose il comandante delle guardie del Tempio e i capi dei sacerdoti non sapevano cosa pensare e si domandavano cosa poteva essere accaduto.
25Allora si presentò un uomo e disse: 'Ascoltate: quegli uomini che voi avete messo in prigione, ora si trovano nel Tempio e stanno insegnando al popolo'. 26Il comandante delle guardie partì subito con i suoi uomini per arrestare di nuovo gli apostoli, ma senza violenza, perché temevano di essere presi a sassate dalla gente.
27Li portarono via e li fecero comparire davanti al tribunale. Il sommo sacerdote cominciò ad accusarli: 28'Noi vi avevamo severamente proibito di insegnare nel nome di quell'uomo, e voi invece avete diffuso il vostro insegnamento per tutta Gerusalemme. Per di più, volete far cadere su di noi la responsabilità della sua morte'.
29Ma Pietro e gli apostoli risposero: 'Si deve ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. 30Ora, il Dio dei nostri padri ha fatto risorgere Gesù, quello che voi avete fatto morire inchiodandolo a una croce. 31Dio lo ha innalzato accanto a sé, come nostro capo e Salvatore per offrire al popolo d'Israele l'occasione di cambiar vita e di ricevere il perdono dei peccati.
32'Noi siamo testimoni di questi fatti: noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono'.
33I giudici del tribunale ebraico, sentendo queste cose, furibondi volevano eliminare gli apostoli. 34Ma tra di loro vi era un fariseo, un certo Gamalièle: egli era un maestro della Legge, molto stimato dal popolo. Si alzò in mezzo al tribunale e chiese che gli apostoli fossero condotti momentaneamente fuori della sala. 35Poi disse: 'Voi, Israeliti, pensate bene a quello che avete intenzione di fare con questi uomini. 36Non molto tempo fa, ricordate, fece gran chiasso un certo Tèuda il quale diceva di essere un uomo importante, e aveva circa quattrocento seguaci. Ma poi egli fu ucciso e quelli che lo avevano seguito si dispersero fino a scomparire del tutto. 37Dopo di lui, all'epoca del censimento, si presentò un certo Giuda, oriundo della Galilea. Egli persuase un gran numero di persone a seguirlo, ma anche lui fu ucciso, e tutti quelli che lo avevano seguito si dispersero. 38Per quanto riguarda il caso di oggi, ecco quello che vi dico: non occupatevi più di questi uomini, lasciateli andare: perché se la loro pretesa e la loro attività sono cose solamente umane scompariranno da sé; 39se invece Dio è dalla loro parte, non sarete certamente voi a mandarli in rovina. Non correte il rischio di dover combattere contro Dio'.
Quelli del tribunale ebraico seguirono il parere di Gamalièle. 40Fecero richiamare gli apostoli e li punirono facendoli frustare; poi comandarono loro di non parlare più nel nome di Gesù e finalmente li lasciarono liberi. 41Gli apostoli uscirono dal tribunale e se ne andarono contenti, perché avevano avuto l'onore di essere maltrattati a causa del nome di Gesù. 42Ogni giorno, nel Tempio o nelle case, continuavano a insegnare e ad annunziare che Gesù è il Messia.
5Appena ebbe sentito queste parole, Ananìa cadde a terra morto. E tutti quelli che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura. 6Poi, alcuni giovani avvolsero in un lenzuolo il corpo di Ananìa e lo portarono via per seppellirlo.
7Circa tre ore dopo arrivò anche la moglie di Ananìa. Essa non sapeva quel che era appena accaduto. 8Pietro le chiese:
- Dimmi, Saffira, il vostro campo l'avete venduto proprio a questo prezzo?
Essa rispose:
- Sì, a questo prezzo!
9Allora Pietro le disse:
- Perché vi siete messi d'accordo, tutti e due, di sfidare lo Spirito del Signore? Ecco, stanno tornando quelli che hanno seppellito il corpo di tuo marito: ora essi porteranno via anche te.
10In quello stesso momento Saffira cadde a terra davanti a Pietro e mori. Quando i giovani entrarono la trovarono morta; allora la portarono via per seppellirla accanto al corpo di suo marito.
11Tutta la chiesa e quelli che vennero a conoscenza di questo fatto furono presi da grande paura.
I miracoli degli apostoli
12Gli apostoli facevano molti prodigi e miracoli in mezzo alla gente. I credenti, di solito, si riunivano sotto il portico di Salomone. 13Nessun altro osava unirsi a loro, eppure il popolo aveva grande stima di loro. 14La comunità cresceva sempre di più, perché aumentava il numero di uomini e di donne che credevano nel Signore.
15I malati venivano portati perfino nelle piazze: li mettevano sui giacigli e sulle barelle, per fare in modo che Pietro, passando, li potesse sfiorare almeno con l'ombra del suo corpo.
16Molta gente accorreva dai villaggi vicino a Gerusalemme: portavano i malati e quelli che erano tormentati da spiriti maligni; e tutti venivano guariti.
Gli apostoli vengono perseguitati dalle autorità
17Allora il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè quelli del partito dei sadducei, pieni di gelosia, 18fecero arrestare gli apostoli e li gettarono in prigione. 19Ma durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione, li fece uscire e disse loro: 20'Andate nel Tempio e predicate al popolo tutto quello che riguarda la nuova vita'. 21Gli apostoli ubbidirono: di buon mattino andarono nel Tempio e si misero a insegnare.
Nel frattempo, il sommo sacerdote e quelli che erano con lui convocarono i capi del popolo ebraico per una seduta di tutto il loro tribunale. Intanto diedero ordine che gli apostoli fossero portati fuori del carcere dinanzi a loro. 22Ma quando le guardie arrivarono nella prigione non li trovarono. Allora tornarono subito indietro e riferirono: 23'La prigione noi l'abbiamo trovata ben chiusa e le guardie stavano al loro posto davanti alle porte. Ma quando abbiamo aperto le porte, dentro non c'era nessuno'.
24Nel sentire queste cose il comandante delle guardie del Tempio e i capi dei sacerdoti non sapevano cosa pensare e si domandavano cosa poteva essere accaduto.
25Allora si presentò un uomo e disse: 'Ascoltate: quegli uomini che voi avete messo in prigione, ora si trovano nel Tempio e stanno insegnando al popolo'. 26Il comandante delle guardie partì subito con i suoi uomini per arrestare di nuovo gli apostoli, ma senza violenza, perché temevano di essere presi a sassate dalla gente.
27Li portarono via e li fecero comparire davanti al tribunale. Il sommo sacerdote cominciò ad accusarli: 28'Noi vi avevamo severamente proibito di insegnare nel nome di quell'uomo, e voi invece avete diffuso il vostro insegnamento per tutta Gerusalemme. Per di più, volete far cadere su di noi la responsabilità della sua morte'.
29Ma Pietro e gli apostoli risposero: 'Si deve ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. 30Ora, il Dio dei nostri padri ha fatto risorgere Gesù, quello che voi avete fatto morire inchiodandolo a una croce. 31Dio lo ha innalzato accanto a sé, come nostro capo e Salvatore per offrire al popolo d'Israele l'occasione di cambiar vita e di ricevere il perdono dei peccati.
32'Noi siamo testimoni di questi fatti: noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono'.
33I giudici del tribunale ebraico, sentendo queste cose, furibondi volevano eliminare gli apostoli. 34Ma tra di loro vi era un fariseo, un certo Gamalièle: egli era un maestro della Legge, molto stimato dal popolo. Si alzò in mezzo al tribunale e chiese che gli apostoli fossero condotti momentaneamente fuori della sala. 35Poi disse: 'Voi, Israeliti, pensate bene a quello che avete intenzione di fare con questi uomini. 36Non molto tempo fa, ricordate, fece gran chiasso un certo Tèuda il quale diceva di essere un uomo importante, e aveva circa quattrocento seguaci. Ma poi egli fu ucciso e quelli che lo avevano seguito si dispersero fino a scomparire del tutto. 37Dopo di lui, all'epoca del censimento, si presentò un certo Giuda, oriundo della Galilea. Egli persuase un gran numero di persone a seguirlo, ma anche lui fu ucciso, e tutti quelli che lo avevano seguito si dispersero. 38Per quanto riguarda il caso di oggi, ecco quello che vi dico: non occupatevi più di questi uomini, lasciateli andare: perché se la loro pretesa e la loro attività sono cose solamente umane scompariranno da sé; 39se invece Dio è dalla loro parte, non sarete certamente voi a mandarli in rovina. Non correte il rischio di dover combattere contro Dio'.
Quelli del tribunale ebraico seguirono il parere di Gamalièle. 40Fecero richiamare gli apostoli e li punirono facendoli frustare; poi comandarono loro di non parlare più nel nome di Gesù e finalmente li lasciarono liberi. 41Gli apostoli uscirono dal tribunale e se ne andarono contenti, perché avevano avuto l'onore di essere maltrattati a causa del nome di Gesù. 42Ogni giorno, nel Tempio o nelle case, continuavano a insegnare e ad annunziare che Gesù è il Messia.
▲ Sette aiutanti per gli apostoli
1Intanto a Gerusalemme cresceva il numero dei discepoli e accadde che i credenti di lingua greca si lamentarono di quelli che parlavano ebraico: succedeva che le loro vedove venivano trascurate nella distribuzione quotidiana dei viveri. 2I dodici apostoli allora riunirono il gruppo dei discepoli e dissero: 'Non è giusto che noi trascuriamo la predicazione della parola di Dio per occuparci della distribuzione dei viveri. 3Ecco dunque, fratelli, la nostra proposta: scegliete fra di voi sette uomini, stimati da tutti, pieni di Spirito Santo e di saggezza, e noi affideremo a loro questo incarico. 4Noi apostoli, invece, impegneremo tutto il nostro tempo a pregare e ad annunziare la parola di Dio'.
5Questa proposta piacque all'assemblea. Allora scelsero Stefano, uomo ricco di fede e di Spirito Santo, e poi Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, uno straniero che proveniva da Antiòchia. 6Presentarono poi questi sette uomini agli apostoli i quali pregarono e stesero le mani sopra di loro.
7Intanto la parola di Dio si diffondeva sempre di più. A Gerusalemme il numero dei discepoli cresceva notevolmente, e anche molti sacerdoti prestavano ascolto alla predicazione degli apostoli e credevano.
Stefano viene arrestato
8Dio era con Stefano e gli dava la forza di fare grandi miracoli e prodigi in mezzo al popolo. 9Ma alcuni individui gli si opposero: erano quelli della comunità ebraica detta dei liberti, insieme con altri di Cirène e di Alessandria, e altri della Cilicia e dell'Asia. Costoro si misero a discutere con Stefano, 10ma non potevano resistergli perché egli parlava con la saggezza che gli veniva dallo Spirito Santo.
11Allora pagarono alcuni uomini perché dicessero: 'Noi abbiamo sentito costui dire bestemmie contro Mosè e contro Dio'. 12Così misero in agitazione il popolo, i capi del popolo e i maestri della Legge. Poi gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono in tribunale.
13Presentarono perciò dei falsi testimoni, i quali dissero: 'Quest'uomo continua a parlare contro il luogo santo, il Tempio, e contro la nostra Legge. 14Anzi lo abbiamo sentito affermare che Gesù il Nazareno distruggerà il Tempio e cambierà le tradizioni che ci sono state date da Mosè'.
15Tutti quelli che sedevano nella sala del tribunale fissarono gli occhi su di lui e videro il suo volto splendere come quello di un angelo.
5Questa proposta piacque all'assemblea. Allora scelsero Stefano, uomo ricco di fede e di Spirito Santo, e poi Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, uno straniero che proveniva da Antiòchia. 6Presentarono poi questi sette uomini agli apostoli i quali pregarono e stesero le mani sopra di loro.
7Intanto la parola di Dio si diffondeva sempre di più. A Gerusalemme il numero dei discepoli cresceva notevolmente, e anche molti sacerdoti prestavano ascolto alla predicazione degli apostoli e credevano.
Stefano viene arrestato
8Dio era con Stefano e gli dava la forza di fare grandi miracoli e prodigi in mezzo al popolo. 9Ma alcuni individui gli si opposero: erano quelli della comunità ebraica detta dei liberti, insieme con altri di Cirène e di Alessandria, e altri della Cilicia e dell'Asia. Costoro si misero a discutere con Stefano, 10ma non potevano resistergli perché egli parlava con la saggezza che gli veniva dallo Spirito Santo.
11Allora pagarono alcuni uomini perché dicessero: 'Noi abbiamo sentito costui dire bestemmie contro Mosè e contro Dio'. 12Così misero in agitazione il popolo, i capi del popolo e i maestri della Legge. Poi gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono in tribunale.
13Presentarono perciò dei falsi testimoni, i quali dissero: 'Quest'uomo continua a parlare contro il luogo santo, il Tempio, e contro la nostra Legge. 14Anzi lo abbiamo sentito affermare che Gesù il Nazareno distruggerà il Tempio e cambierà le tradizioni che ci sono state date da Mosè'.
15Tutti quelli che sedevano nella sala del tribunale fissarono gli occhi su di lui e videro il suo volto splendere come quello di un angelo.
▲ Stefano si difende di fronte al tribunale ebraico
1Il sommo sacerdote domandò a Stefano: 'È vero quello che dicono i tuoi accusatori?'. 2Stefano allora rispose: 'Fratelli e padri, ascoltatemi! Il nostro Dio, al quale appartengono l'onore e la gloria, si manifestò ad Abramo, nostro antico padre, quando si trovava in Mesopotamia e non era ancora andato ad abitare nella terra di Carran. 3Gli disse: Esci dalla tua terra, lascia la tua famiglia e va' nella terra che io indicherò.
4'Abramo allora abbandonò la terra dei Caldei e andò ad abitare nella regione di Carran. Poi il padre di Abramo morì e Dio lo fece emigrare in questa terra nella quale adesso abitate voi. 5Ma in essa non gli diede alcuna proprietà, neppure un metro di terra; gli promise invece che l'avrebbe data in proprietà più tardi a lui e ai suoi discendenti: ma a quel tempo Abramo non aveva figli. 6Poi Dio gli disse: 'I tuoi discendenti andranno ad abitare in una terra straniera: là saranno ridotti in schiavitù e oppressi per quattrocento anni. 7Ma io punirò quel popolo che li avrà fatti diventare schiavi. Allora potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo'.
8'Così disse il Signore, poi fece con Abramo quell'alleanza che ha per segno la circoncisione. E così Abramo ebbe un figlio, Isacco, e lo circoncise l'ottavo giorno. Poi Isacco generò Giacobbe e Giacobbe generò i dodici patriarchi.
9'I patriarchi erano invidiosi di uno di loro, Giuseppe; lo vendettero come schiavo e fu portato in Egitto. Ma Dio era con lui, 10e lo liberò da tutte le sue tribolazioni: lo fece diventare sapiente e lo rese simpatico al faraone, re d'Egitto, il quale perciò nominò Giuseppe governatore dell'Egitto e amministratore di tutti i suoi beni. 11Poi, in tutto l'Egitto e nella terra di Canaan ci fu una grande carestia. La miseria era grande e i nostri padri non trovavano nulla da mangiare. 12Giacobbe, però, aveva saputo che in Egitto c'era ancora del grano: allora vi mandò i nostri padri a comprarlo. 13Quando tornarono la seconda volta, Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli, e così il faraone venne a sapere di che stirpe era Giuseppe. 14Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela: settantacinque persone in tutto. 15Giacobbe si recò in Egitto e più tardi morì, lui e tutti i nostri antenati. 16I loro corpi furono trasportati nella città di Sichem e furono deposti nel sepolcro che Abramo aveva comprato e pagato in denaro dai figli di Emor, in Sichem.
17'Mentre si avvicinava il tempo nel quale Dio avrebbe realizzato la promessa fatta ad Abramo, il popolo cresceva e si moltiplicava in Egitto. 18Un giorno un nuovo re, che non sapeva nulla di Giuseppe, salì sul trono d'Egitto. 19Questo re perseguitò la nostra gente e agì astutamente contro di essa: costrinse i nostri padri ad abbandonare i loro bambini per farli morire. 20In quel tempo nacque Mosè, un bambino straordinariamente bello. Per tre mesi fu allevato nella casa di suo padre. 21Ma quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come fosse suo figlio. 22Così Mosè imparò tutte le scienze degli Egiziani e divenne un uomo importante, sia per quel che diceva sia per quel che faceva.
23'Quando giunse all'età di quarant'anni, Mosè sentì il desiderio di conoscere la sua gente, il popolo d'Israele. 24Andò da loro e vide uno che veniva maltrattato da un Egiziano: lo difese e, per vendicarlo, uccise l'Egiziano. 25Mosè pensava che i suoi fratelli di razza avrebbero capito che, per mezzo di lui, Dio intendeva salvarli dagli Egiziani. Ma essi non capirono. 26Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si dava da fare per metterli in pace. Diceva loro: Non sapete che siete fratelli? Perché vi insultate tra di voi? 27Ma colui che stava maltrattando il suo vicino lo respinse dicendo: Chi ti ha fatto capo e giudice sopra di noi? 28Vuoi forse uccidermi, come ieri hai ucciso quell'Egiziano? 29Sentendo queste parole, Mosè fuggì e andò ad abitare nella terra di Madian e là ebbe due figli'.
30'Quarant'anni dopo, quando era nel deserto del monte Sinai, gli apparve un angelo tra le fiamme di un cespuglio che bruciava. 31Mosè rimase stupito per questa visione, e mentre si avvicinava al cespuglio per vedere meglio, udì la voce del Signore che diceva: 32Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
'Tutto tremante, Mosè non osava alzare lo sguardo. 33Ma il Signore gli disse: Togliti i sandali, perché il luogo in cui stai è terra santa. 34Ho visto il mio popolo duramente maltrattato in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono venuto a liberarli. Ora vieni: voglio mandarti in Egitto.
35'Quest'uomo, Mosè, è colui che gli Israeliti avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?: proprio lui Dio ha mandato come capo e salvatore, per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel cespuglio. 36Egli li fece uscire dall'Egitto, facendo prodigi e miracoli in quel paese, nel mar Rosso e nel deserto, per quarant'anni. 37Egli è quel Mosè che disse al popolo d'Israele: Dio farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo. 38Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fece da intermediario tra l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri. Egli ricevette da Dio parole capaci di dare la vita e le comunicò a noi.
39'Ma i nostri padri non vollero ascoltarlo, anzi lo respinsero e desiderarono ritornare in Egitto. 40'Dicevano infatti ad Aronne: Facci degli dèi che possano camminare davanti a noi, perché non sappiamo che cosa sia capitato a questo Mosè che ci ha condotto fuori dell'Egitto. 41E in quei giorni si fecero un vitello d'oro, offrirono sacrifici a quell'idolo e furono contenti di quanto avevano fatto con le loro mani. 42Allora Dio si allontanò da loro, li abbandonò a se stessi, e così adorarono gli astri del cielo come sta scritto nel libro dei Profeti:
Voi, o popolo d'Israele,
avete offerto vittime e sacrifici
per quarant'anni nel deserto, ma non a me.
43Avete invece preferito la tenda di Mòloc
e la stella del dio Refàn:
tutte immagini che vi siete fabbricati
per adorarle!
Perciò io vi castigherò
e vi porterò al di là di Babilonia.
44'I nostri padri nel deserto avevano la tenda dell'incontro, nella quale Dio parlava con Mosè. Dio stesso aveva ordinato a Mosè di costruirla secondo un modello che gli aveva indicato. 45Essa fu poi consegnata ai nostri padri ed essi, sotto la guida di Giosuè, la portarono con loro quando conquistarono la terra dei pagani che Dio mise in fuga davanti a loro. Così rimase fino ai tempi di Davide.
46'Davide ottenne il favore di Dio e chiese di poter costruire una casa per il Dio di Giacobbe. 47Ma fu il re Salomone che costruì una casa al Signore. 48Dio Onnipotente però non abita in edifici costruiti dalle mani dell'uomo. Lo dice anche il profeta:
49'Il cielo è il mio trono
e la terra è lo sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete mai costruirmi,
dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
50Non sono stato io a fare tutte queste cose?
51'Testardi! I vostri cuori sono insensibili e le vostre orecchie sorde. Voi vi opponete sempre allo Spirito Santo: come hanno fatto i vostri padri così fate anche voi. 52Qual è il profeta che i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero i profeti che annunziavano la venuta di Gesù, il Giusto, quello che voi ora avete tradito e ucciso. 53Voi avete ricevuto la legge di Dio per mezzo degli angeli, ma non l'avete osservata!'.
Stefano viene lapidato
54Nel sentirlo parlare, quelli del tribunale ebraico si infuriarono e si agitarono contro Stefano. 55Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide lo splendore di Dio e Gesù che stava alla sua destra. 56Disse: 'Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta in piedi alla destra di Dio'. 57Allora si turarono le orecchie e gridarono a gran voce; poi si scagliarono tutti insieme contro Stefano 58e lo trascinarono fuori città per ucciderlo a sassate. I testimoni deposero i loro mantelli presso un giovane, un certo Saulo, perché li custodisse. 59Mentre gli scagliavano addosso le pietre, Stefano pregava così: 'Signore Gesù, accogli il mio spirito'. 60E cadendo in ginocchio, gridò forte: 'Signore, non tener conto di questo loro peccato'. Poi morì.
4'Abramo allora abbandonò la terra dei Caldei e andò ad abitare nella regione di Carran. Poi il padre di Abramo morì e Dio lo fece emigrare in questa terra nella quale adesso abitate voi. 5Ma in essa non gli diede alcuna proprietà, neppure un metro di terra; gli promise invece che l'avrebbe data in proprietà più tardi a lui e ai suoi discendenti: ma a quel tempo Abramo non aveva figli. 6Poi Dio gli disse: 'I tuoi discendenti andranno ad abitare in una terra straniera: là saranno ridotti in schiavitù e oppressi per quattrocento anni. 7Ma io punirò quel popolo che li avrà fatti diventare schiavi. Allora potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo'.
8'Così disse il Signore, poi fece con Abramo quell'alleanza che ha per segno la circoncisione. E così Abramo ebbe un figlio, Isacco, e lo circoncise l'ottavo giorno. Poi Isacco generò Giacobbe e Giacobbe generò i dodici patriarchi.
9'I patriarchi erano invidiosi di uno di loro, Giuseppe; lo vendettero come schiavo e fu portato in Egitto. Ma Dio era con lui, 10e lo liberò da tutte le sue tribolazioni: lo fece diventare sapiente e lo rese simpatico al faraone, re d'Egitto, il quale perciò nominò Giuseppe governatore dell'Egitto e amministratore di tutti i suoi beni. 11Poi, in tutto l'Egitto e nella terra di Canaan ci fu una grande carestia. La miseria era grande e i nostri padri non trovavano nulla da mangiare. 12Giacobbe, però, aveva saputo che in Egitto c'era ancora del grano: allora vi mandò i nostri padri a comprarlo. 13Quando tornarono la seconda volta, Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli, e così il faraone venne a sapere di che stirpe era Giuseppe. 14Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela: settantacinque persone in tutto. 15Giacobbe si recò in Egitto e più tardi morì, lui e tutti i nostri antenati. 16I loro corpi furono trasportati nella città di Sichem e furono deposti nel sepolcro che Abramo aveva comprato e pagato in denaro dai figli di Emor, in Sichem.
17'Mentre si avvicinava il tempo nel quale Dio avrebbe realizzato la promessa fatta ad Abramo, il popolo cresceva e si moltiplicava in Egitto. 18Un giorno un nuovo re, che non sapeva nulla di Giuseppe, salì sul trono d'Egitto. 19Questo re perseguitò la nostra gente e agì astutamente contro di essa: costrinse i nostri padri ad abbandonare i loro bambini per farli morire. 20In quel tempo nacque Mosè, un bambino straordinariamente bello. Per tre mesi fu allevato nella casa di suo padre. 21Ma quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come fosse suo figlio. 22Così Mosè imparò tutte le scienze degli Egiziani e divenne un uomo importante, sia per quel che diceva sia per quel che faceva.
23'Quando giunse all'età di quarant'anni, Mosè sentì il desiderio di conoscere la sua gente, il popolo d'Israele. 24Andò da loro e vide uno che veniva maltrattato da un Egiziano: lo difese e, per vendicarlo, uccise l'Egiziano. 25Mosè pensava che i suoi fratelli di razza avrebbero capito che, per mezzo di lui, Dio intendeva salvarli dagli Egiziani. Ma essi non capirono. 26Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si dava da fare per metterli in pace. Diceva loro: Non sapete che siete fratelli? Perché vi insultate tra di voi? 27Ma colui che stava maltrattando il suo vicino lo respinse dicendo: Chi ti ha fatto capo e giudice sopra di noi? 28Vuoi forse uccidermi, come ieri hai ucciso quell'Egiziano? 29Sentendo queste parole, Mosè fuggì e andò ad abitare nella terra di Madian e là ebbe due figli'.
30'Quarant'anni dopo, quando era nel deserto del monte Sinai, gli apparve un angelo tra le fiamme di un cespuglio che bruciava. 31Mosè rimase stupito per questa visione, e mentre si avvicinava al cespuglio per vedere meglio, udì la voce del Signore che diceva: 32Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
'Tutto tremante, Mosè non osava alzare lo sguardo. 33Ma il Signore gli disse: Togliti i sandali, perché il luogo in cui stai è terra santa. 34Ho visto il mio popolo duramente maltrattato in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono venuto a liberarli. Ora vieni: voglio mandarti in Egitto.
35'Quest'uomo, Mosè, è colui che gli Israeliti avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?: proprio lui Dio ha mandato come capo e salvatore, per mezzo dell'angelo che gli era apparso nel cespuglio. 36Egli li fece uscire dall'Egitto, facendo prodigi e miracoli in quel paese, nel mar Rosso e nel deserto, per quarant'anni. 37Egli è quel Mosè che disse al popolo d'Israele: Dio farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo. 38Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fece da intermediario tra l'angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri. Egli ricevette da Dio parole capaci di dare la vita e le comunicò a noi.
39'Ma i nostri padri non vollero ascoltarlo, anzi lo respinsero e desiderarono ritornare in Egitto. 40'Dicevano infatti ad Aronne: Facci degli dèi che possano camminare davanti a noi, perché non sappiamo che cosa sia capitato a questo Mosè che ci ha condotto fuori dell'Egitto. 41E in quei giorni si fecero un vitello d'oro, offrirono sacrifici a quell'idolo e furono contenti di quanto avevano fatto con le loro mani. 42Allora Dio si allontanò da loro, li abbandonò a se stessi, e così adorarono gli astri del cielo come sta scritto nel libro dei Profeti:
Voi, o popolo d'Israele,
avete offerto vittime e sacrifici
per quarant'anni nel deserto, ma non a me.
43Avete invece preferito la tenda di Mòloc
e la stella del dio Refàn:
tutte immagini che vi siete fabbricati
per adorarle!
Perciò io vi castigherò
e vi porterò al di là di Babilonia.
44'I nostri padri nel deserto avevano la tenda dell'incontro, nella quale Dio parlava con Mosè. Dio stesso aveva ordinato a Mosè di costruirla secondo un modello che gli aveva indicato. 45Essa fu poi consegnata ai nostri padri ed essi, sotto la guida di Giosuè, la portarono con loro quando conquistarono la terra dei pagani che Dio mise in fuga davanti a loro. Così rimase fino ai tempi di Davide.
46'Davide ottenne il favore di Dio e chiese di poter costruire una casa per il Dio di Giacobbe. 47Ma fu il re Salomone che costruì una casa al Signore. 48Dio Onnipotente però non abita in edifici costruiti dalle mani dell'uomo. Lo dice anche il profeta:
49'Il cielo è il mio trono
e la terra è lo sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete mai costruirmi,
dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
50Non sono stato io a fare tutte queste cose?
51'Testardi! I vostri cuori sono insensibili e le vostre orecchie sorde. Voi vi opponete sempre allo Spirito Santo: come hanno fatto i vostri padri così fate anche voi. 52Qual è il profeta che i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero i profeti che annunziavano la venuta di Gesù, il Giusto, quello che voi ora avete tradito e ucciso. 53Voi avete ricevuto la legge di Dio per mezzo degli angeli, ma non l'avete osservata!'.
Stefano viene lapidato
54Nel sentirlo parlare, quelli del tribunale ebraico si infuriarono e si agitarono contro Stefano. 55Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide lo splendore di Dio e Gesù che stava alla sua destra. 56Disse: 'Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta in piedi alla destra di Dio'. 57Allora si turarono le orecchie e gridarono a gran voce; poi si scagliarono tutti insieme contro Stefano 58e lo trascinarono fuori città per ucciderlo a sassate. I testimoni deposero i loro mantelli presso un giovane, un certo Saulo, perché li custodisse. 59Mentre gli scagliavano addosso le pietre, Stefano pregava così: 'Signore Gesù, accogli il mio spirito'. 60E cadendo in ginocchio, gridò forte: 'Signore, non tener conto di questo loro peccato'. Poi morì.
▲ 1Saulo era uno di quelli che approvavano l'uccisione di Stefano.
Saulo perseguita la comunità cristiana
In quel giorno si scatenò una violenta persecuzione contro la comunità di Gerusalemme: tutti, eccetto gli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. 2Alcune persone buone seppellirono il corpo di Stefano e piansero molto per la sua morte. 3Saulo intanto infieriva contro la chiesa: entrava nelle case, trascinava fuori uomini e donne e li faceva mettere in prigione.
Filippo parla di Gesù ai Samaritani
4Ma quelli che si erano dispersi andavano per il paese e annunziavano la parola di Dio. 5Filippo, uno dei sette diaconi, giunto in una città della Samaria, cominciò a parlare del Messia ai suoi abitanti. 6La folla seguiva attentamente i discorsi di Filippo per quel che diceva e perché vedeva i miracoli che egli faceva. 7Molti tormentati da spiriti maligni gridavano a gran voce, e gli spiriti se ne uscivano dagli ammalati; anche numerosi paralizzati e zoppi furono guariti. 8Perciò, gli abitanti della città erano molto contenti.
Il mago Simone
9Da tempo in quella città viveva un certo Simone, che praticava la magia ed era molto ammirato dalla popolazione della Samaria, perché si spacciava per un grande uomo. 10Tutti, dai più piccoli ai più grandi, gli davano ascolto. Dicevano tra l'altro: 'In quest'uomo si manifesta la potenza di Dio, la grande potenza di Dio'. 11Gli davano ascolto perché da molto tempo li aveva sconvolti con le sue arti magiche. 12Quando però credettero a Filippo che annunziava loro il regno di Dio e Gesù Cristo, uomini e donne si fecero battezzare. 13Anche Simone credette e fu battezzato: anzi egli stava sempre con Filippo e, vedendo i grandi miracoli e prodigi che avvenivano, ne rimaneva incantato.
14Gli apostoli che erano rimasti in Gerusalemme vennero a sapere che gli abitanti della Samaria avevano accolto la parola di Dio: perciò mandarono da loro Pietro e Giovanni. 15Quando essi arrivarono in Samaria, pregarono perché i Samaritani ricevessero lo Spirito Santo. 16Nessuno di loro infatti aveva ricevuto lo Spirito Santo, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17Allora Pietro e Giovanni posero le mani su loro, e quelli ricevettero lo Spirito Santo.
18Simone vedeva che quando gli apostoli ponevano le mani su qualcuno, quello riceveva lo Spirito Santo; perciò offrì denaro agli apostoli 19dicendo:
- Date anche a me questo potere, fate in modo che coloro sui quali io poserò le mie mani ricevano lo Spirito Santo.
20Ma Pietro gli rispose:
- Va' alla malora, tu e il tuo denaro, perché hai pensato che il dono di Dio si può acquistare con i SOLDI. 21Tu non hai assolutamente nulla da condividere con noi in queste cose, perché tu non hai la coscienza a posto davanti a Dio. 22Smettila di pensare a questo modo e prega il Signore perché ti perdoni l'intenzione malvagia che hai avuto. 23Mi accorgo infatti che sei pieno di male e prigioniero della cattiveria.
24Allora Simone rispose:
- Pregate voi il Signore per me, perché non mi capiti nulla di quello che avete detto.
25Così Pietro e Giovanni davano la loro testimonianza e predicavano la parola del Signore. Poi ripresero la strada verso Gerusalemme: cammin facendo predicavano anche in molti altri villaggi dei Samaritani.
Filippo incontra un funzionario della regina d'Etiopia
26Un angelo del Signore parlò così a Filippo: 'Àlzati, e va' verso sud, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza: è una strada deserta'. 27Filippo si alzò e si mise in cammino. Tutto a un tratto incontrò un Etiope: era un eunuco, un funzionario di Candace, regina dell'Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori. Era venuto a Gerusalemme per adorare Dio 28e ora ritornava nella sua patria. Seduto sul suo carro, egli stava leggendo una delle profezie di Isaia.
29Allora lo Spirito di Dio disse a Filippo: 'Va' avanti e raggiungi quel carro'. 30Filippo gli corse vicino e sentì che quell'uomo stava leggendo un brano del profeta Isaia. Gli disse: 'Capisci quello che leggi?'. 31Ma quello rispose: 'Come posso capire se nessuno me lo spiega?'. Poi invitò Filippo a salire sul carro e a sedersi accanto a lui. 32Il brano della Bibbia che stava leggendo era questo:
Come una pecora fu condotto al macello,
e come un agnello che tace
dinanzi a chi lo tosa,
così egli non aprì bocca.
33È stato umiliato ma ottenne giustizia.
Non potrà avere discendenti,
perché con violenza gli è stata tolta la vita.
34Rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: 'Dimmi, per piacere: queste cose il profeta di chi le dice. di se stesso o di un altro?'.
35Allora Filippo prese la parola e cominciando da questo brano della Bibbia gli annunziò che era Gesù.
36Lungo la via arrivarono a un luogo dove c'era acqua e l'Etiope disse: 'Ecco, qui c'è dell'acqua! Che cosa mi impedisce di essere battezzato?'. [ 37]
38Allora l'eunuco fece fermare il carro: Filippo e l'eunuco discesero insieme nell'acqua e Filippo lo battezzò.
39Quando risalirono dall'acqua, lo Spirito del Signore portò via Filippo, e l'eunuco non lo vide più. Tuttavia egli continuò il suo viaggio, pieno di gioia. 40Filippo poi si trovò presso la città di Azoto; da quella città fino a Cesarèa egli predicava a tutti.
▲ Saulo diventa cristiano
1Saulo intanto continuava a minacciare i discepoli del Signore e faceva di tutto per farli morire. Si presentò al sommo sacerdote, 2e gli domandò una lettera di presentazione per le sinagoghe di Damasco. Intendeva arrestare, qualora ne avesse trovati, uomini e donne, seguaci della nuova fede, e condurli a Gerusalemme.
3Cammin facendo, mentre stava avvicinandosi a Damasco, all'improvviso una luce dal cielo lo avvolse. 4Allora cadde a terra e udì una voce che gli diceva:
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
5E Saulo rispose:
- Chi sei, Signore?
E quello disse:
- Io sono Gesù che tu perseguiti! 6Ma su, àlzati, e va' in città: là qualcuno ti dirà quello che devi fare.
7I compagni di viaggio di Saulo si fermarono senza parola: la voce essi l'avevano sentita, ma non avevano visto nessuno. 8Poi Saulo si alzò da terra. Aprì gli occhi ma non ci vedeva. I suoi compagni allora lo presero per mano e lo condussero in città, a Damasco. 9Là passò tre giorni senza vedere. Durante quel tempo non mangiò né bevve.
10A Damasco viveva un cristiano che si chiamava Ananìa. Il Signore in una visione lo chiamò:
- Ananìa!
Ed egli rispose:
- Eccomi, Signore!
11Allora il Signore gli disse:
- Àlzati e va' nella via che è chiamata Diritta. Entra nella casa di Giuda e cerca un uomo di Tarso chiamato Saulo. Egli sta pregando 12e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venirgli incontro e mettergli le mani sugli occhi perché ricuperi la vista.
13Anania rispose:
- Signore, ho sentito molti parlare di quest'uomo e so quanto male ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14So anche che ha ottenuto dai capi dei sacerdoti l'autorizzazione di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome.
15Ma il Signore disse:
- Va', perché io ho scelto quest'uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli d'Israele. 16Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.
17Allora Ananìa partì, entrò nella casa e pose le mani su di lui, dicendo: 'Saulo, fratello mio! È il Signore che mi manda da te: quel Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo. Egli mi manda, perché tu ricuperi la vista e riceva lo Spirito Santo'.
18Subito dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie, ed egli ricuperò la vista. Si alzò e fu battezzato. 19Poi mangiò e riprese forza.
Saulo predica a Damasco
Saulo rimase alcuni giorni a Damasco insieme ai discepoli, 20e subito si mise a far conoscere Gesù nelle sinagoghe, dicendo apertamente: 'Egli è il Figlio di Dio'. 21Quanti lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: 'Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme perseguitava quelli che invocavano il nome di Gesù? Non è venuto qui proprio per arrestarli e portarli dai capi dei sacerdoti?'. 22Saulo diventava sempre più convincente quando dimostrava che Gesù è il Messia, e gli Ebrei di Damasco non sapevano più che cosa rispondergli.
Saulo riesce a sfuggire agli Ebrei
23Trascorsero così parecchi giorni, e gli Ebrei fecero un complotto per uccidere Saulo; 24ma egli venne a sapere della loro decisione. Per poterlo togliere di mezzo, gli Ebrei facevano la guardia, anche alle porte della città, giorno e notte. 25Ma una notte i suoi amici lo presero, lo misero in una cesta e lo calarono giù dalle mura.
Saulo arriva a Gerusalemme
26Giunto in Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù. Tutti avevano paura di lui perché non credevano ancora che si fosse davvero convertito. 27Ma Bàrnaba lo prese con sé e lo condusse agli apostoli. Raccontò loro che lungo la via il Signore era apparso a Saulo e gli aveva parlato, e che a Damasco Saulo aveva predicato con coraggio, per la forza che gli dava Gesù. 28Da allora Saulo poté restare con i credenti di Gerusalemme. Si muoveva liberamente per la città e parlava apertamente nel nome del Signore. 29Parlava e discuteva anche con gli Ebrei di lingua greca, ma questi cercavano di ucciderlo. 30I credenti, venuti a conoscenza di questi fatti, condussero Saulo a Cesarèa e di là lo fecero partire per Tarso.
31La chiesa allora viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria. Si consolidava e camminava nell'ubbidienza al Signore e si fortificava con l'aiuto dello Spirito Santo.
Pietro guarisce il paralitico Enea
32In quel tempo Pietro andava a visitare tutte le comunità. Si recò anche dai credenti della città di Lidda. 33Qui trovò un certo Enea che da otto anni non poteva muoversi dal letto perché era paralitico. 34Pietro gli disse: 'Enea, Gesù Cristo ti guarisce: àlzati e metti in ordine il tuo letto'. E subito il paralitico si alzò. 35Gli abitanti di Lidda e della pianura di Saròn videro questo fatto e si convertirono al Signore.
Pietro risuscita una vedova
36Tra i credenti di Giaffa vi era una certa Tabità (in greco Dorca), nome che significa 'Gazzella': essa faceva molte opere buone e dava molto in elemosina. 37Proprio in quei giorni si ammalò e morì. Allora i parenti presero il suo corpo, lo lavarono e lo deposero in una stanza al piano superiore della casa. 38Lidda era una città vicino a Giaffa.
I discepoli seppero che Pietro si trovava là e mandarono da lui due uomini. Questi gli dissero: 'Vieni presto da noi!'.
39Pietro si mise subito in viaggio con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore della casa. Gli andarono incontro tutte le vedove: piangendo mostravano a Pietro le tuniche e i mantelli che Tabità faceva quando era con loro.
40Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza, si mise in ginocchio e pregò. Poi rivolto alla morta disse: 'Tabità, àlzati'. La donna aprì gli occhi, guardò Pietro e si sedette. 41Dandole la mano, Pietro la fece alzare; poi chiamò i credenti e le vedove e la presentò loro viva. 42In tutta la città di Giaffa si venne a sapere di questo fatto, e molti credettero nel Signore. 43Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni in casa di un certo Simone che faceva il conciatore di pelli.
3Cammin facendo, mentre stava avvicinandosi a Damasco, all'improvviso una luce dal cielo lo avvolse. 4Allora cadde a terra e udì una voce che gli diceva:
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
5E Saulo rispose:
- Chi sei, Signore?
E quello disse:
- Io sono Gesù che tu perseguiti! 6Ma su, àlzati, e va' in città: là qualcuno ti dirà quello che devi fare.
7I compagni di viaggio di Saulo si fermarono senza parola: la voce essi l'avevano sentita, ma non avevano visto nessuno. 8Poi Saulo si alzò da terra. Aprì gli occhi ma non ci vedeva. I suoi compagni allora lo presero per mano e lo condussero in città, a Damasco. 9Là passò tre giorni senza vedere. Durante quel tempo non mangiò né bevve.
10A Damasco viveva un cristiano che si chiamava Ananìa. Il Signore in una visione lo chiamò:
- Ananìa!
Ed egli rispose:
- Eccomi, Signore!
11Allora il Signore gli disse:
- Àlzati e va' nella via che è chiamata Diritta. Entra nella casa di Giuda e cerca un uomo di Tarso chiamato Saulo. Egli sta pregando 12e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venirgli incontro e mettergli le mani sugli occhi perché ricuperi la vista.
13Anania rispose:
- Signore, ho sentito molti parlare di quest'uomo e so quanto male ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14So anche che ha ottenuto dai capi dei sacerdoti l'autorizzazione di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome.
15Ma il Signore disse:
- Va', perché io ho scelto quest'uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli d'Israele. 16Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.
17Allora Ananìa partì, entrò nella casa e pose le mani su di lui, dicendo: 'Saulo, fratello mio! È il Signore che mi manda da te: quel Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo. Egli mi manda, perché tu ricuperi la vista e riceva lo Spirito Santo'.
18Subito dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie, ed egli ricuperò la vista. Si alzò e fu battezzato. 19Poi mangiò e riprese forza.
Saulo predica a Damasco
Saulo rimase alcuni giorni a Damasco insieme ai discepoli, 20e subito si mise a far conoscere Gesù nelle sinagoghe, dicendo apertamente: 'Egli è il Figlio di Dio'. 21Quanti lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: 'Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme perseguitava quelli che invocavano il nome di Gesù? Non è venuto qui proprio per arrestarli e portarli dai capi dei sacerdoti?'. 22Saulo diventava sempre più convincente quando dimostrava che Gesù è il Messia, e gli Ebrei di Damasco non sapevano più che cosa rispondergli.
Saulo riesce a sfuggire agli Ebrei
23Trascorsero così parecchi giorni, e gli Ebrei fecero un complotto per uccidere Saulo; 24ma egli venne a sapere della loro decisione. Per poterlo togliere di mezzo, gli Ebrei facevano la guardia, anche alle porte della città, giorno e notte. 25Ma una notte i suoi amici lo presero, lo misero in una cesta e lo calarono giù dalle mura.
Saulo arriva a Gerusalemme
26Giunto in Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù. Tutti avevano paura di lui perché non credevano ancora che si fosse davvero convertito. 27Ma Bàrnaba lo prese con sé e lo condusse agli apostoli. Raccontò loro che lungo la via il Signore era apparso a Saulo e gli aveva parlato, e che a Damasco Saulo aveva predicato con coraggio, per la forza che gli dava Gesù. 28Da allora Saulo poté restare con i credenti di Gerusalemme. Si muoveva liberamente per la città e parlava apertamente nel nome del Signore. 29Parlava e discuteva anche con gli Ebrei di lingua greca, ma questi cercavano di ucciderlo. 30I credenti, venuti a conoscenza di questi fatti, condussero Saulo a Cesarèa e di là lo fecero partire per Tarso.
31La chiesa allora viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria. Si consolidava e camminava nell'ubbidienza al Signore e si fortificava con l'aiuto dello Spirito Santo.
Pietro guarisce il paralitico Enea
32In quel tempo Pietro andava a visitare tutte le comunità. Si recò anche dai credenti della città di Lidda. 33Qui trovò un certo Enea che da otto anni non poteva muoversi dal letto perché era paralitico. 34Pietro gli disse: 'Enea, Gesù Cristo ti guarisce: àlzati e metti in ordine il tuo letto'. E subito il paralitico si alzò. 35Gli abitanti di Lidda e della pianura di Saròn videro questo fatto e si convertirono al Signore.
Pietro risuscita una vedova
36Tra i credenti di Giaffa vi era una certa Tabità (in greco Dorca), nome che significa 'Gazzella': essa faceva molte opere buone e dava molto in elemosina. 37Proprio in quei giorni si ammalò e morì. Allora i parenti presero il suo corpo, lo lavarono e lo deposero in una stanza al piano superiore della casa. 38Lidda era una città vicino a Giaffa.
I discepoli seppero che Pietro si trovava là e mandarono da lui due uomini. Questi gli dissero: 'Vieni presto da noi!'.
39Pietro si mise subito in viaggio con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore della casa. Gli andarono incontro tutte le vedove: piangendo mostravano a Pietro le tuniche e i mantelli che Tabità faceva quando era con loro.
40Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza, si mise in ginocchio e pregò. Poi rivolto alla morta disse: 'Tabità, àlzati'. La donna aprì gli occhi, guardò Pietro e si sedette. 41Dandole la mano, Pietro la fece alzare; poi chiamò i credenti e le vedove e la presentò loro viva. 42In tutta la città di Giaffa si venne a sapere di questo fatto, e molti credettero nel Signore. 43Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni in casa di un certo Simone che faceva il conciatore di pelli.
▲ Pietro e Cornelio
1C'era in Cesarèa un uomo che si chiamava Cornelio; era un ufficiale dell'esercito romano che comandava il reparto italiano. 2Egli era un uomo religioso e con tutta la sua famiglia credeva in Dio. Faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio.
3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, Cornelio ebbe una visione: vide chiaramente un angelo di Dio che gli veniva incontro e lo chiamava per nome.
4Egli lo fissò e con timore disse:
- Che c'è, Signore?
L'angelo gli rispose:
- Dio ha accolto le tue preghiere e le tue elemosine come un sacrificio gradito. 5Manda perciò alcuni uomini a Giaffa e fa' venire qui un certo Simone, detto anche Pietro. 6Egli alloggia presso un altro Simone che fa il conciatore di pelli e ha la casa in riva al mare.
7Poi l'angelo che gli parlava si allontanò.
Allora Cornelio chiamò due suoi servitori e un soldato che credeva in Dio, tra quelli a lui più fedeli. 8Spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il giorno dopo, mentre essi erano in cammino e stavano avvicinandosi alla città, Pietro salì sulla terrazza a pregare: era quasi mezzogiorno. 10Gli venne fame e voglia di mangiare. Mentre gli preparavano il pranzo, Pietro ebbe una visione. 11Vide il cielo aperto e qualcosa che scendeva: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli, che arrivava fino a terra. 12Dentro c'era ogni genere di animali, di rettili e di uccelli. 13Allora una voce gli disse:
- Pietro, àlzati! Uccidi e mangia!
14Ma Pietro rispose:
- Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di impuro.
15Quella voce per la seconda volta gli disse:
- Non devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puro.
16Questo accadde per tre volte; poi, all'improvviso, tutto fu risollevato verso il cielo.
17Mentre Pietro cercava di capire il significato di ciò che aveva visto, arrivarono gli uomini di Cornelio. Essi avevano chiesto dove abitava Pietro e quando furono presso la porta 18domandarono ad alta voce: 'Alloggia qui Simone, detto anche Pietro?'. 19Mentre Pietro stava ripensando a quello che aveva visto, lo Spirito gli disse: 'Senti, ci sono qui alcuni uomini che ti cercano. 20Àlzati e va' con loro senza paura, perché li ho mandati io da te'.
21Pietro scese incontro agli uomini e disse loro: 'Eccomi, sono io quello che voi cercate. Per quale motivo siete qui?'.
22Quelli risposero: 'Veniamo per conto di Cornelio, ufficiale romano. Egli è un uomo giusto che crede in Dio ed è stimato da tutti gli Ebrei. Un angelo del Signore gli ha suggerito di farti venire a casa sua e di ascoltare quello che tu hai da dirgli'. 23Pietro allora li fece entrare e li ospitò per la notte.
Il giorno dopo, Pietro si mise in viaggio con gli uomini mandati da Cornelio. Anche alcuni credenti che abitavano a Giaffa vollero accompagnarlo. 24Il giorno seguente arrivarono a Cesarèa.
Cornelio aveva riunito in casa sua i parenti e gli amici più intimi e li stava aspettando.
25Mentre Pietro stava per entrare in casa, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi. 26Ma Pietro lo rialzò dicendogli: 'Àlzati! Sono un uomo anch'io!'. 27Poi, conversando con lui, entrò in casa. Qui trovò tutti quelli che si erano riuniti 28e disse loro: 'Voi sapete che non è lecito a un Ebreo stare con un pagano o entrare in casa sua. Ma Dio mi ha mostrato che non si deve evitare nessun uomo come impuro. 29Perciò, appena chiamato, sono venuto senza alcuna esitazione. Ora vorrei sapere per quale motivo mi avete fatto venire'.
30Cornelio disse: 'Quattro giorni fa, proprio a quest'ora, ero in casa e stavo recitando la preghiera del pomeriggio, quando mi si presentò un uomo in vesti candide. 31Egli mi disse: Cornelio, Dio ha accolto la tua preghiera e si è ricordato delle tue elemosine. 32Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, chiamato anche Pietro: è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare. 33Io allora ho mandato subito qualcuno a cercarti e tu hai fatto bene a venire da me. Ecco, ora noi siamo qui tutti riuniti davanti a Dio per ascoltare quello che il Signore ti ha ordinato di dirci'.
Pietro parla in casa di Cornelio
34Allora Pietro prese la parola e disse: 'Davvero mi rendo conto che Dio tratta tutti alla stessa maniera: 35egli infatti ama tutti quelli che credono in lui e vivono secondo la sua volontà, senza guardare a quale popolo appartengono. 36Egli ha inviato il suo messaggio al popolo d'Israele, annunziando loro la salvezza per mezzo di Gesù Cristo: egli è il Signore di tutti gli uomini. 37Voi siete al corrente di quello che è accaduto in Galilea prima e in Giudea poi, dopo che Giovanni era venuto a predicare e a battezzare. 38Avete sentito parlare di Gesù di Nàzaret, che Dio ha consacrato con lo Spirito Santo e con la sua potenza. Egli è passato dovunque facendo del bene e guarendo tutti quelli che il demonio teneva sotto il suo potere: Dio infatti era con lui. 39Del resto, noi siamo testimoni di tutto quello che Gesù ha fatto nel paese degli Ebrei e a Gerusalemme. Lo uccisero mettendolo in croce, 40ma Dio lo ha fatto risorgere il terzo giorno e ha voluto che si facesse vedere 41non a tutto il popolo, ma a noi scelti da Dio come testimoni. Infatti dopo la sua risurrezione dai morti, noi abbiamo mangiato e bevuto con Gesù; 42poi egli ci ha comandato di annunziare al popolo e di proclamare che egli è colui che Dio ha posto come giudice dei vivi e dei morti. 43Tutti i profeti hanno parlato di Gesù dicendo che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati: lui infatti ha il potere di perdonare'.
Anche i pagani ricevono lo Spirito Santo
44Mentre Pietro stava ancora parlando, lo Spirito Santo venne su tutti quelli che lo ascoltavano. 45I credenti di origine ebraica che erano venuti con Pietro rimasero molto meravigliati per il fatto che il dono dello Spirito Santo veniva dato anche ai pagani. 46Inoltre li sentivano parlare in altre lingue e lodare Dio. Allora Pietro disse: 47'Come si può ancora impedire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?'.
48Allora ordinò di battezzarli nel nome di Gesù Cristo. Essi poi pregarono Pietro di rimanere con loro per alcuni giorni.
3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, Cornelio ebbe una visione: vide chiaramente un angelo di Dio che gli veniva incontro e lo chiamava per nome.
4Egli lo fissò e con timore disse:
- Che c'è, Signore?
L'angelo gli rispose:
- Dio ha accolto le tue preghiere e le tue elemosine come un sacrificio gradito. 5Manda perciò alcuni uomini a Giaffa e fa' venire qui un certo Simone, detto anche Pietro. 6Egli alloggia presso un altro Simone che fa il conciatore di pelli e ha la casa in riva al mare.
7Poi l'angelo che gli parlava si allontanò.
Allora Cornelio chiamò due suoi servitori e un soldato che credeva in Dio, tra quelli a lui più fedeli. 8Spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il giorno dopo, mentre essi erano in cammino e stavano avvicinandosi alla città, Pietro salì sulla terrazza a pregare: era quasi mezzogiorno. 10Gli venne fame e voglia di mangiare. Mentre gli preparavano il pranzo, Pietro ebbe una visione. 11Vide il cielo aperto e qualcosa che scendeva: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli, che arrivava fino a terra. 12Dentro c'era ogni genere di animali, di rettili e di uccelli. 13Allora una voce gli disse:
- Pietro, àlzati! Uccidi e mangia!
14Ma Pietro rispose:
- Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di impuro.
15Quella voce per la seconda volta gli disse:
- Non devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puro.
16Questo accadde per tre volte; poi, all'improvviso, tutto fu risollevato verso il cielo.
17Mentre Pietro cercava di capire il significato di ciò che aveva visto, arrivarono gli uomini di Cornelio. Essi avevano chiesto dove abitava Pietro e quando furono presso la porta 18domandarono ad alta voce: 'Alloggia qui Simone, detto anche Pietro?'. 19Mentre Pietro stava ripensando a quello che aveva visto, lo Spirito gli disse: 'Senti, ci sono qui alcuni uomini che ti cercano. 20Àlzati e va' con loro senza paura, perché li ho mandati io da te'.
21Pietro scese incontro agli uomini e disse loro: 'Eccomi, sono io quello che voi cercate. Per quale motivo siete qui?'.
22Quelli risposero: 'Veniamo per conto di Cornelio, ufficiale romano. Egli è un uomo giusto che crede in Dio ed è stimato da tutti gli Ebrei. Un angelo del Signore gli ha suggerito di farti venire a casa sua e di ascoltare quello che tu hai da dirgli'. 23Pietro allora li fece entrare e li ospitò per la notte.
Il giorno dopo, Pietro si mise in viaggio con gli uomini mandati da Cornelio. Anche alcuni credenti che abitavano a Giaffa vollero accompagnarlo. 24Il giorno seguente arrivarono a Cesarèa.
Cornelio aveva riunito in casa sua i parenti e gli amici più intimi e li stava aspettando.
25Mentre Pietro stava per entrare in casa, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi. 26Ma Pietro lo rialzò dicendogli: 'Àlzati! Sono un uomo anch'io!'. 27Poi, conversando con lui, entrò in casa. Qui trovò tutti quelli che si erano riuniti 28e disse loro: 'Voi sapete che non è lecito a un Ebreo stare con un pagano o entrare in casa sua. Ma Dio mi ha mostrato che non si deve evitare nessun uomo come impuro. 29Perciò, appena chiamato, sono venuto senza alcuna esitazione. Ora vorrei sapere per quale motivo mi avete fatto venire'.
30Cornelio disse: 'Quattro giorni fa, proprio a quest'ora, ero in casa e stavo recitando la preghiera del pomeriggio, quando mi si presentò un uomo in vesti candide. 31Egli mi disse: Cornelio, Dio ha accolto la tua preghiera e si è ricordato delle tue elemosine. 32Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, chiamato anche Pietro: è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare. 33Io allora ho mandato subito qualcuno a cercarti e tu hai fatto bene a venire da me. Ecco, ora noi siamo qui tutti riuniti davanti a Dio per ascoltare quello che il Signore ti ha ordinato di dirci'.
Pietro parla in casa di Cornelio
34Allora Pietro prese la parola e disse: 'Davvero mi rendo conto che Dio tratta tutti alla stessa maniera: 35egli infatti ama tutti quelli che credono in lui e vivono secondo la sua volontà, senza guardare a quale popolo appartengono. 36Egli ha inviato il suo messaggio al popolo d'Israele, annunziando loro la salvezza per mezzo di Gesù Cristo: egli è il Signore di tutti gli uomini. 37Voi siete al corrente di quello che è accaduto in Galilea prima e in Giudea poi, dopo che Giovanni era venuto a predicare e a battezzare. 38Avete sentito parlare di Gesù di Nàzaret, che Dio ha consacrato con lo Spirito Santo e con la sua potenza. Egli è passato dovunque facendo del bene e guarendo tutti quelli che il demonio teneva sotto il suo potere: Dio infatti era con lui. 39Del resto, noi siamo testimoni di tutto quello che Gesù ha fatto nel paese degli Ebrei e a Gerusalemme. Lo uccisero mettendolo in croce, 40ma Dio lo ha fatto risorgere il terzo giorno e ha voluto che si facesse vedere 41non a tutto il popolo, ma a noi scelti da Dio come testimoni. Infatti dopo la sua risurrezione dai morti, noi abbiamo mangiato e bevuto con Gesù; 42poi egli ci ha comandato di annunziare al popolo e di proclamare che egli è colui che Dio ha posto come giudice dei vivi e dei morti. 43Tutti i profeti hanno parlato di Gesù dicendo che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati: lui infatti ha il potere di perdonare'.
Anche i pagani ricevono lo Spirito Santo
44Mentre Pietro stava ancora parlando, lo Spirito Santo venne su tutti quelli che lo ascoltavano. 45I credenti di origine ebraica che erano venuti con Pietro rimasero molto meravigliati per il fatto che il dono dello Spirito Santo veniva dato anche ai pagani. 46Inoltre li sentivano parlare in altre lingue e lodare Dio. Allora Pietro disse: 47'Come si può ancora impedire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?'.
48Allora ordinò di battezzarli nel nome di Gesù Cristo. Essi poi pregarono Pietro di rimanere con loro per alcuni giorni.
▲ Pietro si difende di fronte alla chiesa di Gerusalemme
1Gli apostoli e i credenti che vivevano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. 2Perciò i credenti di origine ebraica rimproveravano Pietro quando egli ritornò a Gerusalemme. 3Gli dicevano: 'Tu hai osato entrare in casa di gente non circoncisa e hai mangiato con loro!'.
4Allora Pietro cominciò a raccontare con ordine come erano andate le cose. Disse loro: 5'Stavo pregando nella città di Giaffa ed ebbi in estasi una visione. Vidi qualcosa che discendeva verso di me: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli, che dal cielo arrivava fino a me. 6La fissai con attenzione e vidi che dentro c'era ogni specie di animali, di bestie selvatiche, di rettili e di uccelli. 7Sentii anche una voce che mi diceva: Pietro, àlzati! Uccidi e mangia! 8Ma io risposi: Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di impuro. 9Quella voce per la seconda volta mi disse: Non devi considerare come impuro quello che Dio ha dichiarato puro!
10'Questo accadde per tre volte; poi tutto fu sollevato di nuovo verso il cielo.
11'Ma proprio in quel momento, tre uomini si presentarono alla porta della casa in cui mi trovavo: venivano da Cesarèa e mi cercavano. 12Lo Spirito di Dio mi disse di andare con loro senza esitazione. Con me vennero anche questi nostri sei fratelli ed entrammo nella casa di Cornelio.
13'Egli ci raccontò di aver visto in casa sua un angelo che gli diceva: Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto anche Pietro. 14Egli ti parlerà di quello che porta la salvezza a te e a tutta la tua famiglia.
15'Mentre incominciavo a parlare, lo Spirito Santo scese sopra di loro, come in principio era sceso su di noi. 16Allora mi ricordai di quello che il Signore ci aveva detto: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati nello Spirito Santo. 17Dunque Dio ha dato loro lo stesso dono che ha dato a noi, quando abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo: e io chi ero da potermi opporre a Dio?'.
18Udite queste cose i credenti di Gerusalemme si calmarono, anzi glorificarono Dio con queste parole: 'Dunque, anche ai pagani Dio ha offerto l'occasione di convertirsi perché possano partecipare alla sua vita'.
La chiesa di Antiòchia
19Dopo l'uccisione di Stefano si era scatenata la persecuzione. Allora molti credenti avevano abbandonato Gerusalemme e si erano dispersi, alcuni in Fenicia, altri a Cipro, altri fino ad Antiòchia. Essi però predicavano la parola di Dio solo agli Ebrei. 20Tuttavia alcuni di essi, che erano di Cipro e di Cirène, appena giunti ad Antiòchia si misero a predicare anche ai pagani, annunziando loro il Signore Gesù. 21La potenza del Signore era con loro, così che un gran numero di persone credette e si convertì al Signore.
22I credenti della chiesa di Gerusalemme vennero a sapere queste cose: allora mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. 23Egli vi andò e vide quello che Dio aveva operato con la sua grazia. Se ne rallegrò e incoraggiava tutti a rimanere fedeli al Signore con cuore deciso. 24Bàrnaba era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede. Un numero considerevole di persone allora si convertì al Signore. 25Bàrnaba poi andò a Tarso per cercare Paolo. 26Lo trovò e lo portò ad Antiòchia. In questa comunità rimasero insieme per un anno intero e istruirono molta gente. Proprio ad Antiòchia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.
27In questo periodo di tempo alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiòchia. 28Uno di loro, che si chiamava Agabo, si alzò a parlare e per impulso dello Spirito Santo annunziò che stava per arrivare una grande carestia su tutta la terra. Di fatto ciò avvenne sotto l'imperatore Claudio. 29I discepoli allora decisero di mandare soccorsi ai fratelli che abitavano in Giudea, ciascuno secondo le sue possibilità. 30Così fecero: per mezzo di Bàrnaba e Saulo mandarono i soccorsi ai responsabili di quella comunità.
4Allora Pietro cominciò a raccontare con ordine come erano andate le cose. Disse loro: 5'Stavo pregando nella città di Giaffa ed ebbi in estasi una visione. Vidi qualcosa che discendeva verso di me: una specie di tovaglia grande, tenuta per i quattro angoli, che dal cielo arrivava fino a me. 6La fissai con attenzione e vidi che dentro c'era ogni specie di animali, di bestie selvatiche, di rettili e di uccelli. 7Sentii anche una voce che mi diceva: Pietro, àlzati! Uccidi e mangia! 8Ma io risposi: Non lo farò mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di proibito o di impuro. 9Quella voce per la seconda volta mi disse: Non devi considerare come impuro quello che Dio ha dichiarato puro!
10'Questo accadde per tre volte; poi tutto fu sollevato di nuovo verso il cielo.
11'Ma proprio in quel momento, tre uomini si presentarono alla porta della casa in cui mi trovavo: venivano da Cesarèa e mi cercavano. 12Lo Spirito di Dio mi disse di andare con loro senza esitazione. Con me vennero anche questi nostri sei fratelli ed entrammo nella casa di Cornelio.
13'Egli ci raccontò di aver visto in casa sua un angelo che gli diceva: Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto anche Pietro. 14Egli ti parlerà di quello che porta la salvezza a te e a tutta la tua famiglia.
15'Mentre incominciavo a parlare, lo Spirito Santo scese sopra di loro, come in principio era sceso su di noi. 16Allora mi ricordai di quello che il Signore ci aveva detto: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati nello Spirito Santo. 17Dunque Dio ha dato loro lo stesso dono che ha dato a noi, quando abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo: e io chi ero da potermi opporre a Dio?'.
18Udite queste cose i credenti di Gerusalemme si calmarono, anzi glorificarono Dio con queste parole: 'Dunque, anche ai pagani Dio ha offerto l'occasione di convertirsi perché possano partecipare alla sua vita'.
La chiesa di Antiòchia
19Dopo l'uccisione di Stefano si era scatenata la persecuzione. Allora molti credenti avevano abbandonato Gerusalemme e si erano dispersi, alcuni in Fenicia, altri a Cipro, altri fino ad Antiòchia. Essi però predicavano la parola di Dio solo agli Ebrei. 20Tuttavia alcuni di essi, che erano di Cipro e di Cirène, appena giunti ad Antiòchia si misero a predicare anche ai pagani, annunziando loro il Signore Gesù. 21La potenza del Signore era con loro, così che un gran numero di persone credette e si convertì al Signore.
22I credenti della chiesa di Gerusalemme vennero a sapere queste cose: allora mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. 23Egli vi andò e vide quello che Dio aveva operato con la sua grazia. Se ne rallegrò e incoraggiava tutti a rimanere fedeli al Signore con cuore deciso. 24Bàrnaba era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede. Un numero considerevole di persone allora si convertì al Signore. 25Bàrnaba poi andò a Tarso per cercare Paolo. 26Lo trovò e lo portò ad Antiòchia. In questa comunità rimasero insieme per un anno intero e istruirono molta gente. Proprio ad Antiòchia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.
27In questo periodo di tempo alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiòchia. 28Uno di loro, che si chiamava Agabo, si alzò a parlare e per impulso dello Spirito Santo annunziò che stava per arrivare una grande carestia su tutta la terra. Di fatto ciò avvenne sotto l'imperatore Claudio. 29I discepoli allora decisero di mandare soccorsi ai fratelli che abitavano in Giudea, ciascuno secondo le sue possibilità. 30Così fecero: per mezzo di Bàrnaba e Saulo mandarono i soccorsi ai responsabili di quella comunità.
▲ Erode fa uccidere Giacomo e fa imprigionare Pietro
1In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare la chiesa per colpire alcuni suoi membri. 2Fece uccidere Giacomo, fratello di Giovanni. 3Accortosi che gli Ebrei erano contenti, ordinò anche l'arresto di Pietro, proprio durante le feste di Pasqua.
4Erode dunque fece arrestare Pietro e lo gettò in prigione. Pensava di fare il processo pubblico dopo le feste pasquali: intanto comandò a quattro squadre di quattro soldati ciascuna di sorvegliare il prigioniero.
5Mentre Pietro stava in carcere, la chiesa pregava intensamente Dio per lui.
Pietro liberato dal carcere
6Si avvicinava il giorno nel quale Erode voleva giudicare Pietro davanti al popolo. La notte prima del processo Pietro dormiva tra due soldati, legato con doppia catena. Davanti alla porta della prigione le sentinelle facevano la guardia. 7Quand'ecco, improvvisamente, si presentò un angelo del Signore e la cella si riempì di luce. L'angelo toccò Pietro, lo svegliò e gli disse: 'Svelto, àlzati!'. E subito le catene, caddero dai polsi di Pietro. 8Poi l'angelo continuò: 'Mettiti vesti e sandali'. Pietro ubbidì. Infine l'angelo gli disse: 'Ora prendi il tuo mantello e vieni con me'.
9Pietro lo seguì fuori dal carcere, ma non si rendeva conto di quello che l'angelo faceva e di ciò che stava succedendo. Gli sembrava che non fosse vero: credeva di avere una visione.
10Pietro e l'angelo attraversarono i primi due posti di guardia. Poi arrivarono al portone di ferro che portava in città. Il portone si aprì davanti a loro, ed essi uscirono. Camminarono un po' in una strada, e all'improvviso l'angelo scomparve. 11Allora Pietro si rese conto di quello che stava accadendo e disse: 'Ora capisco: è proprio il Signore che ha mandato il suo angelo per liberarmi dal potere di Erode e da tutto il male che il popolo voleva farmi'.
12Rimase un po' a pensare, poi andò verso la casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco. Là si erano riuniti molti cristiani per pregare insieme. 13Pietro bussò alla porta d'ingresso, e una ragazza che si chiamava Rode venne ad aprirgli. 14Essa riconobbe subito la voce di Pietro e per la gioia non pensò neppure di aprire la porta ma tornò indietro e riferì che Pietro era là fuori. 15Ma gli altri le dissero: 'Tu sei matta'.
La ragazza però insisteva e diceva che era proprio vero. Allora le dissero: 'Sarà il suo angelo'.
16Pietro, intanto, continuava a bussare alla porta. Quando finalmente gli aprirono, videro che era proprio lui e rimasero sbalorditi. 17Ma Pietro con la mano fece segno di tacere: poi raccontò in che modo il Signore lo aveva liberato dal carcere. Alla fine disse: 'Fatelo sapere a Giacomo e agli altri fratelli'. Poi uscì e se ne andò altrove.
18Quando fu giorno, tra i soldati ci fu grande agitazione: tutti domandavano che cosa era accaduto di Pietro. 19Erode lo fece cercare con cura ma non riuscì a trovarlo. Allora processò le guardie e ordinò di ucciderle. In seguito Erode lasciò la regione della Giudea e si stabilì a Cesarèa.
La morte di Erode
20In quel tempo Erode era in forte contrasto con gli abitanti di Tiro e Sidone. Essi si misero d'accordo e vennero da lui. Avevano ottenuto anche l'appoggio di un certo Blasto, che era addetto agli affari del re. Volevano la pace perché avevano bisogno di importare viveri dal paese del re.
21Nel giorno stabilito per l'incontro, Erode indossò il manto regale, si sedette sul trono e cominciò a fare un discorso tra gli applausi del popolo. 22La gente gridava: 'È un dio che parla, non un uomo!'.
23Ma improvvisamente un angelo del Signore colpì Erode perché aveva preso per sé la gloria che è dovuta solo a Dio. Egli mori, divorato dai vermi.
Bàrnaba e Saulo ricevono un nuovo incarico
24La parola di Dio si diffondeva sempre di più e il numero dei credenti cresceva. 25Intanto Bàrnaba e Saulo portarono a termine il loro incarico a Gerusalemme. Ritornarono ad Antiòchia e condussero con sé anche Giovanni Marco.
4Erode dunque fece arrestare Pietro e lo gettò in prigione. Pensava di fare il processo pubblico dopo le feste pasquali: intanto comandò a quattro squadre di quattro soldati ciascuna di sorvegliare il prigioniero.
5Mentre Pietro stava in carcere, la chiesa pregava intensamente Dio per lui.
Pietro liberato dal carcere
6Si avvicinava il giorno nel quale Erode voleva giudicare Pietro davanti al popolo. La notte prima del processo Pietro dormiva tra due soldati, legato con doppia catena. Davanti alla porta della prigione le sentinelle facevano la guardia. 7Quand'ecco, improvvisamente, si presentò un angelo del Signore e la cella si riempì di luce. L'angelo toccò Pietro, lo svegliò e gli disse: 'Svelto, àlzati!'. E subito le catene, caddero dai polsi di Pietro. 8Poi l'angelo continuò: 'Mettiti vesti e sandali'. Pietro ubbidì. Infine l'angelo gli disse: 'Ora prendi il tuo mantello e vieni con me'.
9Pietro lo seguì fuori dal carcere, ma non si rendeva conto di quello che l'angelo faceva e di ciò che stava succedendo. Gli sembrava che non fosse vero: credeva di avere una visione.
10Pietro e l'angelo attraversarono i primi due posti di guardia. Poi arrivarono al portone di ferro che portava in città. Il portone si aprì davanti a loro, ed essi uscirono. Camminarono un po' in una strada, e all'improvviso l'angelo scomparve. 11Allora Pietro si rese conto di quello che stava accadendo e disse: 'Ora capisco: è proprio il Signore che ha mandato il suo angelo per liberarmi dal potere di Erode e da tutto il male che il popolo voleva farmi'.
12Rimase un po' a pensare, poi andò verso la casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco. Là si erano riuniti molti cristiani per pregare insieme. 13Pietro bussò alla porta d'ingresso, e una ragazza che si chiamava Rode venne ad aprirgli. 14Essa riconobbe subito la voce di Pietro e per la gioia non pensò neppure di aprire la porta ma tornò indietro e riferì che Pietro era là fuori. 15Ma gli altri le dissero: 'Tu sei matta'.
La ragazza però insisteva e diceva che era proprio vero. Allora le dissero: 'Sarà il suo angelo'.
16Pietro, intanto, continuava a bussare alla porta. Quando finalmente gli aprirono, videro che era proprio lui e rimasero sbalorditi. 17Ma Pietro con la mano fece segno di tacere: poi raccontò in che modo il Signore lo aveva liberato dal carcere. Alla fine disse: 'Fatelo sapere a Giacomo e agli altri fratelli'. Poi uscì e se ne andò altrove.
18Quando fu giorno, tra i soldati ci fu grande agitazione: tutti domandavano che cosa era accaduto di Pietro. 19Erode lo fece cercare con cura ma non riuscì a trovarlo. Allora processò le guardie e ordinò di ucciderle. In seguito Erode lasciò la regione della Giudea e si stabilì a Cesarèa.
La morte di Erode
20In quel tempo Erode era in forte contrasto con gli abitanti di Tiro e Sidone. Essi si misero d'accordo e vennero da lui. Avevano ottenuto anche l'appoggio di un certo Blasto, che era addetto agli affari del re. Volevano la pace perché avevano bisogno di importare viveri dal paese del re.
21Nel giorno stabilito per l'incontro, Erode indossò il manto regale, si sedette sul trono e cominciò a fare un discorso tra gli applausi del popolo. 22La gente gridava: 'È un dio che parla, non un uomo!'.
23Ma improvvisamente un angelo del Signore colpì Erode perché aveva preso per sé la gloria che è dovuta solo a Dio. Egli mori, divorato dai vermi.
Bàrnaba e Saulo ricevono un nuovo incarico
24La parola di Dio si diffondeva sempre di più e il numero dei credenti cresceva. 25Intanto Bàrnaba e Saulo portarono a termine il loro incarico a Gerusalemme. Ritornarono ad Antiòchia e condussero con sé anche Giovanni Marco.
▲ 1Nella comunità di Antiòchia vi erano alcuni che predicavano e insegnavano. Erano: Bàrnaba e Simeone, soprannominato il Niger, Lucio di Cirène e Manaèn, compagno d'infanzia di Erode, e Saulo. 2Un giorno, mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse loro: 'Mettetemi da parte Bàrnaba e Saulo perché li ho destinati a una missione speciale'. 3Allora, dopo aver digiunato e pregato, stesero le mani su loro e li fecero partire.
Bàrnaba e Saulo nelle città di Cipro
4Mandati dallo Spirito Santo, Bàrnaba e Saulo andarono nella città di Selèucia e di qui si imbarcarono per Cipro. 5Arrivarono quindi nella città di Salamina e si misero ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe degli Ebrei. Avevano con loro anche Giovanni Marco che li aiutava.
6-8Attraversarono tutta l'isola fino alla città di Pafo: qui trovarono un Ebreo che si faceva passare per profeta e conosceva l'arte della magia. Si chiamava Bar-Iesus (in greco Elimas) ed era amico di Sergio Paolo, governatore dell'isola, il quale era un uomo intelligente. Costui fece chiamare Bàrnaba e Saulo perché desiderava ascoltare la parola di Dio. Ma Elimas, il mago, si opponeva all'azione di Bàrnaba e Saulo e faceva di tutto perché il governatore non credesse.
9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi sul mago e disse: 10'Tu sei pieno di menzogna e di malizia. Tu sei figlio del diavolo e nemico di tutto ciò che è bene. Quando la finirai di sconvolgere i giusti progetti del Signore? 11Ma ora il Signore ti colpisce: sarai cieco e per un certo tempo non potrai più vedere la luce'. Subito il mago si trovò nelle tenebre più oscure: si muoveva a tentoni e cercava qualcuno che lo guidasse per mano. 12Dinanzi a questo fatto, il governatore credette, profondamente scosso dall'insegnamento del Signore.
Paolo e Bàrnaba ad Antiòchia, in Pisidia
13Paolo e i suoi compagni lasciarono la città di Pafo e giunsero a Perge, città della Panfilia. Qui Giovanni si separò da loro per ritornare a Gerusalemme. 14Essi invece partirono da Perge e arrivarono ad Antiòchia, capitale della Pisidia. Quando fu sabato, Paolo e Bàrnaba entrarono nella sinagoga e si sedettero. 15Dopo la lettura della legge di Mosè e degli scritti dei profeti, i capi della sinagoga li invitarono a parlare: 'Fratelli, se volete esortare l'assemblea con qualche vostra parola, fatelo liberamente!'.
16Allora Paolo si alzò, fece un cenno con la mano e disse: 'Israeliti e voi tutti che adorate Dio, ascoltatemi! 17Il Dio del popolo d'Israele scelse i nostri padri. Mentre il popolo si trovava in esilio nella terra d'Egitto, lo fece diventare un popolo numeroso; poi, con la sua grande potenza, li fece uscire da quel paese. 19Distrusse sette popoli nella regione di Canaan e diede le loro terre in eredità al suo popolo. 20Per circa quattrocentocinquant'anni le cose andarono così. Poi Dio stabilì alcuni giudici sopra il suo popolo fino ai tempi del profeta Samuele. 21Quando i nostri padri chiesero un re, Dio diede loro Saul, figlio di Cis, uno della tribù di Beniamino. Egli regnò per quarant'anni. 22Ma poi Dio lo tolse via dal trono e scelse per il suo popolo il re Davide. Di lui abbiamo questa testimonianza nella Bibbia: Ecco Davide, figlio di Iesse. Egli mi è caro e farà in tutto la mia volontà'.
23'Dio è fedele alle sue promesse: perciò dalla discendenza di Davide egli ha fatto nascere per Israele un salvatore, Gesù. 24Prima dell'arrivo di Gesù è venuto Giovanni il Battezzatore. Egli predicava al popolo d'Israele di farsi battezzare e di cambiare vita. 25Verso la fine della sua missione Giovanni affermò: Per chi mi avete preso? No, non sono io quello che voi aspettate. Ecco, egli verrà dopo di me, e io non sono degno neppure di slacciargli i sandali.
26'Fratelli, discendenti di Abramo, e voi tutti che adorate Dio: a noi Dio ha mandato questo messaggio di salvezza.
27'Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno capito che Gesù era il Salvatore. Eppure, condannando Gesù, senza saperlo, hanno realizzato quelle profezie che si leggono ogni sabato. 28Non hanno trovato alcun motivo per poterlo condannare, ma hanno chiesto a Pilato di condannarlo a morte. 29Così, hanno portato a termine tutto quello che i profeti avevano scritto su Gesù. In seguito, qualcuno ha tolto Gesù dalla croce e lo ha messo in un sepolcro.
30'Dio però lo ha fatto risorgere dai morti, 31ed egli per molti giorni è apparso a quelli che erano venuti con lui dalla Galilea a Gerusalemme. Questi, ora, sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32-33'Anche noi vi portiamo questo messaggio di salvezza: Dio ha fatto risorgere Gesù, e così la promessa che egli aveva fatto ai nostri padri l'ha realizzata per noi che siamo loro figli. Così sta scritto anche nel salmo secondo:
Tu sei mio figlio
io oggi ti ho generato.
34Dio ha risuscitato Gesù dai morti liberandolo una volta per sempre dalla potenza della morte. Anche questo era scritto nella Bibbia:
Sarò fedele: vi darò la salvezza promessa a Davide.
35E anche in un altro testo della Bibbia si dice:
Tu non permetterai che il tuo santo vada in corruzione.
36Ora il re Davide servì Dio durante la vita facendo la sua volontà; poi morì, fu sepolto, e il suo corpo è andato in polvere. 37Colui invece che Dio ha fatto risorgere non è andato in polvere.
38-39'Sappiate dunque, o fratelli: per mezzo della legge di Mosè voi non potevate essere liberati dai vostri peccati: per mezzo di Gesù invece avete il perdono dei peccati, perché chiunque crede in lui è salvato. 40Badate dunque che non capiti anche a voi quello che hanno scritto i profeti:
41Voi che siete soliti disprezzare,
state a vedere!
Guardate bene e sparite per sempre!
Mentre siete in vita
io voglio compiere un'opera:
un'opera da non credere
se qualcuno ve la racconta'.
42Mentre Paolo e Bàrnaba uscivano dalla sinagoga, qualcuno chiese loro di riprendere questo discorso il sabato seguente. 43Quando l'assemblea fu sciolta, molti tra gli Ebrei e anche tra quelli che si erano convertiti alla religione ebraica seguirono Paolo e Bàrnaba. Essi rimasero a parlare con loro e li esortavano a rimanere fedeli alla grazia di Dio.
44Il sabato seguente quasi tutti gli abitanti di Antiòchia si riunirono per ascoltare la parola del Signore. 45Appena videro tutta quella gente, gli Ebrei traboccarono di gelosia: si opponevano a tutto quello che Paolo diceva e lo insultavano. 46Ma Paolo e Bàrnaba rispondevano loro con coraggio. Dicevano: 'Noi dovevamo annunziare la parola di Dio a voi, prima che a tutti gli altri; ma dal momento che voi la rifiutate e dimostrate che non vi importa nulla della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani. 47Così infatti ci ha comandato il Signore:
Io faccio di te la luce delle nazioni
per portare la mia salvezza in tutto il mondo'.
48Sentendo queste cose i pagani si rallegrarono molto e si misero a lodare la parola del Signore. Tutti quelli che erano destinati alla vita eterna diventarono credenti.
49Intanto la parola del Signore si diffondeva in tutta quella regione. 50Gli Ebrei però sobillarono le donne religiose dell'alta società e gli uomini più importanti della città. Così scatenarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio. 51Allora essi scossero la polvere dai piedi, come segno di rottura con loro. Poi se ne andarono verso la città di Icònio. 52Intanto i cristiani di Antiòchia vivevano nella gioia ed erano pieni di Spirito Santo.
▲ Paolo e Bàrnaba nella città di Icònio
1Anche nella città di Icònio, Paolo e Bàrnaba entrarono nella sinagoga degli Ebrei. Parlarono così bene che molti Ebrei e Greci credettero. 2Ma gli altri Ebrei, quelli che avevano rifiutato di credere, convinsero i pagani a mettersi contro i cristiani.
3Paolo e Bàrnaba, tuttavia, rimasero ancora un po' di tempo nella città di Icònio e con coraggio annunziavano la parola di Dio. Essi avevano fiducia nell'aiuto del Signore, e il Signore confermava l'annunzio della sua grazia con miracoli e prodigi.
4Gli abitanti della città si divisero in due partiti: alcuni stavano dalla parte degli Ebrei, altri invece dalla parte degli apostoli.
5A un certo punto tra i pagani e gli Ebrei ci fu un accordo con i loro capi per malmenare gli apostoli e poi ucciderli a sassate. 6Ma Paolo e Bàrnaba vennero a saperlo e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei loro dintorni. 7Anche qui continuavano ad annunziare la parola del Signore.
Attività di Paolo e Bàrnaba nella città di Listra
8Nella città di Listra viveva un uomo paralizzato alle gambe e storpio fin dalla nascita: non aveva mai camminato in vita sua. 9Egli stava ascoltando il discorso di Paolo, quando Paolo lo fissò negli occhi e si accorse che aveva fede per essere guarito. 10Perciò gli disse ad alta voce: 'Àlzati, diritto in piedi'.
Quell'uomo saltò su e si mise a camminare.
11La gente che era lì attorno, vedendo quello che Paolo aveva fatto, si mise a gridare: 'Gli dèi hanno preso forma umana e sono venuti tra noi'.
Essi gridavano usando il dialetto di quella regione: 12dicevano che Bàrnaba era il dio Giove e Paolo il dio Mercurio, perché parlava di più.
13All'ingresso della città vi era un tempio dedicato a Giove: allora il sacerdote di quel tempio portò tori e ghirlande di fiori davanti al tempio. Insieme alla folla voleva offrire un sacrificio in onore di Paolo e Bàrnaba.
14Appena se ne accorsero, gli apostoli si stracciarono le vesti e si precipitarono verso il popolo, 15gridando: 'Perché fate questo? Anche noi siamo uomini mortali, come voi! Siamo venuti solo a portarvi questo messaggio di salvezza: voi dovete abbandonare questi idoli senza valore e dovete rivolgervi al Dio vivente. È lui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutte le cose che essi contengono. 16Nel passato, Dio ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; 17ma anche allora non ha mai smesso di farsi conoscere, anzi si è sempre mostrato come benefattore. Infatti dal cielo vi ha mandato le piogge e le stagioni ricche di frutti, vi ha dato il nutrimento e vi ha riempito di gioia'.
18Con questo discorso Paolo e Bàrnaba riuscirono a stento a trattenere quella gente dal fare un sacrificio in loro onore.
19Poi, dalle città di Antiòchia e di Icònio arrivarono alcuni Ebrei e riuscirono a conquistarsi le simpatie della folla. Presero Paolo a sassate e poi lo trascinarono fuori della città, credendo che fosse morto. 20Ma vennero attorno a lui i discepoli, e allora Paolo si rialzò e entrò in città. Il giorno dopo, insieme a Bàrnaba, Paolo partì per la città di Derbe.
Paolo e Bàrnaba ritornano ad Antiòchia, in Siria
21Paolo e Bàrnaba annunziarono il messaggio della salvezza anche nella città di Derbe e fecero un buon numero di discepoli. Poi, iniziarono il viaggio di ritorno, passando da Listra e da Icònio fino ad Antiòchia, città della Pisidia: 22dappertutto infondevano coraggio ai discepoli e li esortavano a rimanere saldi nella fede. Tra l'altro dicevano: 'È necessario passare attraverso molte tribolazioni, per poter entrare nel regno di Dio'. 23In ogni comunità Paolo e Bàrnaba scelsero e lasciarono alcuni responsabili. Dopo aver pregato e digiunato, li raccomandarono alla PROTEZIONE del Signore nel quale avevano creduto.
24Poi attraversarono la regione della Pisidia e raggiunsero il territorio della Panfilia. 25Qui, predicarono la parola di Dio agli abitanti della città di Perge e poi discesero nella città di Attalia. 26Di qui, si imbarcarono per Antiòchia di Siria, la città da dove erano partiti e dove erano stati affidati alla grazia di Dio per quella missione che ora avevano compiuto.
27Appena arrivati, riunirono la comunità e raccontarono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro. Dissero che Dio aveva dato ai pagani la possibilità di credere. 28Poi, Paolo e Bàrnaba rimasero per molto tempo con i cristiani di Antiòchia.
3Paolo e Bàrnaba, tuttavia, rimasero ancora un po' di tempo nella città di Icònio e con coraggio annunziavano la parola di Dio. Essi avevano fiducia nell'aiuto del Signore, e il Signore confermava l'annunzio della sua grazia con miracoli e prodigi.
4Gli abitanti della città si divisero in due partiti: alcuni stavano dalla parte degli Ebrei, altri invece dalla parte degli apostoli.
5A un certo punto tra i pagani e gli Ebrei ci fu un accordo con i loro capi per malmenare gli apostoli e poi ucciderli a sassate. 6Ma Paolo e Bàrnaba vennero a saperlo e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei loro dintorni. 7Anche qui continuavano ad annunziare la parola del Signore.
Attività di Paolo e Bàrnaba nella città di Listra
8Nella città di Listra viveva un uomo paralizzato alle gambe e storpio fin dalla nascita: non aveva mai camminato in vita sua. 9Egli stava ascoltando il discorso di Paolo, quando Paolo lo fissò negli occhi e si accorse che aveva fede per essere guarito. 10Perciò gli disse ad alta voce: 'Àlzati, diritto in piedi'.
Quell'uomo saltò su e si mise a camminare.
11La gente che era lì attorno, vedendo quello che Paolo aveva fatto, si mise a gridare: 'Gli dèi hanno preso forma umana e sono venuti tra noi'.
Essi gridavano usando il dialetto di quella regione: 12dicevano che Bàrnaba era il dio Giove e Paolo il dio Mercurio, perché parlava di più.
13All'ingresso della città vi era un tempio dedicato a Giove: allora il sacerdote di quel tempio portò tori e ghirlande di fiori davanti al tempio. Insieme alla folla voleva offrire un sacrificio in onore di Paolo e Bàrnaba.
14Appena se ne accorsero, gli apostoli si stracciarono le vesti e si precipitarono verso il popolo, 15gridando: 'Perché fate questo? Anche noi siamo uomini mortali, come voi! Siamo venuti solo a portarvi questo messaggio di salvezza: voi dovete abbandonare questi idoli senza valore e dovete rivolgervi al Dio vivente. È lui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutte le cose che essi contengono. 16Nel passato, Dio ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; 17ma anche allora non ha mai smesso di farsi conoscere, anzi si è sempre mostrato come benefattore. Infatti dal cielo vi ha mandato le piogge e le stagioni ricche di frutti, vi ha dato il nutrimento e vi ha riempito di gioia'.
18Con questo discorso Paolo e Bàrnaba riuscirono a stento a trattenere quella gente dal fare un sacrificio in loro onore.
19Poi, dalle città di Antiòchia e di Icònio arrivarono alcuni Ebrei e riuscirono a conquistarsi le simpatie della folla. Presero Paolo a sassate e poi lo trascinarono fuori della città, credendo che fosse morto. 20Ma vennero attorno a lui i discepoli, e allora Paolo si rialzò e entrò in città. Il giorno dopo, insieme a Bàrnaba, Paolo partì per la città di Derbe.
Paolo e Bàrnaba ritornano ad Antiòchia, in Siria
21Paolo e Bàrnaba annunziarono il messaggio della salvezza anche nella città di Derbe e fecero un buon numero di discepoli. Poi, iniziarono il viaggio di ritorno, passando da Listra e da Icònio fino ad Antiòchia, città della Pisidia: 22dappertutto infondevano coraggio ai discepoli e li esortavano a rimanere saldi nella fede. Tra l'altro dicevano: 'È necessario passare attraverso molte tribolazioni, per poter entrare nel regno di Dio'. 23In ogni comunità Paolo e Bàrnaba scelsero e lasciarono alcuni responsabili. Dopo aver pregato e digiunato, li raccomandarono alla PROTEZIONE del Signore nel quale avevano creduto.
24Poi attraversarono la regione della Pisidia e raggiunsero il territorio della Panfilia. 25Qui, predicarono la parola di Dio agli abitanti della città di Perge e poi discesero nella città di Attalia. 26Di qui, si imbarcarono per Antiòchia di Siria, la città da dove erano partiti e dove erano stati affidati alla grazia di Dio per quella missione che ora avevano compiuto.
27Appena arrivati, riunirono la comunità e raccontarono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro. Dissero che Dio aveva dato ai pagani la possibilità di credere. 28Poi, Paolo e Bàrnaba rimasero per molto tempo con i cristiani di Antiòchia.
▲ Le decisioni prese a Gerusalemme
1In quel tempo, alcuni cristiani della Giudea vennero nella città di Antiòchia e si misero a diffondere tra gli altri fratelli questo insegnamento: 'Voi non potete essere salvati se non vi fate circoncidere come ordina la legge di Mosè'. 2Paolo e Bàrnaba non erano d'accordo, e ci fu una violenta discussione tra loro. Allora si decise che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dai responsabili di quella comunità per presentare tale questione.
3La comunità di Antiòchia diede a Paolo e a Bàrnaba tutto il necessario per questo viaggio. Essi attraversarono le regioni della Fenicia e della Samaria, raccontando che anche i pagani avevano accolto il Signore. Questa notizia procurava una grande gioia a tutti i cristiani. 4Giunti a Gerusalemme, furono ricevuti dalla comunità, dagli apostoli e dai responsabili di quella chiesa. Ad essi riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro.
5Però, alcuni che erano del gruppo dei farisei, ed erano diventati cristiani, si alzarono per dire: 'È necessario circoncidere anche i credenti non ebrei e ordinar loro di osservare la legge di Mosè'.
6Allora, gli apostoli e i responsabili della comunità di Gerusalemme si riunirono per esaminare questo problema. 7Dopo una lunga discussione si alzò Pietro e disse: 'Fratelli, come voi ben sapete, è da tanto tempo che Dio mi ha scelto tra di voi e mi ha affidato il compito di annunziare anche ai pagani il messaggio del Vangelo, perché essi credano. 8Ebbene, Dio che conosce il cuore degli uomini ha mostrato di accoglierli volentieri: infatti ha dato anche a loro lo Spirito Santo, proprio come a noi. 9Egli non ha fatto alcuna differenza fra noi e loro: essi hanno creduto e perciò Dio li ha liberati dai loro peccati. 10Dunque, perché provocate Dio cercando di imporre ai credenti un peso che, né i nostri padri né noi, siamo stati capaci di sopportare? 11In realtà, sappiamo che noi siamo salvati per mezzo della grazia del Signore Gesù, esattamente come loro'.
12Tutta l'assemblea rimase in silenzio. Poi ascoltarono Paolo e Bàrnaba che raccontavano i miracoli e i prodigi che Dio aveva fatto per mezzo loro tra i pagani.
13Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo disse: 'Fratelli, ascoltatemi! 14Simone ci ha raccontato come fin da principio Dio si è preso cura dei pagani, per accogliere anche loro nel suo popolo. 15Questo concorda in pieno con le parole dei profeti. Sta scritto infatti nella Bibbia:
16Dopo questi avvenimenti io ritornerò;
ricostruirò la casa di Davide che era caduta.
Riparerò le sue rovine e la rialzerò.
17Allora gli altri uomini cercheranno il Signore,
anche tutti i pagani che ho chiamati ad essere miei.
Così dice il Signore. Egli fa queste cose,
18perché le vuole da sempre.
19'Per questo io penso che non si devono creare difficoltà per quei pagani che si convertono a Dio. 20A loro si deve soltanto chiedere di non mangiare la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli. Devono anche astenersi dai disordini sessuali. Infine non dovranno mangiare il sangue e la carne di animali morti per soffocamento. 21Queste norme, date da Mosè, fin dai tempi antichi sono conosciute in ogni città. Infatti dappertutto ci sono uomini che, ogni sabato, nelle sinagoghe leggono e predicano la legge di Mosè'.
Una lettera ai nuovi credenti
22Allora gli apostoli e i responsabili della chiesa di Gerusalemme, insieme a tutta l'assemblea, decisero di scegliere alcuni tra di loro e di mandarli ad Antiòchia insieme con Paolo e Bàrnaba. Furono scelti due: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, che erano tra i primi di quella comunità. 23Ad essi fu consegnata questa lettera:
'Gli apostoli e i responsabili della comunità di Gerusalemme salutano i fratelli cristiani di origine non ebraica che vivono ad Antiòchia, in Siria e in Cilicia. 24Abbiamo saputo che alcuni della nostra comunità sono venuti fra voi per turbarvi e creare confusione. Non siamo stati noi a dare loro questo incarico. 25Perciò, abbiamo deciso, tutti d'accordo, di scegliere alcuni uomini e di mandarli da voi. Essi accompagnano i nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, 26i quali hanno rischiato la vita per il nostro Signore Gesù Cristo. 27Noi quindi vi mandiamo Giuda e Sila: essi vi riferiranno a voce le stesse cose che noi vi scriviamo. 28Abbiamo infatti deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose che sono necessarie: 29non mangiate la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli; non mangiate sangue o carne di animali morti per soffocamento. Infine astenetevi dai disordini sessuali; tenetevi lontani da tutte queste cose e sarete sulla buona strada. Saluti!'.
30Gli incaricati partirono e giunsero ad Antiòchia. Qui riunirono la comunità e consegnarono la lettera. 31Quando l'ebbero letta, tutti furono pieni di gioia, per l'incoraggiamento che avevano ricevuto. 32Anche Giuda e Sila erano profeti: perciò parlarono a lungo ai fratelli nella fede, per incoraggiarli e per sostenerli.
33Rimasero là ancora un po' di tempo; poi, gli altri augurarono loro buon viaggio e li lasciarono tornare a Gerusalemme da quelli che li avevano mandati. ( 34) 35Paolo e Bàrnaba invece rimasero ad Antiòchia. Insieme a molti altri, essi insegnavano e annunziavano la parola del Signore.
Paolo e Bàrnaba si separano
36Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: 'Ritorniamo a visitare i fratelli in tutte le città dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno'. 37Bàrnaba voleva prendere con sé anche Giovanni Marco. 38Paolo invece era contrario, perché nel viaggio precedente Giovanni Marco si era staccato da loro fin dalla Panfilia e non li aveva più aiutati nella loro missione. 39Il loro disaccordo fu tale che alla fine si separarono: Bàrnaba prese con sé Marco e si imbarcò verso l'isola di Cipro; 40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla PROTEZIONE del Signore. 41Paolo passò attraverso le regioni della Siria e della Cilicia, e incoraggiava tutte le comunità che visitava.
3La comunità di Antiòchia diede a Paolo e a Bàrnaba tutto il necessario per questo viaggio. Essi attraversarono le regioni della Fenicia e della Samaria, raccontando che anche i pagani avevano accolto il Signore. Questa notizia procurava una grande gioia a tutti i cristiani. 4Giunti a Gerusalemme, furono ricevuti dalla comunità, dagli apostoli e dai responsabili di quella chiesa. Ad essi riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro.
5Però, alcuni che erano del gruppo dei farisei, ed erano diventati cristiani, si alzarono per dire: 'È necessario circoncidere anche i credenti non ebrei e ordinar loro di osservare la legge di Mosè'.
6Allora, gli apostoli e i responsabili della comunità di Gerusalemme si riunirono per esaminare questo problema. 7Dopo una lunga discussione si alzò Pietro e disse: 'Fratelli, come voi ben sapete, è da tanto tempo che Dio mi ha scelto tra di voi e mi ha affidato il compito di annunziare anche ai pagani il messaggio del Vangelo, perché essi credano. 8Ebbene, Dio che conosce il cuore degli uomini ha mostrato di accoglierli volentieri: infatti ha dato anche a loro lo Spirito Santo, proprio come a noi. 9Egli non ha fatto alcuna differenza fra noi e loro: essi hanno creduto e perciò Dio li ha liberati dai loro peccati. 10Dunque, perché provocate Dio cercando di imporre ai credenti un peso che, né i nostri padri né noi, siamo stati capaci di sopportare? 11In realtà, sappiamo che noi siamo salvati per mezzo della grazia del Signore Gesù, esattamente come loro'.
12Tutta l'assemblea rimase in silenzio. Poi ascoltarono Paolo e Bàrnaba che raccontavano i miracoli e i prodigi che Dio aveva fatto per mezzo loro tra i pagani.
13Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo disse: 'Fratelli, ascoltatemi! 14Simone ci ha raccontato come fin da principio Dio si è preso cura dei pagani, per accogliere anche loro nel suo popolo. 15Questo concorda in pieno con le parole dei profeti. Sta scritto infatti nella Bibbia:
16Dopo questi avvenimenti io ritornerò;
ricostruirò la casa di Davide che era caduta.
Riparerò le sue rovine e la rialzerò.
17Allora gli altri uomini cercheranno il Signore,
anche tutti i pagani che ho chiamati ad essere miei.
Così dice il Signore. Egli fa queste cose,
18perché le vuole da sempre.
19'Per questo io penso che non si devono creare difficoltà per quei pagani che si convertono a Dio. 20A loro si deve soltanto chiedere di non mangiare la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli. Devono anche astenersi dai disordini sessuali. Infine non dovranno mangiare il sangue e la carne di animali morti per soffocamento. 21Queste norme, date da Mosè, fin dai tempi antichi sono conosciute in ogni città. Infatti dappertutto ci sono uomini che, ogni sabato, nelle sinagoghe leggono e predicano la legge di Mosè'.
Una lettera ai nuovi credenti
22Allora gli apostoli e i responsabili della chiesa di Gerusalemme, insieme a tutta l'assemblea, decisero di scegliere alcuni tra di loro e di mandarli ad Antiòchia insieme con Paolo e Bàrnaba. Furono scelti due: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, che erano tra i primi di quella comunità. 23Ad essi fu consegnata questa lettera:
'Gli apostoli e i responsabili della comunità di Gerusalemme salutano i fratelli cristiani di origine non ebraica che vivono ad Antiòchia, in Siria e in Cilicia. 24Abbiamo saputo che alcuni della nostra comunità sono venuti fra voi per turbarvi e creare confusione. Non siamo stati noi a dare loro questo incarico. 25Perciò, abbiamo deciso, tutti d'accordo, di scegliere alcuni uomini e di mandarli da voi. Essi accompagnano i nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, 26i quali hanno rischiato la vita per il nostro Signore Gesù Cristo. 27Noi quindi vi mandiamo Giuda e Sila: essi vi riferiranno a voce le stesse cose che noi vi scriviamo. 28Abbiamo infatti deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose che sono necessarie: 29non mangiate la carne di animali che sono stati sacrificati agli idoli; non mangiate sangue o carne di animali morti per soffocamento. Infine astenetevi dai disordini sessuali; tenetevi lontani da tutte queste cose e sarete sulla buona strada. Saluti!'.
30Gli incaricati partirono e giunsero ad Antiòchia. Qui riunirono la comunità e consegnarono la lettera. 31Quando l'ebbero letta, tutti furono pieni di gioia, per l'incoraggiamento che avevano ricevuto. 32Anche Giuda e Sila erano profeti: perciò parlarono a lungo ai fratelli nella fede, per incoraggiarli e per sostenerli.
33Rimasero là ancora un po' di tempo; poi, gli altri augurarono loro buon viaggio e li lasciarono tornare a Gerusalemme da quelli che li avevano mandati. ( 34) 35Paolo e Bàrnaba invece rimasero ad Antiòchia. Insieme a molti altri, essi insegnavano e annunziavano la parola del Signore.
Paolo e Bàrnaba si separano
36Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: 'Ritorniamo a visitare i fratelli in tutte le città dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno'. 37Bàrnaba voleva prendere con sé anche Giovanni Marco. 38Paolo invece era contrario, perché nel viaggio precedente Giovanni Marco si era staccato da loro fin dalla Panfilia e non li aveva più aiutati nella loro missione. 39Il loro disaccordo fu tale che alla fine si separarono: Bàrnaba prese con sé Marco e si imbarcò verso l'isola di Cipro; 40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla PROTEZIONE del Signore. 41Paolo passò attraverso le regioni della Siria e della Cilicia, e incoraggiava tutte le comunità che visitava.
▲ Paolo attraversa l'Asia Minore
1Paolo arrivò nella città di Derbe e poi a Listra. In questa città viveva un discepolo chiamato Timòteo: sua madre era una ebrea convertita, suo padre invece era greco. 2I cristiani di Listra e di Icònio avevano grande stima per Timòteo. 3Paolo lo volle prendere come compagno di viaggio. Però, per riguardo agli Ebrei che vivevano in quelle regioni, lo fece circoncidere: tutti sapevano che il padre di Timòteo era greco. 4Passando da una città all'altra, essi facevano conoscere alle varie comunità le decisioni prese dagli apostoli e dai responsabili della chiesa di Gerusalemme e raccomandavano loro di osservarle. 5Così le chiese si fortificavano nella fede, e i cristiani aumentavano di numero ogni giorno.
Tròade: la visione di Paolo
6Lo Spirito Santo non permise a Paolo, a Sila e Timòteo di annunziare la parola di Dio nella provincia dell'Asia; perciò essi attraversarono le regioni della Frigia e della Galazia. 7Arrivarono quindi vicino alla regione della Misia, e sarebbero voluti andare verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non glielo permise. 8Allora attraversarono la regione della Misia e scesero nella città di Tròade.
9Qui Paolo ebbe una visione: una notte vide davanti a sé un uomo, un abitante della Macedonia. Costui lo supplicava con queste parole: 'Vieni da noi, in Macedonia, ad aiutarci!'.
10Subito dopo questa visione, decidemmo di partire e di andare in Macedonia: eravamo convinti che Dio ci chiamava ad annunziare il messaggio della salvezza agli abitanti di quella regione.
Filippi: la conversione di Lidia
11Ci imbarcammo a Tròade e arrivammo diretti all'isola di Samotracia. Il giorno dopo continuammo il viaggio verso la città di Neàpoli. 12Di qui andammo a Filippi, che è una colonia romana e capoluogo della Macedonia.
A Filippi ci fermammo per alcuni giorni. 13Un sabato uscimmo dalla città per andare a pregare: pensavamo infatti che lungo il fiume ci fosse un luogo di preghiera. Arrivati là, ci sedemmo e ci mettemmo a parlare alle donne che si erano già riunite.
14Una di esse si chiamava Lidia: veniva dalla città di Tiàtira ed era commerciante di porpora. Essa credeva in Dio e stava ad ascoltare. Il Signore l'aiutò a capire perché credesse alle parole di Paolo. 15Allora si fece battezzare, lei e tutta la sua famiglia. Poi ci invitò a casa sua: 'Se siete convinti che ho accolto sinceramente il Signore, siate miei ospiti'. E ci costrinse ad accettare.
Paolo e Sila imprigionati a Filippi
16Un altro giorno, mentre ritornavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava. Uno spirito maligno si era impossessato di lei e la rendeva capace di indovinare il futuro. Faceva l'indovina e procurava molti SOLDI ai suoi padroni.
17Quella ragazza si mise a seguire Paolo e noi, e gridava: 'Questi uomini sono servi del Dio Onnipotente. Essi vi fanno conoscere la via che porta alla salvezza'.
18Questa scena si ripeté per molti giorni, finché Paolo non poté più sopportarla. Si voltò bruscamente e disse allo spirito maligno: 'Esci da questa donna! Te lo comando in nome di Gesù Cristo'. In quello stesso istante lo spirito maligno si allontanò dalla schiava.
19Ma i suoi padroni, vedendo svanire la speranza di altri guadagni, presero Paolo e Sila e li trascinarono in tribunale davanti alle autorità cittadine. 20Li presentarono ai giudici e dissero: 'Questi uomini creano disordine nella nostra città. Essi sono Ebrei 21e stanno diffondendo usanze che noi, come sudditi di Roma, non possiamo accettare e tanto meno mettere in pratica'. 22Allora anche la folla si scagliò contro Paolo e Sila; i giudici comandarono di spogliarli e di bastonarli.
23Dopo averli bastonati, li gettarono in prigione. AI carceriere raccomandarono di custodirli nel modo più sicuro possibile. 24Dinanzi a questi ordini, il carceriere prese Paolo e Sila, li gettò nella cella più interna della prigione e legò i loro piedi a grossi ceppi di legno.
Paolo e Sila liberati dal carcere
25Verso mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni di lode a Dio. Gli altri carcerati stavano ad ascoltare. 26All'improvviso ci fu un terremoto tanto forte che la prigione tremò fin dalle fondamenta. Tutte le porte si spalancarono di colpo e le catene dei carcerati si slegarono.
27Il carceriere si svegliò e vide che le porte della prigione erano aperte: pensò che i carcerati fossero fuggiti. Allora prese la spada e stava per uccidersi. 28Ma Paolo gli gridò con tutta la voce che aveva: 'Non farti del male! Siamo ancora tutti qui!'.
29Il carceriere chiese una lanterna, corse nella cella di Paolo e Sila, e tutto tremante si gettò ai loro piedi. 30Poi li condusse fuori e domandò loro:
- Signori, che cosa devo fare per essere salvato?
31Essi risposero:
- Credi nel Signore Gesù. Sarai salvato tu e la tua famiglia.
32Quindi, Paolo e Sila annunziarono la parola del Signore al carceriere e a tutti quelli di casa sua. 33Egli li prese in disparte, in quella stessa ora della notte, e curò le loro piaghe. Subito si fece battezzare, lui e tutta la sua famiglia. 34Poi li invitò a casa sua e offrì loro un pranzo, e insieme con tutti i suoi fece festa per la gioia di aver creduto in Dio.
35Quando fu giorno, i giudici mandarono le guardie a dire:
- Lascia liberi quegli uomini!
36Il carceriere andò da Paolo per informarlo. Gli disse:
- I giudici hanno dato l'ordine di lasciarvi liberi! Potete dunque uscire e andarvene in pace.
37Ma Paolo si rivolse alle guardie e disse loro: 'Prima ci hanno fatto picchiare in pubblico e senza processo e poi ci hanno buttato in prigione, noi che siamo cittadini romani. Ora vogliono farci uscire di nascosto! No! Devono venire loro, personalmente, a farci uscire di qui'.
38Le guardie riferirono queste parole ai giudici, ed essi si spaventarono, appena sentirono che Paolo e Sila erano cittadini romani. 39Andarono subito alla prigione a scusarsi. Poi li fecero uscire dalla prigione e li pregarono di lasciare la città.
40Paolo e Sila allora, lasciata la prigione, andarono in casa di Lidia. Qui incontrarono i cristiani di Filippi e li incoraggiarono. Poi partirono.
Tròade: la visione di Paolo
6Lo Spirito Santo non permise a Paolo, a Sila e Timòteo di annunziare la parola di Dio nella provincia dell'Asia; perciò essi attraversarono le regioni della Frigia e della Galazia. 7Arrivarono quindi vicino alla regione della Misia, e sarebbero voluti andare verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non glielo permise. 8Allora attraversarono la regione della Misia e scesero nella città di Tròade.
9Qui Paolo ebbe una visione: una notte vide davanti a sé un uomo, un abitante della Macedonia. Costui lo supplicava con queste parole: 'Vieni da noi, in Macedonia, ad aiutarci!'.
10Subito dopo questa visione, decidemmo di partire e di andare in Macedonia: eravamo convinti che Dio ci chiamava ad annunziare il messaggio della salvezza agli abitanti di quella regione.
Filippi: la conversione di Lidia
11Ci imbarcammo a Tròade e arrivammo diretti all'isola di Samotracia. Il giorno dopo continuammo il viaggio verso la città di Neàpoli. 12Di qui andammo a Filippi, che è una colonia romana e capoluogo della Macedonia.
A Filippi ci fermammo per alcuni giorni. 13Un sabato uscimmo dalla città per andare a pregare: pensavamo infatti che lungo il fiume ci fosse un luogo di preghiera. Arrivati là, ci sedemmo e ci mettemmo a parlare alle donne che si erano già riunite.
14Una di esse si chiamava Lidia: veniva dalla città di Tiàtira ed era commerciante di porpora. Essa credeva in Dio e stava ad ascoltare. Il Signore l'aiutò a capire perché credesse alle parole di Paolo. 15Allora si fece battezzare, lei e tutta la sua famiglia. Poi ci invitò a casa sua: 'Se siete convinti che ho accolto sinceramente il Signore, siate miei ospiti'. E ci costrinse ad accettare.
Paolo e Sila imprigionati a Filippi
16Un altro giorno, mentre ritornavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava. Uno spirito maligno si era impossessato di lei e la rendeva capace di indovinare il futuro. Faceva l'indovina e procurava molti SOLDI ai suoi padroni.
17Quella ragazza si mise a seguire Paolo e noi, e gridava: 'Questi uomini sono servi del Dio Onnipotente. Essi vi fanno conoscere la via che porta alla salvezza'.
18Questa scena si ripeté per molti giorni, finché Paolo non poté più sopportarla. Si voltò bruscamente e disse allo spirito maligno: 'Esci da questa donna! Te lo comando in nome di Gesù Cristo'. In quello stesso istante lo spirito maligno si allontanò dalla schiava.
19Ma i suoi padroni, vedendo svanire la speranza di altri guadagni, presero Paolo e Sila e li trascinarono in tribunale davanti alle autorità cittadine. 20Li presentarono ai giudici e dissero: 'Questi uomini creano disordine nella nostra città. Essi sono Ebrei 21e stanno diffondendo usanze che noi, come sudditi di Roma, non possiamo accettare e tanto meno mettere in pratica'. 22Allora anche la folla si scagliò contro Paolo e Sila; i giudici comandarono di spogliarli e di bastonarli.
23Dopo averli bastonati, li gettarono in prigione. AI carceriere raccomandarono di custodirli nel modo più sicuro possibile. 24Dinanzi a questi ordini, il carceriere prese Paolo e Sila, li gettò nella cella più interna della prigione e legò i loro piedi a grossi ceppi di legno.
Paolo e Sila liberati dal carcere
25Verso mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni di lode a Dio. Gli altri carcerati stavano ad ascoltare. 26All'improvviso ci fu un terremoto tanto forte che la prigione tremò fin dalle fondamenta. Tutte le porte si spalancarono di colpo e le catene dei carcerati si slegarono.
27Il carceriere si svegliò e vide che le porte della prigione erano aperte: pensò che i carcerati fossero fuggiti. Allora prese la spada e stava per uccidersi. 28Ma Paolo gli gridò con tutta la voce che aveva: 'Non farti del male! Siamo ancora tutti qui!'.
29Il carceriere chiese una lanterna, corse nella cella di Paolo e Sila, e tutto tremante si gettò ai loro piedi. 30Poi li condusse fuori e domandò loro:
- Signori, che cosa devo fare per essere salvato?
31Essi risposero:
- Credi nel Signore Gesù. Sarai salvato tu e la tua famiglia.
32Quindi, Paolo e Sila annunziarono la parola del Signore al carceriere e a tutti quelli di casa sua. 33Egli li prese in disparte, in quella stessa ora della notte, e curò le loro piaghe. Subito si fece battezzare, lui e tutta la sua famiglia. 34Poi li invitò a casa sua e offrì loro un pranzo, e insieme con tutti i suoi fece festa per la gioia di aver creduto in Dio.
35Quando fu giorno, i giudici mandarono le guardie a dire:
- Lascia liberi quegli uomini!
36Il carceriere andò da Paolo per informarlo. Gli disse:
- I giudici hanno dato l'ordine di lasciarvi liberi! Potete dunque uscire e andarvene in pace.
37Ma Paolo si rivolse alle guardie e disse loro: 'Prima ci hanno fatto picchiare in pubblico e senza processo e poi ci hanno buttato in prigione, noi che siamo cittadini romani. Ora vogliono farci uscire di nascosto! No! Devono venire loro, personalmente, a farci uscire di qui'.
38Le guardie riferirono queste parole ai giudici, ed essi si spaventarono, appena sentirono che Paolo e Sila erano cittadini romani. 39Andarono subito alla prigione a scusarsi. Poi li fecero uscire dalla prigione e li pregarono di lasciare la città.
40Paolo e Sila allora, lasciata la prigione, andarono in casa di Lidia. Qui incontrarono i cristiani di Filippi e li incoraggiarono. Poi partirono.
▲ Paolo e Sila arrivano a Tessalonica
1Paolo e Sila passarono per le città di Anfìpoli e di Apollonia; poi arrivarono a Tessalonica. In questa città gli Ebrei avevano una sinagoga. 2Come al solito, Paolo andò da loro, e per tre sabati rimase a discutere con loro sulla base di quello che sta scritto nella Bibbia. 3Spiegava le profezie e dimostrava agli Ebrei presenti che il Messia doveva soffrire e poi risorgere dai morti. E concludeva così: 'Questo Gesù che io vi annunzio, è lui il Messia'. 4Alcuni dei presenti restarono convinti e si unirono a Paolo e Sila; così pure un buon numero di Greci credenti in Dio e molte donne dell'alta società.
5Ma gli Ebrei furono presi da grande gelosia. Raccolsero nelle piazze alcuni malviventi, provocarono una sommossa tra la folla e crearono disordini in città. Poi assalirono la casa di un certo Giasone, per catturare Paolo e Sila e condurli davanti al popolo.
6Poiché non li trovarono, presero Giasone e alcuni altri credenti e li trascinarono davanti ai responsabili della città e si misero a gridare: 'Questi uomini hanno messo in agitazione il mondo intero e ora sono arrivati anche qui da noi. 7Giasone li ha accolti in casa sua. Tutta questa gente agisce contro la legge dell'imperatore: essi infatti dicono che c'è un altro re, Gesù'.
8Con queste accuse gli Ebrei eccitarono la folla e i capi della città. 9Giasone e gli altri credenti dovettero pagare una multa alle autorità e così furono lasciati liberi.
Paolo e Sila nella città di Berèa
10Durante la notte i cristiani di Tessalonica fecero partire in fretta Paolo e Sila per la città di Berèa. Appena arrivati, essi entrarono nella sinagoga degli Ebrei.
11Gli Ebrei di questa città però erano migliori di quelli di Tessalonica: infatti accolsero la loro predicazione con grande entusiasmo. Ogni giorno esaminavano le profezie della Bibbia per vedere se le cose stavano come Paolo diceva. 12Molti tra gli Ebrei di Berèa diventarono credenti, e anche tra i Greci, molti uomini e molte nobildonne.
13Ma gli Ebrei di Tessalonica vennero a sapere che Paolo predicava la parola di Dio anche nella città di Berèa: allora corsero in quella città per mettere in agitazione la folla e spingerla contro di lui. 14Pertanto i cristiani di Berèa fecero subito partire Paolo verso il mare. Sila e Timòteo invece restarono in città.
15Quelli che accompagnavano Paolo andarono con lui fino ad Atene. Qui Paolo li incaricò di dire a Sila e Timòteo di raggiungerlo il più presto possibile.
Paolo nella città di Atene
16Mentre Paolo aspettava Sila e Timòteo ad Atene, fremeva dentro di sé nel vedere quella città piena di idoli. 17Nella sinagoga invece discuteva con gli Ebrei e con i Greci credenti in Dio. E ogni giorno, in piazza, discuteva con quelli che incontrava. 18Anche alcuni filosofi, epicurei e stoici, Si misero a discutere con Paolo.
Alcuni dicevano: 'Che cosa pretende di insegnarci questo ciarlatano?'. Altri invece sentendo che annunziava Gesù e la risurrezione osservavano: 'A quanto pare è venuto a parlarci di divinità straniere'.
19Per questo lo presero e lo portarono al tribunale dell'Areòpago. Poi gli dissero: 'Possiamo sapere cos'è questa nuova dottrina che vai predicando? 20Tu ci hai fatto ascoltare cose piuttosto strane: vorremmo dunque sapere di che cosa si tratta'.
21Infatti per tutti i cittadini di Atene e per gli stranieri che vi abitavano il passatempo più gradito era questo: ascoltare o raccontare le ultime notizie.
22Paolo allora si alzò in mezzo all'Areòpago e disse: 'Cittadini ateniesi, io vedo che voi siete persone molto religiose da tutti i punti di vista. 23Ho percorso la vostra città e ho osservato i vostri monumenti sacri; ho trovato anche un altare con questa dedica: al dio sconosciuto. Ebbene, io vengo ad annunziarvi quel Dio che voi adorate ma non conoscete.
24'Egli è colui che ha fatto il mondo e tutto quello che esso contiene. Egli è il Signore del cielo e della terra, e non abita in templi costruiti dagli uomini. 25Non si fa servire dagli uomini come se avesse bisogno di qualche cosa: anzi è lui che dà a tutti la vita, il respiro e tutto il resto.
26'Da un solo uomo Dio ha fatto discendere tutti i popoli, e li ha fatti abitare su tutta la terra. Ha stabilito per loro i periodi delle stagioni e i confini dei territori da loro abitati. 27Dio ha fatto tutto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo incontrare. In realtà Dio non è lontano da ciascuno di noi. 28In lui infatti noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Anche alcuni vostri poeti l'hanno detto:
'Noi siamo figli di Dio'.
29'Se dunque noi veniamo da Dio non possiamo pensare che Dio sia simile a statue d'oro, d'argento o di pietra scolpite dall'arte e create dalla fantasia degli uomini. 30Ebbene: Dio, ora, non tiene più conto del tempo passato, quando gli uomini vivevano nell'ignoranza. Ora, egli rivolge un ordine agli uomini: tutti dappertutto devono convertirsi. 31Dio infatti ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia. E lo farà per mezzo di un uomo, che egli ha stabilito e ha approvato davanti a tutti, facendolo risorgere dai morti'.
32Appena sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni dei presenti cominciarono a deridere Paolo. Altri invece dissero: 'Su questo punto ti sentiremo un'altra volta'.
33Così Paolo si allontanò da loro. 34Alcuni però lo seguirono e credettero. Fa questi vi era anche un certo Dionigi, uno del consiglio dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e alcuni altri.
5Ma gli Ebrei furono presi da grande gelosia. Raccolsero nelle piazze alcuni malviventi, provocarono una sommossa tra la folla e crearono disordini in città. Poi assalirono la casa di un certo Giasone, per catturare Paolo e Sila e condurli davanti al popolo.
6Poiché non li trovarono, presero Giasone e alcuni altri credenti e li trascinarono davanti ai responsabili della città e si misero a gridare: 'Questi uomini hanno messo in agitazione il mondo intero e ora sono arrivati anche qui da noi. 7Giasone li ha accolti in casa sua. Tutta questa gente agisce contro la legge dell'imperatore: essi infatti dicono che c'è un altro re, Gesù'.
8Con queste accuse gli Ebrei eccitarono la folla e i capi della città. 9Giasone e gli altri credenti dovettero pagare una multa alle autorità e così furono lasciati liberi.
Paolo e Sila nella città di Berèa
10Durante la notte i cristiani di Tessalonica fecero partire in fretta Paolo e Sila per la città di Berèa. Appena arrivati, essi entrarono nella sinagoga degli Ebrei.
11Gli Ebrei di questa città però erano migliori di quelli di Tessalonica: infatti accolsero la loro predicazione con grande entusiasmo. Ogni giorno esaminavano le profezie della Bibbia per vedere se le cose stavano come Paolo diceva. 12Molti tra gli Ebrei di Berèa diventarono credenti, e anche tra i Greci, molti uomini e molte nobildonne.
13Ma gli Ebrei di Tessalonica vennero a sapere che Paolo predicava la parola di Dio anche nella città di Berèa: allora corsero in quella città per mettere in agitazione la folla e spingerla contro di lui. 14Pertanto i cristiani di Berèa fecero subito partire Paolo verso il mare. Sila e Timòteo invece restarono in città.
15Quelli che accompagnavano Paolo andarono con lui fino ad Atene. Qui Paolo li incaricò di dire a Sila e Timòteo di raggiungerlo il più presto possibile.
Paolo nella città di Atene
16Mentre Paolo aspettava Sila e Timòteo ad Atene, fremeva dentro di sé nel vedere quella città piena di idoli. 17Nella sinagoga invece discuteva con gli Ebrei e con i Greci credenti in Dio. E ogni giorno, in piazza, discuteva con quelli che incontrava. 18Anche alcuni filosofi, epicurei e stoici, Si misero a discutere con Paolo.
Alcuni dicevano: 'Che cosa pretende di insegnarci questo ciarlatano?'. Altri invece sentendo che annunziava Gesù e la risurrezione osservavano: 'A quanto pare è venuto a parlarci di divinità straniere'.
19Per questo lo presero e lo portarono al tribunale dell'Areòpago. Poi gli dissero: 'Possiamo sapere cos'è questa nuova dottrina che vai predicando? 20Tu ci hai fatto ascoltare cose piuttosto strane: vorremmo dunque sapere di che cosa si tratta'.
21Infatti per tutti i cittadini di Atene e per gli stranieri che vi abitavano il passatempo più gradito era questo: ascoltare o raccontare le ultime notizie.
22Paolo allora si alzò in mezzo all'Areòpago e disse: 'Cittadini ateniesi, io vedo che voi siete persone molto religiose da tutti i punti di vista. 23Ho percorso la vostra città e ho osservato i vostri monumenti sacri; ho trovato anche un altare con questa dedica: al dio sconosciuto. Ebbene, io vengo ad annunziarvi quel Dio che voi adorate ma non conoscete.
24'Egli è colui che ha fatto il mondo e tutto quello che esso contiene. Egli è il Signore del cielo e della terra, e non abita in templi costruiti dagli uomini. 25Non si fa servire dagli uomini come se avesse bisogno di qualche cosa: anzi è lui che dà a tutti la vita, il respiro e tutto il resto.
26'Da un solo uomo Dio ha fatto discendere tutti i popoli, e li ha fatti abitare su tutta la terra. Ha stabilito per loro i periodi delle stagioni e i confini dei territori da loro abitati. 27Dio ha fatto tutto questo perché gli uomini lo cerchino e si sforzino di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo incontrare. In realtà Dio non è lontano da ciascuno di noi. 28In lui infatti noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Anche alcuni vostri poeti l'hanno detto:
'Noi siamo figli di Dio'.
29'Se dunque noi veniamo da Dio non possiamo pensare che Dio sia simile a statue d'oro, d'argento o di pietra scolpite dall'arte e create dalla fantasia degli uomini. 30Ebbene: Dio, ora, non tiene più conto del tempo passato, quando gli uomini vivevano nell'ignoranza. Ora, egli rivolge un ordine agli uomini: tutti dappertutto devono convertirsi. 31Dio infatti ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia. E lo farà per mezzo di un uomo, che egli ha stabilito e ha approvato davanti a tutti, facendolo risorgere dai morti'.
32Appena sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni dei presenti cominciarono a deridere Paolo. Altri invece dissero: 'Su questo punto ti sentiremo un'altra volta'.
33Così Paolo si allontanò da loro. 34Alcuni però lo seguirono e credettero. Fa questi vi era anche un certo Dionigi, uno del consiglio dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e alcuni altri.
▲ Paolo nella città di Corinto
1Dopo questi fatti, Paolo lasciò Atene e andò a Corinto. 2In quella città trovò un Ebreo che si chiamava Aquila, nato nella provincia del Ponto. Con Priscilla sua moglie, era appena arrivato dall'Italia, perché l'imperatore Claudio aveva espulso da Roma tutti gli Ebrei. Paolo andò a casa loro e, 3siccome faceva lo stesso mestiere, rimase con loro e li aiutava a fabbricare tende. 4Ogni sabato però andava nella sinagoga, si metteva a discutere, e cercava di convincere tutti, Ebrei e Greci.
5Poi arrivarono Sila e Timòteo dalla Macedonia: allora Paolo si dedicò soltanto alla predicazione. Di fronte agli Ebrei egli sosteneva che Gesù è il Messia mandato da Dio. 6Gli Ebrei però gli facevano opposizione e lo insultavano. Allora Paolo si stracciò le vesti in segno di sdegno e disse loro: 'Se non vi salverete è colpa vostra: io ho fatto tutto quello che potevo! D'ora in poi mi rivolgerò a quelli che non sono Ebrei'.
7Quindi Paolo lasciò la sinagoga e andò in casa di un tale che si chiamava Tizio Giusto: era un Greco che seguiva la religione ebraica e la sua casa si trovava vicino alla sinagoga. 8Crispo, il capo della sinagoga, credette nel Signore insieme con tutti i suoi familiari. Anche altri abitanti di Corinto ascoltarono quello che Paolo diceva, e così credettero e si fecero battezzare.
9Una notte il Signore apparve in sogno a Paolo e gli disse: 'Non aver paura! Continua a predicare, e non tacere, 10perché io sono con te! Nessuno potrà farti del male. Anzi, molti abitanti di questa città appartengono già al mio popolo'.
11Paolo rimase a Corinto un anno e mezzo, e annunziava loro la parola di Dio.
12Mentre Gallione era governatore romano della provincia dell'Acaia, gli Ebrei insorsero in massa contro Paolo: lo presero e lo portarono davanti al tribunale, 13dicendo: 'Quest'uomo cerca di convincere la gente ad adorare Dio in modo contrario alla Legge'.
14Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse agli Ebrei: 'Se si tratta di un delitto o di una colpa grave, o Ebrei, è giusto che vi ascolti. 15Ma visto che si tratta di sottigliezze dottrinali della vostra Legge, arrangiatevi da soli! Io non voglio essere giudice in queste faccende'.
16Così li fece uscire dal tribunale. 17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e si misero a picchiarlo davanti al tribunale. Gallione però non volle interessarsi di queste cose.
Paolo lascia la Grecia
18Paolo rimase a Corinto ancora un po' di tempo. Poi salutò i cristiani di quella città e si imbarcò verso la provincia della Siria, insieme a Priscilla e Aquila. Siccome aveva fatto un voto, a Cencre si era fatto tagliare del tutto i capelli.
19Quando arrivarono nella città di Efeso Paolo si separò dai due coniugi. Entrò nella sinagoga e si mise a discutere con gli Ebrei. 20Essi lo pregarono di rimanere più a lungo, ma Paolo non accettò. 21Tuttavia li salutò dicendo: 'Se Dio vorrà, tornerò da voi un'altra volta'.
Da Efeso si imbarcò 22per Cesarèa. di qui andò a salutare la comunità di Gerusalemme, poi discese ad Antiòchia. 23In questa città Paolo rimase per un po' di tempo. Di là partì di nuovo e attraversò una dopo l'altra le regioni della Galazia e della Frigia. Dappertutto egli rafforzava i discepoli nella fede.
Apollo predica nella città di Efeso
24A Efeso in quei giorni arrivò un Ebreo, un certo Apollo, nato ad Alessandria d'Egitto. Parlava molto bene ed era esperto nella Bibbia. 25Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore; predicava con entusiasmo e insegnava con esattezza quello che riguardava Gesù; egli però conosceva soltanto il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
26Con grande coraggio Apollo cominciò a predicare nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo sentirono parlare: allora lo presero con loro e lo istruirono più accuratamente nella fede cristiana.
27Apollo aveva intenzione di andare in Grecia; i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai cristiani di quella provincia di accoglierlo bene. Appena arrivato, Apollo, sostenuto dalla grazia di Dio, si rese molto utile a quelli che erano diventati credenti. 28Egli infatti sapeva rispondere con sicurezza alle obiezioni degli Ebrei e pubblicamente, con la Bibbia alla mano, dimostrava che Gesù è il Messia promesso da Dio.
5Poi arrivarono Sila e Timòteo dalla Macedonia: allora Paolo si dedicò soltanto alla predicazione. Di fronte agli Ebrei egli sosteneva che Gesù è il Messia mandato da Dio. 6Gli Ebrei però gli facevano opposizione e lo insultavano. Allora Paolo si stracciò le vesti in segno di sdegno e disse loro: 'Se non vi salverete è colpa vostra: io ho fatto tutto quello che potevo! D'ora in poi mi rivolgerò a quelli che non sono Ebrei'.
7Quindi Paolo lasciò la sinagoga e andò in casa di un tale che si chiamava Tizio Giusto: era un Greco che seguiva la religione ebraica e la sua casa si trovava vicino alla sinagoga. 8Crispo, il capo della sinagoga, credette nel Signore insieme con tutti i suoi familiari. Anche altri abitanti di Corinto ascoltarono quello che Paolo diceva, e così credettero e si fecero battezzare.
9Una notte il Signore apparve in sogno a Paolo e gli disse: 'Non aver paura! Continua a predicare, e non tacere, 10perché io sono con te! Nessuno potrà farti del male. Anzi, molti abitanti di questa città appartengono già al mio popolo'.
11Paolo rimase a Corinto un anno e mezzo, e annunziava loro la parola di Dio.
12Mentre Gallione era governatore romano della provincia dell'Acaia, gli Ebrei insorsero in massa contro Paolo: lo presero e lo portarono davanti al tribunale, 13dicendo: 'Quest'uomo cerca di convincere la gente ad adorare Dio in modo contrario alla Legge'.
14Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse agli Ebrei: 'Se si tratta di un delitto o di una colpa grave, o Ebrei, è giusto che vi ascolti. 15Ma visto che si tratta di sottigliezze dottrinali della vostra Legge, arrangiatevi da soli! Io non voglio essere giudice in queste faccende'.
16Così li fece uscire dal tribunale. 17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e si misero a picchiarlo davanti al tribunale. Gallione però non volle interessarsi di queste cose.
Paolo lascia la Grecia
18Paolo rimase a Corinto ancora un po' di tempo. Poi salutò i cristiani di quella città e si imbarcò verso la provincia della Siria, insieme a Priscilla e Aquila. Siccome aveva fatto un voto, a Cencre si era fatto tagliare del tutto i capelli.
19Quando arrivarono nella città di Efeso Paolo si separò dai due coniugi. Entrò nella sinagoga e si mise a discutere con gli Ebrei. 20Essi lo pregarono di rimanere più a lungo, ma Paolo non accettò. 21Tuttavia li salutò dicendo: 'Se Dio vorrà, tornerò da voi un'altra volta'.
Da Efeso si imbarcò 22per Cesarèa. di qui andò a salutare la comunità di Gerusalemme, poi discese ad Antiòchia. 23In questa città Paolo rimase per un po' di tempo. Di là partì di nuovo e attraversò una dopo l'altra le regioni della Galazia e della Frigia. Dappertutto egli rafforzava i discepoli nella fede.
Apollo predica nella città di Efeso
24A Efeso in quei giorni arrivò un Ebreo, un certo Apollo, nato ad Alessandria d'Egitto. Parlava molto bene ed era esperto nella Bibbia. 25Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore; predicava con entusiasmo e insegnava con esattezza quello che riguardava Gesù; egli però conosceva soltanto il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
26Con grande coraggio Apollo cominciò a predicare nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo sentirono parlare: allora lo presero con loro e lo istruirono più accuratamente nella fede cristiana.
27Apollo aveva intenzione di andare in Grecia; i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai cristiani di quella provincia di accoglierlo bene. Appena arrivato, Apollo, sostenuto dalla grazia di Dio, si rese molto utile a quelli che erano diventati credenti. 28Egli infatti sapeva rispondere con sicurezza alle obiezioni degli Ebrei e pubblicamente, con la Bibbia alla mano, dimostrava che Gesù è il Messia promesso da Dio.
▲ Paolo nella città di Efeso
1Mentre Apollo si trovava a Corinto, Paolo attraversò le regioni montuose dell'Asia Minore e arrivò alla città di Efeso. Qui trovò alcuni discepoli 2e domandò loro:
- Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete diventati cristiani?
Gli risposero:
- Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo.
3Paolo domandò loro ancora:
- Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
- Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
4Allora Paolo spiegò loro:
- Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiar vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
5Dopo questa spiegazione i discepoli di Efeso si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù. 6Quindi Paolo stese le mani su loro, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Cominciarono a parlare in altre lingue e a profetizzare. 7Erano in tutto circa dodici uomini.
8Per tre mesi Paolo poté andare regolarmente nella sinagoga. Discuteva con franchezza del regno di Dio e cercava di convincere quelli che lo ascoltavano. 9C'erano però alcuni che si dimostravano ostinati e si rifiutavano di credere; anzi, in pubblico, parlavano male della fede cristiana. Allora Paolo li abbandonò e separò nettamente i cristiani dalla sinagoga. Ogni giorno si metteva a discutere nella scuola di un tale che si chiamava Tiranno. 10Così Paolo continuò per due anni: tutti gli abitanti dell'Asia Minore, Ebrei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
I figli di Sceva
11Dio intanto faceva miracoli straordinari per opera di Paolo. 12La gente prendeva fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con Paolo, li metteva sopra i malati e questi guarivano. Anche gli spiriti maligni uscivano dai malati. 13Allora alcuni Ebrei che andavano in giro a scacciare gli spiriti maligni dai malati pensarono di servirsi del nome del Signore Gesù nei loro scongiuri. Dicevano agli spiriti maligni: 'Nel nome di quel Gesù che Paolo predica, io vi comando di uscire da questi malati'.
14Così facevano, ad esempio, i sette figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei sacerdoti. 15Ma una volta lo spirito maligno rispose loro: 'Gesù lo conosco e Paolo so chi è! Ma voi, chi siete?'. 16Poi l'uomo posseduto dallo spirito maligno si scagliò contro di loro e li afferrò: li picchiò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e pieni di ferite.
17Tutti gli abitanti di Efeso, Ebrei e Greci, vennero a sapere questo fatto. Furono pieni di meraviglia e dicevano: 'Il Signore Gesù è grande!'. 18Molti di quelli che erano diventati cristiani venivano e riconoscevano davanti a tutti il male che avevano fatto. 19Altri che avevano praticato la magia portarono i loro libri e li bruciavano davanti a tutti. Il valore di quei libri, secondo i calcoli fatti, era di circa cinquantamila monete d'argento. 20Così la parola del Signore si diffondeva e si rafforzava sempre più.
La sommossa di Efeso
21Dopo questi fatti, Paolo decise di attraversare le province della Macedonia e della Grecia, e poi andare a Gerusalemme. Diceva: 'Prima vado a Gerusalemme, poi dovrò andare anche a Roma'. 22Per il momento, però, mandò nella provincia della Macedonia due suoi aiutanti, Timòteo ed Eràsto. Egli, invece, rimase ancora un po' di tempo in Asia.
23Durante questo periodo, nella città di Efeso ci fu un grande tumulto a causa di questo nuovo insegnamento. 24Un certo Demetrio, di professione orafo, fabbricava tempietti della dea Artèmide in argento: un mestiere che procurava agli artigiani un buon guadagno. 25Egli radunò gli orafi e tutti gli artigiani che facevano un mestiere del genere e disse loro: 'Cittadini, voi sapete che questo lavoro è la fonte del nostro benessere. 26Ma avete sentito dire che questo Paolo continua a ripetere che non sono divinità quelle che noi facciamo con le nostre mani. È così, ha convinto e portato fuori strada molta gente, non solo qui ad Efeso ma in quasi tutta l'Asia Minore. 27Dunque c'è il pericolo che il nostro mestiere vada in rovina. Ma c'è di più: nessuno si interessa più del tempio della grande dea Artèmide; la dea che l'Asia e il mondo intero adorano perderà la sua grandezza'.
28Sentendo questo discorso tutti si accesero di collera e si misero a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!'.
29La sommossa si estese a tutta la città. La gente corse in massa al teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco, nativi della Macedonia e compagni di viaggio di Paolo.
30Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i cristiani di Efeso non glielo permisero. 31Anche alcuni funzionari della provincia dell'Asia, amici di Paolo, gli mandarono a dire di non andare al teatro.
32Intanto, al teatro chi gridava una cosa chi un'altra. Nell'assemblea vi era una grande confusione e la maggior parte della gente non sapeva neppure per quale motivo era andata là.
33Alcuni della folla volevano far parlare un certo Alessandro che gli Ebrei avevano spinto avanti. Egli fece un segno con la mano per ottenere il silenzio e parlare alla folla. 34Ma appena si accorsero che era Ebreo, tutti cominciarono a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!', e gridarono in coro per quasi due ore.
35Alla fine il cancelliere della città riuscì a calmare la folla e disse: 'Cittadini di Efeso, tutti sanno che la nostra città custodisce il tempio della grande dea Artèmide e che la sua statua è stata a noi donata dal cielo! 36Nessuno al mondo può contestare questi fatti! State dunque calmi e non fate azioni imprudenti. 37Voi avete trascinato qui questi uomini, ma essi non hanno derubato il tempio e non hanno bestemmiato contro la nostra dea. 38Può darsi che Demetrio e i suoi colleghi di lavoro abbiano qualche diritto da rivendicare contro qualcuno, ma per questo ci sono i tribunali e i giudici. Vadano dunque in tribunale a esporre le loro accuse. 39Se invece avete qualche altra questione da discutere, si deciderà in una assemblea legalmente costituita. 40Per i fatti di oggi, c'è il pericolo di essere accusati di aver provocato disordini. Non c'è nessun motivo che possa giustificare questa riunione'.
41Con queste parole il cancelliere della città sciolse l'assemblea.
- Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete diventati cristiani?
Gli risposero:
- Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo.
3Paolo domandò loro ancora:
- Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
- Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
4Allora Paolo spiegò loro:
- Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiar vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
5Dopo questa spiegazione i discepoli di Efeso si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù. 6Quindi Paolo stese le mani su loro, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. Cominciarono a parlare in altre lingue e a profetizzare. 7Erano in tutto circa dodici uomini.
8Per tre mesi Paolo poté andare regolarmente nella sinagoga. Discuteva con franchezza del regno di Dio e cercava di convincere quelli che lo ascoltavano. 9C'erano però alcuni che si dimostravano ostinati e si rifiutavano di credere; anzi, in pubblico, parlavano male della fede cristiana. Allora Paolo li abbandonò e separò nettamente i cristiani dalla sinagoga. Ogni giorno si metteva a discutere nella scuola di un tale che si chiamava Tiranno. 10Così Paolo continuò per due anni: tutti gli abitanti dell'Asia Minore, Ebrei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
I figli di Sceva
11Dio intanto faceva miracoli straordinari per opera di Paolo. 12La gente prendeva fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con Paolo, li metteva sopra i malati e questi guarivano. Anche gli spiriti maligni uscivano dai malati. 13Allora alcuni Ebrei che andavano in giro a scacciare gli spiriti maligni dai malati pensarono di servirsi del nome del Signore Gesù nei loro scongiuri. Dicevano agli spiriti maligni: 'Nel nome di quel Gesù che Paolo predica, io vi comando di uscire da questi malati'.
14Così facevano, ad esempio, i sette figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei sacerdoti. 15Ma una volta lo spirito maligno rispose loro: 'Gesù lo conosco e Paolo so chi è! Ma voi, chi siete?'. 16Poi l'uomo posseduto dallo spirito maligno si scagliò contro di loro e li afferrò: li picchiò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e pieni di ferite.
17Tutti gli abitanti di Efeso, Ebrei e Greci, vennero a sapere questo fatto. Furono pieni di meraviglia e dicevano: 'Il Signore Gesù è grande!'. 18Molti di quelli che erano diventati cristiani venivano e riconoscevano davanti a tutti il male che avevano fatto. 19Altri che avevano praticato la magia portarono i loro libri e li bruciavano davanti a tutti. Il valore di quei libri, secondo i calcoli fatti, era di circa cinquantamila monete d'argento. 20Così la parola del Signore si diffondeva e si rafforzava sempre più.
La sommossa di Efeso
21Dopo questi fatti, Paolo decise di attraversare le province della Macedonia e della Grecia, e poi andare a Gerusalemme. Diceva: 'Prima vado a Gerusalemme, poi dovrò andare anche a Roma'. 22Per il momento, però, mandò nella provincia della Macedonia due suoi aiutanti, Timòteo ed Eràsto. Egli, invece, rimase ancora un po' di tempo in Asia.
23Durante questo periodo, nella città di Efeso ci fu un grande tumulto a causa di questo nuovo insegnamento. 24Un certo Demetrio, di professione orafo, fabbricava tempietti della dea Artèmide in argento: un mestiere che procurava agli artigiani un buon guadagno. 25Egli radunò gli orafi e tutti gli artigiani che facevano un mestiere del genere e disse loro: 'Cittadini, voi sapete che questo lavoro è la fonte del nostro benessere. 26Ma avete sentito dire che questo Paolo continua a ripetere che non sono divinità quelle che noi facciamo con le nostre mani. È così, ha convinto e portato fuori strada molta gente, non solo qui ad Efeso ma in quasi tutta l'Asia Minore. 27Dunque c'è il pericolo che il nostro mestiere vada in rovina. Ma c'è di più: nessuno si interessa più del tempio della grande dea Artèmide; la dea che l'Asia e il mondo intero adorano perderà la sua grandezza'.
28Sentendo questo discorso tutti si accesero di collera e si misero a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!'.
29La sommossa si estese a tutta la città. La gente corse in massa al teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco, nativi della Macedonia e compagni di viaggio di Paolo.
30Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i cristiani di Efeso non glielo permisero. 31Anche alcuni funzionari della provincia dell'Asia, amici di Paolo, gli mandarono a dire di non andare al teatro.
32Intanto, al teatro chi gridava una cosa chi un'altra. Nell'assemblea vi era una grande confusione e la maggior parte della gente non sapeva neppure per quale motivo era andata là.
33Alcuni della folla volevano far parlare un certo Alessandro che gli Ebrei avevano spinto avanti. Egli fece un segno con la mano per ottenere il silenzio e parlare alla folla. 34Ma appena si accorsero che era Ebreo, tutti cominciarono a gridare: 'Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!', e gridarono in coro per quasi due ore.
35Alla fine il cancelliere della città riuscì a calmare la folla e disse: 'Cittadini di Efeso, tutti sanno che la nostra città custodisce il tempio della grande dea Artèmide e che la sua statua è stata a noi donata dal cielo! 36Nessuno al mondo può contestare questi fatti! State dunque calmi e non fate azioni imprudenti. 37Voi avete trascinato qui questi uomini, ma essi non hanno derubato il tempio e non hanno bestemmiato contro la nostra dea. 38Può darsi che Demetrio e i suoi colleghi di lavoro abbiano qualche diritto da rivendicare contro qualcuno, ma per questo ci sono i tribunali e i giudici. Vadano dunque in tribunale a esporre le loro accuse. 39Se invece avete qualche altra questione da discutere, si deciderà in una assemblea legalmente costituita. 40Per i fatti di oggi, c'è il pericolo di essere accusati di aver provocato disordini. Non c'è nessun motivo che possa giustificare questa riunione'.
41Con queste parole il cancelliere della città sciolse l'assemblea.
▲ Paolo va in Macedonia e in Grecia
1Quando la sommossa finì, Paolo radunò i cristiani e li incoraggiò a continuare; quindi li salutò e partì verso la provincia della Macedonia. 2Mentre l'attraversava, Paolo esortava continuamente i fedeli con molti discorsi. Finalmente arrivò in Grecia 3e vi rimase tre mesi.
Mentre stava partendo per la Siria, venne a sapere che alcuni Ebrei avevano preparato un complotto contro di lui. Allora decise di fare il viaggio di ritorno passando di nuovo per la Macedonia. 4Lo accompagnavano Sòpatro, figlio di Pirro, abitante nella città di Berèa, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, Tìchico e Tròfimo della provincia dell'Asia. 5Questi però partirono prima di noi e ci aspettarono a Tròade. 6Noi invece lasciammo Filippi dopo le feste pasquali. Con cinque giorni di viaggio li raggiungemmo a Tròade. Qui restammo per una settimana.
Paolo visita i cristiani di Tròade
7Il primo giorno della settimana ci riunimmo per la celebrazione della Cena del Signore, e Paolo rimase a parlare con i discepoli. Siccome il giorno dopo doveva partire, continuò a parlare fino a mezzanotte.
8La stanza dove c'eravamo riuniti si trovava al piano superiore della casa ed era molto illuminata. 9Mentre Paolo continuava a parlare, un ragazzo di nome Éutico, che si era seduto sul davanzale della finestra, si addormentò. A un certo punto cadde giù dal terzo piano e fu raccolto morto. 10Paolo allora scese, si piegò su di lui, lo prese nelle sue braccia e disse: 'Calma e coraggio. Éutico è vivo!'. 11Poi risalì nella sala, spezzò il pane e lo mangiò con gli altri. Parlò ancora a lungo e quando spuntò il sole partì. 12Intanto quel ragazzo era stato portato a casa sano e salvo, con gran sollievo di tutti.
Paolo in viaggio da Tròade a Milèto
13Noi eravamo partiti per primi, con la nave, ed eravamo andati verso la città di Asso. Qui dovevamo prendere a bordo Paolo. Era stato lui a decidere così, perché voleva fare il viaggio a piedi. 14Quando ci raggiunse ad Asso, Paolo salì a bordo con noi e arrivammo nella città di Mitilène.
15Il giorno dopo partimmo da Mitilène e arrivammo di fronte a Chio. Con un altro giorno di viaggio arrivammo nella città di Samo, e il giorno dopo giungemmo a Milèto. 16Paolo infatti aveva deciso di non fermarsi ad Efeso, per non trattenersi troppo a lungo in Asia. Aveva fretta di arrivare a Gerusalemme, possibilmente per il giorno di Pentecoste.
Paolo parla ai responsabili della chiesa di Efeso
17Trovandosi a Milèto, Paolo fece venire da Efeso i responsabili di quella comunità. 18Quando arrivarono, Paolo disse loro: 'Voi sapete come io mi sono comportato con voi per tutto questo tempo: dal primo giorno che arrivai in Asia fino a oggi. 19Ho lavorato per il Signore con profonda umiltà. Ho sofferto e ho anche pianto. Ho dovuto subire le insidie dei capi ebrei a rischio della vita. 20Voi sapete che non ho mai trascurato quello che poteva esservi utile: non ho mai cessato di predicare e di istruirvi sia in pubblico che nelle vostre case. 21A tutti, Ebrei e Greci, ho raccomandato con insistenza di cambiar vita, di tornare a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù.
22'Ed ora, ecco: io devo andare a Gerusalemme senza sapere quel che mi accadrà. È lo Spirito Santo che mi costringe. 23Durante tutto questo viaggio lo Spirito Santo mi sta dicendo che mi aspettano catene e tribolazioni. 24Tuttavia, quel che più mi importa non è la mia vita, ma portare a termine la mia corsa e la missione che il Signore Gesù mi ha affidato: annunziare a tutti che Dio ama gli uomini.
25'Ecco: io sono passato in mezzo a voi annunziando il regno di Dio; ora so che voi tutti non vedrete più il mio volto. 26Per questo, oggi, vi dichiaro solennemente che se qualcuno di voi non accoglie il Signore, io non ne ho colpa. 27Io infatti non ho mai trascurato di annunziarvi tutta la volontà di Dio. 28Badate a voi stessi e abbiate cura di tutti i fedeli: lo Spirito Santo ve li ha affidati e vi ha fatto essere loro pastori. Dio si è acquistata la chiesa con la morte del Figlio suo, e ora tocca a voi guidarla come pastori.
29'Io so che, quando sarò partito, altri verranno fra voi e si comporteranno come lupi rapaci. Essi faranno del male al gregge. 30Perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse e cercheranno di tirarsi dietro altri credenti. 31 Perciò state bene attenti, e ricordate che per tre anni, notte e giorno, non ho mai smesso di esortare ciascuno di voi anche con le lacrime.
32'Ed ora, ecco: io vi affido a Dio e alla parola che annunzia il suo amore. Egli ha il potere di farvi crescere nella fede, e di dare a voi quanto ha promesso a quelli che gli appartengono. 33Io non ho desiderato né argento né oro, né i vestiti di nessuno. 34Voi sapete bene che alle necessità mie e di quelli che erano con me ho provveduto con il lavoro di queste mie mani. 35Vi ho sempre mostrato che è necessario lavorare per soccorrere i deboli, ricordandoci di quello che disse il Signore Gesù: 'C'è più gioia nel dare che nel ricevere''.
36Quando ebbe finito di parlare, Paolo si inginocchiò con i responsabili della chiesa di Efeso, e insieme si misero a pregare. 37Piangevano tutti, si gettavano al collo di Paolo e lo abbracciavano. 38Erano molto tristi, specialmente per quello che Paolo aveva detto: 'Voi non mi vedrete più'. Poi lo accompagnarono fino alla nave.
Mentre stava partendo per la Siria, venne a sapere che alcuni Ebrei avevano preparato un complotto contro di lui. Allora decise di fare il viaggio di ritorno passando di nuovo per la Macedonia. 4Lo accompagnavano Sòpatro, figlio di Pirro, abitante nella città di Berèa, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, Tìchico e Tròfimo della provincia dell'Asia. 5Questi però partirono prima di noi e ci aspettarono a Tròade. 6Noi invece lasciammo Filippi dopo le feste pasquali. Con cinque giorni di viaggio li raggiungemmo a Tròade. Qui restammo per una settimana.
Paolo visita i cristiani di Tròade
7Il primo giorno della settimana ci riunimmo per la celebrazione della Cena del Signore, e Paolo rimase a parlare con i discepoli. Siccome il giorno dopo doveva partire, continuò a parlare fino a mezzanotte.
8La stanza dove c'eravamo riuniti si trovava al piano superiore della casa ed era molto illuminata. 9Mentre Paolo continuava a parlare, un ragazzo di nome Éutico, che si era seduto sul davanzale della finestra, si addormentò. A un certo punto cadde giù dal terzo piano e fu raccolto morto. 10Paolo allora scese, si piegò su di lui, lo prese nelle sue braccia e disse: 'Calma e coraggio. Éutico è vivo!'. 11Poi risalì nella sala, spezzò il pane e lo mangiò con gli altri. Parlò ancora a lungo e quando spuntò il sole partì. 12Intanto quel ragazzo era stato portato a casa sano e salvo, con gran sollievo di tutti.
Paolo in viaggio da Tròade a Milèto
13Noi eravamo partiti per primi, con la nave, ed eravamo andati verso la città di Asso. Qui dovevamo prendere a bordo Paolo. Era stato lui a decidere così, perché voleva fare il viaggio a piedi. 14Quando ci raggiunse ad Asso, Paolo salì a bordo con noi e arrivammo nella città di Mitilène.
15Il giorno dopo partimmo da Mitilène e arrivammo di fronte a Chio. Con un altro giorno di viaggio arrivammo nella città di Samo, e il giorno dopo giungemmo a Milèto. 16Paolo infatti aveva deciso di non fermarsi ad Efeso, per non trattenersi troppo a lungo in Asia. Aveva fretta di arrivare a Gerusalemme, possibilmente per il giorno di Pentecoste.
Paolo parla ai responsabili della chiesa di Efeso
17Trovandosi a Milèto, Paolo fece venire da Efeso i responsabili di quella comunità. 18Quando arrivarono, Paolo disse loro: 'Voi sapete come io mi sono comportato con voi per tutto questo tempo: dal primo giorno che arrivai in Asia fino a oggi. 19Ho lavorato per il Signore con profonda umiltà. Ho sofferto e ho anche pianto. Ho dovuto subire le insidie dei capi ebrei a rischio della vita. 20Voi sapete che non ho mai trascurato quello che poteva esservi utile: non ho mai cessato di predicare e di istruirvi sia in pubblico che nelle vostre case. 21A tutti, Ebrei e Greci, ho raccomandato con insistenza di cambiar vita, di tornare a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù.
22'Ed ora, ecco: io devo andare a Gerusalemme senza sapere quel che mi accadrà. È lo Spirito Santo che mi costringe. 23Durante tutto questo viaggio lo Spirito Santo mi sta dicendo che mi aspettano catene e tribolazioni. 24Tuttavia, quel che più mi importa non è la mia vita, ma portare a termine la mia corsa e la missione che il Signore Gesù mi ha affidato: annunziare a tutti che Dio ama gli uomini.
25'Ecco: io sono passato in mezzo a voi annunziando il regno di Dio; ora so che voi tutti non vedrete più il mio volto. 26Per questo, oggi, vi dichiaro solennemente che se qualcuno di voi non accoglie il Signore, io non ne ho colpa. 27Io infatti non ho mai trascurato di annunziarvi tutta la volontà di Dio. 28Badate a voi stessi e abbiate cura di tutti i fedeli: lo Spirito Santo ve li ha affidati e vi ha fatto essere loro pastori. Dio si è acquistata la chiesa con la morte del Figlio suo, e ora tocca a voi guidarla come pastori.
29'Io so che, quando sarò partito, altri verranno fra voi e si comporteranno come lupi rapaci. Essi faranno del male al gregge. 30Perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse e cercheranno di tirarsi dietro altri credenti. 31 Perciò state bene attenti, e ricordate che per tre anni, notte e giorno, non ho mai smesso di esortare ciascuno di voi anche con le lacrime.
32'Ed ora, ecco: io vi affido a Dio e alla parola che annunzia il suo amore. Egli ha il potere di farvi crescere nella fede, e di dare a voi quanto ha promesso a quelli che gli appartengono. 33Io non ho desiderato né argento né oro, né i vestiti di nessuno. 34Voi sapete bene che alle necessità mie e di quelli che erano con me ho provveduto con il lavoro di queste mie mani. 35Vi ho sempre mostrato che è necessario lavorare per soccorrere i deboli, ricordandoci di quello che disse il Signore Gesù: 'C'è più gioia nel dare che nel ricevere''.
36Quando ebbe finito di parlare, Paolo si inginocchiò con i responsabili della chiesa di Efeso, e insieme si misero a pregare. 37Piangevano tutti, si gettavano al collo di Paolo e lo abbracciavano. 38Erano molto tristi, specialmente per quello che Paolo aveva detto: 'Voi non mi vedrete più'. Poi lo accompagnarono fino alla nave.
▲ Paolo in viaggio verso Gerusalemme
1Venne poi il momento di separarci da loro e partimmo con la nave. Andammo direttamente fino a Cos; il giorno dopo a Rodi e infine a Pàtara. 2Qui trovammo una nave che faceva la traversata verso la Fenicia: vi salimmo e prendemmo il largo. 3Giunti in vista dell'isola di Cipro, la lasciammo sulla sinistra e puntammo verso la regione della Siria. Quindi arrivammo nella città di Tiro, dove si doveva lasciare a terra il carico della nave.
4Visitammo i discepoli di questa città e restammo con loro una settimana. Per suggerimento dello Spirito, essi dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme. 5Ma quando furono passati quei giorni partimmo. Tutta la comunità, comprese le donne e i bambini, ci accompagnò, finché arrivammo fuori città. Qui ci mettemmo in ginocchio sulla spiaggia a pregare. 6Poi ci salutammo a vicenda: noi salimmo sulla nave, ed essi ritornarono alle loro case.
7Dalla città di Tiro andammo a Tolemàide, e così si concluse il nostro viaggio per mare. Andammo a salutare i cristiani della città di Tolemàide, restando con loro un giorno. 8Il giorno dopo partimmo di nuovo per raggiungere Cesarèa. Là ci ospitò l'evangelista Filippo 9che era uno dei sette diaconi. Egli aveva quattro figlie non sposate, che avevano il dono della profezia.
10Eravamo a Cesarèa da parecchi giorni, quando giunse nella regione della Giudea un certo Agabo, profeta. 11Egli venne a farci visita. A un certo punto, prese la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani, poi disse: 'Ecco che cosa dice lo Spirito Santo: l'uomo al quale appartiene questa cintura sarà legato in questa maniera dagli Ebrei a Gerusalemme e sarà consegnato in mano ai pagani'.
12Sentendo queste parole, noi e gli altri presenti pregammo Paolo di non andare a Gerusalemme. 13Ma Paolo ci rispose; 'Perché piangete e cercate di togliermi il coraggio? Io sono pronto ad affrontare in Gerusalemme non solo la prigione ma anche la morte per amore del Signore Gesù'.
14Visto che Paolo non si lasciava convincere, noi, rassegnati, dicemmo: 'Sia fatta la volontà del Signore'.
15Alcuni giorni più tardi, ci preparammo per il viaggio e si partì per Gerusalemme. 16Vennero con noi anche alcuni cristiani di Cesarèa: essi ci condussero da un certo Mnasòne, presso il quale trovammo alloggio. Egli era nativo di Cipro, ed era stato uno dei primi a diventare cristiano.
Paolo va a far visita a Giacomo
17Appena arrivati a Gerusalemme, i cristiani ci accolsero con gioia. 18Il giorno dopo, Paolo venne con noi da Giacomo, e trovammo uniti tutti i responsabili della comunità. 19Paolo li salutò e poi riferì loro, ad una ad una, tutte le cose che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del servizio da lui svolto. 20I responsabili lo ascoltarono e ringraziarono Dio.
Poi dissero a Paolo: 'Tu vedi, fratello, quante migliaia di Ebrei sono diventati cristiani e tu sai che tutti sono rimasti molto attaccati alla legge di Mosè. 21Ebbene, essi hanno sentito dire che tu insegni a tutti gli Ebrei che vivono tra i pagani di abbandonare la legge di Mosè, dici di non circoncidere più i figli e di non seguire più le tradizioni ebraiche. 22Ora che cosa accadrà, quando gli Ebrei di questa città verranno a sapere che sei arrivato?
23'Fa' quello che ti suggeriamo: ci sono tra di noi quattro uomini che hanno fatto il voto di non bere vino e di non tagliarsi i capelli per un po' di tempo. 24Va' al Tempio con loro e partecipa anche tu alla cerimonia della purificazione. Poi paga per loro le spese per i sacrifici che sciolgono dal voto. Così tutti capiranno che non c'è nulla di vero nelle informazioni ricevute riguardo a te, e che tu invece vivi in modo conforme alla legge di Mosè.
25'Ai pagani che sono diventati cristiani noi abbiamo fatto conoscere per lettera le nostre decisioni: essi non devono mangiare la carne di animali sacrificati agli idoli; non devono mangiare il sangue o la carne di animali morti per soffocamento; infine devono astenersi dai disordini sessuali'.
26Paolo prese con sé quei quattro uomini e con loro, il giorno seguente, partecipò al rito della purificazione. Poi entrò nel Tempio per far sapere ai sacerdoti quando scadeva il loro voto: per quel giorno infatti ciascuno di loro doveva offrire il sacrificio.
Paolo arrestato nel Tempio
27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando gli Ebrei della provincia dell'Asia videro Paolo nel Tempio. Eccitarono la folla contro di lui e riuscirono a prenderlo. 28Gridavano: 'Uomini d'Israele, venite ad aiutarci! Questo è l'uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo d'Israele, contro la legge di Mosè e contro il tempio di Dio. Adesso, per di più, ha fatto entrare alcuni non Ebrei nel Tempio e così ha profanato questo luogo santo'. 29Poco prima infatti essi avevano visto Paolo in giro per la città in compagnia di Tròfimo, nativo di Efeso, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel Tempio.
30Allora in tutta la città ci fu grande agitazione e il popolo accorse da ogni parte. Presero Paolo e lo trascinarono fuori del Tempio. Poi chiusero subito le porte del Tempio. 31La gente stava cercando di ucciderlo, ma qualcuno salì in fretta dal comandante romano e gli disse: 'Tutta Gerusalemme è in agitazione'. 32Subito il comandante prese con sé alcuni soldati e ufficiali e si precipitò verso la folla. Vedendo il comandante e i soldati, gli Ebrei smisero di picchiare Paolo.
33Allora il comandante si avvicinò, e arrestò Paolo e lo fece legare con due catene. Intanto chiedeva alla gente: 'Chi è costui? Che cosa ha fatto?'.
34Ma in mezzo alla folla c'era chi gridava una cosa, chi un'altra. Non potendo conoscere con sicurezza quel che era accaduto, a causa della confusione, il comandante ordinò di condurre Paolo nella fortezza. 35Quando arrivarono ai gradini della fortezza, la folla premeva con tale violenza che i soldati dovettero prendere Paolo sulle spalle. 36Una gran massa di popolo infatti veniva dietro e gridava: 'A morte!'.
Paolo si difende di fronte agli Ebrei di Gerusalemme
37Mentre lo portavano nella fortezza, Paolo disse al comandante dei soldati:
- Posso dirti una cosa?
Il comandante allora gli disse:
- Come, tu sai parlare in greco? 38Non sei tu, dunque, quell'Egiziano che recentemente ha provocato una rivolta e ha condotto nel deserto quattromila briganti?
39Paolo rispose:
- Io sono un Ebreo nato a Tarso, una città abbastanza importante della Cilicia. Ti prego, permettimi di parlare al popolo.
40Il comandante acconsentì. Allora Paolo in piedi, dall'alto della scala, con un cenno della mano invitò la folla a tacere. Ottenuto il silenzio Paolo cominciò a parlare loro in ebraico così:
4Visitammo i discepoli di questa città e restammo con loro una settimana. Per suggerimento dello Spirito, essi dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme. 5Ma quando furono passati quei giorni partimmo. Tutta la comunità, comprese le donne e i bambini, ci accompagnò, finché arrivammo fuori città. Qui ci mettemmo in ginocchio sulla spiaggia a pregare. 6Poi ci salutammo a vicenda: noi salimmo sulla nave, ed essi ritornarono alle loro case.
7Dalla città di Tiro andammo a Tolemàide, e così si concluse il nostro viaggio per mare. Andammo a salutare i cristiani della città di Tolemàide, restando con loro un giorno. 8Il giorno dopo partimmo di nuovo per raggiungere Cesarèa. Là ci ospitò l'evangelista Filippo 9che era uno dei sette diaconi. Egli aveva quattro figlie non sposate, che avevano il dono della profezia.
10Eravamo a Cesarèa da parecchi giorni, quando giunse nella regione della Giudea un certo Agabo, profeta. 11Egli venne a farci visita. A un certo punto, prese la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani, poi disse: 'Ecco che cosa dice lo Spirito Santo: l'uomo al quale appartiene questa cintura sarà legato in questa maniera dagli Ebrei a Gerusalemme e sarà consegnato in mano ai pagani'.
12Sentendo queste parole, noi e gli altri presenti pregammo Paolo di non andare a Gerusalemme. 13Ma Paolo ci rispose; 'Perché piangete e cercate di togliermi il coraggio? Io sono pronto ad affrontare in Gerusalemme non solo la prigione ma anche la morte per amore del Signore Gesù'.
14Visto che Paolo non si lasciava convincere, noi, rassegnati, dicemmo: 'Sia fatta la volontà del Signore'.
15Alcuni giorni più tardi, ci preparammo per il viaggio e si partì per Gerusalemme. 16Vennero con noi anche alcuni cristiani di Cesarèa: essi ci condussero da un certo Mnasòne, presso il quale trovammo alloggio. Egli era nativo di Cipro, ed era stato uno dei primi a diventare cristiano.
Paolo va a far visita a Giacomo
17Appena arrivati a Gerusalemme, i cristiani ci accolsero con gioia. 18Il giorno dopo, Paolo venne con noi da Giacomo, e trovammo uniti tutti i responsabili della comunità. 19Paolo li salutò e poi riferì loro, ad una ad una, tutte le cose che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del servizio da lui svolto. 20I responsabili lo ascoltarono e ringraziarono Dio.
Poi dissero a Paolo: 'Tu vedi, fratello, quante migliaia di Ebrei sono diventati cristiani e tu sai che tutti sono rimasti molto attaccati alla legge di Mosè. 21Ebbene, essi hanno sentito dire che tu insegni a tutti gli Ebrei che vivono tra i pagani di abbandonare la legge di Mosè, dici di non circoncidere più i figli e di non seguire più le tradizioni ebraiche. 22Ora che cosa accadrà, quando gli Ebrei di questa città verranno a sapere che sei arrivato?
23'Fa' quello che ti suggeriamo: ci sono tra di noi quattro uomini che hanno fatto il voto di non bere vino e di non tagliarsi i capelli per un po' di tempo. 24Va' al Tempio con loro e partecipa anche tu alla cerimonia della purificazione. Poi paga per loro le spese per i sacrifici che sciolgono dal voto. Così tutti capiranno che non c'è nulla di vero nelle informazioni ricevute riguardo a te, e che tu invece vivi in modo conforme alla legge di Mosè.
25'Ai pagani che sono diventati cristiani noi abbiamo fatto conoscere per lettera le nostre decisioni: essi non devono mangiare la carne di animali sacrificati agli idoli; non devono mangiare il sangue o la carne di animali morti per soffocamento; infine devono astenersi dai disordini sessuali'.
26Paolo prese con sé quei quattro uomini e con loro, il giorno seguente, partecipò al rito della purificazione. Poi entrò nel Tempio per far sapere ai sacerdoti quando scadeva il loro voto: per quel giorno infatti ciascuno di loro doveva offrire il sacrificio.
Paolo arrestato nel Tempio
27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando gli Ebrei della provincia dell'Asia videro Paolo nel Tempio. Eccitarono la folla contro di lui e riuscirono a prenderlo. 28Gridavano: 'Uomini d'Israele, venite ad aiutarci! Questo è l'uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo d'Israele, contro la legge di Mosè e contro il tempio di Dio. Adesso, per di più, ha fatto entrare alcuni non Ebrei nel Tempio e così ha profanato questo luogo santo'. 29Poco prima infatti essi avevano visto Paolo in giro per la città in compagnia di Tròfimo, nativo di Efeso, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel Tempio.
30Allora in tutta la città ci fu grande agitazione e il popolo accorse da ogni parte. Presero Paolo e lo trascinarono fuori del Tempio. Poi chiusero subito le porte del Tempio. 31La gente stava cercando di ucciderlo, ma qualcuno salì in fretta dal comandante romano e gli disse: 'Tutta Gerusalemme è in agitazione'. 32Subito il comandante prese con sé alcuni soldati e ufficiali e si precipitò verso la folla. Vedendo il comandante e i soldati, gli Ebrei smisero di picchiare Paolo.
33Allora il comandante si avvicinò, e arrestò Paolo e lo fece legare con due catene. Intanto chiedeva alla gente: 'Chi è costui? Che cosa ha fatto?'.
34Ma in mezzo alla folla c'era chi gridava una cosa, chi un'altra. Non potendo conoscere con sicurezza quel che era accaduto, a causa della confusione, il comandante ordinò di condurre Paolo nella fortezza. 35Quando arrivarono ai gradini della fortezza, la folla premeva con tale violenza che i soldati dovettero prendere Paolo sulle spalle. 36Una gran massa di popolo infatti veniva dietro e gridava: 'A morte!'.
Paolo si difende di fronte agli Ebrei di Gerusalemme
37Mentre lo portavano nella fortezza, Paolo disse al comandante dei soldati:
- Posso dirti una cosa?
Il comandante allora gli disse:
- Come, tu sai parlare in greco? 38Non sei tu, dunque, quell'Egiziano che recentemente ha provocato una rivolta e ha condotto nel deserto quattromila briganti?
39Paolo rispose:
- Io sono un Ebreo nato a Tarso, una città abbastanza importante della Cilicia. Ti prego, permettimi di parlare al popolo.
40Il comandante acconsentì. Allora Paolo in piedi, dall'alto della scala, con un cenno della mano invitò la folla a tacere. Ottenuto il silenzio Paolo cominciò a parlare loro in ebraico così:
▲ 1'Fratelli e padri, ascoltate quello che sto per dirvi in mia difesa'. 2Quando sentirono che parlava in ebraico, fecero più silenzio di prima. Paolo continuò: 3'Io sono ebreo. Sono nato a Tarso, città della Cilicia, e sono cresciuto a Gerusalemme. Gamalièle è stato il mio maestro e mi ha insegnato a osservare scrupolosamente la Legge dei nostri padri. Sono sempre rimasto fedele a Dio, come lo siete voi oggi. 4Ho perseguitato a morte quelli che seguono questa nuova dottrina. Ho arrestato e gettato in prigione uomini e donne cristiani. 5Anche il sommo sacerdote e tutti i capi del popolo possono testimoniare che dico il vero: da loro infatti ho avuto una lettera da portare agli Ebrei di Damasco. Allora partii, con l'intenzione di arrestare e condurre a Gerusalemme anche i cristiani di Damasco per farli punire.
6'Ma durante il viaggio, verso mezzogiorno, prima di entrare nella città di Damasco, all'improvviso dal cielo venne una gran luce. 7Caddi a terra, e sentii una voce che mi diceva:
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
8'Allora io domandai:
- Chi sei, o Signore?
'E quella voce disse:
- Io sono Gesù di Nàzaret, quello che tu stai perseguitando.
9'Anche i miei compagni di viaggio videro la luce, ma la voce che mi parlava non la sentirono.
10'Allora io chiesi:
- Che cosa devo fare, Signore?
'E il Signore mi rispose:
- Àlzati, entra in Damasco: là qualcuno ti dirà quello che Dio vuole da te.
11'La luce era così forte che io non ci vedevo più. Allora i miei compagni di viaggio mi presero per mano e così giunsi a Damasco.
12'In quella città abitava un certo Ananìa, un uomo molto religioso, che ubbidiva alla legge di Mosè. Tutti gli Ebrei di Damasco lo stimavano molto. 13Egli venne a trovarmi, si avvicinò e mi disse: 'Saulo, fratello mio, guardami!'. In quello stesso istante io ricuperai la vista e lo vidi.
14'Ananìa allora mi disse: 'Il Dio dei nostri padri ti ha scelto perché tu conosca la sua volontà, perché tu veda Cristo, il Giusto, e ascolti direttamente la sua voce. 15Tu infatti diventerai suo testimone per annunziare a tutti gli uomini quello che hai visto e udito. 16Dunque, perché aspetti? Àlzati e fatti battezzare! Invoca il nome del Signore e sarai liberato dai tuoi peccati'.
17'Allora ritornai a Gerusalemme, e mentre pregavo nel Tempio ebbi una visione. 18Vidi il Signore che mi disse:
- Svelto, lascia subito Gerusalemme perché i suoi abitanti non ascolteranno la tua testimonianza su di me.
19'Ma io risposi:
- Signore, tutti sanno che io andavo nelle sinagoghe per imprigionare e far frustare quelli che credono in te. 20E quando fu ucciso Stefano, tuo testimone, ero presente anch'io. Approvavo quelli che lo uccidevano e custodivo i loro mantelli.
21'Ma il Signore mi disse:
- Va'! Io ti manderò lontano tra gente straniera'.
Paolo nella fortezza Antonia
22Fino a questo punto lo ascoltarono, ma poi cominciarono a gridare: 'A morte quest'uomo! Non è degno di vivere su questa terra'. 23La folla urlava, si stracciava le vesti e faceva un gran polverone. 24Allora il comandante dei soldati ordinò di condurre Paolo nella fortezza, di frustarlo a sangue e d'interrogarlo. Sperava in tal modo di poter sapere perché gli Ebrei erano così infuriati contro Paolo.
25Appena fu legato, pronto per essere frustato, Paolo disse all'ufficiale che gli stava vicino:
- Potete voi frustare un cittadino romano senza fargli prima il processo?
26L'ufficiale corse subito a informare il comandante. Gli disse:
- Che cosa stai facendo? Quell'uomo è un cittadino romano!
27Allora il comandante venne da Paolo e gli chiese:
- Dimmi un po': sei davvero cittadino romano?
Paolo rispose:
- Sì.
28Il comandante disse ancora:
- Per poter essere cittadino romano, io ho dovuto pagare una grossa somma di denaro.
- Io invece - disse Paolo - sono cittadino fin dalla nascita.
29Subito quelli che stavano per frustarlo si allontanarono da lui. Anche il comandante ebbe paura, perché aveva fatto incarcerare Paolo senza sapere che egli era cittadino romano.
Paolo davanti al tribunale ebraico
30Ma il comandante romano voleva sapere con esattezza perché gli Ebrei accusavano Paolo. Perciò il giorno dopo gli fece togliere le catene e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutti i membri del tribunale ebraico di radunarsi. Poi fece venire Paolo davanti a loro.
- Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
8'Allora io domandai:
- Chi sei, o Signore?
'E quella voce disse:
- Io sono Gesù di Nàzaret, quello che tu stai perseguitando.
9'Anche i miei compagni di viaggio videro la luce, ma la voce che mi parlava non la sentirono.
10'Allora io chiesi:
- Che cosa devo fare, Signore?
'E il Signore mi rispose:
- Àlzati, entra in Damasco: là qualcuno ti dirà quello che Dio vuole da te.
11'La luce era così forte che io non ci vedevo più. Allora i miei compagni di viaggio mi presero per mano e così giunsi a Damasco.
12'In quella città abitava un certo Ananìa, un uomo molto religioso, che ubbidiva alla legge di Mosè. Tutti gli Ebrei di Damasco lo stimavano molto. 13Egli venne a trovarmi, si avvicinò e mi disse: 'Saulo, fratello mio, guardami!'. In quello stesso istante io ricuperai la vista e lo vidi.
14'Ananìa allora mi disse: 'Il Dio dei nostri padri ti ha scelto perché tu conosca la sua volontà, perché tu veda Cristo, il Giusto, e ascolti direttamente la sua voce. 15Tu infatti diventerai suo testimone per annunziare a tutti gli uomini quello che hai visto e udito. 16Dunque, perché aspetti? Àlzati e fatti battezzare! Invoca il nome del Signore e sarai liberato dai tuoi peccati'.
17'Allora ritornai a Gerusalemme, e mentre pregavo nel Tempio ebbi una visione. 18Vidi il Signore che mi disse:
- Svelto, lascia subito Gerusalemme perché i suoi abitanti non ascolteranno la tua testimonianza su di me.
19'Ma io risposi:
- Signore, tutti sanno che io andavo nelle sinagoghe per imprigionare e far frustare quelli che credono in te. 20E quando fu ucciso Stefano, tuo testimone, ero presente anch'io. Approvavo quelli che lo uccidevano e custodivo i loro mantelli.
21'Ma il Signore mi disse:
- Va'! Io ti manderò lontano tra gente straniera'.
Paolo nella fortezza Antonia
22Fino a questo punto lo ascoltarono, ma poi cominciarono a gridare: 'A morte quest'uomo! Non è degno di vivere su questa terra'. 23La folla urlava, si stracciava le vesti e faceva un gran polverone. 24Allora il comandante dei soldati ordinò di condurre Paolo nella fortezza, di frustarlo a sangue e d'interrogarlo. Sperava in tal modo di poter sapere perché gli Ebrei erano così infuriati contro Paolo.
25Appena fu legato, pronto per essere frustato, Paolo disse all'ufficiale che gli stava vicino:
- Potete voi frustare un cittadino romano senza fargli prima il processo?
26L'ufficiale corse subito a informare il comandante. Gli disse:
- Che cosa stai facendo? Quell'uomo è un cittadino romano!
27Allora il comandante venne da Paolo e gli chiese:
- Dimmi un po': sei davvero cittadino romano?
Paolo rispose:
- Sì.
28Il comandante disse ancora:
- Per poter essere cittadino romano, io ho dovuto pagare una grossa somma di denaro.
- Io invece - disse Paolo - sono cittadino fin dalla nascita.
29Subito quelli che stavano per frustarlo si allontanarono da lui. Anche il comandante ebbe paura, perché aveva fatto incarcerare Paolo senza sapere che egli era cittadino romano.
Paolo davanti al tribunale ebraico
30Ma il comandante romano voleva sapere con esattezza perché gli Ebrei accusavano Paolo. Perciò il giorno dopo gli fece togliere le catene e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutti i membri del tribunale ebraico di radunarsi. Poi fece venire Paolo davanti a loro.
▲ 1Paolo fissò lo sguardo su di loro e disse: 'Fratelli, fino ad oggi io ho servito Dio, e la mia coscienza è perfettamente tranquilla'. 2Il sommo sacerdote Ananìa comandò a quelli che stavano vicino a Paolo di colpirlo sulla bocca. 3Paolo allora disse: 'Dio colpirà te, specie di muro imbiancato. Proprio tu che siedi lì per giudicarmi secondo la legge, contro la legge comandi di percuotermi?'.
4I presenti fecero notare a Paolo:
- Ma tu stai insultando il sommo sacerdote di Dio!
Allora Paolo disse:
- Fratelli, io non sapevo che egli fosse il sommo sacerdote. Infatti nella Bibbia sta scritto: Non maledire il capo del tuo popolo.
6Paolo sapeva che i membri del tribunale ebraico erano di idee diverse: alcuni erano sadducei e altri farisei. Perciò esclamò dinanzi a loro: 'Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei e mi vogliono condannare perché spero nella risurrezione dei morti'.
7Queste parole di Paolo fecero scoppiare un contrasto tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si trovò divisa. 8I sadducei infatti dicono che i morti non risorgono e che non esistono né angeli né spiriti. I farisei invece credono a tutte queste cose. 9Ci fu dunque una grande confusione. Poi alcuni maestri della Legge appartenenti al partito dei farisei si alzarono e protestarono: 'Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo. Non potrebbe darsi che uno spirito o un angelo gli abbia parlato?'.
10A questo punto il contrasto si fece tanto forte che il comandante ordinò ai soldati di scendere nell'assemblea per portare via Paolo e ricondurlo in fortezza. Temeva infatti che Paolo venisse fatto a pezzi.
11La notte seguente il Signore apparve a Paolo e gli disse: 'Coraggio! Tu sei stato mio testimone a Gerusalemme: dovrai essere mio testimone anche a Roma'.
Alcuni Ebrei cercano di uccidere Paolo
12La mattina dopo, alcuni Ebrei si riunirono per organizzare una congiura contro Paolo, e giurarono di non toccare né cibo né bevanda fino a quando non lo avessero ucciso. 13Quelli che avevano partecipato a questa congiura erano più di quaranta.
14Essi andarono dai capi dei sacerdoti e dai capi del popolo e dissero: 'Noi ci siamo impegnati con solenne giuramento a non mangiare nulla finché non avremo ucciso Paolo. 15Voi dunque, d'accordo con il tribunale ebraico, dite al comandante di portarvi qui Paolo. Il pretesto potrebbe essere questo: che voi volete esaminare un po' meglio il suo caso. Noi intanto ci terremo pronti a ucciderlo prima che egli arrivi qui'.
16Ma un nipote di Paolo venne a sapere qualcosa di questa congiura. Perciò andò alla fortezza, entrò e informò Paolo. 17Allora Paolo chiamò uno degli ufficiali e gli disse:
- Accompagna questo ragazzo dal comandante; egli ha qualcosa da dirgli.
18L'ufficiale lo prese con sé, lo portò dal comandante e gli disse:
- Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha pregato di accompagnare da te questo giovane perché ha qualcosa da dirti.
19Il comandante prese per mano quel giovane, si ritirò in disparte e gli domandò:
- Che cosa hai da dirmi?
20Egli rispose:
- Gli Ebrei, tutti d'accordo, ti domanderanno di condurre Paolo domani davanti al loro tribunale con il pretesto di esaminare più accuratamente il suo caso. 21Tu però non crederci perché ci sono più di quaranta Ebrei che stanno preparando un tranello a Paolo. Essi hanno giurato di non mangiare né bere prima di averlo ucciso. E ora sono già pronti, in attesa che tu lo faccia uscire dalla fortezza.
22Allora il comandante gli raccomandò:
- Non raccontare a nessuno le cose che mi hai detto!
Poi lo lasciò andare.
Paolo viene trasferito nella città di Cesarèa
23Il comandante fece chiamare due ufficiali e disse loro: 'Tenete pronti per stasera alle nove duecento soldati, settanta cavalieri e duecento uomini armati di lance: dovranno andare fino a Cesarèa. 24Preparate anche alcuni cavalli per trasportare Paolo: egli deve arrivare sano e salvo dal governatore Felice'.
25Poi scrisse anche una lettera che press'a poco diceva:
26'Claudio Lisia saluta Sua Eccellenza il governatore Felice. 27Quest'uomo che io ti mando, lo hanno arrestato gli Ebrei. Stavano per ammazzarlo, quando intervenni con le mie guardie. Venni a sapere che era cittadino romano e lo liberai. 28Volendo sapere perché gli Ebrei lo accusavano lo condussi davanti al loro tribunale. 29Ho potuto stabilire che contro quest'uomo non c'erano accuse degne di morte o di prigione: si trattava solo di questioni che riguardano la loro Legge. 30Tuttavia sono venuto a sapere che gli Ebrei stavano preparando una congiura contro di lui: perciò te l'ho mandato subito. Nello stesso tempo faccio sapere a quelli che lo accusano che devono rivolgersi a te'.
31Con questi ordini, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte fino alla città di Antipàtride. 32Il giorno dopo lasciarono partire con lui soltanto i cavalieri. Gli altri tornarono alla fortezza. 33I cavalieri arrivarono a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono anche Paolo. 34Il governatore lesse la lettera e domandò a Paolo in quale provincia era nato. Paolo gli rispose:
- Sono originario della Cilicia.
35Allora Felice disse:
- Ti ascolterò quando saranno qui anche quelli che ti accusano.
Poi comandò di rinchiudere Paolo nel palazzo di Erode.
- Ma tu stai insultando il sommo sacerdote di Dio!
Allora Paolo disse:
- Fratelli, io non sapevo che egli fosse il sommo sacerdote. Infatti nella Bibbia sta scritto: Non maledire il capo del tuo popolo.
6Paolo sapeva che i membri del tribunale ebraico erano di idee diverse: alcuni erano sadducei e altri farisei. Perciò esclamò dinanzi a loro: 'Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei e mi vogliono condannare perché spero nella risurrezione dei morti'.
7Queste parole di Paolo fecero scoppiare un contrasto tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si trovò divisa. 8I sadducei infatti dicono che i morti non risorgono e che non esistono né angeli né spiriti. I farisei invece credono a tutte queste cose. 9Ci fu dunque una grande confusione. Poi alcuni maestri della Legge appartenenti al partito dei farisei si alzarono e protestarono: 'Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo. Non potrebbe darsi che uno spirito o un angelo gli abbia parlato?'.
10A questo punto il contrasto si fece tanto forte che il comandante ordinò ai soldati di scendere nell'assemblea per portare via Paolo e ricondurlo in fortezza. Temeva infatti che Paolo venisse fatto a pezzi.
11La notte seguente il Signore apparve a Paolo e gli disse: 'Coraggio! Tu sei stato mio testimone a Gerusalemme: dovrai essere mio testimone anche a Roma'.
Alcuni Ebrei cercano di uccidere Paolo
12La mattina dopo, alcuni Ebrei si riunirono per organizzare una congiura contro Paolo, e giurarono di non toccare né cibo né bevanda fino a quando non lo avessero ucciso. 13Quelli che avevano partecipato a questa congiura erano più di quaranta.
14Essi andarono dai capi dei sacerdoti e dai capi del popolo e dissero: 'Noi ci siamo impegnati con solenne giuramento a non mangiare nulla finché non avremo ucciso Paolo. 15Voi dunque, d'accordo con il tribunale ebraico, dite al comandante di portarvi qui Paolo. Il pretesto potrebbe essere questo: che voi volete esaminare un po' meglio il suo caso. Noi intanto ci terremo pronti a ucciderlo prima che egli arrivi qui'.
16Ma un nipote di Paolo venne a sapere qualcosa di questa congiura. Perciò andò alla fortezza, entrò e informò Paolo. 17Allora Paolo chiamò uno degli ufficiali e gli disse:
- Accompagna questo ragazzo dal comandante; egli ha qualcosa da dirgli.
18L'ufficiale lo prese con sé, lo portò dal comandante e gli disse:
- Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha pregato di accompagnare da te questo giovane perché ha qualcosa da dirti.
19Il comandante prese per mano quel giovane, si ritirò in disparte e gli domandò:
- Che cosa hai da dirmi?
20Egli rispose:
- Gli Ebrei, tutti d'accordo, ti domanderanno di condurre Paolo domani davanti al loro tribunale con il pretesto di esaminare più accuratamente il suo caso. 21Tu però non crederci perché ci sono più di quaranta Ebrei che stanno preparando un tranello a Paolo. Essi hanno giurato di non mangiare né bere prima di averlo ucciso. E ora sono già pronti, in attesa che tu lo faccia uscire dalla fortezza.
22Allora il comandante gli raccomandò:
- Non raccontare a nessuno le cose che mi hai detto!
Poi lo lasciò andare.
Paolo viene trasferito nella città di Cesarèa
23Il comandante fece chiamare due ufficiali e disse loro: 'Tenete pronti per stasera alle nove duecento soldati, settanta cavalieri e duecento uomini armati di lance: dovranno andare fino a Cesarèa. 24Preparate anche alcuni cavalli per trasportare Paolo: egli deve arrivare sano e salvo dal governatore Felice'.
25Poi scrisse anche una lettera che press'a poco diceva:
26'Claudio Lisia saluta Sua Eccellenza il governatore Felice. 27Quest'uomo che io ti mando, lo hanno arrestato gli Ebrei. Stavano per ammazzarlo, quando intervenni con le mie guardie. Venni a sapere che era cittadino romano e lo liberai. 28Volendo sapere perché gli Ebrei lo accusavano lo condussi davanti al loro tribunale. 29Ho potuto stabilire che contro quest'uomo non c'erano accuse degne di morte o di prigione: si trattava solo di questioni che riguardano la loro Legge. 30Tuttavia sono venuto a sapere che gli Ebrei stavano preparando una congiura contro di lui: perciò te l'ho mandato subito. Nello stesso tempo faccio sapere a quelli che lo accusano che devono rivolgersi a te'.
31Con questi ordini, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte fino alla città di Antipàtride. 32Il giorno dopo lasciarono partire con lui soltanto i cavalieri. Gli altri tornarono alla fortezza. 33I cavalieri arrivarono a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono anche Paolo. 34Il governatore lesse la lettera e domandò a Paolo in quale provincia era nato. Paolo gli rispose:
- Sono originario della Cilicia.
35Allora Felice disse:
- Ti ascolterò quando saranno qui anche quelli che ti accusano.
Poi comandò di rinchiudere Paolo nel palazzo di Erode.
▲ Paolo processato davanti a Felice
1Cinque giorni dopo, Ananìa, il sommo sacerdote, arrivò con alcuni capi del popolo e un avvocato che si chiamava Tertullo. Si presentarono al governatore Felice per dichiarare le loro accuse contro Paolo. 2Fu chiamato anche lui.
Poi Tertullo cominciò la sua accusa dicendo: 'Per merito tuo, eccellentissimo Felice, noi godiamo di una lunga pace. Tu hai provveduto a concedere a questa nazione alcune riforme. 3Noi accogliamo tutto ciò con la più profonda gratitudine. 4Ma non ti voglio far perdere troppo tempo; perciò ti prego di ascoltare, nella tua bontà, quel che brevemente abbiamo da dirti.
5'Quest'uomo, secondo noi, è estremamente pericoloso. Egli è capo del gruppo dei nazirei, e provoca disordini dappertutto tra gli Ebrei sparsi nel mondo. 6Ha tentato perfino di profanare il Tempio, noi l'abbiamo arrestato. ( 7) 8Se tu lo interroghi potrai accertarti di tutte queste cose delle quali noi lo accusiamo'.
9Anche gli Ebrei appoggiarono l'accusa di Tertullo e dissero che i fatti stavano proprio così.
Paolo si difende davanti al governatore Felice
10Il governatore fece un cenno a Paolo di parlare. Allora egli cominciò a dire: 'So che da molti anni sei giudice di questo popolo. Perciò con fiducia parlerò in mia difesa. 11Sono venuto a Gerusalemme appena dodici giorni fa, per pregare nel Tempio; è un fatto questo che tu stesso puoi controllare. 12Gli Ebrei non mi hanno mai trovato nel Tempio a discutere con qualcuno o a mettere confusione tra la folla. Neppure nelle sinagoghe o per la città. 13Essi non possono dimostrare le accuse che ora lanciano contro di me. 14Ma ti dichiaro questo: io seguo quella nuova dottrina che essi considerano falsa. Io però riconosco e servo solo il Dio dei nostri padri e accetto tutto quel che è scritto nella Legge di Mosè e nei libri dei profeti. 15Come loro, io ho questa sicura speranza nel Signore: che tutti gli uomini, sia buoni che malvagi, risorgeranno dai morti. 16Per questo cerco anch'io di conservare sempre una coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.
17'Ora, dopo molti anni, sono tornato per portare degli aiuti al mio popolo e per offrire sacrifici. 18Proprio durante questi riti, gli Ebrei mi hanno trovato nel Tempio: stavo partecipando alla cerimonia della purificazione e non c'era folla né agitazione di popolo. 19C'erano però alcuni Ebrei della provincia d'Asia: questi sì dovrebbero essere qui davanti a te per accusarmi se proprio hanno qualcosa contro di me. 20Oppure, lo dicano quelli che sono qui ora, se hanno trovato in me qualche colpa quando sono stato portato al tribunale ebraico. 21L'unica cosa che potrebbero dire è, che una volta, stando in mezzo a loro, io gridai: Oggi, io vengo processato davanti a voi perché credo nella risurrezione dei morti'.
22Felice era molto ben informato sulla fede cristiana; perciò mandò via gli accusatori di Paolo dicendo: 'Quando verrà il comandante Lisia, allora esaminerò il vostro caso'.
23Poi ordinò al capo dei soldati di fare la guardia a Paolo e di concedergli una certa libertà. Tutti gli amici di Paolo potevano andare da lui per aiutarlo.
Paolo in carcere si incontra con Felice e Drusilla
24Alcuni giorni dopo, Felice fece chiamare Paolo per sentirlo parlare della fede in Cristo Gesù: era presente anche sua moglie, Drusilla che era ebrea. 25Ma quando Paolo cominciò a parlare del giusto modo di vivere, del dovere di dominare gli istinti e del giudizio futuro di Dio, Felice si spaventò e disse: 'Basta, per ora puoi andare. Quando avrò tempo ti farò richiamare'. 26Intanto sperava di poter ricevere da Paolo un po' di SOLDI: per questo lo faceva chiamare abbastanza spesso e parlava con lui.
27Trascorsero così due anni. Poi al posto di Felice venne Porcio Festo. Ma Felice voleva fare un altro favore agli Ebrei, e lasciò Paolo in prigione.
Poi Tertullo cominciò la sua accusa dicendo: 'Per merito tuo, eccellentissimo Felice, noi godiamo di una lunga pace. Tu hai provveduto a concedere a questa nazione alcune riforme. 3Noi accogliamo tutto ciò con la più profonda gratitudine. 4Ma non ti voglio far perdere troppo tempo; perciò ti prego di ascoltare, nella tua bontà, quel che brevemente abbiamo da dirti.
5'Quest'uomo, secondo noi, è estremamente pericoloso. Egli è capo del gruppo dei nazirei, e provoca disordini dappertutto tra gli Ebrei sparsi nel mondo. 6Ha tentato perfino di profanare il Tempio, noi l'abbiamo arrestato. ( 7) 8Se tu lo interroghi potrai accertarti di tutte queste cose delle quali noi lo accusiamo'.
9Anche gli Ebrei appoggiarono l'accusa di Tertullo e dissero che i fatti stavano proprio così.
Paolo si difende davanti al governatore Felice
10Il governatore fece un cenno a Paolo di parlare. Allora egli cominciò a dire: 'So che da molti anni sei giudice di questo popolo. Perciò con fiducia parlerò in mia difesa. 11Sono venuto a Gerusalemme appena dodici giorni fa, per pregare nel Tempio; è un fatto questo che tu stesso puoi controllare. 12Gli Ebrei non mi hanno mai trovato nel Tempio a discutere con qualcuno o a mettere confusione tra la folla. Neppure nelle sinagoghe o per la città. 13Essi non possono dimostrare le accuse che ora lanciano contro di me. 14Ma ti dichiaro questo: io seguo quella nuova dottrina che essi considerano falsa. Io però riconosco e servo solo il Dio dei nostri padri e accetto tutto quel che è scritto nella Legge di Mosè e nei libri dei profeti. 15Come loro, io ho questa sicura speranza nel Signore: che tutti gli uomini, sia buoni che malvagi, risorgeranno dai morti. 16Per questo cerco anch'io di conservare sempre una coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.
17'Ora, dopo molti anni, sono tornato per portare degli aiuti al mio popolo e per offrire sacrifici. 18Proprio durante questi riti, gli Ebrei mi hanno trovato nel Tempio: stavo partecipando alla cerimonia della purificazione e non c'era folla né agitazione di popolo. 19C'erano però alcuni Ebrei della provincia d'Asia: questi sì dovrebbero essere qui davanti a te per accusarmi se proprio hanno qualcosa contro di me. 20Oppure, lo dicano quelli che sono qui ora, se hanno trovato in me qualche colpa quando sono stato portato al tribunale ebraico. 21L'unica cosa che potrebbero dire è, che una volta, stando in mezzo a loro, io gridai: Oggi, io vengo processato davanti a voi perché credo nella risurrezione dei morti'.
22Felice era molto ben informato sulla fede cristiana; perciò mandò via gli accusatori di Paolo dicendo: 'Quando verrà il comandante Lisia, allora esaminerò il vostro caso'.
23Poi ordinò al capo dei soldati di fare la guardia a Paolo e di concedergli una certa libertà. Tutti gli amici di Paolo potevano andare da lui per aiutarlo.
Paolo in carcere si incontra con Felice e Drusilla
24Alcuni giorni dopo, Felice fece chiamare Paolo per sentirlo parlare della fede in Cristo Gesù: era presente anche sua moglie, Drusilla che era ebrea. 25Ma quando Paolo cominciò a parlare del giusto modo di vivere, del dovere di dominare gli istinti e del giudizio futuro di Dio, Felice si spaventò e disse: 'Basta, per ora puoi andare. Quando avrò tempo ti farò richiamare'. 26Intanto sperava di poter ricevere da Paolo un po' di SOLDI: per questo lo faceva chiamare abbastanza spesso e parlava con lui.
27Trascorsero così due anni. Poi al posto di Felice venne Porcio Festo. Ma Felice voleva fare un altro favore agli Ebrei, e lasciò Paolo in prigione.
▲ Paolo fa ricorso all'imperatore
1Il governatore Festo, dunque, arrivò nella sua provincia e dopo tre giorni salì dalla città di Cesarèa a Gerusalemme.
2Subito vennero da lui i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei e presentarono le loro accuse contro Paolo. Con molta insistenza, 3per l'odio che avevano contro Paolo, chiesero a Festo il favore di farlo condurre a Gerusalemme. Stavano infatti preparando un tranello per ammazzarlo durante il viaggio.
4Ma Festo rispose: 'Paolo deve restare in prigione a Cesarèa. Anch'io vi tornerò presto. 5Quelli tra voi che hanno autorità vengano con me a Cesarèa, e se quest'uomo è colpevole di qualche cosa, là lo potranno accusare'.
6Festo rimase a Gerusalemme ancora otto o dieci giorni, poi ritornò a Cesarèa. Il giorno dopo aprì il processo e fece portare Paolo in tribunale.
7Appena arrivò, gli Ebrei venuti da Gerusalemme lo circondarono e lanciarono contro di lui molte gravi accuse. Essi però non erano capaci di provarle.
8Paolo allora parlò in sua difesa e disse:
- Io non ho fatto niente di male: né contro la Legge degli Ebrei, né contro il Tempio e neppure contro l'imperatore romano.
9Festo però voleva fare un favore agli Ebrei; perciò domandò a Paolo:
- Accetti di andare a Gerusalemme? Il processo per queste accuse potrebbe essere fatto là, davanti a me.
10Ma Paolo rispose:
- Mi trovo davanti al tribunale dell'imperatore: qui devo essere processato. Io non ho fatto nessun torto agli Ebrei e tu lo sai molto bene. 11Se dunque sono colpevole e ho fatto qualcosa che merita la morte, io non rifiuto di morire. Ma se non c'è niente di vero nelle accuse che questa gente lancia contro di me, nessuno ha potere di consegnarmi a loro. Io faccio ricorso all'imperatore.
12Allora Festo si consultò con i suoi consiglieri. Poi decise:
- Tu hai fatto ricorso all'imperatore e dall'imperatore andrai.
Paolo dinanzi al re Agrippa e a Berenìce
13Alcuni giorni dopo il re Agrippa e sua sorella Berenìce arrivarono a Cesarèa per salutare Festo. 14Siccome si fermarono parecchi giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo. Gli disse:
'Il governatore Felice mi ha lasciato qui un prigioniero. 15Quando io mi trovavo a Gerusalemme vennero da me i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei per accusarlo e mi domandarono di condannarlo. 16Risposi loro che i Romani non hanno l'abitudine di condannare un uomo prima che egli abbia la possibilità di difendersi davanti ai suoi accusatori. 17I capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei vennero dunque qui da me, e io, senza perder tempo, il giorno dopo cominciai il processo e vi feci condurre anche Paolo. 18Quelli che lo accusavano si misero attorno a lui, e io pensavo che lo avrebbero accusato di alcuni delitti. Invece no: 19si trattava solo di questioni che riguardano la loro religione e un certo Gesù, che è morto, mentre Paolo sosteneva che è ancora vivo. 20Di fronte a un caso come questo io non sapevo che decisione prendere; perciò domandai a Paolo se accettava di andare a Gerusalemme e di essere processato in quella città. 21Ma Paolo fece ricorso e volle che la sua causa fosse riservata all'imperatore. Allora ho comandato di tenerlo in prigione fino a quando non potrò mandarlo all'imperatore'.
22A questo punto il re Agrippa disse al governatore Festo:
- Avrei piacere anch'io di ascoltare quest'uomo!
E Festo gli rispose:
- Domani lo potrai ascoltare.
23Il giorno dopo, Agrippa e Berenìce arrivarono con grande seguito ed entrarono nell'aula delle udienze, accompagnati dai comandanti e dai cittadini più importanti.
Festo fece venire Paolo 24e disse:
- Re Agrippa e voi cittadini tutti, qui presenti con noi: questo è l'uomo per il quale il popolo degli Ebrei si è rivolto a me a Gerusalemme e in questa città. Essi pretendono di farlo morire; 25io invece mi sono convinto che egli non ha commesso niente che meriti la condanna a morte. Ora egli ha fatto ricorso all'imperatore e io ho deciso di mandarlo a lui. 26Sul suo caso però non ho nulla di preciso da scrivere all'imperatore. Perciò ho voluto condurlo qui davanti a voi e specialmente davanti a te, re Agrippa, per avere, dopo questa udienza, qualcosa da scrivere all'imperatore. 27Mi sembra assurdo infatti mandare a Roma un prigioniero senza indicare le accuse che si fanno contro di lui.
2Subito vennero da lui i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei e presentarono le loro accuse contro Paolo. Con molta insistenza, 3per l'odio che avevano contro Paolo, chiesero a Festo il favore di farlo condurre a Gerusalemme. Stavano infatti preparando un tranello per ammazzarlo durante il viaggio.
4Ma Festo rispose: 'Paolo deve restare in prigione a Cesarèa. Anch'io vi tornerò presto. 5Quelli tra voi che hanno autorità vengano con me a Cesarèa, e se quest'uomo è colpevole di qualche cosa, là lo potranno accusare'.
6Festo rimase a Gerusalemme ancora otto o dieci giorni, poi ritornò a Cesarèa. Il giorno dopo aprì il processo e fece portare Paolo in tribunale.
7Appena arrivò, gli Ebrei venuti da Gerusalemme lo circondarono e lanciarono contro di lui molte gravi accuse. Essi però non erano capaci di provarle.
8Paolo allora parlò in sua difesa e disse:
- Io non ho fatto niente di male: né contro la Legge degli Ebrei, né contro il Tempio e neppure contro l'imperatore romano.
9Festo però voleva fare un favore agli Ebrei; perciò domandò a Paolo:
- Accetti di andare a Gerusalemme? Il processo per queste accuse potrebbe essere fatto là, davanti a me.
10Ma Paolo rispose:
- Mi trovo davanti al tribunale dell'imperatore: qui devo essere processato. Io non ho fatto nessun torto agli Ebrei e tu lo sai molto bene. 11Se dunque sono colpevole e ho fatto qualcosa che merita la morte, io non rifiuto di morire. Ma se non c'è niente di vero nelle accuse che questa gente lancia contro di me, nessuno ha potere di consegnarmi a loro. Io faccio ricorso all'imperatore.
12Allora Festo si consultò con i suoi consiglieri. Poi decise:
- Tu hai fatto ricorso all'imperatore e dall'imperatore andrai.
Paolo dinanzi al re Agrippa e a Berenìce
13Alcuni giorni dopo il re Agrippa e sua sorella Berenìce arrivarono a Cesarèa per salutare Festo. 14Siccome si fermarono parecchi giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo. Gli disse:
'Il governatore Felice mi ha lasciato qui un prigioniero. 15Quando io mi trovavo a Gerusalemme vennero da me i capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei per accusarlo e mi domandarono di condannarlo. 16Risposi loro che i Romani non hanno l'abitudine di condannare un uomo prima che egli abbia la possibilità di difendersi davanti ai suoi accusatori. 17I capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei vennero dunque qui da me, e io, senza perder tempo, il giorno dopo cominciai il processo e vi feci condurre anche Paolo. 18Quelli che lo accusavano si misero attorno a lui, e io pensavo che lo avrebbero accusato di alcuni delitti. Invece no: 19si trattava solo di questioni che riguardano la loro religione e un certo Gesù, che è morto, mentre Paolo sosteneva che è ancora vivo. 20Di fronte a un caso come questo io non sapevo che decisione prendere; perciò domandai a Paolo se accettava di andare a Gerusalemme e di essere processato in quella città. 21Ma Paolo fece ricorso e volle che la sua causa fosse riservata all'imperatore. Allora ho comandato di tenerlo in prigione fino a quando non potrò mandarlo all'imperatore'.
22A questo punto il re Agrippa disse al governatore Festo:
- Avrei piacere anch'io di ascoltare quest'uomo!
E Festo gli rispose:
- Domani lo potrai ascoltare.
23Il giorno dopo, Agrippa e Berenìce arrivarono con grande seguito ed entrarono nell'aula delle udienze, accompagnati dai comandanti e dai cittadini più importanti.
Festo fece venire Paolo 24e disse:
- Re Agrippa e voi cittadini tutti, qui presenti con noi: questo è l'uomo per il quale il popolo degli Ebrei si è rivolto a me a Gerusalemme e in questa città. Essi pretendono di farlo morire; 25io invece mi sono convinto che egli non ha commesso niente che meriti la condanna a morte. Ora egli ha fatto ricorso all'imperatore e io ho deciso di mandarlo a lui. 26Sul suo caso però non ho nulla di preciso da scrivere all'imperatore. Perciò ho voluto condurlo qui davanti a voi e specialmente davanti a te, re Agrippa, per avere, dopo questa udienza, qualcosa da scrivere all'imperatore. 27Mi sembra assurdo infatti mandare a Roma un prigioniero senza indicare le accuse che si fanno contro di lui.
▲ Paolo si difende di fronte ad Agrippa
1Il re Agrippa disse a Paolo:
- Ora tu puoi difenderti. Allora Paolo fece un cenno con la mano e si difese così:
2'Sono contento, o re Agrippa, di potermi difendere oggi, davanti a te, di tutte le accuse che gli Ebrei lanciano contro di me. 3So che tu conosci molto bene le usanze e le questioni religiose degli Ebrei. Ti prego dunque di ascoltarmi con pazienza.
4'Tutti gli Ebrei sono al corrente della mia vita: fin da quando ero ragazzo ho vissuto tra il mio popolo, a Gerusalemme. 5E tutti sanno anche, da molto tempo, che io ero fariseo e vivevo nel gruppo più rigoroso della nostra religione. Se vogliono, essi lo possono testimoniare. 6Ora invece mi trovo sotto processo, perché spero nella promessa che Dio ha fatto ai nostri padri. 7Anche le dodici tribù del nostro popolo servono Dio con perseveranza giorno e notte, perché sperano di vedere realizzata questa promessa. Proprio per questa speranza, o re, io sono accusato dagli Ebrei. 8Perché ritenete assurdo che Dio faccia ritornare i morti alla vita?
9'Anch'io una volta credevo di dover combattere contro Gesù, il Nazareno, 10ed è quello che ho fatto in Gerusalemme. I capi dei sacerdoti mi avevano dato un potere speciale, e io gettai in prigione molti cristiani. E quando essi venivano condannati a morte, anch'io votavo contro di loro. 11Spesso andavo da una sinagoga all'altra per costringerli con torture a bestemmiare. Ero crudele contro i cristiani senza alcun riguardo, e li perseguitavo anche nelle città straniere.
12'Un giorno però stavo andando a Damasco: i capi dei sacerdoti mi avevano autorizzato, dandomi pieni poteri. 13Durante il viaggio, o re Agrippa, io vidi, in pieno giorno, una luce che scendeva dal cielo e sfolgorava intorno a me e a quelli che mi accompagnavano: era più forte del sole. 14Tutti cademmo a terra, e io sentii una voce in ebraico che diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Perché ti rivolti come fa un animale quando il suo padrone lo pungola?
15'Io domandai: Chi sei Signore?
'Allora il Signore rispose: Io sono Gesù, quello che tu perseguiti. 16Ma ora àlzati e sta' in piedi. Io ti sono apparso per fare di te un mio servitore. Tu mi renderai testimonianza dicendo quello che hai visto oggi e proclamando quello che ti rivelerò ancora. 17Io ti libererò da tutti i pericoli, quando ti manderò dagli Ebrei e dai pagani. 18Andrai da loro per aprire i loro occhi, per farli passare dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio. Quelli che crederanno in me riceveranno il perdono dei loro peccati e faranno parte del mio popolo santo.
19'Perciò, o re Agrippa, io non ho disubbidito a questa apparizione celeste, 20ma mi sono messo a predicare prima agli abitanti di Damasco e di Gerusalemme, poi a quelli della provincia della Giudea e anche ai pagani. A tutti dicevo di cambiar vita e di ritornare all'unico Dio mostrando con le azioni la sincerità della loro conversione. 21Questo è il motivo per il quale gli Ebrei mi arrestarono mentre ero nel Tempio e tentarono di uccidermi. 22Ma Dio mi ha dato il suo aiuto fino ad oggi: per questo sono testimone di Cristo davanti a tutti, piccoli e grandi. Io dico soltanto quello che gli scritti dei profeti e la Legge di Mosè avevano previsto per il futuro: 23e cioè che il Messia doveva soffrire, che doveva essere il primo a risuscitare dai morti, e che doveva portare al popolo di Israele e ai pagani una luminosa speranza'.
Paolo invita il re Agrippa a credere
24Mentre Paolo parlava così per difendersi, il governatore Festo disse ad alta voce:
- Tu sei pazzo, Paolo! Hai studiato troppo e sei diventato matto!
25Ma Paolo gli rispose:
- Io non sono pazzo, eccellentissimo Festo; sto dicendo cose vere e ragionevoli. 26Il re Agrippa conosce bene queste cose e a lui posso parlare con franchezza. I fatti dei quali sto parlando non sono accaduti in segreto: per questo io penso che egli li conosce tutti. 27Re Agrippa, credi alle promesse dei profeti? Io so che tu ci credi!
28Agrippa allora rispose a Paolo:
- Ancora un po' e tu mi convincerai a farmi cristiano.
29Paolo gli disse:
- Io non so quanto manca alla tua conversione. Vorrei però chiedere a Dio che non solo tu, ma tutti quelli che oggi mi ascoltano diventino simili a me, tranne ovviamente per queste catene.
30Allora il re Agrippa si alzò e con lui anche il governatore Festo, Berenìce e tutti quelli che avevano partecipato alla seduta. 31Mentre si allontanavano parlavano insieme e dicevano: 'Quest'uomo non ha fatto niente che meriti la morte o la prigione'. Agrippa disse a Festo: 'Se non avesse fatto ricorso all'imperatore, quest'uomo poteva essere liberato'.
- Ora tu puoi difenderti. Allora Paolo fece un cenno con la mano e si difese così:
2'Sono contento, o re Agrippa, di potermi difendere oggi, davanti a te, di tutte le accuse che gli Ebrei lanciano contro di me. 3So che tu conosci molto bene le usanze e le questioni religiose degli Ebrei. Ti prego dunque di ascoltarmi con pazienza.
4'Tutti gli Ebrei sono al corrente della mia vita: fin da quando ero ragazzo ho vissuto tra il mio popolo, a Gerusalemme. 5E tutti sanno anche, da molto tempo, che io ero fariseo e vivevo nel gruppo più rigoroso della nostra religione. Se vogliono, essi lo possono testimoniare. 6Ora invece mi trovo sotto processo, perché spero nella promessa che Dio ha fatto ai nostri padri. 7Anche le dodici tribù del nostro popolo servono Dio con perseveranza giorno e notte, perché sperano di vedere realizzata questa promessa. Proprio per questa speranza, o re, io sono accusato dagli Ebrei. 8Perché ritenete assurdo che Dio faccia ritornare i morti alla vita?
9'Anch'io una volta credevo di dover combattere contro Gesù, il Nazareno, 10ed è quello che ho fatto in Gerusalemme. I capi dei sacerdoti mi avevano dato un potere speciale, e io gettai in prigione molti cristiani. E quando essi venivano condannati a morte, anch'io votavo contro di loro. 11Spesso andavo da una sinagoga all'altra per costringerli con torture a bestemmiare. Ero crudele contro i cristiani senza alcun riguardo, e li perseguitavo anche nelle città straniere.
12'Un giorno però stavo andando a Damasco: i capi dei sacerdoti mi avevano autorizzato, dandomi pieni poteri. 13Durante il viaggio, o re Agrippa, io vidi, in pieno giorno, una luce che scendeva dal cielo e sfolgorava intorno a me e a quelli che mi accompagnavano: era più forte del sole. 14Tutti cademmo a terra, e io sentii una voce in ebraico che diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Perché ti rivolti come fa un animale quando il suo padrone lo pungola?
15'Io domandai: Chi sei Signore?
'Allora il Signore rispose: Io sono Gesù, quello che tu perseguiti. 16Ma ora àlzati e sta' in piedi. Io ti sono apparso per fare di te un mio servitore. Tu mi renderai testimonianza dicendo quello che hai visto oggi e proclamando quello che ti rivelerò ancora. 17Io ti libererò da tutti i pericoli, quando ti manderò dagli Ebrei e dai pagani. 18Andrai da loro per aprire i loro occhi, per farli passare dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio. Quelli che crederanno in me riceveranno il perdono dei loro peccati e faranno parte del mio popolo santo.
19'Perciò, o re Agrippa, io non ho disubbidito a questa apparizione celeste, 20ma mi sono messo a predicare prima agli abitanti di Damasco e di Gerusalemme, poi a quelli della provincia della Giudea e anche ai pagani. A tutti dicevo di cambiar vita e di ritornare all'unico Dio mostrando con le azioni la sincerità della loro conversione. 21Questo è il motivo per il quale gli Ebrei mi arrestarono mentre ero nel Tempio e tentarono di uccidermi. 22Ma Dio mi ha dato il suo aiuto fino ad oggi: per questo sono testimone di Cristo davanti a tutti, piccoli e grandi. Io dico soltanto quello che gli scritti dei profeti e la Legge di Mosè avevano previsto per il futuro: 23e cioè che il Messia doveva soffrire, che doveva essere il primo a risuscitare dai morti, e che doveva portare al popolo di Israele e ai pagani una luminosa speranza'.
Paolo invita il re Agrippa a credere
24Mentre Paolo parlava così per difendersi, il governatore Festo disse ad alta voce:
- Tu sei pazzo, Paolo! Hai studiato troppo e sei diventato matto!
25Ma Paolo gli rispose:
- Io non sono pazzo, eccellentissimo Festo; sto dicendo cose vere e ragionevoli. 26Il re Agrippa conosce bene queste cose e a lui posso parlare con franchezza. I fatti dei quali sto parlando non sono accaduti in segreto: per questo io penso che egli li conosce tutti. 27Re Agrippa, credi alle promesse dei profeti? Io so che tu ci credi!
28Agrippa allora rispose a Paolo:
- Ancora un po' e tu mi convincerai a farmi cristiano.
29Paolo gli disse:
- Io non so quanto manca alla tua conversione. Vorrei però chiedere a Dio che non solo tu, ma tutti quelli che oggi mi ascoltano diventino simili a me, tranne ovviamente per queste catene.
30Allora il re Agrippa si alzò e con lui anche il governatore Festo, Berenìce e tutti quelli che avevano partecipato alla seduta. 31Mentre si allontanavano parlavano insieme e dicevano: 'Quest'uomo non ha fatto niente che meriti la morte o la prigione'. Agrippa disse a Festo: 'Se non avesse fatto ricorso all'imperatore, quest'uomo poteva essere liberato'.
▲ Inizia il viaggio di Paolo verso Roma
1Quando decisero di farci partire per l'Italia, consegnarono Paolo e alcuni altri prigionieri a un ufficiale, un certo Giulio, che apparteneva al reggimento imperiale. 2Salimmo a bordo di una nave della città di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d'Asia, e si partì. C'era con noi Aristarco, un cittadino macédone, originario di Tessalonica. 3Il giorno seguente arrivammo nella città di Sidone; qui Giulio gentilmente permise a Paolo di andare a trovare i suoi amici che lo ospitarono e lo circondarono di premure.
4Poi partimmo da Sidone. Il vento soffiava in senso contrario e noi allora navigammo al riparo dell'isola di Cipro. 5Costeggiammo la Cilicia e la Panfilia e arrivammo alla città di Mira, nella regione della Licia.
6Qui l'ufficiale Giulio trovò una nave di Alessandria diretta verso l'Italia e ci fece salire su di essa. 7Navigammo lentamente per molti giorni, e solo a gran fatica arrivammo all'altezza della città di Cnido. Ma il vento non ci era favorevole; perciò navigammo al riparo dell'isola di Creta, presso capo Salmòne. 8Con molta difficoltà ci fu possibile costeggiare l'isola e finalmente arrivammo a una località chiamata 'Buoni Porti', vicino alla città di Laséa.
9Avevamo perso molto tempo. Era già passato anche il periodo del digiuno ebraico d'autunno, ed era ormai pericoloso continuare la navigazione. Paolo l'aveva fatto notare, dicendo ai marinai: 10'Io vedo che questo viaggio sta diventando molto pericoloso, non soltanto per la nave e il carico ma anche per tutti noi che rischiamo di perdere la vita'. 11Ma Giulio, l'ufficiale romano, dette ascolto al parere del pilota e del padrone della nave e non alle parole di Paolo. 12D'altra parte, la località di 'Buoni Porti' era poco adatta per passarvi l'inverno: perciò la maggior parte dei passeggeri decise di ripartire per raggiungere possibilmente Fenice, porto di Creta, aperto a sud-ovest: là si poteva passare l'inverno.
La tempesta e il naufragio
13Intanto si alzò un leggero vento del sud, ed essi credettero di poter realizzare il loro progetto. Levarono le ancore e ripresero a navigare, tenendosi il più possibile vicino alle coste dell'isola di Creta. 14Ma subito si scatenò sull'isola un vento impetuoso, detto Euroaquilone 15La nave fu travolta dalla bufera: era impossibile resistere al vento, e perciò ci lasciavamo portare alla deriva.
16Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a prendere la scialuppa di salvataggio. 17I marinai la tirarono a bordo e con gli attrezzi cominciarono a legare la struttura della nave per renderla più forte. Poi, per paura di andare a finire sui banchi di sabbia della Libia, i marinai gettarono l'ancora galleggiante e così si andava alla deriva.
18La tempesta continuava a sbatterci qua e là con violenza: perciò, il giorno dopo, si cominciò a gettare in mare il carico. 19Il terzo giorno, i marinai stessi scaricarono con le loro mani anche gli attrezzi della nave. 20Per parecchi giorni non si riuscì a vedere né il sole né le stelle, e la tempesta continuava sempre più forte. Ogni speranza di salvarci era ormai perduta per noi.
21Da molto tempo nessuno più mangiava. Allora Paolo si alzò in mezzo ai passeggeri e disse: 'Amici, se mi davate ascolto e non partivamo da Creta, avremmo evitato questo pericolo e questo danno. 22Ora però vi raccomando di avere coraggio. Soltanto la nave andrà perduta: ma nessuno di noi morirà. 23Questa notte, infatti, mi è apparso un angelo di quel Dio che io servo e al quale io appartengo. 24Egli mi ha detto: 'Non temere, Paolo! Tu dovrai comparire davanti all'imperatore e Dio, nella sua bontà, ti dona anche la vita dei tuoi compagni di viaggio'. 25Perciò fatevi coraggio, amici! Ho fiducia in Dio: sono sicuro che accadrà come mi è stato detto. 26Andremo a finire su qualche isola'.
27Da due settimane noi ci trovavamo alla deriva nel mare Mediterraneo quand'ecco, verso mezzanotte, i marinai ebbero l'impressione di trovarsi vicino a terra. 28Gettarono lo scandaglio e misurarono circa quaranta metri di profondità. Un po' più avanti provarono di nuovo e misurarono circa trenta metri di profondità. 29Allora, per paura di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, e aspettarono con ansia la prima luce del giorno. 30Ma i marinai cercavano di fuggire dalla nave: per questo stavano calando in mare la scialuppa di salvataggio, col pretesto di gettare le ancore da prora. 31Allora Paolo disse all'ufficiale e ai soldati: 'Se i marinai non restano sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo'. 32Subito i soldati tagliarono le corde che sostenevano la scialuppa di salvataggio e la lasciarono cadere in mare.
33Nell'attesa che spuntasse il giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo. Diceva: 'Da due settimane vivete sotto questo incubo senza mangiare. 34Per questo vi prego di mangiare: dovete farlo, se volete mettervi in salvo. Nessuno di voi perderà neppure un capello'.
35Dopo queste parole Paolo prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e incominciò a mangiare. 36Tutti si sentirono incoraggiati e si misero a mangiare anche loro. 37Sulla nave vi erano in tutto duecentosettantasei persone. 38Quando tutti ebbero mangiato a sufficienza, gettarono in mare il frumento per alleggerire la nave.
Il naufragio
39Spuntò il giorno, ma i marinai non riconobbero la terra alla quale ci eravamo avvicinati. Videro però un'insenatura che aveva una spiaggia e decisero di fare il possibile per spingervi la nave. 40Staccarono le ancore e le abbandonarono in mare. Nello stesso tempo slegarono le corde dei timoni, spiegarono al vento la vela principale e così poterono muoversi verso la spiaggia. 41Ma andarono a sbattere contro un banco di sabbia, e la nave si incagliò. Mentre la prua, incastrata sul fondo, rimaneva immobile, la poppa invece minacciava di sfasciarsi sotto i colpi delle onde.
42I soldati allora pensarono di uccidere i prigionieri: avevano paura che fuggissero gettandosi in mare. 43Ma l'ufficiale voleva salvare Paolo e perciò impedì loro di attuare questo progetto. Anzi, comandò a quelli capaci di nuotare di gettarsi per primi in acqua per raggiungere la terra. 44Gli altri fecero lo stesso, aiutandosi con tavole di legno e rottami della nave. In questa maniera tutti arrivarono a terra sani e salvi.
4Poi partimmo da Sidone. Il vento soffiava in senso contrario e noi allora navigammo al riparo dell'isola di Cipro. 5Costeggiammo la Cilicia e la Panfilia e arrivammo alla città di Mira, nella regione della Licia.
6Qui l'ufficiale Giulio trovò una nave di Alessandria diretta verso l'Italia e ci fece salire su di essa. 7Navigammo lentamente per molti giorni, e solo a gran fatica arrivammo all'altezza della città di Cnido. Ma il vento non ci era favorevole; perciò navigammo al riparo dell'isola di Creta, presso capo Salmòne. 8Con molta difficoltà ci fu possibile costeggiare l'isola e finalmente arrivammo a una località chiamata 'Buoni Porti', vicino alla città di Laséa.
9Avevamo perso molto tempo. Era già passato anche il periodo del digiuno ebraico d'autunno, ed era ormai pericoloso continuare la navigazione. Paolo l'aveva fatto notare, dicendo ai marinai: 10'Io vedo che questo viaggio sta diventando molto pericoloso, non soltanto per la nave e il carico ma anche per tutti noi che rischiamo di perdere la vita'. 11Ma Giulio, l'ufficiale romano, dette ascolto al parere del pilota e del padrone della nave e non alle parole di Paolo. 12D'altra parte, la località di 'Buoni Porti' era poco adatta per passarvi l'inverno: perciò la maggior parte dei passeggeri decise di ripartire per raggiungere possibilmente Fenice, porto di Creta, aperto a sud-ovest: là si poteva passare l'inverno.
La tempesta e il naufragio
13Intanto si alzò un leggero vento del sud, ed essi credettero di poter realizzare il loro progetto. Levarono le ancore e ripresero a navigare, tenendosi il più possibile vicino alle coste dell'isola di Creta. 14Ma subito si scatenò sull'isola un vento impetuoso, detto Euroaquilone 15La nave fu travolta dalla bufera: era impossibile resistere al vento, e perciò ci lasciavamo portare alla deriva.
16Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a prendere la scialuppa di salvataggio. 17I marinai la tirarono a bordo e con gli attrezzi cominciarono a legare la struttura della nave per renderla più forte. Poi, per paura di andare a finire sui banchi di sabbia della Libia, i marinai gettarono l'ancora galleggiante e così si andava alla deriva.
18La tempesta continuava a sbatterci qua e là con violenza: perciò, il giorno dopo, si cominciò a gettare in mare il carico. 19Il terzo giorno, i marinai stessi scaricarono con le loro mani anche gli attrezzi della nave. 20Per parecchi giorni non si riuscì a vedere né il sole né le stelle, e la tempesta continuava sempre più forte. Ogni speranza di salvarci era ormai perduta per noi.
21Da molto tempo nessuno più mangiava. Allora Paolo si alzò in mezzo ai passeggeri e disse: 'Amici, se mi davate ascolto e non partivamo da Creta, avremmo evitato questo pericolo e questo danno. 22Ora però vi raccomando di avere coraggio. Soltanto la nave andrà perduta: ma nessuno di noi morirà. 23Questa notte, infatti, mi è apparso un angelo di quel Dio che io servo e al quale io appartengo. 24Egli mi ha detto: 'Non temere, Paolo! Tu dovrai comparire davanti all'imperatore e Dio, nella sua bontà, ti dona anche la vita dei tuoi compagni di viaggio'. 25Perciò fatevi coraggio, amici! Ho fiducia in Dio: sono sicuro che accadrà come mi è stato detto. 26Andremo a finire su qualche isola'.
27Da due settimane noi ci trovavamo alla deriva nel mare Mediterraneo quand'ecco, verso mezzanotte, i marinai ebbero l'impressione di trovarsi vicino a terra. 28Gettarono lo scandaglio e misurarono circa quaranta metri di profondità. Un po' più avanti provarono di nuovo e misurarono circa trenta metri di profondità. 29Allora, per paura di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, e aspettarono con ansia la prima luce del giorno. 30Ma i marinai cercavano di fuggire dalla nave: per questo stavano calando in mare la scialuppa di salvataggio, col pretesto di gettare le ancore da prora. 31Allora Paolo disse all'ufficiale e ai soldati: 'Se i marinai non restano sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo'. 32Subito i soldati tagliarono le corde che sostenevano la scialuppa di salvataggio e la lasciarono cadere in mare.
33Nell'attesa che spuntasse il giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo. Diceva: 'Da due settimane vivete sotto questo incubo senza mangiare. 34Per questo vi prego di mangiare: dovete farlo, se volete mettervi in salvo. Nessuno di voi perderà neppure un capello'.
35Dopo queste parole Paolo prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e incominciò a mangiare. 36Tutti si sentirono incoraggiati e si misero a mangiare anche loro. 37Sulla nave vi erano in tutto duecentosettantasei persone. 38Quando tutti ebbero mangiato a sufficienza, gettarono in mare il frumento per alleggerire la nave.
Il naufragio
39Spuntò il giorno, ma i marinai non riconobbero la terra alla quale ci eravamo avvicinati. Videro però un'insenatura che aveva una spiaggia e decisero di fare il possibile per spingervi la nave. 40Staccarono le ancore e le abbandonarono in mare. Nello stesso tempo slegarono le corde dei timoni, spiegarono al vento la vela principale e così poterono muoversi verso la spiaggia. 41Ma andarono a sbattere contro un banco di sabbia, e la nave si incagliò. Mentre la prua, incastrata sul fondo, rimaneva immobile, la poppa invece minacciava di sfasciarsi sotto i colpi delle onde.
42I soldati allora pensarono di uccidere i prigionieri: avevano paura che fuggissero gettandosi in mare. 43Ma l'ufficiale voleva salvare Paolo e perciò impedì loro di attuare questo progetto. Anzi, comandò a quelli capaci di nuotare di gettarsi per primi in acqua per raggiungere la terra. 44Gli altri fecero lo stesso, aiutandosi con tavole di legno e rottami della nave. In questa maniera tutti arrivarono a terra sani e salvi.
▲ Paolo nell'isola di Malta
1Dopo essere scampati al pericolo, venimmo a sapere che quell'isola si chiamava Malta. 2I suoi abitanti ci trattarono con gentilezza: siccome si era messo a piovere e faceva freddo, essi ci radunarono tutti intorno a un gran fuoco che avevano acceso.
3Anche Paolo raccolse un fascio di rami per gettarlo nel fuoco; ma ecco che una vipera, a causa del calore, saltò fuori e si attaccò alla sua mano. 4La gente del luogo, come vide la vipera che pendeva dalla mano di Paolo, diceva fra sé: 'Certamente questo uomo è un assassino: infatti si è salvato dal mare, ma ora la giustizia di Dio non lo lascia più vivere'.
5Ma Paolo, con un colpo, gettò la vipera nel fuoco e non ne ebbe alcun male. 6La gente invece si aspettava che la mano di Paolo si gonfiasse, oppure che Paolo cadesse a terra morto sul colpo. Aspettarono un bel po', ma alla fine dovettero costatare che Paolo non aveva alcun male. Allora cambiarono parere e dicevano: 'Questo uomo è un dio'.
7Vicino a quel luogo, aveva i suoi possedimenti il governatore dell'isola, un certo Publio. Egli ci accolse e ci ospitò per tre giorni con grande cortesia.
8Un giorno il padre di Publio si ammalò di dissenteria ed era a letto con febbre alta. Paolo andò a visitarlo: pregò, stese le mani su lui e lo guarì. 9Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell'isola che erano ammalati, vennero da Paolo e furono guariti. 10I maltesi perciò ci trattarono con grandi onori, e al momento della nostra partenza ci diedero tutto quello che era necessario per il viaggio.
Paolo arriva a Roma
11Dopo tre mesi ci imbarcammo su una nave della città di Alessandria che aveva passato l'inverno in quell'isola. La nave si chiamava 'I Diòscuri'. 12Arrivammo a Siracusa e qui rimanemmo tre giorni. 13Poi, navigando lungo la costa, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò il vento del sud e così in due giorni potemmo arrivare a Pozzuoli. 14Qui trovammo alcuni cristiani che ci invitarono a restare una settimana con loro. Infine partimmo per Roma. 15I cristiani di Roma furono avvertiti del nostro arrivo e ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre Taverne. Appena li vide, Paolo ringraziò il Signore e si sentì molto incoraggiato.
16Arrivati a Roma, fu permesso a Paolo di abitare per suo conto, con un soldato di guardia.
Paolo predica a Roma
17Dopo tre giorni, Paolo fece chiamare i capi degli Ebrei di Roma. Quando furono riuniti disse loro:
- Fratelli, io non ho fatto nulla contro il nostro popolo e le tradizioni dei padri. Eppure a Gerusalemme gli Ebrei mi hanno arrestato e mi hanno consegnato ai Romani. 18I Romani mi hanno interrogato e volevano lasciarmi libero perché non trovavano in me nessuna colpa che meritasse la morte. 19Ma gli Ebrei si sono opposti a questa decisione, e allora sono stato costretto a fare ricorso all'imperatore. Io però non ho alcuna intenzione di portare accuse contro il mio popolo. 20Per questo motivo ho chiesto di vedervi e di parlarvi. Infatti io porto queste catene a causa di colui che il popolo di Israele ha sempre aspettato.
21Gli risposero:
- Noi non abbiamo ricevuto dalla Giudea nessuna lettera che ti riguarda, e nessuno dei nostri fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te. 22Tuttavia, noi vorremmo ascoltare da te quel che pensi: perché abbiamo saputo che la setta alla quale tu appartieni, un po' dappertutto trova delle opposizioni.
23Poi si diedero un appuntamento.
Nel giorno fissato, vennero nell'alloggio di Paolo ancor più numerosi. Dal mattino fino alla sera Paolo dava spiegazioni e annunziava loro il regno di Dio. Partendo dalla legge di Mosè e dagli scritti dei profeti, Paolo cercava di convincerli a credere in Gesù. 24Alcuni si lasciarono convincere dalle parole di Paolo, altri invece non vollero credere. 25Senza essere d'accordo tra loro, se ne andavano via mentre Paolo aggiungeva soltanto queste parole: 'Lo Spirito Santo aveva ragione quando, per mezzo del profeta Isaia, disse ai vostri padri:
26Va' da questo popolo e parlagli così:
Ascolterete e non capirete;
guarderete e non vedrete
27perché il cuore di questo popolo
è diventato insensibile:
sono diventati duri d'orecchi,
hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
per non sentire con gli orecchi,
per non comprendere con il cuore,
per non tornare a Dio,
per non lasciarsi guarire da lui'.
28Poi Paolo aggiunse: 'Sappiate che questa salvezza Dio ora l'ha rivolta ai pagani, ed essi l'accoglieranno'. 29
30Paolo rimase due anni interi nella casa che aveva preso in affitto, e riceveva tutti quelli che andavano da lui. 31Egli annunziava il regno di Dio e insegnava tutto quello che riguarda il Signore Gesù Cristo con grande coraggio e senza essere ostacolato.
3Anche Paolo raccolse un fascio di rami per gettarlo nel fuoco; ma ecco che una vipera, a causa del calore, saltò fuori e si attaccò alla sua mano. 4La gente del luogo, come vide la vipera che pendeva dalla mano di Paolo, diceva fra sé: 'Certamente questo uomo è un assassino: infatti si è salvato dal mare, ma ora la giustizia di Dio non lo lascia più vivere'.
5Ma Paolo, con un colpo, gettò la vipera nel fuoco e non ne ebbe alcun male. 6La gente invece si aspettava che la mano di Paolo si gonfiasse, oppure che Paolo cadesse a terra morto sul colpo. Aspettarono un bel po', ma alla fine dovettero costatare che Paolo non aveva alcun male. Allora cambiarono parere e dicevano: 'Questo uomo è un dio'.
7Vicino a quel luogo, aveva i suoi possedimenti il governatore dell'isola, un certo Publio. Egli ci accolse e ci ospitò per tre giorni con grande cortesia.
8Un giorno il padre di Publio si ammalò di dissenteria ed era a letto con febbre alta. Paolo andò a visitarlo: pregò, stese le mani su lui e lo guarì. 9Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell'isola che erano ammalati, vennero da Paolo e furono guariti. 10I maltesi perciò ci trattarono con grandi onori, e al momento della nostra partenza ci diedero tutto quello che era necessario per il viaggio.
Paolo arriva a Roma
11Dopo tre mesi ci imbarcammo su una nave della città di Alessandria che aveva passato l'inverno in quell'isola. La nave si chiamava 'I Diòscuri'. 12Arrivammo a Siracusa e qui rimanemmo tre giorni. 13Poi, navigando lungo la costa, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò il vento del sud e così in due giorni potemmo arrivare a Pozzuoli. 14Qui trovammo alcuni cristiani che ci invitarono a restare una settimana con loro. Infine partimmo per Roma. 15I cristiani di Roma furono avvertiti del nostro arrivo e ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre Taverne. Appena li vide, Paolo ringraziò il Signore e si sentì molto incoraggiato.
16Arrivati a Roma, fu permesso a Paolo di abitare per suo conto, con un soldato di guardia.
Paolo predica a Roma
17Dopo tre giorni, Paolo fece chiamare i capi degli Ebrei di Roma. Quando furono riuniti disse loro:
- Fratelli, io non ho fatto nulla contro il nostro popolo e le tradizioni dei padri. Eppure a Gerusalemme gli Ebrei mi hanno arrestato e mi hanno consegnato ai Romani. 18I Romani mi hanno interrogato e volevano lasciarmi libero perché non trovavano in me nessuna colpa che meritasse la morte. 19Ma gli Ebrei si sono opposti a questa decisione, e allora sono stato costretto a fare ricorso all'imperatore. Io però non ho alcuna intenzione di portare accuse contro il mio popolo. 20Per questo motivo ho chiesto di vedervi e di parlarvi. Infatti io porto queste catene a causa di colui che il popolo di Israele ha sempre aspettato.
21Gli risposero:
- Noi non abbiamo ricevuto dalla Giudea nessuna lettera che ti riguarda, e nessuno dei nostri fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te. 22Tuttavia, noi vorremmo ascoltare da te quel che pensi: perché abbiamo saputo che la setta alla quale tu appartieni, un po' dappertutto trova delle opposizioni.
23Poi si diedero un appuntamento.
Nel giorno fissato, vennero nell'alloggio di Paolo ancor più numerosi. Dal mattino fino alla sera Paolo dava spiegazioni e annunziava loro il regno di Dio. Partendo dalla legge di Mosè e dagli scritti dei profeti, Paolo cercava di convincerli a credere in Gesù. 24Alcuni si lasciarono convincere dalle parole di Paolo, altri invece non vollero credere. 25Senza essere d'accordo tra loro, se ne andavano via mentre Paolo aggiungeva soltanto queste parole: 'Lo Spirito Santo aveva ragione quando, per mezzo del profeta Isaia, disse ai vostri padri:
26Va' da questo popolo e parlagli così:
Ascolterete e non capirete;
guarderete e non vedrete
27perché il cuore di questo popolo
è diventato insensibile:
sono diventati duri d'orecchi,
hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
per non sentire con gli orecchi,
per non comprendere con il cuore,
per non tornare a Dio,
per non lasciarsi guarire da lui'.
28Poi Paolo aggiunse: 'Sappiate che questa salvezza Dio ora l'ha rivolta ai pagani, ed essi l'accoglieranno'. 29
30Paolo rimase due anni interi nella casa che aveva preso in affitto, e riceveva tutti quelli che andavano da lui. 31Egli annunziava il regno di Dio e insegnava tutto quello che riguarda il Signore Gesù Cristo con grande coraggio e senza essere ostacolato.