Maecenas vitae congue augue,
nec volutpat risus.
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Genesi

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Genesi
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1In principio
Dio creò il cielo e la terra.
2 Il mondo era vuoto e deserto,
le tenebre coprivano gli abissi
e un vento impetuoso soffiava
su tutte le acque.
3 Dio disse:
'Vi sia la luce!'.
E apparve la luce.
4 Dio vide che la luce era bella
e separò la luce dalle tenebre.
5 Dio chiamò la luce Giorno
e le tenebre Notte.
Venne la sera, poi venne il mattino:
primo giorno.
6 Dio disse:
'Vi sia una grande volta
Divida la massa delle acque'.
7 E così avvenne.
Dio fece una grande volta
e separò le acque di sotto
dalle acque di sopra.
8 Dio chiamò la grande volta Cielo.
Venne la sera, poi venne il mattino:
secondo giorno
9 Dio disse:
'Siano raccolte in un sol luogo
le acque che sono sotto il cielo
e appaia l'asciutto'.
E così avvenne.
10 Dio chiamò l'asciutto Terra
e chiamò le acque Mare.
E Dio vide che era bello.
11 Dio disse:
'La terra si copra di verde,
produca piante con il proprio seme
e ogni specie di albero da frutta
con il proprio seme!'.
E così avvenne.
12 La terra produsse erba verde,
ogni specie di piante con il proprio seme
e ogni specie di alberi da frutta
con il proprio seme.
E Dio vide che era bello.
13 Venne la sera, poi venne il mattino:
terzo giorno.
14 Dio disse:
'Vi siano luci nella volta del cielo
per distinguere il giorno dalla notte:
saranno segni per le feste, i giorni
e gli anni.
15 Risplendano nel cielo
per far luce sulla terra'.
E così avvenne.
16 Dio fece due grosse luci:
la più grande per il giorno,
la più piccola per la notte.
E poi le stelle.
17-18 Dalla volta del cielo esse rischiarano
la terra.
Dio le mise lassù
per regolare il giorno e la notte
e separare la luce dalle tenebre.
E Dio vide che era bello.
19 Venne la sera, poi venne il mattino:
quarto giorno.
20 Dio disse:
'Le acque producano animali
che guizzano,
e sulla terra e nel cielo volino gli uccelli'.
21 Dio creò i grandi mostri del mare e
tutto quel che vive e guizza nelle acque.
E Dio vide che era bello.
22 Dio li benedisse:
'Siate fecondi, diventate numerosi
e popolate le acque dei mari.
E anche gli uccelli si riproducano sulla
terra'.
23Venne la sera, poi venne il mattino:
quinto giorno.
24 Dio disse:
'Produca la terra varie specie di animali:
domestici, selvatici
e quelli che strisciano'.
E così avvenne.
25 Dio fece questi animali
secondo la loro specie:
quelli selvatici, quelli domestici
e quelli che strisciano al suolo.
E Dio vide che era bello.
26 Dio disse:
'Facciamo l'uomo:
sia simile a noi, sia la nostra immagine.
Dominerà sui pesci del mare,
sugli uccelli del cielo,
sul bestiame,
sugli animali selvatici
e su quelli che strisciano al suolo'.
27 Dio creò l'uomo simile a sé,
lo creò a immagine di Dio,
maschio e femmina li creò.
28Li benedisse con queste parole:
'Siate fecondi, diventate numerosi,
popolate la terra.
Governatela e dominate sui pesci del mare,
sugli uccelli del cielo
e su tutti gli animali
che si muovono sulla terra'.
29Dio disse:
'Vi do tutte le piante con il proprio seme,
tutti gli alberi da frutta
con il proprio seme.
Così avrete il vostro cibo.
30Tutti gli animali selvatici,
tutti gli uccelli del cielo
e tutti gli altri viventi
che simuovono sulla terra
mangeranno l'erba tenera'.
E così avvenne.
31E Dio vide che tutto quel che aveva fatto
era davvero molto bello.
Venne la sera, poi venne il mattino:
sesto giorno.

1Così Dio completò
il cielo e la terra
e ciò che vi si trova:
tutto era in ordine.
2 Il settimo giorno,
terminata la sua opera,
Dio si riposò.
il settimo giorno
aveva finito il suo lavoro.
3 Dio benedisse il settimo giorno
e disse: 'È mio!'.
Quel giorno si riposò dal suo lavoro:
tutto era creato.
4 Questo è il racconto
delle origini del cielo e della terra
quando Dio li creò.

Creazione dell'uomo
Quando  Dio, il Signore, fece il cielo e la terra, 5 sulla terra non c'era  ancora nemmeno un cespuglio e nei campi non germogliava l'erba. Dio, il  Signore, non aveva ancora mandato la pioggia e non c'era l'uomo per  lavorare la terra. 6Vi era solamente vapore che saliva dal suolo e ne  inumidiva tutta la superficie.
7Allora  Dio, il Signore, prese dal suolo un po' di terra e, con quella, plasmò  l'uomo. Gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo diventò una  creatura vivente. 8Poi Dio, il Signore, piantò un giardino a oriente,  nella regione di Eden e vi mise l'uomo che egli aveva plasmato. 9Fece  spuntare dal suolo alberi di ogni specie: erano belli a vedersi e i loro  frutti squisiti. Nel mezzo del giardino piantò due alberi: uno per dare  la vita e l'altro per infondere la conoscenza di tutto
10Nell'Eden  scorreva un fiume che irrigava il giardino e poi si divideva in quattro  corsi. 11Il primo corso si chiamava Pison e circondava tutta la regione  di Avila dove vi è oro, 12e quell'oro è buono. Là ci sono anche resina e  pietra onice. 13 Il secondo si chiama Ghicon e scorre intorno a tutta  l'Etiopia. 14 Il terzo si chiama Tigri e corre a oriente di Assur. Il  quarto Eufrate.
15  Dio, il Signore, prese l'uomo e lo mise nel giardino di Eden per  coltivare la terra e custodirla. 16 E gli ordinò: 'Puoi mangiare il  frutto di qualsiasi albero del giardino, 17ma non quello dell'albero che  infonde la conoscenza di tutto. Se ne mangerai sarai destinato a  morire!'.

Creazione della donna
18Poi  Dio, il Signore, disse: 'Non è bene che l'uomo sia solo. Gli farò un  aiuto, adatto a lui'. 19Con un po' di terra Dio, il Signore, fece tutti  gli animali della campagna e tutti gli uccelli del cielo e li condusse  all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati. Ognuno di questi animali  avrebbe avuto il nome datogli dall'uomo. 20L'uomo diede dunque un nome a  tutti gli animali domestici, a quelli selvatici e agli uccelli. Ma di  essi, nessuno era un aiuto adatto all'uomo. 21Allora Dio, il Signore,  fece scendere un sonno profondo sull'uomo, che si addormentò; poi gli  tolse una costola e richiuse la carne al suo posto. 22Con quella costola  Dio, il Signore, formò la donna e la condusse all'uomo. 23Allora egli  esclamò:
'Questa sì!
È osso delle mie ossa,
carne della mia carne.
Si chiamerà: Donna
perché è stata tratta dall'uomo'.
24Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola.
25L'uomo e la sua donna, tutti e due, erano nudi, ma non avevano vergogna.

La disubbidienza
1 Il serpente era più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio, il Signore, aveva fatto. Disse alla donna:
- Così Dio vi ha detto di non mangiare nessun frutto degli alberi del giardino!
2 La donna rispose al serpente:
-  No, noi possiamo mangiare i frutti degli alberi del giardino! 3Soltanto  dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: Non mangiatene il  frutto, anzi non toccatelo, altrimenti morirete!
4-  Non è vero che morirete, - disse il serpente, - 5anzi, Dio sa bene che  se ne mangerete i vostri occhi si apriranno, diventerete come lui:  avrete la conoscenza di tutto.
6La  donna osservò l'albero: i suoi frutti erano certo buoni da mangiare;  era una delizia per gli occhi, era affascinante per avere quella  conoscenza. Allora prese un frutto e ne mangiò. Lo diede anche a suo  marito ed egli lo mangiò. 7I loro occhi si aprirono e si resero conto di  essere nudi. Perciò intrecciarono foglie di fico intorno ai fianchi.
8Verso  sera l'uomo e la donna sentirono che Dio, il Signore, passeggiava nel  giardino. Allora, per non incontrarlo, si nascosero tra gli alberi del  giardino. 9Ma Dio, il Signore, chiamò l'uomo e gli disse:
- Dove sei?
10 L'uomo rispose:
- Ho udito i tuoi passi nel giardino. Ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto.
11Gli chiese:
- Ma chi ti ha fatto sapere che sei nudo? hai mangiato il frutto che ti avevo proibito di mangiare?
12L'uomo gli rispose:
- La donna che mi hai messo a fianco mi h offerto quel frutto e io l'ho mangiato.
13Dio, il Signore, si rivolse alla donna: - Che cosa hai fatto?
Rispose la donna:
- Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato.

Il castigo
14 Allora Dio, il Signore, disse al serpente:
'Per quel che hai fatto
tu porterai questa maledizione
fra tutti gli animali
e fra tutte le bestie selvatiche:
Striscerai sul tuo ventre
e mangerai polvere
tutti i giorni della tua vita.
15 Metterò inimicizia
fra te e la donna,
fra la tua e la sua discendenza.
Questa discendenza ti colpirà al capo
e tu la colpirai al calcagno'.
16Poi disse alla donna:
'Moltiplicherò la sofferenza
delle tue gravidanze
e tu partorirai figli con dolore.
Eppure il tuo istinto ti spingerà
verso il tuo uomo,
ma egli ti dominerà!'.
17 Infine disse all'uomo:
'Tu hai dato ascolto alla tua donna
e hai mangiato il frutto
che ti avevo proibito.
Ora, per colpa tua,
la terra sarà maledetta:
con fatica ne ricaverai il cibo
tutti i giorni della tua vita.
18Essa produrrà spine e cardi,
e tu dovrai mangiare le erbe
che crescono nei campi.
19 Ti procurerai il pane
con il sudore del tuo volto,
finché tornerai alla terra
dalla quale sei stato tratto:
perché tu sei polvere
e alla polvere tornerai'.

Cacciati via dall'Eden
20L'uomo  chiamò la sua donna con il nome di 'Eva' (Vita) perché è la madre di  tutta l'umanità. 21Allora Dio, il Signore, fece per Adamo e la sua donna  tuniche di pelle e li vestì. 22Poi Dio, il Signore, disse: 'Ecco,  l'uomo è diventato come un dio che ha la conoscenza di tutto. Ora  bisogna proibirgli di raggiungere anche l'albero della vita: non ne  mangerà e così non vivrà per sempre'. 23Dio, il Signore, scacciò via  l'uomo dal giardino dell'Eden e lo mandò a lavorare la terra dalla quale  era stato tratto. 24Così egli scacciò l'uomo e collocò cherubini di  sentinella ad oriente del giardino dell'Eden con una spada infiammata e  scintillante: dovevano impedire l'accesso all'albero della vita.

Caino e Abele
1  Adamo si unì a Eva sua moglie che rimase incinta e partorì Caino  (l'Acquistato ), 'Perché, - disse, - grazie a Dio ho acquistato un  figlio'. 2Poi diede alla luce anche il fratello di Caino, Abele. Abele  divenne pastore di greggi e Caino coltivatore della terra. 3Qualche  tempo dopo, Caino portò come offerta al Signore alcuni prodotti della  terra. 4Abele, a sua volta, portò primogeniti del suo gregge e ne offrì  al Signore le parti migliori. Il Signore guardò con favore Abele e la  sua offerta, 5 ma non prestò attenzione a Caino e alla sua offerta.  Caino si irritò e rimase col volto abbattuto. 6 Il Signore disse:  'Perché ti sei abbattuto? Perché sei tanto scuro in volto? 7Se agisci  bene il tuo volto tornerà sereno, se no, il peccato, che sta  accovacciato alla tua porta, vorrà avere il sopravvento su di te. Ma tu  devi dominarlo'.
8 Un giorno, mentre Caino e Abele stavano parlando insieme nei campi, Caino si scagliò contro Abele suo fratello e lo uccise.
9 Il Signore chiese a Caino: - Dov'è tuo fratello?
- Non so, - rispose Caino. - Sono forse io il custode di mio fratello?
10  - Ma che hai fatto? - riprese il Signore; - dalla terra il sangue di  tuo fratello mi chiede giustizia. 11Ora tu sei maledetto, respinto dalla  terra bagnata dal sangue di tuo fratello che hai ucciso. 12Quando la  coltiverai non ti darà più le sue ricchezze. Sarai vagabondo e fuggiasco  sulla terra.
13Caino disse al Signore:
-  Il mio castigo è troppo grande; come potrò sopportarlo? 14Oggi tu mi  scacci dalla terra fertile e io dovrò nascondermi lontano da te! Sarò  vagabondo e fuggiasco, e chiunque mi troverà potrà uccidermi.
15 Ma il Signore gli rispose:
- No, chi ucciderà Caino sarà punito sette volte più severamente.
E  il Signore mise un segno su Caino: se qualcuno l'incontrava non doveva  ucciderlo. 16Caino andò ad abitare nella terra di Nod, a oriente di  Eden, lontano dal Signore.

La famiglia di Caino
17Caino  si unì a sua moglie che rimase incinta e diede alla luce Enoc. Poi  Caino costruì una città alla quale diede il nome di suo figlio: Enoc.  18A Enoc nacque Irad, che fu padre di Mecuiael. A Mecuiael nacque  Metusael che fu padre di Lamech.
19Lamech  si prese due mogli: una si chiamava Ada, l'altra Zilla. 20Ada partorì  Iabal, padre dei nomadi allevatori di bestiame. 21Suo fratello, di nome  Iubal, fu il padre dei suonatori di cetra e di flauto. 22Zilla a sua  volta partorì Tubalkain, fabbro di attrezzi in bronzo e in ferro.  Sorella di Tubalkain fu Naama.
23 Lamech disse alle sue mogli:
'Ada, Zilla, ascoltatemi.
Mogli di Lamech, fate bene attenzione:
per una ferita ricevuta
io ho ucciso un uomo
e per una scalfittura
un ragazzo.
24Se Caino dev'essere vendicato sette volte
Lamech lo sarà settantasette volte'.

Un altro figlio per Adamo
25Adamo  si unì ancora a sua moglie che gli partorì un figlio. Lo chiamò Set e  disse: 'Dio mi ha concesso un altro figlio al posto di Abele ucciso da  Caino'.
26Anche Set ebbe un figlio e lo chiamò Enos. Allora si incominciò a invocare il nome del Signore.

Elenco dei patriarchi da Adamo a Noè
1-2Quando  Dio creò l'uomo, lo fece simile a sé. Lo creò maschio e femmina, li  benedisse, e quando furono creati pose loro il nome UOMO.
Questo è l'elenco dei discendenti del primo uomo:
3Adamo  all'età di centotrent'anni generò un figlio simile a lui, a sua  immagine. Lo chiamò Set. 4Dopo la nascita di Set, Adamo visse altri  ottocento anni ed ebbe ancora figli e figlie. 5Adamo visse  novecentotrent'anni, poi morì.
6Set  all'età di centocinque anni generò Enos. 7Dopo la nascita di Enos, Set  visse altri ottocentosette anni ed ebbe ancora figli e figlie. 8Set  visse novecentododici anni, poi morì.
9  Enos all'età di novant'anni generò Kenan. 10Dopo la nascita di Kenan,  Enos visse altri ottocentoquindici anni ed ebbe ancora figli e figlie.  11Enos visse novecentocinque anni, poi morì.
12Kenan  all'età di settant'anni generò Maalaleel. 13Dopo la nascita di  Maalaleel, Kenan visse altri ottocentoquarant'anni ed ebbe ancora figli e  figlie. 14Kenan visse novecentodieci anni, poi morì.
15Maalaleel  all'età di sessantacinque anni generò Iared. 16Dopo la nascita di  Iared, Maalaleel visse altri ottocentotrent'anni ed ebbe ancora figli e  figlie. 17Maalaleel visse ottocentonovantacinque anni, poi morì.
18Iared  all'età di centosessantadue anni generò Enoc. 19Dopo la nascita di  Enoc, Iared visse altri ottocento anni ed ebbe ancora figli e figlie.  20Iared visse novecentosessantadue anni poi morì.
21Enoc  all'età di sessantacinque anni generò Matusalemme. 22Enoc visse sempre  come piace a Dio. Dopo la nascita di Matusalemme, Enoc visse altri  trecento anni ed ebbe ancora figli e figlie. 24Enoc dunque visse come  piace a Dio per trecentosessantacinque anni, poi scomparve perché Dio lo  portò via con sé.
25Matusalemme  all'età di centottantasette anni generò Lamech. 26Dopo la nascita di  Lamech, Matusalemme visse altri settecentottantadue anni ed ebbe ancora  figli e figlie 27Matusalemme visse novecentosessantanove anni, poi morì.
28Lamech  all'età di centottantadue anni generò un figlio 29che chiamò Noè.  'Questo figlio, - disse, - ci consolerà nella durissima fatica di  lavorare la terra maledetta dal Signore'.
30Dopo  la nascita di Noè, Lamech visse altri cinquecentonovantacinque anni ed  ebbe ancora figli e figlie. 31Lamech visse settecentosettantasette anni,  poi morì.
32All'età di cinquecento anni Noè generò Sem, Cam e Iafet.

Corruzione generale
1Gli  uomini incominciarono a moltiplicarsi sulla terra. Nacquero loro delle  figlie. 2 I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e  si scelsero quelle che vollero.
3Allora  il Signore disse: 'Non lascerò che il mio alito vitale rimanga per  sempre nell'uomo perché egli è fragile. La sua vita avrà un limite:  centovent'anni'.
4Quando  i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed esse partorirono  figli, sulla terra vi erano anche dei giganti. E ci furono anche dopo.  Sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
5  Il Signore vide che nel mondo gli uomini erano sempre più malvagi e i  loro pensieri erano di continuo rivolti al male. 6-7Si pentì di aver  fatto l'uomo e fu tanto addolorato che disse: 'Sterminerò dalla terra  quest'uomo da me creato, e insieme con lui anche il bestiame, i rettili e  gli uccelli del cielo'.
8Ma Noè incontrò il favore del Signore.

Noè costruisce l'arca
9Questa è la storia di Noè.
Diversamente  dai suoi contemporanei, Noè era un uomo giusto e senza difetti, e si  comportava come piace a Dio. 10Aveva tre figli: Sem, Cam e Iafet.
11  Il mondo era corrotto, dappertutto c'era violenza. 12Dio guardò il  mondo e vide che tutti avevano imboccato la via del male. 13Allora Dio  disse a Noè:
'Ho  deciso di farla finita con gli uomini! Per colpa loro infatti il mondo è  pieno di violenza. Voglio distruggere loro e anche la terra.
14'Costruisciti  un'arca, una grande imbarcazione in legno robusto. La farai con molti  locali e la spalmerai di pece dentro e fuori. 15L'arca dovrà essere di  queste dimensioni: lunga centocinquanta metri, larga venticinque, alta  quindici. 16La coprirai con un tetto a spiovente, inclinato di mezzo  metro. L'arca dovrà avere tre piani, e su di una fiancata farai la  porta.
17'Io  farò venire una grande inondazione per distruggere tutti gli esseri  viventi. Tutto ciò che si muove sulla terra, perirà. 18Tu invece ti  salverai, io mi impegno con te. Devi entrare nell'arca, tu con tua  moglie, i tuoi figli e le tue nuore. 19Dovrai farvi entrare anche una  coppia di ogni essere vivente, un maschio e una femmina, per conservarli  in vita con te. 20Di ogni specie di uccelli, di ogni specie di bestie e  di ogni specie di rettili verrà con te una coppia per aver salva la  vita. 21Procurati ogni genere di viveri e prepara una scorta: servirà di  cibo per te e per loro'. 22Noè eseguì tutto quel che Dio gli aveva  comandato.

Noè entra nell'arca
1  Il Signore disse a Noè: 'Entra nell'arca con tutta la tua famiglia. Ho  visto che di tutta questa generazione tu solo sei giusto. 2Prendi con te  sette coppie di tutti gli animali non impuri: sette maschi e sette  femmine. Di tutti gli altri prendi invece una sola coppia: un maschio e  la sua femmina. 3Devi anche prendere sette coppie di ogni tipo di  uccelli: maschi e femmine, per conservare la loro specie sulla terra,  4perché fra una settimana io farò piovere sulla terra per quaranta  giorni e quaranta notti ininterrottamente. Così farò scomparire dalla  faccia della terra tutti gli esseri viventi che ho fatto'.
5Noè  eseguì quel che il Signore gli aveva comandato. 6Aveva seicento anni  quando venne il diluvio e le acque inondarono la terra.
7Per  sfuggire al diluvio Noè entrò nell'arca con i suoi figli, la moglie e  le nuore, 8con gli animali puri e impuri, gli uccelli e tutti i rettili  che strisciano sulla terra. 9Come Dio aveva comandato a Noè, gli animali  andarono da lui nell'arca, a coppie: maschi e femmine. 10Dopo una  settimana venne il diluvio sulla terra.

Il diluvio
11Quando  Noè compiva seicento anni, il giorno diciassette del secondo mese, le  acque sotterranee uscirono con violenza da tutte le sorgenti e le  riserve del cielo si spalancarono. 12Piovve sulla terra per quaranta  giorni e quaranta notti.
13Fu  proprio in quel giorno che Noè entrò nell'arca con i figli Sem, Cam e  Iafet, con sua moglie e le mogli dei suoi figli. 14Con loro entrarono  ogni specie di animali selvatici e domestici, ogni genere di rettili che  strisciano al suolo e ogni razza di uccelli e di volatili.
15Vennero  dunque nell'arca con Noè coppie di ogni essere vivente. 16Maschio e  femmina di ogni specie entrarono, come Dio aveva comandato. Poi il  Signore chiuse la porta dell'arca dietro a Noè.
17  Il diluvio continuò per quaranta giorni sulla terra. Le acque  aumentarono e sollevarono l'arca dal suolo. 18Acquistarono forza,  crebbero ancora e su di esse l'arca andava alla deriva. 19-20Con maggior  violenza le acque continuarono ad aumentare sulla terra finché  sommersero tutti i monti. Li coprirono completamente; superarono di  oltre sette metri le più alte cime.
21Morì  tutto ciò che aveva vita sulla terra: uccelli, animali domestici e  selvatici, tutte le piccole bestie che si muovono sul suolo, e anche  tutti gli uomini. 22Morì tutto quel che prima aveva vita sulla terra  asciutta. 23Fu distrutta ogni forma di vita sulla superficie della  terra: furono sterminati uomini e bestie, rettili e uccelli.  Sopravvissero solamente Noè quelli che erano con lui nell'arca.

Fine del diluvio
24Sulla terra il livello delle acque rimase alta per centocinquanta giorni.

1 Dio non si  dimenticò di Noè e di tutti gi animali selvatici e domestici che si  trovavano con lui nell'arca. Fece soffiare un vento sulla terra e le  acque cominciarono ad abbassarsi. 2Vennero fermate le sorgenti, chiuse  le riserve del cielo, e fu trattenuta la pioggia. 3Così, dopo  centocinquanta giorni, le acque cominciarono a calare 4e il  diciassettesimo giorno del settimo mese l'arca si posò su un monte della  catena dell'Ararat. 5Le acque continuarono a calare fino al decimo  mese: il primo giorno di quel mese apparvero le cime dei monti.
6Trascorsi  quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell'arca 7e  lasciò andare un corvo. Il corvo usciva e tornava indietro ogni volta,  finché le acque scomparvero dal suolo.
8Per  vedere se le acque si erano ritirate dalla superficie della terra, Noè  mandò fuori una colomba. 9Essa non trovò alcun luogo dove posarsi perché  l'acqua ricopriva ancora tutta la terra. Tornò allora verso l'arca e  Noè stese la mano e la portò dentro con lui.
10Noè  aspettò ancora una settimana e mandò di nuovo la colomba fuori  dell'arca 11Verso sera essa tornò da lui: aveva nel becco un ramoscello  verde di ulivo. Noè capì che le acque si erano ritirate dalla terra.  12Aspettò ancora un'altra settimana. Lasciò di nuovo andare la colomba  la quale non tornò più da lui.
13  Il primo giorno del primo mese, quando Noè aveva seicentun anni, le  acque si erano ritirate dal suolo. Noè tolse il tetto dell'arca, guardò  intorno e vide che la superficie della terra stava asciugandosi. 14Il  ventisettesimo giorno del secondo mese la terra era completamente  asciutta.
15Allora  Dio ordinò a Noè: 16'Esci dall'arca con tua moglie, i tuoi figli e le  tue nuore. 17Fa' uscire anche gli animali che hai con te, di qualsiasi  specie: uccelli, bestiame e tutti gli animali che strisciano al suolo:  si diffondano sulla terra, siano fecondi e diventino numerosi'.
18Noè  uscì dunque dall'arca con i figli, la moglie e le nuore. 19Poi uscirono  anche tutte le bestie secondo la loro specie: tutti i rettili, tutti  gli uccelli e tutti gli animali che si muovono sulla terra.

Noè offre un sacrificio a Dio
20Noè  costruì un altare per il Signore. Tra gli animali e gli uccelli puri ne  prese uno di ogni specie e li bruciò sull'altare come sacrificio  completo offerto al Signore. 21Il Signore gradì quel sacrificio dal  piacevole odore e disse fra sé: 'Non maledirò mai più il mondo a causa  dell'uomo. È vero che fin dalla sua giovinezza egli ha in cuor suo solo  inclinazioni malvagie. Tuttavia io non distruggerò mai più tutti gli  esseri viventi come ho fatto questa volta.
22 Finché durerà il mondo,
semina e mietitura,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno mai'.

Dio fa alleanza con Noè
1Dio  benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: 'Siate fecondi, diventate  numerosi e popolate la terra. 2Tutti gli animali: il bestiame, gli  uccelli, gli animali selvatici e i pesci, avranno timore e paura di voi.  Di tutti potrete disporre: 3vi do per cibo tutto ciò che si muove e ha  vita, come vi ho dato le piante.
4'Non  dovrete però mangiare la carne con il sangue: perché nel sangue c'è la  vita. 5Se sarà versato il sangue di un uomo, ossia la sua vita, io  interverrò per punire: punirò ogni animale che avrà ucciso un uomo e  punirò ogni uomo che avrà ucciso un altro uomo.
6 Chi uccide un uomo
verrà ucciso dall'uomo,
perché Dio ha fatto l'uomo
a sua immagine.
7 Quanto a voi, siate fecondi,
diventate numerosi,
diffondetevi sulla terra,
popolatela'.
8  Poi Dio disse a Noè e ai suoi figli: 9'Io stabilisco un'alleanza con  voi e con tutti i vostri discendenti 10e con gli esseri viventi intorno a  voi: uccelli, bestie selvatiche, animali domestici, quelli usciti con  voi dall'arca e quelli che vivranno in futuro sulla terra. 11M'impegno a  questo con voi: nessun essere verrà mai più coperto dalle acque del  diluvio; esse non allagheranno mai più la terra per distruggerla'.

L'arcobaleno
12 Dio aggiunse:
'Vi do un segno
dell'alleanza che ho stabilito
fra me e voi
e tutti gli esseri viventi
che sono con voi
e per tutte le loro generazioni
in futuro:
13 ho messo il mio arco
tra le nubi..
Sarà il segno dell'impegno
che ho preso verso il mondo.
14'Quando  io accumulerò nubi sopra la terra, apparirà l'arcobaleno 15e io mi  ricorderò della promessa fatta per voi e per tutti i viventi, a  qualunque specie appartengano: le acque non scateneranno più il diluvio e  non distruggerò mai più ogni vivente. 16Vedrò apparire l'arcobaleno  nelle nubi e non dimenticherò il patto stabilito per sempre tra me e  tutti gli esseri viventi nel mondo, di ogni specie'.
17Dio disse a Noè:'È questo, dunque, il segne del patto che io ho stabilito tra me e ogni vivente nel mondo'.

Noè e i suoi figli
18Con  Noè uscirono dall'arca i suoi figli: Sem, Cam, che fu il padre di  Canaan, e Iafet. 19Da quei tre figli di Noè ha avuto origine tutta la  popolazione della terra. 20Noè fu agricoltore e fu il primo a piantare  una vigna. 21Un giorno bevve il vino, si ubriacò e si addormentò nudo  nella sua tenda. 22Cam, padre di Canaan, vide suo padre nudo e uscì a  dirlo ai suoi due fratelli. 23Ma Sem e Iafet presero un mantello, se lo  gettarono tutti e due sulle spalle e, camminando all'indietro, coprirono  il loro padre che era nudo. Poiché voltavano la faccia dall'altra parte  essi non videro il padre nudo. 24Quando Noè non fu più ubriaco venne a  sapere quel che aveva fatto suo figlio minore. 25Allora disse:
'Canaan sia maledetto,
sia lo schiavo degli schiavi
dei suoi fratelli!'.
26 Poi disse ancora:
'Il Signore, il Dio di Sem,
sia benedetto.
Canaan sia lo schiavo di Sem!
27 E Dio conceda spazio a Iafet!
Possa egli abitare nelle tende di Sem
e Canaan sia lo schiavo di Iafet!'.
28Dopo il diluvio Noè visse ancora trecentocinquant'anni. 29Quando morì aveva novecentocinquant'anni.

I popoli della terra
(vedi 1Cronache 1,5 - 23)
1Noè aveva tre figli: Sem, Cam e Iafet. Dopo il diluvio nacquero loro figli. Questa è la lista.
2 I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubai, Mesech e Tiras.
3l figli di Gomer: Aschenaz, Rifat e Togarma.
4l figli di Iavan: Elisa, Tarsis, gli abitanti delle isole di Cipro e di Rodi.
5Da  Iavan discendono gli abitanti delle isole: essi divennero popoli,  ognuno dei quali ha un proprio territorio che corrisponde alla sua  stirpe, lingua e nazione.
6I figli di Cam: Cus, Egitto, Put e Canaan.
7l figli di Cus: Seba, Avila, Sabta, Raama e Sabteca.
I figli di Raama: Saba e Dedan.
8Cus  generò Nimrod: questi fu il primo guerriero. 9Fu anche un bravissimo  cacciatore, e ancora oggi si dice: essere uno straordinario cacciatore,  come Nimrod. 10Incominciò a regnare sulle città di Babele, Uruch, Accad e  Calne, tutte situate nella regione di Sennaar. 11Da questa terra si  portò in quella di Assur dove costruì le città di Ninive, di Recobot-Ir,  di Calach 12e, fra Ninive e Calach, la grande città di Resen.
13Egitto  generò Lud, Anam, Laab, Naftuch, 14Patros, Casluch e Caftor dal quale  hanno origine i Filistei. 15Canaan generò Sidone, il primogenito, e  Chet. 16Inoltre traggono origine da lui: Gebusei, Amorrei, Gergesei,  17Evei e i popoli Archita, Sineo, 18Arvadita, Semarita e Camatita. In  seguito le famiglie dei Cananei si dispersero. 19Il territorio dei  Cananei si estendeva da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in  direzione di Sodoma, Gomorra, Adma e Zeboim fino a Lesa.
20Sono  questi i discendenti di Cam, che diventarono popoli, ognuno dei quali  ha un proprio territorio che corrisponde alla sua stirpe, lingua e  nazione.
21Anche Sem, fratello maggiore di Iafet capostipite di tutti i discendenti di Eber, ebbe figli.
22 I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram.
23I figli di Aram: Uz, Ul, Gheter e Mas.
24Arpacsad  generò Selach e Selach generò Eber. 25Eber ebbe due figli: chiamò uno  Peleg (Divisione), perché è da quel tempo che gli uomini furono divisi  nel mondo, e chiamò l'altro Ioktan.
26Ioktan  generò Almodad, Selef, Asarmavet, Ierach, 27Adoram, Uzai, Dikla, 28Obal  Abimael, Saba, 29Ofir, Avila e Iobab. Tutti questi furono i figli di  Ioktan. 30 Il loro territorio si estendeva da Mesa in direzione di Sefar  fino ai monti dell'oriente. 31Questi sono discendenti di Sem, che  divennero popoli ognuno dei quali ha un proprio territorio che  corrisponde alla sua stirpe, lingua e nazione.
32Le  famiglie qui elencate hanno avuto origine dai figli di Noè e sono  ordinate secondo la loro discendenza e le loro nazioni. Da esse, dopo il  diluvio, sono sorte le nazioni sparse nel mondo.

La torre di Babele
1Un  tempo tutta l'umanità parlava la stessa lingua e usava le stesse  parole. 2Emigrati dall'oriente gli uomini trovarono una pianura nella  regione di Sennaar e vi si stabilirono. 3Si dissero l'un l'altro:  'Forza! Prepariamoci mattoni e cuociamoli al fuoco!'. Pensarono di  adoperare mattoni al posto delle pietre e bitume invece della calce.  4Poi dissero: 'Forza! Costruiamoci una città! Faremo una torre alta fino  al cielo! Così diventeremo famosi e non saremo dispersi in ogni parte  del mondo!'.
5Il  Signore scese per osservare la città e la torre che gli uomini stavano  costruendo. 6Disse: 'Ecco, tutti quanti formano un sol popolo e parlano  la stessa lingua. E questo non è che il principio delle loro imprese!  D'ora in poi saranno in grado di fare tutto quel che vogliono! 7Andiamo a  confondere la loro lingua: così non potranno più capirsi tra loro'.
8E  il Signore li disperse di là in tutto il mondo; perciò furono costretti  a interrompere la costruzione della città. 9La città fu chiamata Babele  (Confusione) perché fu lì che il Signore confuse la lingua degli uomini  e li disperse in tutto il mondo.

I discendenti di Sem fino ad Abramo
(vedi 1 Cronache 124-27)
10Questa  è la lista dei discendenti di Sem. Sem generò Arpacsad, due anni dopo  il diluvio, all'età di cent'anni. 11Dopo la nascita di Arpacsad, Sem  visse altri cinquecento anni ed ebbe ancora figli e figlie.
12Arpacsad  generò Selach all'età di trentacinque anni. 13Dopo la nascita di  Selach, Arpacsad visse altri quattrocentotré anni ed ebbe ancora figli e  figlie.
14Selach  generò Eber all'età di trent'anni. 15Dopo la nascita di Eber, Selach  visse altri quattrocentotré anni ed ebbe ancora figli e figlie.
16Eber  generò Peleg all'età di trentaquattro anni. 17Dopo la nascita di Peleg,  Eber visse altri quattrocentotrent'anni ed ebbe ancora figli e figlie.
18Peleg  generò Reu all'età di trent'anni. 19Dopo la nascita di Reu, Peleg visse  altri duecentonove anni ed ebbe ancora figli e figlie.
20Reu  generò Serug all'età di trentadue anni. 21Dopo la nascita di Serug, Reu  visse altri duecentosette anni ed ebbe ancora figli e figlie.
22Serug  generò Nacor all'età di trent'anni. 23Dopo la nascita di Nacor, Serug  visse altri duecento anni ed ebbe ancora figli e figlie.
24Nacor  generò Terach all'età di ventinove anni. 25Dopo la nascita di Terach,  Nacor visse altri centodiciannove anni ed ebbe ancora figli e figlie.
26Dopo aver compiuto i settant'anni, Terach generò Abram, Nacor e Aran.
27Questo  è l'elenco dei discendenti di Terach: Terach generò Abram, Nacor e  Aran. Aran generò Lot. 28Aran morì nel suo paese natale, Ur dei Caldei,  mentre suo padre Terach era ancora in vita.
29Abram  e Nacor presero moglie: la moglie di Abram si chiamava Sarai; quella di  Nacor era Milca, figlia di Aran e sorella di Isca. 30Sarai non aveva  figli perché era sterile.
31  Terach prese con sé suo figlio Abram, Lot, figlio di suo fratello Aran,  Sarai, moglie di suo figlio Abram, e lasciarono Ur dei Caldei per  andare nella terra di Canaan. Arrivarono nella città di Carran e si  stabilirono là. 32Terach morì a Carran all'età di duecentocinque anni.

1 Il Signore disse ad Abram:
'Lascia la tua terra, la tua tribù,
la famiglia di tuo padre,
e va' nella terra che io ti indicherò.
2 Farò di te un popolo numeroso,
una grande nazione.
Il tuo nome diventerà famoso.
Ti benedirò.
Sarai fonte di benedizione.
3 Farò del bene a chi te ne farà.
Maledirò chi ti farà del male.
Per mezzo tuo io benedirò
tutti i popoli della terra'.
4-5Abram  partì dalla località di Carran, secondo l'ordine del Signore. Aveva  settantacinque anni. Partirono con lui la moglie Sarai e il nipote Lot,  figlio di suo fratello. Portarono tutti i beni che avevano acquistato e  gli schiavi comperati in Carran. Si diressero verso la terra di Canaan.

Abramo in Canaan
Giunsero  in Canaan 6e Abram attraversò quella regione fino a Sichem, alla  Quercia di More. I Cananei erano allora gli abitanti di quella terra.
7Il  Signore apparve ad Abram e gli disse: 'Questa è la terra che io darò ai  tuoi discendenti'. E in quel luogo Abram costruì un altare per il  Signore che gli era apparso. 8Poi si trasferì verso la montagna che si  trova a est di Betel. Piantò la sua tenda a mezza strada tra Betel a  ovest e Ai a est. Costruì un altare invocò il Signore. 9Poi, a tappe, si  diresse verso il Negheb.

Abramo in Egitto
10Una grave  carestia colpì la terra di Canaan. Per evitarla Abram emigrò in Egitto.  11Prima di arrivarci disse a Sarai, sua moglie 'Tu sei una donna molto  bella. 12Quando gli Egiziani ti vedranno penseranno che sei mia moglie,  allora mi uccideranno e lasceranno in vita te. 13Ti prego, di' a tutti  che sei mia sorella. Così, grazie a te, invece di uccidermi, mi  tratteranno bene'.
14 Infatti, appena giunsero in Egitto, gli  Egiziani videro che Sarai era bellissima. 15Alcuni funzionari la  notarono e lodarono la sua bellezza parlandone con il faraone. Così fu  portata al palazzo reale 16e a causa sua trattarono molto bene Abram:  gli regalarono pecore buoi, asini e asine, serve e servi e cammelli.  17Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con gravi malattie perché  aveva preso Sarai, la moglie di Abram.
18 Il faraone allora chiamò  Abram e gli disse: 'Che cosa mi hai combinato? Perché non m hai fatto  sapere che è tua moglie? 19Mi ha raccontato che era tua sorella e hai  lasciato chi io la prendessi per moglie! Ora riprenditela vattene!'.
20 Il faraone diede ordine di far partire Abram con sua moglie e tutto quel che possedeva.

1Quindi Abram lasciò l'Egitto e si avviò verso il Negheb con sua moglie, tutti suoi beni e Lot che l'accompagnava.

Abramo e il nipote Lot
2Abram  era assai ricco. Aveva molto bestiame, argento e oro. 3Proseguì il suo  viaggio dal Negheb fino a Betel, dove già una volta aveva piantato la  sua tenda, tra Betel e Ai. 4E là dove aveva già costruito un altare  invocò il nome del Signore.
5Anche Lot, che viaggiava con Abram,  aveva pecore, buoi e tende. 6E proprio per questa quantità di bestiame i  pascoli non erano sufficienti per tutti e due; 7tanto più che, a quel  tempo, anche i Cananei e i Perizziti abitavano quel territorio. Un  giorno scoppiò una lite tra i pastori dei greggi di Abram e quelli di  Lot. 8Allora Abram disse a Lot: 'Noi siamo come fratelli e quindi non ci  devono essere liti tra me e te, né tra i miei e i tuoi pastori. 9Dunque  separiamoci: hai davanti a te tutta questa regione. Se tu andrai a  sinistra, io andrò a destra; se invece tu andrai a destra, io andrò a  sinistra'.
10Lot si guardò intorno e vide la pianura del Giordano.  Prima che il Signore distruggesse le città di Sodoma e Gomorra, fino a  Zoar era una valle tutta irrigata, come il giardino del Signore, come la  terra d'Egitto. 11Perciò Lot scelse per sé tutta la pianura del  Giordano e se ne andò verso est. Così si divisero.
12Abram abitò  nella regione di Canaan, Lot invece nelle città della pianura e si  spinse fino a Sodoma. 13Ma gli abitanti di quella città erano perversi e  peccavano contro il Signore.
14Dopo che Lot se ne fu andato, il  Signore disse ad Abram: 'Guardati intorno, da questo luogo dove sei,  volgi gli occhi a nord e a sud, a est e a ovest. 15Io darò per sempre a  te e ai tuoi discendenti tutta la terra che tu vedi. 16Farò diventare i  tuoi discendenti tanto numerosi che nessuno li potrà contare, come non  si può contare la polvere sulla terra. 17E ora va'. Percorri in lungo e  in largo questa terra perché io te la darò'.
18Allora Abram spostò l'accampamento verso le Querce di Mamre che sono a Ebron e in quel luogo costruì un altare per il Signore.

 Abramo libera Lot
1Ecco che cosa accadde ai  tempi di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar, di Chedorlaomer  re di Elam, e di Tideal re di Goim. 2Questi re fecero guerra a Bera re  di Sodoma, a Birsa re di Gomorra, a Sinab re di Adma, a Semeber re di  Zeboim, a Zoar re di Bela. 3Questi ultimi si radunarono nella valle di  Siddim, dove ora c'è il mar Morto. 4Essi erano rimasti sottomessi a  Chedorlaomer per dodici anni, ma nel tredicesimo si ribellarono. 5L'anno  dopo, il quattordicesimo, Chedorlaomer e i re suoi alleati avanzarono e  sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim gli Zuzim ad Am, gli Emim a  Save-Kiriataim, 6e gli Urriti sulle montagne di Seir fino a EI-Paran,  che è vicino al deserto. 7Poi tornarono indietro, giunsero a En-Mispat,  vale a dire a Kades. Sconfissero gli Amaleciti su tutto il territorio e  persino gli Amorrei che abitavano ad Azazon-Tamar. 8A questo punto si  trovarono di fronte i re di Sodoma, di Gomorra, di Adma, di Zeboim e di  Bela, cioè Zoar, i quali si schierarono in battaglia nella valle di  Siddim 9per combattere appunto Chedorlaomer, re di Elam, Tideam, re di  Goim, Amrafel, re di Sennaar e Arioch, re di Ellasar. Erano cinque re  contro quattro.
10La valle di Siddim era piena di grandi pozze di  bitume. I re di Sodoma e di Gomorra in fuga vi caddero dentro. Gli  scampati invece si rifugiarono verso il monte. 11I vincitori presero  allora tutte le ricchezze e le vettovaglie di Sodoma e di Gomorra e se  ne andarono.
12Presero anche Lot, nipote di Abram, figlio di suo fratello, che abitava a Sodoma, e le sue ricchezze, e se ne andarono.
13Uno  degli scampati venne a riferire il fatto ad Abram, l'Ebreo, che abitava  vicino alle querce che appartenevano a Mamre, l'Amorreo, fratello di  Escol e di Aner, alleati di Abram. 14Appena saputo che suo nipote era  caduto prigioniero, Abram organizzò i suoi uomini: con trecentodiciotto  servi tra i più fidati inseguì quei re fino a Dan. 15Abram divise i suoi  uomini in gruppi, e nella notte sconfisse i nemici e li inseguì fino a  Coba, a nord di Damasco. 16Ricuperò il bottino, liberò il nipote Lot con  le sue ricchezze e tutta la popolazione, uomini e donne.

Melchisedek benedice Abramo
17Dopo  aver sconfitto Chedorlaomer e i re suoi alleati, Abram era sulla via  del ritorno. Allora il re di Sodoma gli andò incontro nella valle di  Save, chiamata anche la valle del Re.
18In quell'occasione il re di  Salem, Melchisedek, portò pane e vino. Egli era sacerdote del Dio  Altissimo. 19Benedisse Abram con queste parole:
'Dio, l'Altissimo, creatore del cielo e della terra, benedica te, Abram!
20  E sia benedetto il Dio Altissimo perché ti ha reso vittorioso sui tuoi  nemici!'. E Abram diede a Melchisedek la decima parte di ogni cosa.
21Poi il re di Sodoma disse ad Abram:
- Restituiscimi i miei uomini e tieni per te il bottino di guerra.
22Abram però gli rispose:
-  Giuro dinanzi al Signore Altissimo, creatore del cielo e della terra,  23che non prenderò neppure un filo di quel che è tuo, neanche un laccio  di calzatura. Perché tu non possa dire: io ho arricchito Abram. 24Non  voglio niente per me, salvo quanto hanno mangiato i miei servi, e la  parte che spetta ai miei uomini, cioè Aner, Escol e Mamre. Quelli si  prenderanno quanto loro dovuto.

Promessa del Signore ad Abramo
1Dopo questi fatti il Signore parlò in visione ad Abram:
- Non temere, - gli disse, - io ti proteggo come uno scudo. La tua ricompensa sarà grandissima.
2Ma Abram rispose:
-  Signore, mio Dio, cosa mai potrai darmi, dal momento che non ho figli?  Ormai sto per andarmene e l'erede in casa mia sarà Eliezer di Damasco.  3Ecco, tu non mi hai dato nemmeno un figlio, - continuò a dire Abram, - e  così un servo della mia famiglia sarà mio erede!
4Il Signore rispose:
- No! Non il tuo servo, ma uno che nascerà da te sarà il tuo erede.
5Poi  lo condusse all'aperto e gli disse: 'Contempla il cielo e conta le  stelle, se le puoi contare!'. E aggiunse: 'I tuoi discendenti saranno  altrettanto numerosi'.
6Abram ebbe fiducia nel Signore e per questo il Signore lo considerò giusto.

Patto del Signore con Abramo
7Il Signore disse ad Abram:
- Io sono il Signore; io ti ho fatto uscire da Ur, città dei Caldei, per darti questa terra.
8Signore, mio Dio! - rispose Abram. - Come posso sapere che questa terra sarà mia?
9Il Signore gli rispose:
- Procurami una vitella, una capra, un montone, tutti di tre anni, una tortora e un piccione giovane.
10Abram  si procurò tutti questi animali, li tagliò in due e mise ogni metà di  fronte all'altra. Ma non divise gli uccelli. 11Alcuni rapaci si  precipitarono su quelle bestie morte, ma Abram li scacciò.
12Al tramonto del sole Abram si sentì afferrare da un sonno profondo e da una grande angoscia.
13Allora  il Signore gli disse: 'I tuoi discendenti abiteranno come stranieri in  una terra che non sarà la loro. Saranno ridotti in schiavitù e oppressi  per quattrocento anni. 14Ma io condannerò quel popolo che literrà  schiavi e allora usciranno da quella terra con molte ricchezze.  15-16Dopo quattro generazioni i tuoi discendenti torneranno. Solo allora  infatti io scaccerò gli Amorrei, che abitano in questa terra, perché  saranno tanto malvagi che meriteranno d'essere scacciati. Tu, invece,  vivrai una felice vecchiaia, morirai in pace e riceverai degna  sepoltura'.
17Dopo il tramonto seguì una notte molto buia. Ed ecco un  braciere fumante e una torcia accesa passarono tra le metà degli  animali uccisi. 18In quel giorno il Signore fece una promessa ad Abram.  Gli disse: 'Io prometto di dare a te e ai tuoi discendenti questa terra  che si estende dal fiume confinante con l'Egitto sino al grande fiume,  l'Eufrate. 19Ora però è abitata da Keniti, Kenizziti, Kadmoniti, 20  Ittiti, Perizziti, Refaim, 21Amorrei, Cananei, Gergesei e Gebusei'.

Sarai e Agar. Nascita di Ismaele
1Sarai moglie  di Abram, non aveva potuto dargli dei figli. Aveva però una schiava  egiziana, di nome Agar. 2Perciò Sarai disse ad Abram: 'Vedi bene che il  Signore mi ha resa sterile. Va' dunque dalla mia schiava Forse lei potrà  darti un figlio al mio posto'. Abram accettò il suggerimento di Sarai.  3Quando Sarai, moglie di Abram, diede al marito la propria schiava, Agar  l'Egiziana, erano già dieci anni che essi abitavano nella terra di  Canaan. 4Abram andò dunque da Agar, che rimase incinta. Ma quando essa  se ne rese conto, ne fu orgogliosa e cominciò a guardare con disprezzo  la padrona. 5Sarai allora disse ad Abram: - Sei tu il responsabile di  questo disprezzo. Io stessa ti ho messo tra le braccia la mia serva. Ma  da quando sa di essere incinta mi considera inferiore a lei. Decida il  Signore chi ha ragione fra noi due.
6Le rispose Abram:
- La schiava è tua. Pensaci tu. Trattala come meglio ti pare!
E  Sarai maltrattò Agar, che fuggì lontano da lei. 7L'angelo del Signore  la vide nel deserto, vicino a una sorgente, quella che si trova sulla  via di Sur, 8e le disse:
- Agar, schiava di Sarai, da dove vieni? E dove vai?
- Fuggo da Sarai, la mia padrona, - rispose Agar.
- 9Torna invece da lei, - ordinò l'angelo del Signore, - e a lei ubbidisci.
10Poi aggiunse:
- Io renderò così numerosi i tuoi discendenti, che non sarà possibile contarli.
11Tu sei incinta e partorirai un figlio.
Lo dovrai chiamare Ismaele, perché il Signore ti ha ascoltato nella tua disperazione.
12Egli  vivrà come un puledro selvatico pronto a battersi con tutti, e tutti si  batteranno con lui. Resterà separato da tutti i suoi fratelli.
13Allora  Agar esclamò: 'Ho veramente visto colui che mi vede?'. E diede al  Signore che le aveva parlato questo nome: 'Tu sei il Dio che mi vede'.  14Perciò è chiamato pozzo di Lacai-Roi (Vivente che mi vede). Esso si  trova fra Kades e Bered. 15Poi Agar partorì un figlio ad Abram e questi  lo chiamò Ismaele. 16Abram aveva ottantasei anni quando nacque Ismaele.

Il Signore rinnova la promessa ad Abramo
1Abram avevanovantanove anni quando il Signore gli apparve e gli disse:
'Io  sono il Dio Onnipotente ubbidisci a me e agisci giustamente. 2 Io farò  un patto tra me e te: i tuoi discendenti saranno sempre più numerosi.
3Abram si prostrò con la faccia a terra e Dio continuò:
4'Ecco la promessa che faccio a te:
Tu sarai il capostipite di molti popoli.
5Il tuo nome non sarà più Abram,
ma Abramo,
perché io ti stabilisco come padre
di molti popoli.
6 Tu sarai grande, darai inizio a intere nazioni
e vi saranno dei re nella tua discendenza.
7Io manterrò la mia promessa fatta a te
e ai tuoi discendenti,
di generazione in generazione.
Sarà una promessa valida per sempre:
io sarò il tuo Dio
e il Dio dei tuoi discendenti.
8 E a te, e a quelli che verranno dopo di te,
io darò in possesso perpetuo la terra
nella quale ora abiti come straniero:
tutta la terra di Canaan;
e io sarò il loro Dio'.

La circoncisione, segno del patto
9Dio disse ad Abramo:
'Tu  e i tuoi discendenti, di generazione in generazione, dovrete rispettare  il mio patto, 10vi impegnerete a circoncidere ogni maschio tra voi:  11reciderete il vostro prepuzio come segno del patto tra me e voi.  12Ogni vostro maschio, di ogni generazione, quando avrà otto giorni,  verrà circonciso. Ecosì pure ogni schiavo nato in casa o comprato dagli  stranieri, che per questo non discende da te. 13Dovrà assolutamente  essere circonciso sia chi è nato in casa, sia chi avrai comperato con il  tuo denaro; e così il mio patto perpetuo sarà segnato nel vostro corpo.  14L'incirconciso invece, cioè il maschio che non porta il segno fisico  della circoncisione, non sia più considerato parte del mio popolo,  perché ha rotto il mio patto'.

Prima promessa della nascita di Isacco
15Dio  disse ancora ad Abramo: 'Non chiamare più tua moglie Sarai; d'ora in  poi il suo nome è: Sara. 16Per mezzo di lei ti darò un figlio. La  benedirò e darà origine a intere nazioni e vi saranno re fra i suoi  discendenti'.
17Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e  rise. Pensò fra sé: 'È mai possibile che un uomo diventi padre a  cent'anni e che all'età di novant'anni Sara possa partorire?'. 18Perciò  Abramo disse a Dio:
- C'è già Ismaele. Potresti fare che sia lui il mio erede.
19  - No! - gli rispose Dio. - Tua moglie Sara ti partorirà un figlio e tu  lo chiamerai Isacco. Con lui io manterrò la mia promessa: sarà una  promessa che vale per sempre, anche dopo di lui, per i discendenti. 20Ma  anche per ciò che riguarda Ismaele, io ti ho ascoltato. Io lo benedirò:  avrà molti figli, genererà dodici principi e sarà l'inizio di un grande  popolo. 21Quanto alla mia promessa io la manterrò con Isacco, il figlio  che Sara ti partorirà l'anno prossimo, in questa stessa stagione.
22Dopo aver detto questo ad Abramo, Dio si allontanò da lui e scomparve verso l'alto.
23Abramo  prese suo figlio Ismaele e tutti gli schiavi nati nella sua famiglia o  comperati con il suo denaro, insomma tutti i maschi del suo clan, e in  quello stesso giorno li circoncise, come Dio gli aveva comandato.
24Abramo  fu circonciso all'età di novantanove anni, 25Ismaele, suo figlio,  all'età di dodici; 26tutti e due nello stesso giorno. 27Con Abramo  furono circoncisi tutti gli uomini della sua famiglia, sia quelli nati  in casa sua, sia quelli comperati con denaro dagli stranieri.

Seconda promessa della nascita di Isacco
1Abramo  abitava presso le Querce di Mamre. Un giorno, nell'ora più calda mentre  stava seduto all'ingresso della sua tenda, gli apparve il Signore. 2Abramo  alzò gli occhi e vide tre uomini in piedi, davanti a lui. Appena li  vide dall'ingresso della tenda, subito corse loro incontro, si inchinò  fino a terra e 3disse:
- Mio Signore, ti prego, non andare oltre. Fermati. Sono qui per servirti. 4Vi farò subito portare dell'acqua per lavarvi i piedi. Intanto riposatevi sotto quest'albero. 5Poi  vi darò qualcosa da mangiare. Dopo esservi ristorati potrete continuare  il vostro viaggio. Non dovete essere passati di qui inutilmente.
- Va bene, - risposerò, - fa' come hai detto.
6Abramo entrò in fretta nella tenda, da Sara.
- Presto, - le disse, - impasta tre razioni di fior di farina e prepara alcune focacce.
7Egli  stesso corse dove teneva gli animali, scelse un vitello tenero e buono e  lo diede un servitore che subito si mise a prepararlo. 8Prese  del burro, del latte, la carne che era stata preparata e portò tutto  agli ospiti. Mentre essi mangiavano sotto l'albero, egli stava in piedi  accanto a loro. 9Alla fine gli chiesero: - Dov'è tua moglie Sara?
- Nella tenda, - rispose Abramo.
10 Il Signore disse:
- Io ritornerò sicuramente da te l'anno prossimo e allora tua moglie Sara avrà un figlio.
Sara stava ascoltando all'ingresso della tenda, dietro ad Abramo. 11-12Essa  rise fra sé, perché sia lei che il marito erano molto vecchi. Sara  sapeva che il tempo di aver figli era passato, e si domandava: 'Posso  ancora mettermi a fare l'amore? E mio marito è vecchio anche lui'.
13Allora il Signore disse ad Abramo:
- Perché Sara ride? Pensa davvero di non poter aver figli nella sua vecchiaia? 14Vi è forse qualche cosa di impossibile per il Signore? Quando tornerò da te, fra un anno, Sara avrà un figlio!
15Sara ebbe paura e perciò disse una bugia:
- Non ho riso! - affermò.
- E invece sì, hai proprio riso, - le rispose l'altro.

Annunzio della distruzione di Sodoma
16Poi  quegli uomini si alzarono. Prima di salutarli Abramo volle  accompagnarli per un tratto di strada. Guardavano Sodoma di fronte a  loro. 17Intanto il Signore si chiedeva: 'Devo forse tenere nascosto ad Abramo quel che sto per fare? 18Proprio a lui che deve essere il capostipite di un popolo grande e forte e una sorgente di benedizione per tutti i popoli? 19Io  infatti l'ho scelto perché insegni ai suoi figli, e ai suoi familiari  dopo di lui, a seguire la via del Signore facendo ciò che è buono e  giusto. E io, il Signore, manterrò per Abramo tutto quello che gli ho  promesso'.
20Così il Signore disse ad Abramo:
'Le accuse contro Sodoma e Gomorra sono tremende. Il peccato di quelle città è troppo grave. 21Voglio andare a vedere se queste accuse sono proprio vere. Voglio saperlo'.
22Due di quegli uomini si avviarono verso Sodoma.

Intercessione di Abramo
Abramo stava di fronte al Signore. 23Gli si avvicinò e disse:
- Davvero tu vuoi distruggere insieme il colpevole e l'innocente? 24Forse  in quella città vi sono cinquanta innocenti. Davvero tu li vuoi far  morire? Perché invece non perdoni a quella città per amore di quei  cinquanta? 25Allontana da te l'idea di far morire insieme il  colpevole e l'innocente! Il giudice del mondo eserciterà forse la  giustizia in modo ingiusto?
26 Se trovo cinquanta innocenti nella città di Sodoma, - gli rispose il Signore, - per amor loro perdonerò a tutta la città.
27Abramo riprese a dire:
- Ecco, io oso parlare al Signore anche se sono soltanto un povero mortale. 28Può darsi che invece di cinquanta innocenti ve ne siano cinque di meno! E tu, per cinque di meno, distruggeresti tutta la città?
- No! - gli rispose il Signore, - non la distruggerò se in essa vi sono quarantacinque innocenti!
29Abramo continuò:
- Può darsi che ve ne siano solamente quaranta!
- E io non la distruggerò per amore di quei quaranta! - rispose il Signore.
30  Non offenderti, mio Signore, - continuò Abramo, - non posso fare a meno  di parlare ancora. Può darsi che ve ne siano soltanto trenta!
- Non distruggerò quel luogo se ne trovo trenta, - rispose il Signore.
31Abramo riprese:
- Insisto ancora, Signore! Forse ce ne saranno venti.
- Non la distruggerò anche se ce ne sono venti! - rispose il Signore.
32Non adirarti, Signore, - riprese Abramo, - parlerò per l'ultima volta. Forse ve ne saranno soltanto dieci.
- Per amor di quei dieci non la distruggerò, - rispose il Signore.
33Quando ebbe finito di parlare con Abramo, il Signore se ne andò e Abramo tornò alla sua tenda.

Lot ospita due angeli
1Quando i due angeli  giunsero a Sodoma, verso sera, Lot stava seduto alla porta di quella  città. Appena li vide si alzò per andar loro incontro. Si inchinò faccia  a terra, 2poi disse:
- Io sono qui per servirvi. Vi prego, venite a  casa mia questa notte. Vi potrete lavare i piedi e dormire. Domani di  buon mattino vi alzerete e proseguirete il vostro viaggio.
- Non è il caso, - essi risposero, - possiamo benissimo trascorrere la notte qui all'aperto.
3Lot  però insisté tanto che essi si fermarono da lui ed entrarono in casa  sua. Egli preparò la cena, fece cuocere dei pani non lievitati, ed essi  mangiarono.
4Ma prima ancora che fossero andati a dormire, tutti gli  abitanti della città di Sodoma, giovani e vecchi, giunti anche dai  quartieri più lontani, circondarono la casa. 5Gridarono:
- Lot, dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire! - Dicevano così perché volevano violentarli.
6Allora Lot uscì loro incontro, sulla soglia. Si chiuse la porta alle spalle 7e disse:
-  Fratelli miei, vi prego, non fate una simile malvagità. 8Datemi  ascolto! Io ho due figlie ancora vergini. Ve le porterò fuori e potrete  farne quel che vorrete, ma non toccate gli uomini: sono miei ospiti.
9 -Togliti dai piedi, - gli risposero. E aggiunsero:
-  Questo individuo, venuto a stare qui come straniero ora ci vuole  insegnare quel che dobbiamo fare! Ti tratteremo peggio di loro.
Si  precipitarono contro Lot e si avventarono per sfondare l'uscio. 10Ma i  due angeli allungarono le braccia, afferrarono Lot, lo trascinarono in  casa e richiusero la porta. 11Poi colpirono tutta la gente che stava  sulla soglia della casa, giovani e vecchi, con un bagliore accecante.  Così si affannarono inutilmente a cercare l'entrata.

Distruzione di Sodoma
12-13I  due uomini dissero a Lot: 'Il Signore ci ha mandato per distruggere  questo luogo, perché tremenda è la protesta salita fino a lui contro i  suoi abitanti. Perciò fa' uscire di qui i tuoi figli, le tue figlie, i  tuoi futuri generi, tutti i tuoi che abitano in questa città e ogni  altro parente, se ne hai ancora'.
14Lot andò ad avvertire i suoi futuri generi:
'Alzatevi,  - disse loro, - lasciate questo luogo, perché il Signore sta per  distruggerlo'. Ma essi pensavano che Lot stesse scherzando.
15 L'alba  stava appena sorgendo quando quegli uomini fecero premura a Lot.  'Sbrigati, - gli dicevano, - prendi tua moglie e le tue due figlie che  sono con te e parti, altrimenti morirete nella punizione di questa  malvagia città!
16Lot era ancora indeciso, ma poiché il Signore  voleva risparmiarlo, quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le  due figlie, li fecero uscire e li lasciarono fuori della città.
17Nel  condurli fuori uno di essi diceva a Lot: - Scappa! Ne va della tua  vita! Non voltarti indietro. Non fermarti nella pianura! Fuggi in  montagna, così non verrai travolto dal disastro.
18Ma Lot rispose:
-  No, mio Signore, ti prego! 19Certo tu sei stato favorevole a me che  sono tuo servo. Hai avuto verso di me grande benignità conservandomi in  vita. Ma io non ce la faccio a salvarmi in montagna, per sfuggire al  disastro e non morire. 20Vedi quella piccola città? È abbastanza vicina  perché io possa raggiungerla. Ti prego, permettimi di rifugiarmi là: è  tanto piccola! Così io vivrò.
21 - Ecco, - gli rispose il Signore, -  ti concedo anche questo. Non distruggerò la città che hai indicato.  22Presto, corri! Io non potrò agire finché tu non sarai arrivato laggiù.
Per questo la città è stata chiamata Zoar.
23  Il sole si era levato e Lot era giunto a Zoar 24quando il Signore fece  piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco. 25Il Signore  distrusse quelle città e tutti i loro abitanti, tutta la pianura e la  vegetazione del territorio. 26Ma la moglie di Lot si voltò indietro a  guardare e divenne una statua di sale.
27Abramo, alzatosi di buon  mattino, andò al luogo dove si era fermato a parlare con il Signore.  28Volse lo sguardo su Sodoma e Gomorra e su tutta l'estensione della  valle. Vide alzarsi da terra un fumo simile a quello di una fornace.
29Così,  quando distrusse le città della valle dove Lot aveva abitato, Dio non  si dimenticò di Abramo e salvò Lot da quel disastro.

Origine dei Moabiti e degli Ammoniti
30Poi  Lot se ne andò da Zoar perché aveva paura di restare lì e si stabilì  sulla montagna con le due figlie. Abitò con esse in una grotta.
31La  maggiore disse all'altra: 'Nostro padre è vecchio e qui intorno non ci  sono uomini per sposarci come si fa dappertutto. 32Vieni, facciamo bere  nostro padre e passiamo la notte con lui: così avremo figli da nostro  padre'.
33E in quella stessa notte ubriacarono il padre, e la figlia  maggiore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
34Il  giorno seguente la maggiore disse alla sorella: 'La notte scorsa sono  andata io con mio padre. Ubriachiamolo di nuovo e questa notte va' tu a  dormire con lui: così avremo figli da nostro padre'.
35Quella notte ubriacarono ancora il padre, e la figlia minore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
36Così  le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. 37La maggiore  partorì un figlio che chiamò Moab: egli è il capostipite degli odierni  Moabiti. 38Anche la sorella minore partorì un figlio, che chiamò  Ben-Ammi: egli è il capostipite degli odierni Ammoniti.

Abramo, Sara e Abimelech
1Abramo si mosse da  Mamre verso il sud di Canaan e si fermò tra Kades e Sur. Abitò come  straniero a Gerar. 2Quando parlava di sua moglie diceva che era sua  sorella. Perciò Abimelech, re di Gerar, mandò a prenderla per sé. 3Di  notte Dio apparve in sogno ad Abimelech e gli disse: 'Tu devi morire  perché ti sei presa questa donna che è già sposata'.
4Abimelech però non aveva ancora avuto alcun rapporto con lei. Perciò disse:
-  Signore, sono innocente; perché vuoi colpire me e il mio popolo?  5Abramo stesso ha detto che era sua sorella e anche lei lo ha  confermato. Io quindi ho agito in buona fede e con intenzioni oneste.
6Allora,  sempre nel sogno, Dio gli rispose: - Sì, lo so che hai agito in buona  fede, perciò io ti ho impedito di peccare contro di me, e non ti ho  permesso di avere rapporti con lei. 7Ora, però, restituisci la donna a  quell'uomo. È un profeta: egli pregherà per te e tu vivrai. Ma se non la  restituisci, sicuramente morrai, tu e tutti i tuoi.
8Abimelech si  alzò di buon mattino, chiamò tutti i suoi consiglieri e raccontò loro  l'intera vicenda. Tutti furono spaventati. 9 Allora Abimelech fece  chiamare Abramo e gli disse:
- Che cosa mi hai combinato? Che cosa ti  ho fatto di male, io, per esporre me e il mio popolo al rischio di un  peccato così grave? Nessuno dovrebbe comportarsi così!
10Abimelech disse ancora ad Abramo:
- Che intenzioni aveviquando hai fatto questo?
11Abramo rispose:
-  Mi sono detto: sicuramente in questo luogo non vi è alcun rispetto di  Dio! Perciò mi uccideranno pur di avere mia moglie. 12 Inoltre Sara è  veramente mia sorella: è figlia di mio padre, ma non di mia madre. Poi è  divenuta mia moglie. 13Così, quando dalla casa paterna Dio mi mandò in  terra straniera, io le ho detto: In qualsiasi luogo andremo, fammi il  favore di dire che io sono tuo fratello.
14Allora Abimelech restituì Sara ad Abramo e insieme gli regalò pecore e buoi, schiavi e schiave. 15E gli disse:
- Guarda, questo è il mio territorio. Va' a stabilirti dove preferisci.
16A Sara disse:
-  Ecco, io ho dato a tuo fratello mille pezzi d'argento. Questo dono  dimostra ai tuoi e a tutti che sei innocente. Così tutti sapranno che  non hai fatto nulla di male.
17-18Per la faccenda di Sara Dio aveva  fatto in modo che Abimelech, sua moglie e le sue schiave non potessero  avere figli. Ma Abramo pregò Dio, e Dio guarì Abimelech, sua moglie e le  sue schiave, e generarono di nuovo.

Nascita di Isacco
1Come aveva detto, il  Signore agì in favore di Sara. Fece per lei quel che aveva promesso.  2Anche se Abramo era già vecchio, Sara rimase incinta, e nel tempo che  Dio le aveva annunziato diede alla luce un figlio. 3Abramo chiamò  Isacco, questo figlio avuto da Sara. 4Quando ebbe otto giorni lo  circoncise, come Dio aveva comandato.
5Abramo aveva cento anni quando  gli nacque Isacco. 6Sara disse: 'Dio mi ha dato la gioia di ridere.  Chiunque verrà a saperlo riderà con me'. 7E aggiunse: 'Chi avrebbe mai  detto ad Abramo: Sara allatterà figli? Eppure io gli ho dato un figlio  nella sua vecchiaia'.

Agar e Ismaele
8Isacco cresceva. Nel giorno del suo svezzamento Abramo organizzò una grande festa.
9Sara  notò il figlio che Abramo aveva avuto da Agar, l'Egiziana: stava  scherzando con suo figlio Isacco. 10Allora disse ad Abramo: 'Manda via  questa schiava e suo figlio. Egli non deve spartire l'eredità con mio  figlio Isacco!'.
11Questo dispiacque molto ad Abramo, perché anche  Ismaele era suo figlio. 12Ma Dio gli disse: 'Non rattristarti per la tua  schiava e per il ragazzo. Accontenta Sara in tutto quello che ti  chiederà, perché per mezzo di Isacco tu avrai discendenti. 13Ma anche il  figlio di questa tua schiava darà origine a un grande popolo, perché  anche lui è tuo figlio'.
14Allora Abramo si alzò di buon mattino,  prese del pane e un otre d'acqua, li pose sulle spalle di Agar, le diede  pure il figlio e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì nel deserto  di Bersabea. 15Quando non ci fu più acqua nell'otre, prese il figlio e  lo lasciò sotto un cespuglio. 16Si allontanò e si mise seduta di fronte a  lui, a un centinaio di metri. Diceva fra sé: 'Non voglio veder morire  mio figlio'. E standosene lì seduta si mise a piangere.
17Dio udì il  lamento del ragazzo, e I'angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse:  'Agar, che hai? Non temere perché Dio ha udito la voce del ragazzo.  18Alzati, riprendi il ragazzo e abbi cura di lui, perché io lo farò  diventare padre di un grande popolo'.
19Poi Dio le aprì gli occhi e Agar notò una sorgente d'acqua. Andò a riempire l'otre e diede da bere al ragazzo.
20-21  Dio protesse il ragazzo che cresceva e abitava nel deserto di Paran.  Diventò un esperto cacciatore. Sua madre gli diede in moglie  un'Egiziana.

Alleanza tra Abramo e Abimelech
22In quel tempo il re Abimelech, accompagnato da Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo:
-  Dio è con te in tutto quello che fai. 23Ebbene, giurami subito, davanti  a Dio, che tu non tradirai né me, né i miei figli, né i miei  discendenti. Io sono stato leale con te, così prometti che anche tu  sarai leale con me e verso il paese che ti ospita.
24Abramo rispose:
- Lo giuro!
25Però  Abramo protestò con Abimelech a proposito di un pozzo che i servi del  re avevano preso con la forza. 26Abimelech rispose: - Non so chi ha  fatto questo. Tu non me ne avevi mai parlato. Lo sento per la prima  volta. 27Allora Abramo donò pecore e buoi ad Abimelech. Così conclusero  un'alleanza tra loro. 28Inoltre Abramo mise da parte sette agnelle del  gregge. 29Abimelech gli chiese: - Che significato hanno le sette agnelle  messe da parte?
30Abramo rispose:
- Tu devi accettare  direttamente dalle mie mani queste sette agnelle. In tal modo  riconoscerai che sono stato io a scavare questo pozzo.
31Quel pozzo fu chiamato 'Bersabea', perché lì Abramo e Abimelech avevano fatto un patto.
32Dopo  aver concluso I'alleanza a Bersabea, Abimelech e Picol, capo del suo  esercito, se ne tornarono nella regione dei Filistei. 33Allora Abramo  piantò un terebinto a Bersabea e adorò il Signore, il Dio eterno.
34Per molto tempo Abramo abitò come straniero nel territorio dei Filistei.

Il sacrificio di Isacco
1Qualche tempo, dopo Dio mise alla prova Abramo. Lo chiamò: - Abramo!
Egli rispose:
- Eccomi!
2Dio gli disse:
-  Prendi il tuo figlio Isacco, il tuo unico figlio, che tu ami molto, e  va' nel territorio di Moria. Là, su un monte che io ti indicherò, lo  offrirai a me in sacrificio.
3La mattina seguente di buon'ora Abramo  spaccò la legna per il sacrificio e la caricò sull'asino. Prese con sé  Isacco e due servi, e si avviarono verso il posto che Dio aveva  indicato. 4Il terzo giorno, Abramo, alzati gli occhi, vide il luogo  lontano. 5Dal cielo l'angelo del Signore chiamò Abramo per la seconda  volta 5Allora disse ai suoi servitori: 'Rimanete qui con l'asino. Io e  il ragazzo andremo là per adorare Dio. Poi torneremo'.
6Abramo prese  la legna per il sacrificio e la pose sulle spalle di suo figlio Isacco;  egli stesso portava il coltello e carboni ardenti per accendere il  fuoco. Mentre camminavano insieme l'uno accanto all'altro 7Isacco disse:
- Padre!
- Sì, figlio mio, - gli rispose Abramo. E Isacco:
- Abbiamo il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per il sacrificio?
8Abramo rispose:
- Ci penserà Dio stesso, figlio mio!
E i due proseguirono insieme il loro cammino.
9Quando  giunsero al luogo che Dio aveva indicato, Abramo costruì un altare e  preparò la legna, poi legò Isacco e lo pose sull'altare sopra la legna.  10Quindi allungò la mano e afferrò il coltello per sgozzare suo figlio.  11Ma I'angelo del Signore lo chiamò dal cielo:
- Abramo, Abramo!
- Eccomi! - gli rispose Abramo.
12E l'angelo:
-  Non colpire il ragazzo. Non fargli alcun male! Ora ho la prova che tu  ubbidisci a Dio, perché non gli hai rifiutato il tuo unico figlio.
13Abramo  alzò gli occhi, guardò attorno e vide dietro di lui un montone  impigliato per le corna in un cespuglio. Andò a prenderlo e lo offrì in  sacrificio al posto di suo figlio.
14Abramo chiamò quel luogo 'Il  Signore provvede', e ancora oggi la gente dice: 'Sul monte il Signore  provvede'. 16e gli disse: 'Così parla il Signore: Perché ti sei  comportato così, perché non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico  figlio, giuro su me stesso: 17io ti benedirò in modo straordinario e  renderò i tuoi discendenti numerosi come le stelle del cielo, come i  granelli di sabbia sulla spiaggia del mare. Essi si impadroniranno delle  città dei loro nemici. 18E per mezzo dei tuoi discendenti si diranno  benedetti tutti i popoli della terra perché tu hai ubbidito alla mia  parola'.
19Abramo quindi tornò dai suoi servitori e insieme se ne andarono a Bersabea dove Abramo si stabilì.

I parenti di Abramo: Rebecca
20Qualche  tempo dopo Abramo venne a sapere che Milca aveva avuto otto figli da  suo fratello Nacor: 21Uz, il primogenito, Buz, suo fratello e Kamuel, il  padre di Aram, 22Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuel; 23Betuel fu il  padre di Rebecca. Milca ebbe questi otto figli da Nacor, fratello di  Abramo. 24Invece da un'altra donna, di nome Reuma, Nacor ebbe quattro  figli: Tebach, Gacam, Tacas e Maaca.

Morte e sepoltura di Sara
1Sara visse fino a  centoventisette anni. 2Morì a Kiriat-Arba, cioè a Ebron, nella terra di  Canaan. Abramo si mise in lutto per la sua morte.
3Poi si allontanò dalla salma di Sara, andò dagli Ittiti e disse loro:
4 - Io sono qui in mezzo a voi come straniero. Vendetemi un po' di terra dove possa seppellire mia moglie.
5Ma gli Ittiti gli risposero:
6  - Non è il caso, signore, ascoltaci invece tu. Dio ha fatto di te un  capo in mezzo a noi. Seppellisci dunque tua moglie nel migliore dei  nostri sepolcri. Nessuno di noi ti impedirà di seppellirla nel suo  proprio sepolcro. 7Ma Abramo si inchinò davanti a loro e disse:
8 -  Se davvero volete concedermi di seppellire qui mia moglie, fatemi questo  favore: chiedete a Efron, figlio di Zocar, 9di vendermi la grotta di  Macpela, che si trova ai confini del suo campo. Me la ceda in proprietà  al prezzo giusto, così avrò una tomba nel vostro territorio.
10Efron  si trovava là seduto in mezzo agli altri Ittiti, nella piazza, presso la  porta della città. Egli rispose alla presenza di tutti:
11 - No,  signor mio, dammi retta: io ti regalo la grotta e tutto il campo. Te la  cedo alla presenza dei miei concittadini. Lì potrai seppellirvi tua  moglie.
12Ma Abramo s'inchinò fino a terra dinanzi agli Ittiti 13e alla loro presenza disse a Efron:
- Dammi retta tu, piuttosto, te ne prego. Io voglio pagarti il prezzo del campo. Accetta, e io seppellirò lì mia moglie.
14Efron rispose:
15  - Signore, ascoltami: il terreno vale quattrocento pezzi d'argento. Ti  pare troppo caro? Seppellisci pure in quel luogo tua moglie.
16Abramo  acconsentì e pesò alla presenza del popolo, secondo la misura corrente  del mercato, la somma che Efron aveva proposto: quattrocento pezzi  d'argento.
17-18Così, alla presenza degli Ittiti, di tutti quelli che  entravano dalla porta della città, diventò proprietà di Abramo il campo  di Efron, che si trova in Macpela, di fronte a Mamre. Comprendeva: il  terreno, la grotta e tutti gli alberi che c'erano nel campo e sul  confine.
19Abramo seppellì sua moglie Sara nella grotta del campo di  Macpela, che è di fronte a Mamre, ossia a Ebron, nella terra di Canaan.  20Così la proprietà del campo e della grotta passò dagli Ittiti ad  Abramo, che se ne servì come luogo di sepoltura.

 1Abramo era ormai molto vecchio e il Signore  l'aveva benedetto in tutto. 2Perciò Abramo disse al più anziano  servitore di casa sua, quello che amministrava tutti i suoi beni: -  Metti la tua mano sotto la mia coscia. 3Devi giurarmi, per il Signore  del cielo e della terra, che non farai sposare a mio figlio una donna  dei Cananei, una del popolo in mezzo al quale ora abito. 4Andrai invece  nella terra dove sono nato e sceglierai fra i miei parenti una moglie  per mio figlio Isacco.
5Quel servitore obiettò:
- E se quella donna non vorrà seguirmi in questo paese, dovrò portare tuo figlio nella tua terra d'origine?
6Rispose Abramo:
-  No! Guardati bene dal portare là mio figlio. 7Il Signore, il Dio del  cielo e della terra, mi ha fatto uscire dalla mia casa paterna, dal mio  paese. È lui che mi ha parlato e mi ha fatto questa promessa: 'Io darò  questa terra ai tuoi discendenti'. Perciò lui stesso manderà il suo  angelo dinanzi a te, perché tu possa trovare là una moglie per mio  figlio. 8Se la donna non vorrà seguirti, sarai sciolto dal giuramento  che mi hai fatto. In ogni caso non ricondurre là mio figlio.
9Allora il servo pose la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli giurò di compiere questo incarico.

Rebecca, figlia di Betuel
10Il  servo di Abramo prese dieci cammelli e alcune di tutte le cose migliori  del suo padrone e andò nella città dov'era vissuto Nacor, nella  Mesopotamia settentrionale.
11Quando vi giunse fece riposare i  cammelli fuori della città, presso il pozzo. Era verso sera, l'ora in  cui le donne escono per attingere acqua. 12Si mise a pregare: 'Signore,  Dio del mio padrone Abramo, mostrati buono con lui: fammi oggi  incontrare la persona giusta. 13Io mi fermo vicino alla sorgente dove  verranno le ragazze della città per attingere acqua. 14 Io dirò ad una  di esse: Per favore, porgimi la tua anfora e fammi bere. Se risponderà:  Bevi, anzi darò da bere anche ai tuoi cammelli, sia lei quella che tu  hai scelto per il tuo servo Isacco. Così riconoscerò che hai mantenuto  la promessa verso il mio padrone'.
15Prima ancora che avesse  terminato di pregare, ecco giungere Rebecca con l'anfora sulla spalla.  Essa era figlia di Betuel, che era figlio di Milca e di Nacor, fratello  di Abramo. 16Era una ragazza bellissima, vergine e non ancora sposata.  Scese al pozzo, riempì l'anfora e risalì. 17Il servitore di Abramo le  corse incontro e le disse:
- Per favore, fammi bere dalla tua anfora.
18 - Bevi, mio signore! - rispose. - E prontamente abbassò l'anfora e gli porse da bere.
19Quando ebbe finito, gli disse:
- Attingerò acqua anche per i tuoi cammelli, finché abbiano bevuto a sufficienza.
20Vuotò  subito la sua anfora nell'abbeveratoio e corse di nuovo al pozzo per  prendere altra acqua. Ne attinse per tutti i suoi cammelli. 21Intanto  quell'uomo la osservava in silenzio. Si chiedeva se il Signore aveva già  portato a buon fine il suo viaggio.
22Quando tutti i cammelli furono  abbeverati, quell'uomo tirò fuori un prezioso anello d'oro per il naso e  due grossi braccialetti d'oro per i polsi. Li diede alla ragazza 23e le  domandò:
- Dimmi, per favore, chi è tuo padre? C'é posto in casa sua per i miei uomini e per me? Possiamo passarvi la notte?
24 - Mio padre è Betuel, figlio di Nacor e di Milca, - gli rispose Rebecca.
25E aggiunse:
- Sì! Abbiamo una gran quantità di paglia e di foraggio e anche molto posto per dormire.
26Allora  quell'uomo si inginocchiò e adorò il Signore. 27Disse: 'Benedetto sia  il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha smesso di essere  buono e fedele verso di lui. Ha guidato i miei passi dai parenti del mio  padrone'.
Trattative di matrimonio
28Intanto la ragazza era corsa in casa a raccontare l'accaduto a sua madre.
29-30Rebecca  aveva un fratello che si chiamava Labano. Egli vide l'anello e i  braccialetti che sua sorella portava. L'ascoltò mentre raccontava ciò  che quell'uomo le aveva detto. Poi corse fuori alla sorgente, incontro a  lui. Egli se ne stava ancora vicino al pozzo, accanto ai cammelli.  31Gli disse: 'Perché te ne stai qui fuori? Vieni dentro, benedetto dal  Signore. Ho già preparato la casa e anche il posto per i cammelli'.
32Labano  tolse il carico ai cammelli e diede loro paglia e foraggio. Intanto  l'uomo entrò in casa e recarono a lui e ai suoi compagni di viaggio  l'acqua per lavarsi i piedi. 33Poi gli fu portato da mangiare, ma egli  disse:
- Prima di mangiare devo dirvi una cosa.
- Parla pure, - gli risposero.
34  - Io sono un servitore di Abramo, - disse. - 35 Il Signore ha  largamente benedetto il mio padrone. Lo ha fatto potente, Io ha  arricchito di pecore e buoi, argento e oro, servi e serve, cammelli e  asini. 36E Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito nella sua  vecchiaia un figlio al quale egli ha lasciato tutti i suoi beni. 37Il  mio padrone mi ha fatto fare questo giuramento: 'A mio figlio non darai  in moglie una Cananea, una donna di questa regione dove ora sto.  38Piuttosto devi andare alla casa di mio padre, tra i miei parenti, e lì  sceglierai una moglie per mio figlio'. 39Allora io ho detto al mio  padrone: 'E se quella donna non vuole seguirmi?'. 40Egli mi ha risposto:  'Io ho sempre fatto la volontà del Signore, perciò egli manderà con te  il suo angelo che condurrà a buon esito il tuo viaggio. Così potrai  trovare per mio figlio una moglie tra i parenti della casa di mio padre.  41Sarai sciolto dal giuramento solo dopo essere andato dai miei  parenti. Se poi non vorranno darti una sposa, sarai ugualmente libero  dal giuramento'. 42Ebbene oggi, quando sono arrivato alla sorgente, ho  detto: 'Signore, Dio del mio padrone Abramo, se veramente vuoi che il  mio viaggio giunga a buon fine, 43ascoltami: io mi metto qui vicino alla  sorgente; quando una ragazza verrà per attingere acqua, io le dirò:  'Dammi da bere un po' d'acqua dalla tua anfora'. 44Se mi risponderà:  'Bevi pure; anzi, attingerò acqua anche per i tuoi cammelli', sia lei la  moglie che tu, Signore, hai destinato al figlio del mio padrone'.
45Non  avevo ancora finito questa preghiera quando esce Rebecca con l'anfora  sulle spalle, scende alla sorgente e prende acqua. Io le dico: 'Per  favore, dammi da bere'. 46Subito lei si toglie l'anfora dalla spalla e  mi dice: 'Bevi! Anzi, darò da bere anche ai tuoi cammelli'. Io ho  bevuto, poi lei ha abbeverato i cammelli. 47Poi le ho chiesto: 'Di chi  sei figlia?'. 'Di Betuel, - mi ha risposto, - il figlio di Milca e di  Nacor'. Allora io le ho messo l'anello al naso e i braccialetti ai  polsi. 48Poi mi sono inginocchiato e ho adorato il Signore. Ho  ringraziato il Signore, il Dio del mio padrone Abramo, che mi ha guidato  sulla giusta via per prendere come sposa al figlio del mio padrone la  figlia di suo fratello.
49Ora, dunque, se avete intenzione di essere  benevoli e generosi verso il mio padrone, fatemelo sapere, oppure ditemi  se non siete d'accordo. In tal caso mi rivolgerò altrove.
50Allora Labano e Betuel risposero:
-  Se così vuole il Signore, noi non possiamo dirti né sì né no. 51Ecco,  Rebecca è qui davanti a te. Prendila e va'! Diventi la moglie del figlio  del tuo padrone, secondo la volontà del Signore.
52Appena udite le  loro parole, il servitore di Abramo si inchinò fino a terra e ringraziò  il Signore. 53Tirò fuori oggetti d'argento e d'oro e alcuni vestiti e li  diede a Rebecca. Anche al fratello e alla madre di Rebecca donò oggetti  preziosi. 54Poi lui e quelli che l'accompagnavano mangiarono e bevvero e  trascorsero lì la notte. Al mattino, appena alzato, egli disse:
- Ora lasciatemi tornare dal mio padrone.
55Ma il fratello e la madre di Rebecca risposero:
- Lascia che la ragazza resti ancora un po' con noi, almeno una diecina di giorni, poi te ne andrai.
56  - Non mi trattenete! - egli rispose. -Visto che il Signore ha fatto  riuscire bene il mio viaggio, lasciatemi partire e tornare dal mio  padrone.
57Allora essi dissero:
- Chiamiamo la ragazza e domandiamolo direttamente a lei.
58Chiamarono Rebecca e le chiesero: - Vuoi partire subito con lui?
- Si! - rispose.
59Allora  lasciarono che Rebecca, loro sorella, insieme con la sua balia,  partisse con il servitore di Abramo e quelli che l'accompagnavano.  60Benedissero Rebecca con queste parole:
'Possa tu, sorella nostra,
avere una numerosissima discendenza.
Possa la tua discendenza
sconfiggere i suoi nemici'.
61Allora Rebecca si alzò. Lei e le sue serve salirono sui cammelli e si avviarono dietro a quell'uomo. Partirono tutti.

Rebecca diventa moglie di Isacco
62Isacco  se ne tornava dal pozzo di Lacai-Roi. Infatti abitava nella regione del  Negheb. 63Era uscito al tramonto, per svagarsi in campagna. Alzati gli  occhi, vide che si avvicinavano dei cammelli. 64Anche Rebecca alzò lo  sguardo e vide Isacco. Si lasciò scivolare giù dal cammello 65e chiese  al servitore:
- Chi è quell'uomo che ci viene incontro?
- È il mio signore, - rispose.
Allora  Rebecca si coprì con il suo velo. 66Il servitore raccontò a Isacco  tutto quello che aveva fatto. 67Isacco condusse Rebecca nella tenda che  prima era stata di sua madre Sara. La sposò e la amò. Così Isacco ebbe  conforto dopo la morte di sua madre.

Altri discendenti di Abramo
(vedi 1 Cronache 1, 32-33)
1Abramo  si sposò di nuovo, con una donna di nome Chetura. 2Essa gli partorì  Zimran, Ioktan, Medan, Madian, Isbak e Suach. 3Ioktan generò Saba e  Dedan. I discendenti di Dedan furono gli Assurim, i Letusim e i Leummim.  4I figli di Madian furono Efa, Efer, Enoc, Abida ed Eldaa. Tutti questi  sono i discendenti di Chetura. 5Abramo lasciò a Isacco tutto ciò che  possedeva, 6invece ai figli avuti da altre donne fece soltanto dei  regali e, mentre era ancora in vita, li mandò lontano da Isacco, nella  terra d'oriente.

Morte di Abramo
7Abramo visse  centosettantacinque anni. 8Dopo una lunga vecchiaia serena, piena di  soddisfazioni, morì e fu riunito ai suoi. 9I figli, Isacco e Ismaele, lo  seppellirono nella grotta di Macpela, di fronte a Mamre, nel campo che  era stato dell'ittita Efron, figlio di Zocar. 10Abramo l'aveva comperato  dagli Ittiti. Là furono sepolti Abramo e sua moglie Sara. 11Dopo la  morte di Abramo, Dio benedisse suo figlio Isacco che abitava presso il  pozzo di Lacai-Roi.

I discendenti di Ismaele
(vedi 1Cronache 1, 28-31)
12Ismaele,  il figlio che Abramo aveva avuto da Agar, la schiava egiziana di Sara,  ebbe questi figli, 13elencati in ordine di nascita: Nebaiot, il  primogenito, poi Kedar, Adbeel, Mibsam, 14Misma, Duma, Massa, 15Adad,  Tema, Ietur, Nafis e Kedma. 16Essi furono gli antenati di dodici tribù e  diedero il nome ai loro villaggi e ai loro accampamenti. 17Ismaele  visse centotrentasette anni. Poi morì e fu riunito con i suoi antenati.  18Dato che egli morì prima dei suoi fratelli, i suoi discendenti si  stabilirono altrove: da Avila fino a Sur, presso il confine egiziano, in  direzione di Assur.

Giacobbe

Esaù e Giacobbe
19Questa è  la storia dei discendenti di Isacco, il figlio di Abramo. Abramo generò  Isacco. 20Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca,  figlia di Betuel e sorella di Labano, entrambi Aramei della Mesopotamia.  21Isacco pregò il Signore per sua moglie, perché era sterile. Il  Signore lo esaudì e Rebecca rimase incinta. 22Ma nel suo grembo c'erano  due bambini e si urtavano l'un l'altro. Allora Rebecca esclamò: 'Perché  proprio a me capita una cosa simile?'. Interrogò il Signore, 23e il  Signore le disse:
'In te ci sono due nazioni.
Da te usciranno due popoli rivali:
uno sarà più forte dell'altro,
ilmaggiore servirà il minore'.
24Quando  venne per lei il tempo di partorire ebbe due gemelli. 25Il primo che  uscì era tutto rossiccio, coperto di peli come se avesse un mantello: lo  chiamarono Esaù. 26Subito dopo uscì suo fratello e stringeva nella mano  il calcagno di Esaù. Per questo lo chiamarono Giacobbe. Isacco aveva  sessant'anni quando Rebecca diede alla luce i gemelli. 27I ragazzi si  fecero grandi. Esaù divenne un esperto cacciatore, sempre in giro per la  steppa. Giacobbe era invece un uomo tranquillo che restava volentieri  sotto le tende. 28Isacco preferiva Esaù perché gli piaceva la  selvaggina, Rebecca invece preferiva Giacobbe.

Esaù cede i diritti di primogenitura
29Un giorno, mentre Giacobbe stava cuocendo una minestra, arrivò dalla campagna Esaù, stanchissimo, 30e disse al fratello:
- Sono sfinito! Dammi da mangiare un po' di quella roba rossastra. (Per questo fu soprannominato Edom, 'il Rosso').
31Giacobbe gli disse:
- Te la do, solo se mi cedi prima i tuoi diritti di primogenito.
32Allora Esaù esclamò:
- Va bene! Io sto per morire di fame! Che me ne faccio dei miei diritti di primogenito?
33Giacobbe riprese:
- Giuramelo!
Esaù  giurò a Giacobbe che gli cedeva i suoi diritti di primogenito  34Soltanto allora Giacobbe diede al fratello pane e minestra di  lenticchie. Egli mangiò e bevve. Poi si alzò da tavola e se ne andò.  Così Esaù non attribuì alcun valore ai suoi diritti di primogenito.

Isacco a Gerar
1Vi fu un'altra carestia nel  paese, oltre alla precedente, avvenuta al tempo di Abramo, e Isacco se  ne andò a Gerar, presso Abimelech, re dei Filistei. 2Il Signore apparve a  Isacco e gli disse: 'Non scendere in Egitto. Rimani nel paese che io ti  indicherò. 3Abita da straniero in questo paese; io sarò con te e ti  benedirò: darò tutta questa terra ai tuoi discendenti. Io manterrò il  giuramento che ho fatto a tuo padre. 4Renderò i tuoi discendenti  numerosi come le stelle del cielo. Darò loro tutta questa terra. E per  mezzo dei tuoi discendenti si diranno benedetti tutti i popoli della  terra, 5perché Abramo mi ha ubbidito e ha eseguito tutto quel che gli  avevo comandato: i miei ordini, le mie prescrizioni, le mie leggi'.
6Così  Isacco rimase a Gerar. 7Gli abitanti del luogo gli rivolgevano domande a  proposito di sua moglie. Egli diceva: 'È mia sorella', perché aveva  paura di dire: 'È mia moglie'. Temeva che lo uccidessero per prendersi  Rebecca che era molto bella.
8Isacco si trovava a Gerar già da  qualche tempo, quando un giorno Abimelech, re dei Filistei, si affacciò  alla finestra. Vide Isacco e sua moglie Rebecca nella loro intimità.  9Allora Abimelech chiamò Isacco e gli disse:
- Non c'è alcun dubbio, certamente quella è tua moglie. Perché hai detto che era tua sorella?
Isacco gli rispose:
- L'ho detto per paura di dover morire per causa sua.
10Che  cosa ci hai combinato? - continuò Abimelech. - Poco ci mancava che  qualcuno avesse rapporti con tua moglie. Così ci avresti resi colpevoli.
11Poi  Abimelech diede quest'ordine a tutto il popolo: 'Se qualcuno fa del  male a quest'uomo o a sua moglie, sarà condannato a morte!'.
12Isacco  fece in quella terra una semina e quell'anno ebbe un raccolto molto  abbondante: il Signore lo aveva benedetto. 13Egli divenne una persona  importante, fino a ottenere una posizione influente. 14Diventò padrone  di grandi mandrie e di numerosi greggi. Aveva molti servitori.
I  Filistei lo invidiavano. 15Riempirono di terra tutti i pozzi che a suo  tempo i servi di suo padre Abramo avevano scavato. 16Allora Abimelech  disse a Isacco: 'Vattene via da noi, perché sei troppo potente'.
17E  Isacco si allontanò da quel luogo; si accampò e si stabilì nella valle  di Gerar. 18Isacco riaprì i pozzi che erano stati scavati dai servi ai  tempi di suo padre, e che i Filistei avevano riempiti di terra dopo la  morte di Abramo. Li chiamò con gli stessi nomi che aveva dato loro suo  padre Abramo.
19Inoltre i servi scavarono un pozzo nella valle e  trovarono l'acqua. 20Ma i pastori di Gerar attaccarono briga con quelli  di Isacco. Dicevano: 'Quest'acqua è nostra!'.
Allora Isacco chiamò  quel pozzo Esek (Litigio), perché avevano litigato con lui. 21Poi  scavarono un altro pozzo. Anche per quello scoppiò una lite. Perciò  Isacco lo chiamò Sitna (Contesa). 22Poi si allontanò di là e scavò un  altro pozzo per il quale non vi fu alcuna contesa. Allora lo chiamò  Recobot (Libertà), 'Perché, - disse, - ora il Signore ci ha dato spazio  per vivere e prosperare in questa terra'. 23Di là si recò a Bersabea.  24In quella stessa notte gli apparve il Signore che gli disse:
'Io sono il Dio di tuo padre Abramo. Non temere, perché io sono con te.
Ti  benedirò: ti darò numerosi discendenti a causa della mia promessa,  fatta al mio servo Abramo'. 25In quel luogo Isacco costruì un altare e  adorò il Signore. Lì si accampò e i suoi servi scavarono un altro pozzo.

Alleanza con Abimelech
26Intanto  Abimelech era partito da Gerar. Si era recato da Isacco con il suo  amico Acuzzat e con il capo del suo esercito, Picol. 27Isacco gli disse:
- Perché siete venuti da me? Voi mi odiate e mi avete cacciato via da voi.
28Essi risposero:
-  Ora abbiamo capito che veramente il Signore è con te e abbiamo pensato:  Facciamo un giuramento solenne tra noi. Concludiamo un patto con te.  29Tu non ci farai alcun male, come noi non ne abbiamo fatto a te. Anzi,  noi ti abbiamo fatto solo del bene e ti abbiamo lasciato andare via in  pace. Ora è chiaro che il Signore ti ha benedetto.
30Isacco preparò loro un banchetto ed essi mangiarono e bevvero.
31  Il giorno successivo si alzarono di buon mattino e si scambiarono il  giuramento. Poi Isacco li salutò ed essi se ne andarono da buoni amici.
32In  quello stesso giorno i servitori di Isacco vennero a dirgli che avevano  trovato l'acqua nel pozzo appena scavato. 33Isacco chiamò quel pozzo  Sibea (Giuramento): per questo fino ad oggi la città si chiama Bersabea  (Pozzo del Giuramento).

Matrimonio di Esaù
34Quando Esaù ebbe  quarant'anni, prese due mogli ittite: Giudit, figlia di Beeri e Basemat,  figlia di Elon. 35Questo fatto causò profonda amarezza a Isacco e  Rebecca.

Giacobbe benedetto al posto di Esaù
1Isacco era diventato vecchio. La sua vista si era tanto indebolita da non vederci più.
Un giorno chiamò suo figlio maggiore:
- Figlio mio, - gli disse.
- Eccomi, - rispose Esaù.
2  Io sono vecchio, - continuò Isacco, - e posso ormai morire da un  momento all'altro. 3Prendi dunque i tuoi attrezzi da caccia, l'arco e le  frecce. Esci in campagna e ammazza un po' di selvaggina. 4Poi preparami  un piatto saporito, come piace a me, e portamelo. Io lo mangerò e poi  ti darò la mia benedizione, prima di morire.
5Rebecca aveva ascoltato  quel che Isacco diceva a suo figlio Esaù. Perciò quando egli se ne fu  andato a caccia, in cerca di selvaggina da portare a suo padre, 6disse  al figlio Giacobbe: - Ho udito tuo padre dire a tuo fratello Esaù:  7'Portami un po' di selvaggina e preparami un buon piatto saporito. Io  lo mangerò; poi ti darò la benedizione alla presenza del Signore, prima  di morire'. 8Ora, figlio mio, ascoltami bene e fa' quel che ti dico.  9Va' subito al gregge e prendimi due bei capretti. lo cucinerò per tuo  padre un piatto di suo gusto. 10Lo porterai a tuo padre perché lo mangi,  e così, prima di morire darà a te la benedizione.
11 - Ma mio  fratello Esaù è peloso, - disse Giacobbe a sua madre Rebecca, - io  invece ho la pelle liscia. 12Se mio padre vorrà toccarmi scoprirà che lo  sto ingannando e così attirerò su di me una maledizione e non la  benedizione. 13 - Cada su di me questa maledizione! - gli rispose sua  madre. - Tu, però, figlio mio, dammi retta: va' e portami i capretti.
14Allora  Giacobbe andò, prese i capretti e li portò alla madre; essa ne preparò  un piatto appetitoso, secondo il gusto di suo padre. 15Rebecca prese i  vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, i più belli, che aveva in casa, e  li fece indossare a Giacobbe, il minore. 16Con la pelle dei capretti gli  ricoprì le mani e il collo. 17Poi gli mise in mano la carne e il pane  che aveva preparati. 18Egli andò da suo padre e gli disse: - Padre!
- Sì, figlio mio, - rispose Isacco, - ma chi sei, tu?
19  - Io sono Esaù, il tuo primogenito, -rispose Giacobbe a suo padre; - ho  fatto quel che mi hai comandato. Vieni ora a sederti e mangia la  selvaggina. Poi mi darai la benedizione.
20 - Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio! - disse Isacco.
E Giacobbe rispose:
- Il Signore, il tuo Dio, me l'ha fatta incontrare.
21Allora Isacco disse a Giacobbe:
- Avvicinati, figlio mio, perché io possa toccarti e capire se veramente sei Esaù, o no.
22Giacobbe si avvicinò. Suo padre lo palpò e disse:
- La voce è quella di Giacobbe, ma le braccia sono quelle di Esaù!
23Non lo riconobbe perché le sue braccia erano ricoperte di peli, come quelle di Esaù. Perciò lo benedisse. 24Ma gli chiese:
- Sei veramente mio figlio Esaù?
- Certo! - rispose Giacobbe.
25 Allora, figlio mio, - disse Isacco, - dammi il piatto con la selvaggina. Io la mangerò, poi ti darò la benedizione.
Giacobbe glielo servì ed egli mangiò. Gli portò anche del vino ed egli bevve. 26Quindi suo padre Isacco gli disse:
-  Avvicinati, figlio mio, e abbracciami. 27Giacobbe allora si avvicinò al  padre e lo abbracciò. Isacco sentì l'odore dei suoi vestiti e gli diede  la benedizione. Disse:
'L'odore di mio figlio è davvero
come il buon odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
28Dio ti conceda rugiada dal cielo
e terra fertile,
frumento e vino in gran quantità.
29Ti servano i popoli,
davanti a te si pieghino le nazioni.
Sarai il padrone
dei tuoi fratelli.
Si inchineranno davanti a
te i figli di tua madre.
Sia maledetto chi ti maledice
e benedetto chi ti benedice!'.

Isacco ed Esaù scoprono l'inganno
30Subito  dopo avere ricevuto la benedizione paterna Giacobbe uscì. Si era appena  allontanato da suo padre, quando suo fratello Esaù rientrò dalla  caccia. 31Preparò anch'egli un buon piatto appetitoso, andò da suo padre  e gli disse:
- Padre, preparati a mangiare la selvaggina che ti ho  portato. Poi mi darai la benedizione. 32 Ma tu chi sei? - gli chiese  Isacco.
Egli rispose:
- Io sono tuo figlio Esaù, il maggiore.
33Allora Isacco fu scosso da un tremito fortissimo e disse:
-  Ma allora chi è colui che ha cacciato selvaggina? Io ho già mangiato  tutto quel che mi ha portato e poi l'ho anche benedetto. E benedetto  resterà.
34Appena ebbe udite le parole di suo padre, Esaù si mise a urlare, pieno di profonda amarezza. Poi disse a suo padre:
- Padre, benedici anche me!
35Isacco rispose:
- Tuo fratello è venuto con un inganno e ti ha rubato la benedizione.
Esclamò Esaù:
36  Non per niente gli è stato dato il nome di Giacobbe!, infatti mi ha già  ingannato due volte: prima si è impadronito dei miei diritti di  primogenito e ora s'è presa anche la mia benedizione.
Poi aggiunse:
- Non ti è più rimasta nessuna benedizione per me?
37Isacco rispose a Esaù:
-  Io ho già stabilito che Giacobbe sia tuo padrone. Tutti i suoi fratelli  dovranno servirlo. Non gli mancheranno frumento e vino. E adesso, che  cosa posso fare per te?
38Esaù disse a suo padre:
- Ma tu, padre, hai una sola benedizione?
Benedici anche me! E scoppiò in pianto.
39Allora suo padre gli disse:
'Tu dovrai stabilirti lontano dai terreni
fertili,
lontano dalla rugiada che scende dall'alto
dei cieli.
40Ti procurerai da vivere con la tua spada
e dovrai servire tuo fratello.
Ma quando non ne potrai più
spezzerai il suo giogo
e lo getterai lontano dal tuo collo'.

Rebecca invita Giacobbe a fuggire
41Ormai  Esaù odiava Giacobbe a causa della benedizione che suo padre gli aveva  data. Pensava di ucciderlo e diceva fra sé: 'Aspetto solamente che sia  morto mio padre'.
42Ma qualcuno riferì a Rebecca l'intenzione di  Esaù, suo figlio maggiore. Essa allora fece chiamare il figlio minore,  Giacobbe, e gli disse 'Sta' attento! Tuo fratello Esaù vuole vendicarsi e  ucciderti. 43Quindi, figlio mio, dammi retta: fuggi di qui. Va' a  Carran, da mio fratello Labano. 44Resterai con lui qualche tempo, fino a  quando tuo fratello non si sarà calmato. 45Ti manderò a prendere quando  la sua collera verso di te sarà placata, ed egli avrà dimenticato quel  che gli hai fatto. Non voglio perdervi tutti e due in un sol giorno'.

Isacco manda Giacobbe in Mesopotamia
46Rebecca  disse a Isacco: 'A causa delle donne ittite di Esaù ho perso il gusto d  vivere. Se anche Giacobbe prende in mogli una del paese, una Ittita,  preferisco morire!'

1Perciò Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e  gli diede quest'ordine: 'Non devi prenderti in moglie una donna di  queste parti. 2Va' dunque in Mesopotamia, alla casa di Betuel, tuo nonno  materno, e prendi in moglie una ragazza di là, una figlia di Labani  fratello di tua madre.
3 Dio onnipotente ti benedica,
ti dia molti figli.
Ti faccia essere il padre di una moltitudine di popoli.
4  Dio benedica te e i tuoi discendenti come benedisse Abramo, perché tu  possieda questa terra dove ora abiti come straniero la terra che Dio ha  dato ad Abramo'. 5Così Isacco mandò Giacobbe in Mesopotamia. Egli andò  da Labano, figlio di Betuel l'Arameo, fratello di Rebecca, la madre  Giacobbe ed Esaù.

Esaù si sposa ancora una volta
6Esaù sentì  che Isacco aveva benedetto Giacobbe e lo aveva mandato in Mesopotamia  perché si prendesse in moglie una donna di quelle parti. E udì anche che  mentre lo benediceva Isacco gli aveva dato quest'ordine: 'Non devi  prenderti in moglie una Cananea'.
7Giacobbe aveva ubbidito ai suoi  genitori ed era andato in Mesopotamia. 8Così Esaù capì che le Cananee  non piacevano a suo padre Isacco. 9Allora si recò da Ismaele, un figlio  di Abramo, e sposò suo figlia Macalat, sorella di Nebaiot, oltre alle  mogli che già aveva.

Il sogno di Giacobbe
10Giacobbe partì da  Bersabea e si avviò verso Carran. 11Capitò in un posto dove passò la  notte perché il sole era già tramontato. Li prese una pietra, se la pose  sotto il capo come guanciale e si coricò. 12Fece un sogno: una scala  poggiava a terra e la sua cima raggiungeva il cielo; su di essa salivano  e scendevano angeli di Dio. 13Il Signore gli stava dinanzi e gli  diceva:
'Io sono il Signore,
il Dio di Abramo e di Isacco.
La terra sulla quale sei coricato,
la darò a te e ai tuoi discendenti:
14essi saranno innumerevoli,
come i granelli di polvere della terra.
Si estenderanno ovunque:
a oriente e a occidente,
a settentrione e a mezzogiorno;
e per mezzo tuo e dei tuoi discendenti
io benedirò tutti i popoli della terra.
15Io sono con te,
ti proteggerò dovunque andrai,
poi ti ricondurrò in questa terra.
Non ti abbandonerò:
compirò tutto quel che ti ho promesso'.
16Giacobbe  si svegliò e disse: 'Veramente in questo luogo c'è il Signore, e io non  lo sapevo!'. 17Fu preso da spavento e disse: 'Quant'è terribile questo  luogo! Questa è certamente fa casa di Dio! Questa è la porta del  cielo!'.
18Il mattino seguente Giacobbe si alzò presto, prese la  pietra che aveva usato come guanciale, la drizzò in piedi e vi versò  sopra dell'olio per consacrarla a Dio.
19Chiamò quel posto Betel (Casa di Dio), mentre prima il suo nome era Luz.
20Giacobbe fece un voto. Disse:
'Se Dio è con me
e mi protegge in questo viaggio,
se mi dà di che cibarmi
e di che vestirmi
21 e io ritorno sano e salvo
alla casa di mio padre,
il Signore sarà il mio Dio.
22 Questa pietra sacra che io ho drizzato
segnerà il luogo dove Dio è presente,
e a lui senz'altro io offrirò la decima parte
di tutto quel che mi darà'.

Giacobbe in casa di Labano, Lia e Rachele
1Giacobbe  riprese il suo viaggio e si diresse verso l'oriente. 2Un giorno vide un  pozzo nella campagna. Vi erano accanto tre greggi di pecore e capre, in  attesa, perché quello era il pozzo dove il bestiame veniva abbeverato.  Una grande pietra ne chiudeva l'apertura. 3Tutti i greggi si radunavano  li, poi i pastori facevano rotolare via la pietra dall'apertura,  abbeveravano il bestiame, quindi rimettevano la pietra sull'apertura del  pozzo.
4Giacobbe si rivolse ai pastori: - Fratelli miei, di dove siete?
Essi risposero:
- Siamo di Carran.
5 -Conoscete Labano, figlio di Nacor?
- Sì, - risposero.
6 Sta bene?
- Sì. Ecco appunto sua figlia Rachele: sta arrivando qui con il suo gregge.
7  La sera è ancora lontana, - osservò Giacobbe, - non è ancora giunto il  momento di radunare il bestiame! Abbeverate dunque i greggi, poi  riportateli al pascolo.
8 - Non possiamo farlo! - essi risposero. -  Prima devono radunarsi qui tutti i greggi. Poi si toglierà la pietra  dall'imboccatura del pozzo. Solo allora potremo abbeverare il bestiame.
9Stava  ancora parlando con loro quando arrivò Rachele che portava al pascolo  il gregge di suo padre. 10Quando Giacobbe vide Rachele con il gregge di  suo zio Labano, si fece avanti, tolse la pietra che copriva l'apertura  del pozzo e abbeverò il gregge di suo zio. 11Poi Giacobbe baciò Rachele e  pianse di commozione. 12La informò di essere nipote di suo padre, il  figlio di Rebecca. Rachele corse immediatamente a dirlo a suo padre.
13Appena  udita la notizia che suo nipote era arrivato, Labano si precipitò verso  Giacobbe, lo strinse fra le braccia, lo baciò e lo condusse a casa sua.  Giacobbe raccontò a Labano tutte le sue vicende. 14Allora Labano gli  disse: 'Tu sei davvero uno dei nostri! Del nostro stesso sangue!'.
Giacobbe rimase da Labano un mese intero.

Giacobbe sposa Lia e Rachele
15Labano  disse a Giacobbe: 'Tu sei mio parente, ma non è una buona ragione  perché tu lavori per me senza ricevere alcun compenso. Dimmi dunque  quale deve essere la tua paga'.
16Labano aveva due figlie: la  maggiore si chiamava Lia, la minore Rachele. 17Lia aveva uno sguardo  spento, Rachele invece era piacevole, di bell'aspetto. 18Giacobbe si era  innamorato di Rachele. Perciò disse a Labano:
- Lavorerò per te sette anni per sposare Rachele, tua figlia minore.
19Labano approvò:
- Preferisco darla a te piuttosto che a qualsiasi altro. Rimani pure con me.
20Così Giacobbe lavorò al servizio di Labano per sette anni, pur di avere Rachele: gli parvero pochi giorni tanto egli l'amava.
21Alla fine Giacobbe disse a Labano: 'Ormai i sette anni sono passati. Dammi la mia fidanzata perché voglio sposarla'.
22Allora  Labano invitò alla festa di nozze tutte le persone di quel luogo. 23Ma  quando fu sera prese sua figlia Lia e la portò a Giacobbe che trascorse  la notte con lei. ( 24A Lia Labano aveva dato come schiava Zilpa).  25Quando spuntò il giorno Giacobbe si accorse che era Lia. Allora andò  da Labano e protestò:
- Perché mi hai fatto questo? Ho lavorato per te come un servo per potere sposare Rachele. Perché mi hai ingannato?
26Labano gli rispose:
-  In questo paese non c'è l'abitudine di dare in sposa la figlia più  giovane se la maggiore non è sposata. 27Ma ora porta a termine questa  settimana di festa nuziale, poi ti darò anche Rachele, se lavorerai per  me altri sette anni.
28Giacobbe fu d'accordo; terminò la settimana di  nozze con Lia, poi Labano gli diede in moglie anche Rachele. ( 29A sua  figlia Rachele egli diede la schiava Bila). 30Giacobbe sposò quindi  Rachele, che amò ancora più di Lia, e continuò a restare al servizio di  Labano per altri sette anni.

Lia madre di Ruben, Simeone, Levi e Giuda
31Quando  il Signore vide che Lia era amata meno di Rachele, le diede la  possibilità di avere figli. Rachele invece non ne aveva. 32Lia dunque  rimase incinta e partorì un figlio. Lo chiamò Ruben: 'Perché, - disse, -  il Signore ha visto la mia triste situazione. Ora mio marito mi amerà  certamente'.
33Poi fu nuovamente incinta e partorì un figlio. Disse:  'Il Signore mi ha ascoltata: sa che non sono amata e perciò mi ha dato  anche questo'. Lo chiamò Simeone.
34Rimase un'altra volta incinta e  partorì un figlio. Disse: 'Questa volta, finalmente, mio marito si  affezionerà a me, perché gli ho dato tre figli!'. Lo chiamò Levi.
35Poi  fu ancora incinta, partorì un figlio e disse: 'Questa volta io loderò  il Signore!' e lo chiamò Giuda. Poi non rimase più incinta.

I figli delle schiave: Dan, Neftali, Gad e Aser
1 Quando Rachele si accorse che non poteva dare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse al marito:
- Fa' che abbia figli, altrimenti muoio!
2Giacobbe si irritò contro Rachele e le disse:
- Io non possocerto mettermi al posto di Dio! E' lui che non vuole che tu abbia figli!
3Essa allora propose:
- Prendi la mia schiava Bila. Unisciti a lei. Essa rimarrà incinta al posto mio; così per mezzo suo io potrò avere un figlio.
4Così  Rachele diede a Giacobbe la sua schiava Bila. E Giacobbe si unì a lei.  5Bila rimase incinta e partorì un figlio a Giacobbe. 6Allora Rachele  esclamò: 'Dio ha agito con giustizia. Ha ascoltato anche me e mi ha dato  un figlio', e lo chiamò Dan.
7Poi Bila, la schiava di Rachele,  rimase ancora incinta e partorì un secondo figlio a Giacobbe. 8Rachele  disse: 'Ho sostenuto dure lotte contro mia sorella, ma ho vinto'. Così  diede al bambino il nome di Neftali.
9Quando Lia si rese conto che  non restava più incinta, prese la sua schiava Zilpa e la diede a  Giacobbe per avere figli per mezzo suo. 10E Zilpa, schiava di Lia,  partorì un figlio a Giacobbe. 11Sono stata fortunata', disse allora Lia,  e lo chiamò Gad.
12Poi Zilpa, schiava di Lia, partorì un secondo  figlio a Giacobbe. 13'Sono proprio contenta!', esclamò Lia. 'Le donne  diranno che sono fortunata'. E diede al neonato il nome di Aser.

Lia madre di Issacar, Zabulon e Dina
14Al tempo della mietitura del grano, Ruben andò in campagna, trovò mandragole e le portò a Lia sua madre. Rachele disse a Lia:
- Dammi un po' delle mandragole di tuo figlio.
15Ma essa le rispose:
- Non ti basta avermi portato via mio marito, che vuoi portarmi via anche le mandragole di mio figlio?
- Dammi le mandragole di tuo figlio, - rispose allora Rachele, - e in cambio Giacobbe passerà questa notte con te.
16Perciò  la sera, quando Giacobbe se ne tornava dai campi, Lia gli andò incontro  e gli disse: 'Devi venire con me perché io ti ho comprato pagandoti con  le mandragole di mio figlio'. Così Giacobbe quella notte dormì con lei.  17Dio esaudì il desiderio di Lia che rimase incinta e partorì a  Giacobbe un quinto figlio. 18Lia disse: 'Dio mi ha dato una ricompensa  perché ho ceduto la mia schiava a mio marito!', e chiamò quel figlio  Issacar.
19Poi Lia rimase incinta un'altra volta e partorì il sesto  figlio a Giacobbe. 20Allora disse: 'Dio mi ha fatto un gran regalo! Ora  mio marito starà con me perché gli ho dato sei figli'. Così chiamò il  bimbo Zabulon. 21In seguito partorì una figlia, che chiamò Dina.

Rachele madre di Giuseppe
22Poi  Dio si ricordò di Rachele e la esaudì: le diede la possibilità di avere  figli. 23Così Rachele rimase incinta e partorì un figlio. Allora disse:  'Dio mi ha liberato dalla mia umiliazione!'. 24Chiamò il figlio  Giuseppe e disse: 'Il Signore mi dia ancora un figlio'.

Accordo tra Labano e Giacobbe
25Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Labano:
-  Lasciami andare. Voglio tornare al mio paese, al luogo dal quale sono  partito. 26Dammi le mie mogli e i miei figli, per i quali ti ho servito,  e tu sai che ti ho servito bene! Così potrò andarmene.
27Ma Labano gli disse:
- Se soltanto tu volessi darmi retta! Resta qui perché ho capito da certi segni che il Signore mi ha benedetto per amor tuo.
28Poi fece una proposta:
- Fissami tu stesso la tua paga, e io te la darò. 29Giacobbe rispose:
-  Tu sai come io ti ho servito e come il tuo bestiame è aumentato per  merito mio. 30Prima che io arrivassi ne avevi poco. Ma ora è enormemente  accresciuto. Il Signore ti ha benedetto per tutto quel che ho fatto. Ma  ora è tempo di badare anche agli interessi della mia famiglia.
31 - Ebbene dimmi che cosa devo darti, - chiese Labano.
Giacobbe rispose:
-  Non darmi niente. Se farai quello che ti dirò, io tornerò a custodire  il tuo bestiame e a portarlo al pascolo. 32Dunque: oggi io passerò in  mezzo a tutto il tuo bestiame. Tra le pecore sceglierò tutti gli agnelli  macchiati e punteggiati e quelli di colore scuro; e tra le capre  sceglierò quelle macchiate e punteggiate. D'ora in poi questo bestiame  sarà la mia paga. 33In futuro ti sarà facile vedere se mi sarò  comportato onestamente. Quando verrai per controllare la mia paga, se  avrò capre non macchiate o non punteggiate e pecore di colore non scuro  saprai che te le ho rubate.
34 - Va bene, - rispose Labano, - facciamo come hai detto.
35In  quello stesso giorno Labano mise da parte i montoni striati o  macchiati, tutte le capre punteggiate o macchiate, ogni animale,  insomma, che aveva una macchia bianca e le pecore di colore scuro, e le  affidò ai suoi figli. 36Poi si allontanarono da Giacobbe tre giorni di  cammino, mentre Giacobbe portava al pascolo il rimanente delle greggi di  Labano.
37Giacobbe prese rami secchi di pioppo, di mandorlo e di  platano. Ne tagliò la corteccia a strisce e così mise in evidenza la  parte bianca del legno. 38Pose quei rami, così intagliati, nelle vasche e  negli abbeveratoi dove le pecore venivano a bere, proprio dinanzi a  loro. Li sistemò lì perché le bestie entravano in calore quando andavano  a bere. 39Così quando esse si accoppiavano davanti a quelle verghe  partorivano poi piccoli striati, punteggiati e macchiati.
40Giacobbe  separò poi i greggi e mise quelli di Labano in modo che vedessero  dinanzi a sé quelle striate e scure. Metteva i suoi greggi da parte, non  insieme a quelli di Labano.
41Quando le bestie robuste andavano in  calore Giacobbe metteva dinanzi a loro i rami negli abbeveratoi; così si  accoppiavano dinanzi ai rami.
42Se invece le bestie erano deboli non li metteva. Così le bestie deboli toccavano a Labano, le robuste invece a Giacobbe.
43In questo modo divenne ricchissimo: possedeva greggi in gran quantità, schiavi e schiave, cammelli e asini.

Giacobbe fugge da Labano
1Giacobbe venne a  sapere che i figli di Labano dicevano: 'Giacobbe si è preso tutto quel  che era di nostro padre. Infatti con quello che era suo si è procurata  tutta questa ricchezza'. 2Egli osservava il volto di Labano e si accorse  che non era più quello di prima verso di lui.
3Il Signore disse a Giacobbe: 'Ritorna a casa di tuo padre, al tuo paese natio, e io sarò con te'.
4Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia e le fece venire in campagna, dove c'era il suo gregge. 5Disse loro:
-  Ho notato che vostro padre non ha più verso di me l'atteggiamento di un  tempo, ma il Dio di mio padre mi ha protetto. 6Voi sapete bene che ho  servito vostro padre con tutte le mie forze. 7Però lui mi ha ingannato:  ha cambiato dieci volte la mia paga, ma Dio non gli ha permesso di farmi  del male. 8Se egli diceva: 'Il bestiame punteggiato costituirà la tua  paga', tutto il gregge partoriva bestiame punteggiato. Se invece diceva:  'Il bestiame striato costituirà la tua paga', tutto il gregge partoriva  bestiame striato. Così Dio ha tolto il bestiame a vostro padre e lo ha  dato a me. 10Anzi, al tempo in cui il bestiame si accoppia, feci un  sogno: alzai gli occhi e vidi che i maschi che stavano per accoppiarsi  erano striati, punteggiati e chiazzati. 11 Sempre in sogno I'angelo di  Dio mi chiamò: 'Giacobbe!', disse, e io risposi: 'Eccomi!'. 12Ed egli:  'Alza gli occhi e osserva: tutti i maschi del bestiame che stanno per  accoppiarsi sono striati, punteggiati e chiazzati, perché io ho visto  quel che ti ha fatto Labano. 13Io sono il Dio che ti è apparso a Betel,  dove tu hai versato dell'olio su una pietra, per dedicarla a me e dove  tu hai fatto un voto. Ora partì di qui e ritorna nella tua terra'.
14Rachele e Lia gli risposero:
-  Noi ormai non facciamo più parte della casa di nostro padre e non  aspettiamo più da lui un'eredità. 15Egli infatti ci ha considerate  persone estranee. Ci ha vendute e ha addirittura sperperato tutto il  nostro denaro. 16Tutta la ricchezza che Dio ha tolto a nostro padre  appartiene a noi e ai nostri figli! Fa' dunque quel che Dio ti ha detto.
17-18  Allora Giacobbe preparò il ritorno da suo padre Isacco, nella terra di  Canaan. Radunò tutti i beni che aveva accumulato e il bestiame di sua  proprietà che aveva acquistato in Mesopotamia e caricò i suoi figli e le  sue mogli su alcuni cammelli.
19Labano intanto se ne era andato a tosare le sue pecore e Rachele rubò gli idoli di suo padre.
20Così  Giacobbe ingannò l'arameo Labano: non gli disse che stava per  andarsene. 21Fuggì con tutto quel che possedeva. Se ne andò, passò il  fiume e si avviò verso la montagna di Galaad.

Labano insegue Giacobbe
22Solo  tre giorni dopo Labano venne a sapere che Giacobbe era fuggito.  23Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette giorni  di cammino e lo raggiunse sulla montagna di Galaad. 24Di notte, in  sogno, Dio apparve all'arameo Labano e gli disse: 'Non litigare con  Giacobbe, per nessun motivo'.
25Labano raggiunse Giacobbe che aveva  posto il suo accampamento sulla montagna. Anche Labano, con i suoi  parenti, piantò le sue tende sulla montagna di Galaad. 26Poi Labano  disse a Giacobbe:
- Che cosa mi hai combinato? Tu mi hai ingannato!  Te ne sei andato e hai portato via le mie figlie come se fossero  prigioniere di guerra. 27Perché sei fuggito di nascosto? Sei partito con  inganno, senza farmelo sapere. Io ti avrei lasciato andare tra feste e  canti, al suono di tamburi e di cetre. 28Invece tu non mi hai permesso  nemmeno di baciare i miei nipoti e le mie figlie. Hai veramente agito da  sciocco! 29Ora io potrei rovinarti, ma la notte scorsa il Dio di tuo  padre mi ha detto: 'Non litigare con Giacobbe, per nessun motivo!'.  30Ora, dunque, diciamo pure che tu sei partito perché soffrivi di  nostalgia per la tua casa paterna; ma perché hai rubato i miei idoli?
31Giaccone rispose a Labano:
-  Sono fuggito perché avevo paura. Pensavo che tu potevi riprenderti con  la forza le tue figlie. 32Ma se tu trovi che qualcuno ha preso i tuoi  idoli, sarà messo a morte. Dinanzi ai tuoi parenti cerca pure quel che è  tuo tra la mia roba.
Giacobbe non sapeva che era stata Rachele a rubarli.
33Labano  entrò nella tenda di Giacobbe, in quella di Lia e in quella delle due  serve. Non trovò nulla. Allora usci dalla tenda di Lia ed entrò in  quella di Rachele. 34Rachele però aveva preso gli idoli e li aveva messi  nella sella del cammello e vi si era seduta sopra. Così Labano frugò  tutta la tenda, ma non li trovò. 35Rachele disse a suo padre: 'Signor  mio, non offenderti se non posso alzarmi alla tua presenza, ma mi trovo  in uno di quei giorni che hanno tutte le donne'.
Labano cercò, ma non trovò gli idoli.
36Allora Giacobbe si arrabbiò e litigò con Labano. Protestò con lui e gli disse:
-  Quale delitto o quale errore ho commesso perché tu mi perseguiti con  tanto accanimento? 37Tu hai frugato tra la mia roba. Hai trovato  qualcosa di tuo? Portalo qui dinanzi ai miei e ai tuoi parenti e  giudichino loro chi di noi due ha ragione. 38Io sono stato con te  vent'anni! Le tue pecore e le tue capre non hanno mai abortito e io non  ho mai preso montoni dal tuo gregge per mangiarli. 39Non ti ho mai  riportato qualche bestia sbranata: ne risarcivo io stesso il danno. Tu  invece mi chiedevi conto di quel che era stato rubato non soltanto di  giorno, ma anche di notte. 'Di giorno soffocavo per il caldo. Di notte  gelavo di freddo e non riuscivo a dormire. 41Sono ormai vent'anni che  faccio da servitore in casa tua: quattordici per avere le tue due figlie  e sei per le tue pecore; e tu hai cambiato ben dieci volte la mia paga.  42Se non mi avesse protetto il Dio di mio padre, Dio di Abramo e  Terrore di Isacco, ora sicuramente tu mi avresti rimandato a mani vuote.  Ma Dio ha visto la mia tribolazione e la mia fatica e la notte scorsa  ha fatto conoscere il suo giudizio.

Labano e Giacobbe fanno un patto
43Allora Labano rispose a Giacobbe:
-  Queste figlie e questi nipoti sono miei, e mio è anche questo bestiame.  Tutto quel che vedi è mio! Ma ora io non posso scagliarmi contro le mie  figlie e contro i figli che esse hanno dato alla luce! 44Perciò vieni e  concludiamo un patto insieme, tu e io. Vi sarà un testimone fra me e  te.
45Allora Giacobbe prese una pietra e la drizzò per farne una stele. 46Poi disse ai suoi parenti: 'Raccogliete pietre'.
Essi raccolsero pietre e ne fecero un mucchio. E su di esso mangiarono.
47Labano  chiamò quel mucchio Iegar-Saaduta. Giacobbe invece lo chiamò Gal-Ed  (Mucchio della Testimonianza) 48perché Labano aveva detto: 'Questo  mucchio è oggi un testimone fra me e te'. 49Lo chiamò anche Mizpa  (Vigilanza) perché Labano aveva detto: 'Il Signore non perda di vista me  e te quando saremo lontani l'uno dall'altro. 50Bada bene: se tu  maltratti le mie figlie o ti prendi altre mogli, non un uomo, ma Dio  stesso sarà testimone fra me e te'.
51Inoltre Labano aveva detto a  Giacobbe: 'Ecco questo mucchio di pietre e questa stele che ho drizzato  fra me e te: 52l'uno e l'altra saranno testimoni che né io passerò  questo mucchio per andare da te, né tu lo passerai per venire da me,  oltre questa stele, con intenzioni cattive. 53Il Dio di Abramo e il Dio  di Nacor, - era il Dio del loro padre, - siano garanti di questi diritti  fra me e te'.
Giacobbe prestò giuramento sul Terrore di Isacco, suo  padre. 54Poi Giacobbe offrì un sacrificio su quella montagna e invitò i  suoi parenti a prendere cibo. Essi mangiarono e trascorsero quella notte  sulla montagna.

1Il mattino seguente Labano si alzò presto, baciò  i suoi nipoti e le sue figlie e li benedisse. Poi se ne andò e tornò a  casa sua.

Giacobbe prepara l'incontro con Esaù
2Giacobbe si  mise in cammino e alcuni angeli di Dio gli andarono incontro. 3Come li  vide, Giacobbe esclamò: 'Questo è l'accampamento di Dio!' e chiamò quel  luogo 'Macanaim' (Due accampamenti).
4Poi Giacobbe mandò davanti a sé  alcuni messaggeri a suo fratello Esaù, nella regione di Seir, la  campagna di Edom. 5Diede loro quest'ordine: 'Parlerete così a mio  fratello Esaù: Il tuo umile servo Giacobbe ti manda a dire: Io sono  stato presso Labano come un emigrante, e vi sono rimasto fino a ora.  6Sono divenuto proprietario di buoi, di asini e di greggi, di servi e di  serve. Ora ti mando questi messaggeri per farlo sapere a te, Esaù, mio  signore, perché io trovi così buona accoglienza presso di te'.
7I  messaggeri tornarono da Giacobbe e gli dissero: 'Siamo stati da tuo  fratello Esaù. Ora anch'egli ti sta venendo incontro, e ha con sé  quattrocento uomini'.
8Giacobbe ebbe paura e fu preso da grande  angoscia. Allora divise in due gruppi la gente che era con lui, e divise  anche le pecore, i buoi e i cammelli. 9Pensava tra sé: 'Se Esaù piomba  su un gruppo e lo distrugge, l'altro potrà salvarsi'.
10Poi Giacobbe  pregò: 'O Dio dei miei padri, Dio di Abramo e Dio di Isacco, o Signore!  Tu mi hai detto: 'Ritorna al tuo paese, alla tua famiglia, e io farò in  modo che tutto ti vada bene'. 11Io non sono degno di tutti i favori che  hai fatto con grande fedeltà a me, tuo servitore. Non avevo che il mio  bastone quando ho attraversato il Giordano e ora me ne ritorno con  questi due gruppi. 12Salvami dalla mano di mio fratello Esaù, perché ho  paura di lui. Temo che egli venga e uccida me, le donne e i bambini.  13Eppure tu mi avevi detto: 'Farò in modo che tutto vada bene per te!  Renderò i tuoi discendenti numerosi come i granelli di sabbia del mare,  che non si possono contare, tanti ce ne sono''.
14Per quella notte  Giacobbe rimase in quel luogo. E per fare un regalo a suo fratello Esaù  prese quel che gli capitò sotto mano: 15duecento capre e venti capri,  duecento pecore e venti montoni, 16trenta cammelle allattanti, con i  loro piccoli, quaranta mucche e dieci tori, venti asine e dieci asini.  17Affidò separatamente ogni gregge ai suoi servi e disse loro: 'Andate  avanti e lasciate un intervallo fra un gregge e l'altro'.
18Poi diede  quest'ordine al primo servitore: 'Quando mio fratello Esaù ti verrà  incontro e ti chiederà: 'Di chi sei servo? Dove vai? E di chi è questo  bestiame che spingi davanti a te?', 19tu risponderai: Io sono di  Giacobbe, tuo servitore. E questo bestiame è un regalo che egli fa al  mio signore Esaù. Ecco, lui stesso viene dietro di noi'.
20Diede lo  stesso ordine al secondo servitore, al terzo e a tutti quelli che  accompagnavano i greggi: 'Questo direte a Esaù, quando lo incontrerete.  21E inoltre gli direte: Il tuo servitore Giacobbe viene dietro a noi.
Pensava  infatti: 'Io lo calmerò prima con il regalo che mi precede, poi mi  presenterò a lui. Allora, forse, mi farà buona accoglienza!'. 22Perciò  il bestiame destinato in regalo partì prima. Giacobbe invece passò  quella notte nell'accampamento.
23-24Nel corso della notte egli si  alzò, prese le due mogli, le due serve e gli undici figli e fece loro  passare il guado dello Iabbok, con tutti i suoi averi.

Giacobbe lotta con un angelo
25Giacobbe  rimase solo, e uno sconosciuto lottò con lui fino allo spuntar  dell'alba. 26Quando costui vide che non poteva vincere Giacobbe nella  lotta, lo colpì all'articolazione del femore, che si slogò, 27e disse:
- Lasciami andare perché già spunta l'alba. Giacobbe rispose:
- Non ti lascerò andare se prima non mi avrai benedetto.
28Quello chiese:
- Come ti chiami?
- Giacobbe, - egli rispose.
29L'altro disse:
- Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato contro Dio e contro gli uomini e hai vinto.
30Giacobbe gli domandò:
- Dimmi, ti prego, qual è il tuo nome? L'altro gli rispose:
- Perché mi chiedi il mio nome? - e diede la sua benedizione a Giacobbe.
31Giacobbe  disse: 'Ho veduto Dio a faccia a faccia e non sono morto!'. Perciò  chiamò quel luogo 'Penuel' (A faccia a faccia con Dio).
32 Il sole stava sorgendo quando Giacobbe, zoppicando all'anca, lasciò Penuel.
33Proprio  per questo fatto anche oggi gli Ebrei non mangiano il nervo sciatico  che è sopra l'articolazione del femore: perché quello sconosciuto colpì  Giacobbe in quel punto, all'articolazione del femore.

Giacobbe incontra Esaù
1Giacobbe scrutò  l'orizzonte e vide che Esaù avanzava con quattrocento uomini. Allora  divise i figli in tre gruppi tra Lia, Rachele e le due serve. 2Mise  davanti le due serve e i loro figli, dietro Lia e i suoi figli e, come  ultimi, Rachele e Giuseppe. 3Egli stesso passò davanti a tutti e si  inchinò sette volte fino a terra prima di arrivare vicino a suo  fratello.
4Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, se lo strinse al  petto, lo baciò e piansero. 5Quando Esaù vide le donne e i bambini  chiese:
- Chi sono questi che ti accompagnano?
- Sono i figli che Dio ha dato a me tuo servitore, - rispose Giacobbe.
6Allora  si avvicinarono le serve con i loro figli e si inchinarono. 7Poi si  avvicinarono e si inchinarono Lia e i suoi figli e infine fecero lo  stesso Rachele e Giuseppe.
8Esaù chiese:
- Perché hai mandato avanti quei greggi che ho incontrato?
- Volevo ottenere da te una buona accoglienza, signor mio! - rispose Giacobbe.
9 - Ma, caro fratello, - rispose Esaù, - io ho beni a sufficienza! Tieniti pure i tuoi.
10  - No! Te ne prego! - si mise a insistere Giacobbe. - Se veramente non  mi serbi alcun rancore, accetta il regalo che ti faccio. Incontrare te è  stato per me come incontrare Dio, perché mi hai accolto amorevolmente.  11Accetta perciò, ti prego, il regalo che ti ho mandato, perché Dio è  stato generoso con me e io ho di tutto in abbondanza.
Tanto insistette che Esaù finì con l'accettare 12e gli disse:
- Su! Mettiamoci in marcia; io ti accompagnerò.
13  - Ma tu sai, signor mio, - obiettò Giacobbe, - che i miei figli sono  delicati e che le mie pecore e le mie mucche allattano i piccoli. Se  forzo l'andatura di questo bestiame, anche solo per un giorno, morrà  tutto quanto! 14Perciò, mio signore, ti prego, vai avanti a me, tuo  servitore. Io invece procederò lentamente, secondo il passo del bestiame  e di questi fanciulli, finché ti raggiungerò a Seir.
15Esaù disse:
- Ti lascerò a disposizione almeno una parte della gente che mi accompagna.
- Non è il caso, - rispose Giacobbe; - a me basta avere avuto una buona accoglienza presso di te, mio signore.
16Così  in quello stesso giorno Esaù ritornò sui suoi passi verso Seir.  17Giacobbe invece si avviò verso Succot dove costruì una casa per sé e  fece alcune capanne per il suo bestiame. Perciò chiamò quel luogo Succot  (Capanne).

Giacobbe in Canaan
18Di ritorno dalla Mesopotamia,  Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, in Canaan, e si  accampò di fronte alla città. 19Poi comprò dai discendenti di Camor,  fondatore di Sichem, quella parte di terra dove aveva piantato le sue  tende. La pagò cento pezzi d'argento. 20Costruì un altare e lo chiamò  'El, il Dio d'Israele'.

Dina violentata da Sichem
1Dina, figlia di Lia  e di Giacobbe, usciva per incontrarsi con le ragazze del paese.  2Sichem, figlio di Camor l'Eveo, principe di quella regione, la rapì,  andò a letto con lei e la violentò. 3Ma poi rimase legato a Dina, si  innamorò di lei e le parlò con tenerezza. 4Tanto che disse a suo padre  Camor: 'Prendimi in moglie questa ragazza'.
5Giacobbe venne a sapere  che sua figlia era stata disonorata, ma poiché i suoi figli erano in  campagna col gregge, non disse nulla fino al loro ritorno.

Accordo di matrimonio con i Sichemiti
6Intanto  Camor, padre di Sichem, era andato da Giacobbe per parlare con lui.  7Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna ed ebbero udito  quel che era accaduto, ne furono addolorati e fortemente indignati.  Pensavano che Sichem, violentando la figlia di Giacobbe, aveva commesso  un'infamia che in Israele non doveva assolutamente essere compiuta.
8Camor parlò loro in questi termini:
'Mio  figlio Sichem si è infatuato della vostra ragazza. Dategliela in  moglie. 9Imparentatevi con noi: dateci come mogli le vostre figlie e  prendetevi le nostre. 10Restate con noi! Questo territorio è a vostra  disposizione: abitatelo, sbrigate i vostri affari e acquistatevi delle  proprietà'.
11Poi Sichem disse al padre e ai fratelli di Dina: 'Fate  in modo che io trovi comprensione fra voi e vi darò quel che mi  chiederete. 12Imponetemi pure un prezzo nuziale molto alto e un dono di  valore per la sposa; vi darò quel che vorrete, ma datemi in moglie la  ragazza!'.
13Allora i figli di Giacobbe offesi, perché Sichem aveva  disonorato la loro sorella Dina, risposero a Camor e a suo figlio con  l'intenzione di ingannarli: 14'Noi non possiamo combinare questo  matrimonio perché non possiamo dare in moglie nostra sorella a un uomo  che non è circonciso. Sarebbe un disonore per noi. 15Potremmo accettare  solo a questa condizione: diventate come noi, fate circoncidere tutti i  vostri maschi. 16Allora vi daremo le nostre figlie e noi prenderemo in  moglie le vostre; abiteremo con voi e formeremo un sol popolo. 17Se però  non accettate noi riprenderemo nostra sorella e ce ne andremo'.
18  Il loro ragionamento piacque a Camor e a suo figlio Sichem.  19Quest'ultimo, anzi, si fece subito circoncidere perché amava la figlia  di Giacobbe ed era il più in vista nella tribù di suo padre.

I Sichemiti si fanno circoncidere
20Camor e suo figlio Sichem si presentarono alla porta della loro città e parlarono così agli abitanti:
21'Quegli  uomini hanno intenzioni pacifiche verso di noi. Lasciamoli quindi  abitare e trafficare; il nostro territorio è abbastanza grande anche per  loro. Noi prenderemo in mogli le loro figlie e gli daremo le nostre.  22Ma essi pongono una condizione per restare con noi e formare un solo  popolo: chiedono che tutti i nostri maschi si facciano circoncidere come  loro. 23Accontentiamoli, così essi abiteranno con noi e i loro greggi, i  loro beni e tutto il loro bestiame saranno nostri'.
24Tutti gli abitanti della città diedero retta a Camor e a suo figlio Sichem e tutti i maschi si fecero circoncidere.

Simeone e Levi massacrano i Sichemiti
25Tre  giorni dopo, quando i Sichemiti erano ancora sofferenti, i due figli di  Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero le loro spade,  entrarono nella città che era tranquilla e uccisero tutti i maschi.  26Uccisero con la spada anche Camor e suo figlio Sichem, portarono via  Dina dalla casa di Sichem e se ne andarono. 27E poiché la loro sorella  era stata disonorata, i figli di Giacobbe si gettarono sugli uccisi e  saccheggiarono la città. 28Presero le loro pecore, i loro buoi, i loro  asini: quello che c'era in città e in campagna. 29Saccheggiarono tutti i  loro beni e presero come bottino tutto quel che vi era nelle loro case,  anche i loro bambini e le loro donne.
30Allora Giacobbe disse a Simeone e Levi:
-  Mi avete messo nei guai perché ora i Cananei, i Perizziti e gli altri  abitanti della regione mi odieranno. Io ho pochi uomini e se quelli si  mettono insieme contro di me, mi vinceranno e io sarò distrutto con la  mia famiglia.
31Essi risposero:
- Non si tratta nostra sorella come una prostituta!

Giacobbe elimina gli idoli dalla sua casa
1Dio  disse a Giacobbe: 'Su! Va' ad abitare a Betel. Lì costruirai un altare a  me, il Dio che ti sono apparso quando fuggivi da tuo fratello Esaù'.
2Allora  Giacobbe ordinò alla sua famiglia e a tutti quelli che erano con lui:  'Eliminate gli dèi stranieri che avete con voi. Purificatevi e  cambiatevi i vestiti. 3Poi partiremo e andremo a Betel dove io costruirò  un altare al Dio che mi ha esaudito nel giorno della mia angoscia e che  è stato con me nel mio viaggio'.
4Allora essi consegnarono a  Giacobbe tutti gli idoli stranieri e gli orecchini che possedevano, e  Giacobbe li sotterrò ai piedi della quercia che è vicino a Sichem.

Giacobbe costruisce un altare in Betel
5Giacobbe  e quelli che erano con lui partirono e un terrore straordinario assalì  le popolazioni delle città vicine che non osarono inseguirli. 6E  arrivarono a Luz, vale a dire a Betel, nella regione di Canaan. 7Lì  Giacobbe costruì un altare e chiamò quel posto El-Betel (Dio di Betel)  perché in quel luogo Dio gli si era rivelato quando egli fuggiva lontano  da suo fratello.
8 In quei giorni morì Debora, la balia di Rebecca, e  fu sepolta a sud di Betel, ai piedi di una quercia che Giacobbe chiamò  'Quercia del Pianto'.
9Dio apparve ancora a Giacobbe mentre tornava dalla Mesopotamia e lo benedisse 10e gli diede un nuovo nome. Gli disse:
'Tu ti chiami Giacobbe,
ma da ora in poi non ti chiamerai più così.
Il tuo nome sarà Israele'.
11E aggiunse:
'Io sono il Dio Onnipotente
Tu avrai molti figli;
darai origine a una nazione,
anzi a un gruppo di nazioni.
Tra i tuoi discendenti ci saranno dei re.
12 E io darò a te,
e ai tuoi discendenti dopo di te,
questa terra che ho dato
ad Abramo e a Isacco'.
13Poi  Dio si allontanò da Giacobbe, dal luogo dove gli aveva parlato e  scomparve verso l'alto. 14E in quel posto Giacobbe rizzò una pietra a  ricordo, la consacrò con olio e offrì a Dio una libagione. 15Giacobbe  chiamò il luogo dove Dio gli aveva parlato 'Betel' (Casa di Dio).

Nascita di Beniamino e morte di Rachele
16Giacobbe  e i suoi partirono da Betel. Erano ancora piuttosto distanti da Efrata  quando Rachele partorì. Ebbe un parto molto difficile. 17Durante le  doglie la levatrice disse a Rachele: 'Non aver paura, anche questa volta  è maschio!'.
18Rachele stava morendo. Prima di esalare l'ultimo  respiro chiamò suo figlio Ben-Oni (Figlio del Mio Dolore). Suo padre  invece lo chiamò Beniamino (Figlio della Felicità ).
19Rachele dunque  morì e fu sepolta lungo la via che porta a Efrata, cioè a Betlemme.  20Sulla sua tomba Giacobbe costruì un monumento: è quel monumento  sepolcrale di Rachele che esiste anche oggi.
21Poi Giacobbe partì e pose il suo accampamento al di là di Migdal-Eder.
22Mentre stava in quella regione Ruben ebbe rapporti sessuali con Bila, la concubina di suo padre, e Israele venne a saperlo.

I dodici figli di Giacobbe
(vedi 1Cronache 2,1 - 2,2)
23Giacobbe  fu padre di dodici figli: 24da Lia, oltre al suo primogenito Ruben,  ebbe Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon; da Rachele ebbe Giuseppe e  Beniamino; 25da Bila, schiava di Rachele, ebbe Dan e Neftali; 26da  Zilpa, schiava di Lia, ebbe Gad e Aser.
Questi sono i figli di Giacobbe, quelli che gli nacquero in Mesopotamia.
Morte di Isacco
27Giacobbe  venne da suo padre Isacco a Mamre, in Kiriat-Arba, cioè in Ebron, dove  Abramo e Isacco avevano abitato come forestieri. 28Isacco visse  centottant'anni. 29Poi Isacco morì, dopo una vecchiaia piena di  soddisfazioni, e fu riunito ai suoi padri. I suoi figli Esaù e Giacobbe  lo seppellirono.

I discendenti di Esaù
(vedi 1 Cronache 1, 34 - 54)
1Questi  sono i discendenti di Esaù, chiamato anche Edom. 2Egli si prese in  moglie alcune donne di Canaan: Ada, figlia di Elon l'ittita; Oolibama,  figlia di Ana, figlio di Zibeon I'Urrita; 3Basemat, figlia di Ismaele,  sorella di Nebaiot. 4Ada gli partorì Elifaz, Basemat partorì Reuel,  5Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù che  gli nacquero nella terra di Canaan.
6Esaù prese le sue mogli, i suoi  figli e le sue figlie, tutte le persone di casa sua, il suo bestiame e  tutti i beni che aveva acquistato nella terra di Canaan, e andò nella  regione di Seir, lontano da suo fratello Giacobbe. 7Non potevano stare  insieme perché i loro beni erano troppo grandi: il loro bestiame era  tanto numeroso che il territorio nel quale si trovavano non offriva  pascoli sufficienti. 8Così Esaù, chiamato anche Edom, si stabilì sulla  montagna di Seir.
9Questi sono i discendenti di Esaù, capostipite  degli Idumei, abitanti sulla montagna di Seir. 10Tra i figli che Esaù  ebbe da due delle sue mogli ci sono questi: Elifaz, da Ada, Reuel, da  Basemat.
11I figli di Elifaz furono: Teman, Omar, Zefo, Gatam, Kenaz.  12Elifaz aveva anche una concubina, Timna, che gli diede un altro  figlio, Amalek. Questi furono i discendenti di Ada, moglie di Esaù.
13I figli di Reuel furono: Naat e Zerach, Samma e Mizza. Questi furono i discendenti di Basemat, moglie di Esaù.
14E questi furono i figli di Oolibama, moglie di Esaù, figlia di Ana e nipote di Zibeon: Ieus, Iaalam e Core.
15Questi  sono i capitribù discendenti da Esaù: da Elifaz, primogenito di Esaù,  hanno origine i capi Teman, Omar, Zefo, Kenaz, 16Core, Gatam, Amalek.  Questi sono i capitribù della linea di Elifaz, nella terra di Edom. Sono  discendenti di Ada.
17Questi invece sono i capitribù figli di  Reuel, figlio di Esaù: Naat, Zerach, Samma, Mizza. Questi sono i  capitribù della linea di Reuel, nella regione di Edom: sono discendenti  di Basemat, moglie di Esaù.
18Questi infine sono i capitribù figli di Oolibama, figlia di Ana e moglie di Esaù: Ieus, Iaalam, Core.
19Tutti questi sono capitribù discendenti di Esaù, detto anche Edom.
20-21Gli  abitanti del territorio di Edom erano divisi in tribù i cui capi  discendevano da Seir l'Urrita: Lotan, Sobal, Zibeon, Ana, Dison, Eser e  Disan. 22I figli di Lotan furono Ori ed Eman. La sorella di Lotam era  Timna. 23I figli di Sobal furono Alvan, Manacat, Ebal, Sefo e Onam. 24I  figli di Zibeon furono Aia e Ana. Questi fu quell'Ana che, mentre stava  nella steppa pascolando gli asini di suo padre Zibeon, scoprì alcune  sorgenti calde. 25-26Ana fu il padre di Dison, l'antenato di Emdam,  Esbam, Itran e Cheran. Ana ebbe anche una figlia: Oolibama. 27I figli di  Eser furono Bilan, Zaavan e Akan. 28 figli di Disan furono Uz e Aran.
29-30Questi,  dunque, furono i capitribù degli Urriti, nella regione di Seir,  elencati ad uno ad uno: Lotan, Sobal, Zibeon, Ana, Dison, Eser, Disan.
31Questi  furono i re che dominarono nel territorio di Edom, prima che vi fosse  un re in Israele. 32Sono qui elencati secondo l'ordine di successione:
Bela, figlio di Beor, della città di Dinaba,
33Iobab, figlio di Zerach, da Bozra,
34 Usam, della regione dei Temaniti,
35 Adad, figlio di Bedad, da Avit
(questi fu il re che sconfisse
i Madianiti sul territorio di Moab),
36Samla, da Masreka,
37Saul, da Recobot-Naar,
38 Baal-Canan, figlio di Acbor,
39 Adar, della città di Pau
(sua moglie si chiamava Meetabel
ed era figlia di Matred, nipote di Me-Zaab).
40-43Esaù  fu il capostipite delle seguenti tribù edomite, elencate secondo i capi  che dettero loro il nome: Timna, Alva, Ietet, Oolibama, Ela, Pinon,  Kenaz, Teman, Mibsar, Magdiel, Iram. I territori dove ciascuna di queste  tribù viveva erano indicati dal nome delle tribù.

1Giacobbe abitava in Canaan, là dove suo padre era vissuto come forestiero.
2  E' questa è la storia della famiglia di Giacobbe. Giuseppe aveva  diciassette anni quando pascolava i greggi con i suoi fratelli, i figli  di Bila e di Zilpa, concubine di suo padre. Giuseppe riferiva al padre  le cattiverie che riguardavano i suoi fratelli. 3Giacobbe amava Giuseppe  più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio avuto nella sua  vecchiaia, e gli fece fare un vestito molto bello.
4I fratelli si  accorsero che il padre amava Giuseppe più di tutti loro e arrivarono a  odiarlo tanto da non essere più capaci di rivolgergli serenamente la  parola.
5Una volta Giuseppe fece un sogno. Quando lo raccontò ai suoi fratelli, questi lo odiarono ancora di più.
6  Fratelli, - aveva detto loro, - vi prego, ascoltate il sogno che ho  fatto! 7Al tempo della mietitura noi stavamo legando covoni di grano nei  campi. A un tratto il mio covone si alzò e rimase dritto in piedi,  mentre tutti i vostri si misero attorno al mio e gli si inchinarono  davanti.
8 Vuoi forse essere il nostro re e dominarci? - gli  risposero i fratelli. E lo odiarono ancor più, sia per i suoi sogni, sia  per il modo di raccontarli.
9Poi Giuseppe fece un altro sogno e raccontò anche quello ai suoi fratelli. Disse loro:
- Ho fatto un altro sogno: il sole, la luna e undici stelle si inchinavano fino a terra dinanzi a me.
10Raccontò questo sogno anche a suo padre, il quale lo rimproverò:
-  Ma che vai sognando? - gli disse. - Tutti noi: io, tua madre e i tuoi  fratelli dovremmo venire a inchinarci fino a terra davanti a te?
11I suoi fratelli erano gelosi di lui. Suo padre invece pensava spesso a queste cose.

La vendetta dei fratelli
12I  fratelli di Giuseppe si erano recati nella contrada di Sichem per  portarvi al pascolo il gregge del padre. 13Un giorno Giacobbe disse a  Giuseppe:
- I tuoi fratelli stanno pascolando i greggi in Sichem. Ti devo mandare da loro.
- Va bene! - rispose Giuseppe.
14 - Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e i greggi, - riprese Giacobbe. - Poi vieni a dirmelo.
Così  Giacobbe mandò Giuseppe dalla valle di Ebron a Sichem. Arrivò, 15e  stava andando qua e là per la campagna, quando un uomo lo incontrò e gli  disse:
- Che cosa cerchi?
16Cerco i miei fratelli, - egli rispose. - Stanno pascolando i greggi. Sai dirmi dove si trovano?
17 - Sono andati via di qui! - rispose quell'uomo. - Ho udito che dicevano: andiamocene dalle parti di Dotan!
Allora Giuseppe partì alla ricerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
18Essi lo videro quand'egli era ancora lontano, e prima che li avesse raggiunti complottarono per farlo morire.
19Ecco,  sta arrivando il nostro sognatore! - dicevano fra loro. - 20Non  perdiamo tempo! Uccidiamolo e gettiamo il suo corpo in una cisterna. Poi  diremo che l'ha divorato una bestia feroce. Così vedremo a che gli  servono i suoi sogni!
21Ma Ruben li aveva uditi e volle salvare Giuseppe. Perciò disse:
- Non dobbiamo ucciderlo.
22E aggiunse:
- Non commettete un assassinio! Basta gettarlo in qualche cisterna nel deserto! Non colpitelo con le vostre stesse mani.
Diceva così per poterlo salvare e riportarlo a suo padre.
23Intanto  Giuseppe giunse presso i suoi fratelli. Subito essi gli tolgono quel  bel vestito che portava. 24Poi lo prendono e lo gettano in una cisterna  vuota e senz'acqua.

Giuseppe venduto agli Ismaeliti
25Mentre i  fratelli stavano là seduti per mangiare, a un certo punto alzarono gli  occhi e videro arrivare una carovana di Ismaeliti: proveniva dal Galaad e  si recava in Egitto. I cammelli erano carichi di svariate merci: resina  odorifera, balsamo, laudano.
26Giuda disse ai suoi fratelli: 'Che  guadagno c'è a uccidere nostro fratello e a nascondere questo delitto?  27Invece di fargli del male, vendiamolo a questi Ismaeliti; dopotutto  egli fa parte della nostra famiglia, è nostro fratello!'.
I suoi  fratelli furono d'accordo. 28Così quando quei mercanti madianiti  passarono di lì, fecero uscire Giuseppe dalla cisterna e glielo  vendettero per venti pezzi d'argento. E quelli lo portarono in Egitto.
29Quando  Ruben tornò alla cisterna non vi trovò più Giuseppe. Allora, disperato,  si stracciò le vesti, 30tornò dai suoi fratelli e gridò: Il ragazzo non  c'è più! Che cosa farò io adesso?

Giuseppe creduto morto
31Allora  scannarono un capretto, presero la veste di Giuseppe e la bagnarono nel  sangue. 32Poi la mandarono al loro padre con questo messaggio: 'Abbiamo  trovato questa veste: osservala bene e vedi se è quella di tuo figlio'.  33Egli la riconobbe e gridò: 'E' proprio la veste di mio figlio! Una  belva feroce l'avrà ucciso! Giuseppe è stato sbranato!'.
34Disperato,  Giacobbe si stracciò le vesti, prese il lutto e pianse per suo figlio  molti giorni. 35Gli altri figli e le figlie tentarono di consolarlo, ma  egli non volle lasciarsi confortare. Diceva: 'Rimarrò in lutto finché  morirò, fino a quando raggiungerò mio figlio nel mondo dei morti', e  continuò a piangere.
36I Madianiti intanto, dopo aver portato  Giuseppe in Egitto, lo vendettero a Potifar, l'uomo di fiducia del  faraone e capo delle sue guardie.

La storia di Giuda e di Tamar
1In  quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e andò ad abitare da un  uomo di Adullam, che si chiamava Chira. 2Qui Giuda vide una figlia di un  tale di nome Sua, cananeo, la prese per moglie e si unì a lei. 3Essa  rimase incinta e diede alla luce un figlio che Giuda chiamò Er. 4Poi  rimase di nuovo incinta e partorì un figlio che fu chiamato Onan. 5Poi  diede ancora alla luce un altro figlio, che chiamò Sela. Giuda si  trovava a Chezib quando nacque Sela.
6Giuda, per il suo primogenito  Er, scelse una moglie che si chiamava Tamar. 7Ma Er, primogenito di  Giuda, non si comportava bene dinanzi al Signore, e il Signore lo fece  morire. 8Allora Giuda disse a Onan: 'Unisciti alla moglie di tuo  fratello, compi verso di lei il tuo dovere di cognato e fa' nascere una  discendenza per tuo fratello'.
9Onan sapeva che se fosse nato un  figlio non sarebbe stato suo. Perciò ogni volta che aveva un rapporto  con sua cognata disperdeva per terra il seme e così impediva il  concepimento e non dava una discendenza al fratello. 10Questo suo modo  di fare non piacque al Signore che fece morire anche lui.
11Allora Giuda disse a Tamar, sua nuora:
'Torna alla casa di tuo padre e resta vedova finché mio figlio Sela sarà cresciuto'.
Diceva così perché temeva che anche Sela dovesse morire. Tamar ritornò alla casa di suo padre.
12Dopo  molto tempo morì la moglie di Giuda, figlia di Sua. Terminato il lutto,  Giuda, con il suo amico Chira l'Adullamita, andò a Timna da quelli che  tosavano le sue pecore. 13Tamar ne fu informata. Le dissero: 'Tuo  suocero si reca a Timna per la tosatura delle sue pecore'.
14Tamar  aveva visto che Sela era cresciuto, ma che lei non gli era stata data in  moglie. Allora essa si tolse gli abiti da vedova, si vestì di un velo  nel quale si avvolse completamente e si mise seduta all'ingresso del  territorio di Enaim, che si trova sulla via che porta a Timna.
15Giuda  la vide e pensò che fosse una prostituta perché aveva la faccia coperta  dal velo. 16Non sapeva che fosse sua nuora. Si avvicinò a lei e le  disse:
- Permettimi di venire con te.
- Che cosa mi darai per venire con me? - gli rispose Tamar.
17Ti manderò un capretto del mio gregge, - le promise Giuda.
- Però mi lascerai un pegno finché tu non me lo avrai mandato, - ella disse.
18Lui le rispose:
- Che pegno ti devo dare?
E lei:
- Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano.
Giuda glieli diede e si unì a lei che rimase incinta.
19Poi Tamar se ne andò. Si tolse il velo e si rimise i vestiti da vedova.
20Più  tardi Giuda mandò il suo amico adullamita a portare il capretto e a  riprendere il pegno dato a quella donna. Ma egli non la trovò! 21Domandò  agli uomini del luogo dove essa abitava:
- Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla strada?
- Lì non c'è mai stata alcuna prostituta - risposero.
22Egli tornò da Giuda e gli disse:
- Non l'ho trovata! E per di più la gente di quel luogo mi ha assicurato che lì non c'è mai stata una prostituta.
23Allora Giuda disse:
- Si tenga pure il pegno, altrimenti qualcuno riderà di noi. Io, il capretto gliel'ho mandato davvero, ma tu non l'hai trovata!
24Circa tre mesi dopo qualcuno disse a Giuda:
- Tamar, tua nuora, si è prostituita ed è rimasta incinta.
Allora Giuda disse:
- Portatela fuori e che sia bruciata viva. 25La stavano portando fuori quando essa mandò a dire a suo suocero:
-  Sono incinta dell'uomo al quale appartengono questi oggetti. Guarda  bene! - aggiunse: - a chi appartengono questo sigillo, questo cordone e  questo bastone?
26Giuda li riconobbe ed esclamò:
- Ha ragione lei. Il torto è mio, perché non l'ho data in moglie a mio figlio Sela.
E  non ebbe più rapporti con lei. 27Quando giunse il tempo di partorire  ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli. 28Mentre partoriva uno  sporse una mano e la levatrice la prese, vi legò un filo rosso e disse:  'Questo è uscito per primo'.
29Ma quegli ritirò la mano e uscì prima suo fratello. La levatrice disse: 'Perché ti sei aperto una breccia?'.
Per questo motivo fu chiamato Perez (Breccia).
30Poi uscì suo fratello che aveva il filo rosso legato alla mano e fu chiamato Zerach.

Giuseppe in casa di Potifar
1Giuseppe fu  portato in Egitto. Potifar, uomo di fiducia del faraone e capo delle  guardie, lo comprò dagli Ismaeliti che l'avevano condotto lì.
2Il  Signore era con Giuseppe, così tutto quel che faceva gli riusciva bene.  Giuseppe stava nella casa del suo padrone egiziano. 3Questi si accorse  che il Signore era con lui e che gli faceva riuscire tutto quel che  intraprendeva. 4Così Giuseppe incontrò il favore di Potifar che lo  chiamò al suo servizio personale e gli affidò l'amministrazione della  sua casa e di tutti i suoi beni.
5Da quel momento, per amore di  Giuseppe, il Signore fece prosperare la famiglia di quell'Egiziano:  benedisse tutto quel che egli possedeva, casa e campi. 6Per questo  Potifar affidò a Giuseppe tutto quello che aveva: egli non si occupava  più di nulla se non dei suoi cibi.

Giuseppe e la moglie di Potifar
Giuseppe  era un giovane ben fatto e affascinante. 7Dopo qualche tempo la moglie  del suo padrone mise gli occhi su di lui e gli disse:
- Vieni, vieni con me!
8  - No! - rispose Giuseppe. - Il mio padrone mi ha affidato tutto quel  che possiede e non mi chiede mai conto di quel che amministro.  9Addirittura lui stesso non ha maggiore autorità di me in questa casa.  Non mi ha proibito nulla, salvo te, perché sei sua moglie. Non posso  commettere un'azione tanto malvagia e peccare contro Dio stesso!
10Sebbene glielo chiedesse ogni giorno, Giuseppe non accettò mai di andare con lei.
11Ma  un giorno, per ragioni di lavoro, Giuseppe entrò in casa quando non vi  era nessun altro servo, 12e allora la moglie di Potifar lo afferrò per  la tunica e gli disse: 'Su! Vieni!'. Ma Giuseppe le lasciò la tunica fra  le mani, uscì dalla casa e scappò.
13Quando vide che egli era  fuggito e le era rimasta la tunica fra le mani, la donna 14chiamò i suoi  servitori e disse loro: 'Guardate un po' lo schiavo ebreo che mio  marito ci ha portato in casa! Voleva spassarsela con noi! Si è  avvicinato per unirsi a me, ma io mi sono messa a gridare. 15Appena mi  ha sentito gridare, ha abbandonato la sua tunica vicino a me, ha  raggiunto l'uscita ed è scappato'.
16Conservò presso di sé la tunica  di Giuseppe fino al ritorno del marito, 17al quale raccontò la stessa  storia: 'Quello schiavo ebreo che tu ci hai portato è venuto qui per  divertirsi con me, 18ma io ho gridato, ho chiamato aiuto e lui ha  abbandonato la sua tunica vicino a me ed è scappato fuori'.
19A  queste parole della moglie, la quale ripeteva: 'Proprio così mi ha fatto  il tuo servo!', il marito si adirò. 20Fece arrestare Giuseppe e lo fece  rinchiudere nella fortezza dove erano custoditi i prigionieri del re.

Giuseppe in prigione
Così  Giuseppe rimase in prigione. 21Ma il Signore era con lui e lo  proteggeva: attirò su di lui la stima del comandante della prigione  22che gli affidò la responsabilità di tutti i detenuti rinchiusi nella  fortezza. Giuseppe dirigeva tutti i lavori fatti dai prigionieri 23e il  comandante del carcere non controllava affatto quel che egli faceva,  perché il Signore era con Giuseppe e tutto gli riusciva bene.

Giuseppe spiega i sogni di due prigionieri
1Qualche  tempo dopo due importanti funzionari del re commisero una mancanza  contro di lui: si trattava del capo dei coppieri, responsabile della  cantina del re, e del capo dei panettieri. 2Infuriatosi contro di loro,  il faraone 3li fece mettere agli arresti nella casa del capo delle  guardie, nella stessa fortezza dove era rinchiuso Giuseppe. 4Il  comandante delle guardie li affidò alle cure di Giuseppe. Essi rimasero  in prigione per un certo tempo.
5Una notte questi due uomini, il capo  dei coppieri e il capo dei panettieri del re, sempre in prigione,  fecero ognuno un sogno che aveva un significato particolare. 6Quando al  mattino Giuseppe andò da loro si accorse che erano tristi 7e chiese a  quei due funzionari, come lui in carcere nella casa del suo padrone:
- Perché oggi siete così tristi?
8Risposero:
- Abbiamo fatto un sogno e non c'è nessuno che sappia spiegarcelo.
- Soltanto Dio ha il potere di interpretare i sogni, - disse Giuseppe. - Raccontatemi quel che avete sognato.
9Il capo dei coppieri raccontò:
-  Nel mio sogno mi trovavo dinanzi ad una vite. 10Aveva tre rami. Li vidi  germogliare, poi fiorire e infine portare a maturazione grappoli d'uva.  11Io avevo in mano la coppa del faraone, colsi l'uva, ne spremetti il  succo nella coppa e la porsi al faraone.
12 - L'interpretazione del  sogno è questa, - gli disse allora Giuseppe: - I tre rami rappresentano  tre giorni. 13Fra tre giorni il faraone si occuperà di te: ti restituirà  il tuo incarico. Tu gli porgerai di nuovo la coppa, come facevi prima  quando eri il suo coppiere. 14Ricordati di me quando sarai di nuovo  felice. Ti raccomando di parlare di me al faraone e così farmi uscire da  questo carcere. 15Io sono stato portato via con la violenza dalla  regione degli Ebrei e qui non ho fatto nulla di male per meritarmi la  prigione.
16Visto che Giuseppe aveva dato un'interpretazione favorevole, il capo dei panettieri gli disse:
-  Anch'io ho fatto un sogno. Avevo sul capo tre ceste di pane bianco.  17Il cesto superiore era colmo di ogni tipo di focacce, della qualità  preferita dal faraone, ma alcuni uccelli venivano a beccare nel cesto  sul mio capo.
18L'interpretazione del sogno, - gli disse allora  Giuseppe, - è questa: I tre cesti rappresentano tre giorni. 19Fra tre  giorni il faraone si occuperà di te: ti farà tagliare la testa e farà  appendere il tuo cadavere a un palo e gli uccelli beccheranno la tua  carne.
20Infatti tre giorni dopo il faraone festeggiò il suo  compleanno e fece preparare un banchetto per i suoi ministri. Si occupò  anche del capo dei coppieri e del capo dei panettieri: 21restituì  l'incarico al capo dei coppieri perché gli porgesse nuovamente la coppa,  22ma fece impiccare il capo dei panettieri, proprio come aveva predetto  Giuseppe. 23Tuttavia il capo dei coppieri si dimenticò completamente di  Giuseppe.

Giuseppe spiega i sogni del faraone
1Passarono  due lunghi anni e anche il faraone ebbe un sogno: 2si trovava sulla  riva del Nilo e vide uscire dal fiume sette vacche belle, molto grasse,  che mangiavano l'erba della riva. 3Improvvisamente dietro di loro  uscirono dal fiume altre sette vacche, brutte e terribilmente magre, che  si fermarono accanto alle prime sulla riva del Nilo. 4Le vacche magre  divorarono le grasse. A questo punto il faraone si svegliò. 5Poi si  riaddormentò e sognò di nuovo: Sette spighe belle, gonfie di grano,  crescevano su un unico stelo. 6Dopo di loro spuntarono altre sette  spighe, striminzite e rinsecchite a causa del vento del deserto. 7Le  spighe esili ingoiarono le sette spighe grosse e gonfie. A questo punto  il faraone si svegliò e si rese conto che era stato un sogno. 8Appena fu  giorno il faraone, profondamente turbato, fece chiamare tutti gli  indovini e i sapienti dell'Egitto e gli raccontò quello che aveva  sognato. Ma nessuno fu in grado di dargliene una spiegazione. 9Allora  intervenne il capo dei coppieri, responsabile della cantina del re.  Disse: 'Oggi devo per forza ricordare i miei errori. 10Un giorno Vostra  Maestà era andato in collera contro i suoi servitori e mi aveva fatto  rinchiudere nella casa del comandante delle guardie insieme al capo dei  panettieri. 11In una stessa notte abbiamo fatto tutti e due un sogno con  un significato particolare. 12In prigione con noi c'era un giovane  schiavo ebreo, un servitore del capo delle guardie. Noi gli abbiamo  raccontato i nostri sogni e lui ce li ha spiegati dando a ciascuno la  giusta interpretazione. 13Infatti è accaduto esattamente quel che egli  aveva previsto: io sono stato ristabilito nel mio incarico e l'altro è  stato impiccato'.
14Allora il faraone fece chiamare Giuseppe che fu  immediatamente scarcerato. Si tagliò la barba, si cambiò i vestiti e si  presentò al faraone 15che gli disse:
- Ho fatto un sogno, ma nessuno  sa darmene la spiegazione. Ho sentito dire che tu sei capace di  interpretare i sogni non appena te li raccontano.
16Giuseppe rispose:
- Non io, ma Dio stesso darà a Vostra Maestà una spiegazione favorevole.
17Il  faraone disse a Giuseppe: 'Nel mio sogno stavo sulla riva del Nilo.  18Vidi uscire dal fiume sette vacche belle, molto grasse, che mangiavano  l'erba della riva. 19Improvvisamente dal fiume salirono dietro di loro  altre sette vacche, ma così magre e brutte che in Egitto non ne ho mai  visto di uguali. 20Queste ultime divorarono le prime sette, quelle belle  e grasse. 21Ma sebbene le avessero ingoiate non si vedeva affatto: il  loro aspetto era brutto come prima. A questo punto mi sono svegliato.  22'Poi sognai di nuovo: Vidi sette spighe belle, gonfie di grano, che  crescevano su di un unico stelo. 23Ma dietro di loro spuntarono altre  sette spighe esili e striminzite, rinsecchite a causa del vento del  deserto. 24Queste ultime inghiottirono le sette spighe belle. Ho già  raccontato tutti questi sogni agli indovini, ma nessuno è stato capace  di spiegarmeli'.
25Giuseppe disse: 'I due sogni hanno lo stesso  significato. Con essi il Signore vi fa sapere quello che sta per fare.  26Le sette vacche belle e le sette spighe belle rappresentano sette  anni. Si tratta quindi di un unico sogno. 27Le sette vacche brutte e  malconce e le sette spighe esili e riarse dal vento del deserto  rappresentano anch'esse sette anni: sette anni di carestia. 28Proprio  come ho detto prima, il Signore vi fa sapere quel che sta per fare.  29Nei prossimi - sette anni vi sarà grande abbondanza in tutto l'Egitto.  30Poi seguiranno sette anni di carestia che cancelleranno in Egitto  ogni ricordo dell'abbondanza precedente. La fame consumerà il paese 31e  sarà così grande che non si saprà più che cos'è l'abbondanza. 32Il fatto  che Vostra Maestà ha avuto un solo sogno ripetutosi in due modi  diversi, significa che Dio ha preso una decisione irrevocabile e che  egli sta per realizzarla. 33Perciò Vostra Maestà cerchi ora un uomo  intelligente e saggio e gli conferisca autorità su tutto l'Egitto.  34Stabilisca inoltre funzionari incaricati di prelevare un quinto dei  raccolti della terra durante i sette anni di abbondanza. 35I funzionari  dovranno accumulare molti viveri durante le prossime annate buone.  Mettano e conservino il grano nei magazzini del re per  l'approvvigionamento futuro delle città. 36Così l'Egitto avrà provviste  nei successivi sette anni di carestia e il paese non sarà distrutto  dalla fame'.

Giuseppe diventa viceré d'Egitto
37Il faraone e i  suoi ministri apprezzarono il discorso di Giuseppe 38e il faraone disse  loro: 'Quest'uomo ha in sé lo spirito di Dio. Potremmo forse trovare  qualcuno migliore di lui?'.
39Allora si rivolse a Giuseppe: 'Siccome  Dio ti ha fatto conoscere tutte queste cose, nessuno può essere  intelligente e saggio come te. 40Perciò tu stesso sarai l'amministratore  del mio regno, e tutto il mio popolo ubbidirà ai tuoi ordini. Soltanto  io, dato che sono il re, avrò un potere superiore al tuo'. 41E aggiunse:  'Ti conferisco autorità su tutto l'Egitto'.
42Poi il faraone si  tolse l'anello dal dito e lo mise a quello di Giuseppe, lo fece vestire  di abiti di lino finissimo e gli pose attorno al collo la collana d'oro.  43Lo fece salire sul suo secondo carro. Davanti a lui si gridava:  'Largo! Largo!'.
Fu così che il faraone mise Giuseppe a capo di tutto l'Egitto.
44Disse ancora a Giuseppe: 'Io sono il faraone. Nessuno oserà muovere anche solo il dito mignolo senza il tuo permesso'.
45Il  faraone diede a Giuseppe il nome egiziano di Zafnat-Paneach e gli fece  sposare Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Poi Giuseppe  cominciò a fare giri di ispezione nei territori dell'Egitto. 46Aveva  trent'anni quando fu condotto alla presenza del faraone, re d'Egitto.  Giuseppe lasciò il faraone e si mise a viaggiare per tutta la regione.  47Durante le sette annate di abbondanza la terra produsse ottimi  raccolti, 48e in quel periodo Giuseppe ammassò nel paese d'Egitto grandi  riserve di viveri. In ogni città faceva conservare i raccolti della  campagna circostante. 49Accumulò tanto grano che smise di tenerne il  conto perché era incalcolabile come la sabbia del mare.

I figli di Giuseppe
50Prima  dell'inizio della carestia Asenat, moglie di Giuseppe, figlia di  Potifera, sacerdote di On, ebbe due figli. 51Al maggiore, Giuseppe diede  il nome di Manasse: 'Perché - disse - Dio mi ha ricompensato di tutte  le mie sofferenze e dell'allontanamento dalla casa di mio padre'.  52Chiamò il secondo Efraim: 'Perché - disse - Dio mi ha dato figli in  questo paese nel quale sono stato infelice'.

Giacobbe manda i figli in Egitto
53Terminati  in Egitto i sette anni di abbondanza 54cominciarono i sette anni di  carestia. Come Giuseppe aveva previsto vi fu fame dappertutto, ma il  pane non mancava nel territorio egiziano.
55Poi anche in tutto  l'Egitto si fece sentire la mancanza di viveri. Il popolo reclamò cibo  dal faraone, che disse agli Egiziani: 'Andate da Giuseppe e fate tutto  quel che vi comanderà'.
56Quando la fame si estese ovunque, Giuseppe  fece aprire i depositi e fece vendere grano agli Egiziani mentre la fame  continuava ad aggravarsi in Egitto.
57Da tutti i paesi la gente andava in Egitto per comprare grano perché la carestia era grande.

1Giacobbe venne a sapere che c'era grano in Egitto. Allora disse ai suoi figli:
'Perché  state a guardarvi l'un l'altro? 2Sono venuto a sapere che c'è grano in  Egitto. Andate dunque là e comprate viveri per noi. Così non saremo  costretti a morire di fame e potremo sopravvivere'.
3Dieci fratelli  di Giuseppe si recarono dunque in Egitto per comprare grano. 4Giacobbe  non lasciò andare con loro Beniamino, fratello di Giuseppe. Pensava fra  sé: 'Non vorrei che gli capitasse una disgrazia!'.
5l figli di  Giacobbe giunsero in Egitto per comprare grano, insieme con molta altra  gente, perché nella terra di Canaan c'era grande carestia.

Giuseppe non è riconosciuto dai fratelli
6Giuseppe  era governatore in Egitto e vendeva grano a ogni popolo. Quando  giunsero davanti a lui, i suoi fratelli si inchinarono faccia a terra.  7Egli vide i fratelli e li riconobbe, ma li trattò da estranei. Parlò  duramente: - Da dove venite? - chiese loro.
- Da Canaan, - risposero, - per comprare viveri.
8Così  Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui.  9Giuseppe allora ricordò i sogni che aveva fatto a loro riguardo, e  aggiunse:
- Siete solo spie! Siete venuti qui per scoprire i luoghi indifesi del nostro paese.
10Non  è vero, signore, - essi risposero. - Siamo venuti qui al solo scopo di  comprare viveri. 11Siamo tutti fratelli, gente onesta; non siamo spie.
12 - Niente affatto! - ribatté Giuseppe; - siete venuti a scoprire i luoghi indifesi del nostro paese!
13Essi replicarono:
-  Noi, tuoi servi, veniamo dalla terra di Canaan e siamo fratelli, figli  di uno stesso padre. Eravamo in dodici: il più giovane è rimasto con  nostro padre e uno non c'è più.
14Ma Giuseppe affermò:
- Rimango  della mia opinione: voi siete spie! 15Se volete provarmi il contrario,  fate venire il vostro fratello minore. Altrimenti non vi lascerò  ripartire di qui. Lo giuro per la vita del faraone. 16Mandate dunque uno  di voi a prendere vostro fratello, mentre gli altri rimarranno in  prigione. Così vedremo se avete detto la verità. Altrimenti, per la vita  del faraone, sarà chiaro che siete spie.
17E Giuseppe li fece rinchiudere in prigione per tre giorni.

Giuseppe mette alla prova i fratelli
18Dopo  tre giorni Giuseppe disse loro: 'Io rispetto Dio! Fate come vi dico e  avrete salva la vita. 19Se davvero siete gente onesta, uno di voi deve  restare qui come ostaggio nella prigione dove siete stati. Gli altri  invece possono andarsene e portare il grano necessario a sfamare le loro  famiglie. 20Poi mi condurrete qui vostro fratello minore, così si vedrà  se quel che dite è vero. Allora vivrete'.
Essi accettarono di fare  così. 21Intanto dicevano tra loro: 'Siamo veramente castigati a causa di  nostro fratello Giuseppe, perché abbiamo visto la sua angoscia quando  ci supplicava e noi non l'abbiamo ascoltato. Ora questa stessa angoscia  colpisce noi'.
22Ruben aggiunse: 'Ve l'avevo detto, io, di non  commettere quel delitto verso Giuseppe. Voi però non avete voluto darmi  retta. E ora siamo puniti perché responsabili della sua morte'.
23Giuseppe si serviva di un interprete per comunicare con loro, così essi non si accorgevano che li capiva.
24A un tratto egli si allontanò dai fratelli e pianse.
Poi  ritornò e continuò a parlare con loro. Infine prese Simeone e lo fece  incatenare sotto i loro occhi. 25Quindi diede l'ordine di riempire i  loro sacchi di grano e di mettervi dentro il denaro con il quale lo  avevano pagato. Inoltre ordinò di dar loro provviste per il viaggio. E  così fu fatto.
26I fratelli di Giuseppe caricarono i loro sacchi sugli asini e partirono.
27Quando,  alla sera, si fermarono per fare una sosta, uno di essi aprì il sacco  per dare da mangiare al suo asino e vide il denaro. 28Disse subito ai  suoi fratelli:
- Mi hanno dato indietro i soldi! Sono qui, nel mio sacco!
Allora, scoraggiati e pieni di spavento si dicevano:
- Perché Dio fa così con noi?

I fratelli tornano a casa
29Quando  arrivarono a Canaan dal loro padre Giacobbe gli raccontarono  l'accaduto. Gli dissero: 30'L'uomo che governa l'Egitto ci ha trattato  male: ci aveva preso per spie. 31Ma noi gli abbiamo risposto: 'Siamo  gente onesta, non siamo spie! 32Eravamo dodici fratelli, tutti figli di  uno stesso padre, ma uno di noi non c'è più, e il minore è rimasto in  Canaan con nostro padre'. 33Allora lui, il governatore dell'Egitto, ha  sfruttato questo particolare per verificare se davvero siamo gente  onesta. 'Lasciate qui uno di voi, - ha detto, - gli altri prendano di  che sfamare le vostre famiglie e se ne vadano. 34Poi condurrete qui il  vostro fratello minore e così potrò essere sicuro che non siete spie, ma  gente onesta. A questo punto vi ridarò vostro fratello e potrete  muovervi liberamente nel nostro territorio''.
35Poi vuotarono i  sacchi e ciascuno vi trovò la sua borsa del denaro. Quando videro quelle  borse, con i soldi, tutti ebbero paura, anche Giacobbe 36che disse  loro:
- Già mi avete privato di due figli: Giuseppe non c'è più!  Simeone non c'è più! E ora volete togliermi anche Beniamino! Tutte le  disgrazie si abbattono su di me.
37Allora Ruben disse a suo padre:
- Se non ti riporto sano e salvo Beniamino, uccidi pure i miei due figli! Affidalo a me e te lo ricondurrò!
38Ma Giacobbe affermò:
-  Mio figlio Beniamino non verrà mai laggiù con voi. Suo fratello  Giuseppe è morto e dei figli di Rachele mi resta solo Beniamino. Se gli  capitasse una disgrazia nel viaggio, vecchio come sono, mi farete morire  di dolore.

Giacobbe lascia partire Beniamino
1La carestia  continuava a pesare sul paese. 2Quando la famiglia di Giacobbe ebbe  finito il grano portato dall'Egitto, il padre disse ai suoi figli:
- Tornate laggiù a comprare altri viveri. 3Giuda gli rispose:
-  Il governatore egiziano ha detto chiaramente che non ci riceverà se ci  presentiamo a lui senza nostro fratello. 4Se dunque sei disposto a  mandare con noi Beniamino, andremo laggiù e ti compreremo cibo. 5Ma se  ti rifiuti non ci metteremo neanche in viaggio, perché quell'uomo ha  detto: 'Se insieme a voi non ci sarà vostro fratello, non tratterò con  voi'.
6 - E perché mai gli avete detto di avere ancora un fratello? - esclamò Giacobbe. - Mi avete proprio rovinato!
7Essi risposero:
-  Quel tale ci ha rivolto precise domande su noi stessi e la nostra  famiglia: 'Vostro padre è ancora in vita? - ha voluto sapere; - avete  altri fratelli?'. E noi abbiamo risposto a quelle domande. Chi poteva  immaginare che poi ci avrebbe detto di portargli nostro fratello?
8Giuda intervenne:
-  Padre mio, lascia che Beniamino venga con me. Noi dobbiamo partire, se  vogliamo sopravvivere: tu, noi e le nostre famiglie. 9Ti prometto che  riavrai tuo figlio: se non te lo ricondurrò sarò per sempre colpevole  verso di te. 10Se non avessimo perso tanto tempo, a quest'ora saremmo  già andati e tornati due volte!
11E va bene, se non se ne può fare a  meno! - rispose allora Giacobbe, loro padre; - fate così: prendete con  voi alcuni dei prodotti migliori di questa terra e fatene dono a  quell'Egiziano: resina profumata, un po' di miele, aromi, laudano,  pistacchi e mandorle. 12Riportate i soldi che avete trovato nell'aprire i  vostri sacchi: forse c'è stato un errore. E portate con voi un'altra  somma. 13Prendete vostro fratello Beniamino e ritornate da quell'uomo in  Egitto. 14E Dio Onnipotente faccia in modo che egli abbia pietà di voi e  vi lasci ripartire con i vostri fratelli Simeone e Beniamino. Quanto a  me, se dovrò proprio perdere tutti i miei figli, rimarrò solo.

Giuseppe accoglie i fratelli
15l fratelli prepararono i regali e le somme di denaro, poi si recarono in Egitto con Beniamino e si presentarono a Giuseppe.
16Quando  Giuseppe vide che c'era anche Beniamino, disse al capo della sua  servitù: 'Porta questa gente nel mio palazzo perché oggi a mezzogiorno  saranno miei ospiti. Poi fa' macellare e cucinare un buon capo di  bestiame'.
17Quell'uomo esegui gli ordini: condusse gli ospiti a casa  di Giuseppe. 18Quando essi videro che li portavano verso il palazzo  ebbero molta paura. Pensavano: 'Certamente ci fanno entrare qui per i  soldi che l'altra volta sono stati messi nei nostri sacchi! Ora gli  Egiziani ci salteranno addosso e ci bastoneranno. Poi ci porteranno via  gli asini e ci faranno schiavi'.
19Allora, quando già erano sulla  soglia del palazzo, si accostarono al capo della servitù 20e gli  dissero: 'Scusaci, signore, noi siamo già stati qui una volta a comprare  viveri. 21Ma quando ci siamo fermati per la notte e abbiamo aperto i  nostri sacchi, ciascuno di noi ha trovato nel suo sacco esattamente la  somma che aveva pagato. Noi, ora, questo denaro lo abbiamo riportato 22e  ne abbiamo con noi dell'altro per comprare ancora viveri. Non sappiamo  assolutamente chi sia che ha rimesso il nostro primo denaro nei nostri  sacchi'.
23'State calmi, non preoccupatevi, - rispose il capo della  servitù. - E' il vostro Dio, il Dio di vostro padre che ha rimesso un  tesoro nei vostri sacchi. Il vostro denaro, ad ogni modo, io l'ho  ricevuto'.
24Liberò subito Simeone, li condusse nel palazzo di  Giuseppe. Poi fece loro portare acqua per lavarsi e dare foraggio agli  asini.

I fratelli a pranzo con Giuseppe
25Avvertiti che  avrebbero pranzato li a mezzogiorno, in attesa di Giuseppe prepararono i  loro doni. 26Quando Giuseppe arrivò a casa gli diedero i regali e si  inchinarono fino a terra. 27Giuseppe chiese loro come stavano, poi  disse:
- Sta bene il vostro vecchio padre di cui mi avete parlato? Vive ancora?
28  - Sì, nostro padre, il tuo servitore, - essi risposero, è ancora in  vita. E sta bene! E si inchinarono rispettosamente. 29Poi Giuseppe  guardò Beniamino, suo proprio fratello, figlio della stessa madre, e  disse: - E' questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete  parlato?
Aggiunse:
- Dio ti benedica, figlio mio!
30Commosso  davanti a suo fratello, uscì in fretta per non piangere, ma entrato in  camera sua scoppiò in pianto. 31Lavatosi in fretta, tornò con gli altri.  Si riprese e ordinò di servire il pranzo.
32Giuseppe fu servito a un  tavolo, i suoi fratelli a un altro. A un altro tavolo ancora venne  portato il pranzo agli Egiziani invitati da Giuseppe. Essi non possono  mangiare con gli Ebrei: lo vietano le loro osservanze religiose.
33I  fratelli sedevano di fronte a Giuseppe e i posti erano stati loro  assegnati in ordine di età, dal primogenito al minore, perciò si  guardavano l'un l'altro con stupore. 34Giuseppe fece loro servire alcune  porzioni prese dal suo stesso tavolo e le razioni di Beniamino erano  cinque volte più grandi delle altre. Giuseppe bevve vino con loro e  tutti furono insieme molto allegri.

La prova della coppa
1Più tardi Giuseppe diede  quest'ordine al capo della servitù: 'Riempi di viveri i sacchi di  questi uomini: da' loro tutto quel che possono portare. Poi nascondi di  nuovo i soldi di ciascuno nei loro sacchi. 2Nel sacco del più giovane,  però, oltre ai soldi del grano, metti anche la mia coppa, proprio quella  d'argento!'.
Il capo della servitù eseguì l'ordine.
3Il giorno seguente, all'alba, i fratelli di Giuseppe se ne andarono con i loro asini.
4Non  erano ancora molto lontani dalla città quando Giuseppe disse al capo  dei suoi servi: 'Insegui quegli uomini, raggiungili e di' loro: Perché  avete ricambiato bene con male? 5Perché avete rubato la coppa che il mio  padrone adopera per bere e per conoscere il futuro? Vi siete comportati  proprio male!'.
6Il capo dei servi li raggiunse e riferì esattamente queste parole.
7  - Perché ci fai queste accuse, signore? - risposero. - Noi non avremmo  mai avuto l'idea di commettere una simile azione! 8Ti abbiamo persino  riportato dalla terra di Canaan i soldi ritrovati nei nostri sacchi.  Perché mai avremmo dovuto rubare oro o argento dalla casa del tuo  padrone? 9Ebbene, se si trova quella coppa nei bagagli di uno di noi,  quel tale sia messo a morte e tutti gli altri ridotti a tuoi schiavi!
10  Benissimo! - rispose il capo dei servi. - Vi prendo in parola. Ma solo  quello che avrà la coppa diventerà schiavo. Gli altri saranno liberi.
11Ognuno  di essi si affrettò a tirar giù il suo sacco e lo aprì. 12Quell'uomo  frugò allora in tutti i sacchi: incominciò da quello del maggiore e  terminò con quello del minore dei fratelli.
La coppa fu trovata nel sacco di Beniamino.
13Allora  i fratelli si stracciarono le vesti. Poi ognuno ricaricò il proprio  asino e tornarono in città. 14Giuda e i suoi fratelli giunsero da  Giuseppe, che si trovava ancora nel suo palazzo e si inchinarono davanti  a lui fino a terra.
15Giuseppe disse loro:
- Che cosa avete fatto? Non sapevate che un uomo come me ha la capacità di indovinare tutto?
16Allora Giuda esclamò:
-  Con quali parole potremmo scusarci dinanzi a te, signore? Dio stesso ha  svelato che siamo colpevoli! Noi saremo tutti tuoi schiavi insieme a  quello che è stato trovato con la coppa.
17- Ma io non voglio questo!  - dichiarò Giuseppe. - Sarà mio schiavo solo chi è stato trovato con la  coppa. Voi altri, invece, tornate in pace da vostro padre.

Giuda interviene in favore di Beniamino
18Allora Giuda si avvicinò a Giuseppe e gli disse:
-  Signore, permetti a me, tuo servo, di dire ancora una parola: Tu sei al  pari del faraone, ma non adirarti contro di me! 19L'altra volta tu, o  signore, ci hai chiesto se avevamo ancora nostro padre o un fratello,  20e noi abbiamo risposto: 'Abbiamo ancora il nostro vecchio padre e un  ragazzo, nostro fratello minore, natogli nella sua vecchiaia. Nostro  padre l'ama molto perché è il solo figlio che gli resta della sua più  cara moglie, perché l'altro fratello è morto'. 21A questo punto tu hai  detto a noi, tuoi servitori: 'Conducetelo qui da me. Voglio vederlo'.  22Ma noi ti abbiamo spiegato, signore, che il ragazzo non poteva  lasciare il padre perché altrimenti suo padre ne sarebbe morto. 23Però  tu allora hai dichiarato a noi tuoi servitori: 'Se vostro fratello  minore non verrà con voi, non vi riceverò affatto'. 24Tornati da nostro  padre, tuo servitore, gli abbiamo riferito quel che ci avevi detto. 25Ma  quando egli ci ordinò di ritornare a comprare viveri 26gli abbiamo  risposto: 'Noi non possiamo tornare in Egitto senza nostro fratello  minore, altrimenti il governatore del paese non ci riceverà!'. 27Allora  mio padre, tuo servitore, ci disse: 'Sapete bene che mia moglie Rachele  mi ha dato solo due figli! 28Uno di essi se n'è andato e non l'ho mai  più riveduto, per cui mi sono detto: certamente l'ha divorato una bestia  feroce! 29E ora mi volete privare anche del secondo! Se gli capita  qualche disgrazia, vecchio come sono, ne morrò di tristezza!'.
30Quindi  ora non posso tornare da nostro padre senza il ragazzo, perché la sua  vita è molto legata a lui. 31Se non lo vedrà ritornare, morirà e noi,  tuoi servi, saremo colpevoli di avere fatto morire di crepacuore nella  sua vecchiaia nostro padre, tuo servo. 32Inoltre io, tuo servitore, mi  sono impegnato dinanzi a mio padre di difendere la vita del ragazzo. Se  non glielo riconduco sarò per sempre colpevole verso di lui. 33Perciò  ora, signore, ti supplico: prendi me come schiavo, al posto del ragazzo  perché egli possa ripartire con gli altri fratelli. 34Non posso  ritornare da mio padre senza Beniamino: non potrei sopportare di vedere  mio padre colpito da una simile sciagura.

Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli
1Giuseppe non riuscì più a fingere. Disse agli Egiziani che gli stavano intorno:
'Uscite  tutti!'. Così nessuno rimase con lui quando si fece riconoscere dai  suoi fratelli. 2Si mise a piangere così forte che gli Egiziani l'udirono  e la cosa fu risaputa anche nel palazzo del faraone. 3Giuseppe diceva  ai suoi fratelli: 'Sono io! Sono Giuseppe! E' ancora in vita mio  padre?'.
Ma i suoi fratelli erano tanto sconcertati di trovarsi dinanzi a lui che non riuscivano a rispondergli.
4'Avvicinatevi a me!', disse allora Giuseppe ai suoi fratelli.
Quando  furono accanto a lui proseguì: 'Io sono veramente Giuseppe, vostro  fratello, quello che voi avete venduto perché fosse portato in Egitto!  5Ora però non state ad angustiarvi e a rimproverarvi per avermi venduto.  E' Dio che mi ha fatto venire qui prima di voi per potervi salvare la  vita. 6Già da due anni la carestia infierisce ovunque e per altri cinque  non vi sarà né aratura né mietitura. 7Ma Dio mi ha inviato in questa  terra davanti a voi, per tenervi da parte una scorta di viveri e così  potervi salvare con una grande liberazione. 8Dunque: non siete stati voi  a mandarmi qui, ma Dio. Ed è lui pure che ha fatto di me il più potente  ministro del faraone, responsabile della sua corte e governatore  dell'intero Egitto.
9'Presto dunque, ritornate da mio padre e  ditegli: Ecco quel che ti manda a dire Giuseppe, tuo figlio: Dio mi ha  costituito padrone dell'intero Egitto. Vieni da me. Non tardare. 10Ti  stabilirai nella regione di Gosen e così sarai vicino a me, tu, i tuoi  figli e i tuoi nipoti, con i tuoi greggi, i tuoi armenti e tutto quel  che possiedi. 11Lì io rifornirò di viveri te, la tua famiglia e i tuoi  greggi. Vi saranno ancora cinque anni di carestia, ma a voi non mancherà  nulla! 12'Voi stessi, - aggiunse Giuseppe, - con i vostri propri occhi  potete costatare che sono proprio io, e non un altro, che vi parla. E  mio fratello Beniamino è in grado di confermarlo. 13'Raccontate dunque a  mio padre tutto quel che avete visto e ditegli quale posto di grande  prestigio io occupo in Egitto! Poi datevi da fare per fare venire qui  mio padre al più presto'.
14Giuseppe gettò le braccia al collo di suo  fratello Beniamino e i due piansero insieme abbracciandosi. 15Poi,  sempre piangendo, Giuseppe abbracciò anche gli altri. A questo punto i  suoi fratelli riuscirono a parlare con lui.

Il faraone invita Giacobbe in Egitto
16La notizia dell'accaduto si diffuse anche nel palazzo del faraone. Dicevano: 'I fratelli di Giuseppe sono venuti in Egitto'.
E il faraone e i suoi ministri ne furono felici.
17Il  faraone disse a Giuseppe: 'Di' ai tuoi fratelli di preparare i loro  asini e di ritornare nella terra di Canaan 18per prendere vostro padre e  le vostre famiglie e farli venire qui da me. Assegnerò loro la parte  più fertile del territorio egiziano e avranno per cibo i migliori  prodotti del paese. 19Inoltre devi dar loro quest'ordine: Procuratevi  qui alcuni carri per trasportare in Egitto vostro padre, le vostre mogli  e i vostri figli. 20Non avrete da rimpiangere quel che lascerete  laggiù, perché qui vi stabilirete nella contrada più produttiva  dell'Egitto'.
21I figli di Giacobbe ubbidirono. Giuseppe, secondo  l'ordine del faraone, diede loro alcuni carri e li fornì di provviste  per il viaggio. 22Inoltre diede a ognuno un abito da festa. A Beniamino,  però, ne diede cinque e gli regalò anche trecento pezzi d'argento. 23E  inviò a suo padre, per il viaggio, dieci asini carichi dei migliori  prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e vettovaglie  varie. 24Raccomandò ai suoi fratelli di non litigare durante il viaggio e  li lasciò andare. 25Essi lasciarono l'Egitto, raggiunsero la terra di  Canaan e arrivarono dal loro padre Giacobbe. 26Gli annunziarono:  'Giuseppe è ancora in vita! E' addirittura governatore di tutto  l'Egitto!'. Ma egli rimase indifferente perché non ci credeva. 27Allora  gli riferirono tutto quel che Giuseppe aveva detto. Egli esaminò i carri  che suo figlio gli aveva inviato per trasportarlo, si rianimò 28e  disse: 'Basta! Mio figlio Giuseppe è vivo! Voglio partire per rivederlo  prima di morire!'.

Giacobbe va in Egitto con i figli
1Giacobbe si  mise in viaggio con tutto quel che possedeva. Giunto a Bersabea offrì  sacrifici al Dio di suo padre Isacco. 2E Dio gli parlò in visione, di  notte.
- Giacobbe, Giacobbe! - lo chiamò.
Ed egli rispose:
- Eccomi!
3E Dio gli disse:
-  Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non avere paura di andare in Egitto,  perché io voglio che là i tuoi discendenti diventino un grande popolo.  4Io ti accompagnerò in Egitto e un giorno ti farò anche ritornare. E  sarà Giuseppe che ti chiuderà gli occhi quando sarai morto. 5Poi il  viaggio proseguì da Bersabea. I figli di Giacobbe fecero salire il loro  padre, i bambini e le donne sui carri che il faraone aveva mandato per  trasportarli. 6-7 Portarono con sé anche il bestiame e tutti i beni che  avevano accumulato nella terra di Canaan. Fu così che Giacobbe venne in  Egitto con tutta la sua famiglia: figli e figlie, nipoti e nipotine.

La famiglia di Giacobbe
8Questi sono i nomi dei discendenti di Giacobbe che vennero in Egitto con il loro padre.
Ruben, il primogenito di Giacobbe, 9e i suoi figli: Enoc, Pallu, Ghezron e Carmi.
10Simeone e i suoi figli: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea.
11Levi e i suoi figli: Gherson, Keat e Merari.
12Giuda  e i suoi figli: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach. Ma Er e Onan morirono  nella terra di Canaan. (I figli di Perez furono: Chezron e Amul.)
13Issacar e i suoi figli: Tola, Puva, Giobbe e Simron.
14Zabulon e i suoi figli: Sered, Elon e Iacleel.
15Questi  sono i figli e nipoti di Lia e Giacobbe, nati in Mesopotamia, oltre  alla figlia Dina. Sono trentatré uomini più una donna: Dina.
16Gad e i suoi figli: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli.
17Aser e i suoi figli: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro sorella Serach. (I figli di Beria furono: Eber e Malchiel.)
18Questi sono i discendenti di Giacobbe e di Zilpa, la schiava che Labano aveva dato a sua figlia Lia. Sono sedici persone.
19l figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino.
20In Egitto, da Giuseppe e da sua moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, nacquero Efraim e Manasse.
21I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde.
22Questi sono i discendenti di Giacobbe e Rachele: in tutto quattordici persone.
23Dan e suo figlio Usim.
24Neftali e i suoi figli: Iacseel, Guni, Iezer e Sillem.
25Questi  sono i discendenti di Giacobbe e di Bila, la schiava che Labano aveva  dato a sua figlia Rachele. In tutto sette persone.
26Con Giacobbe  scesero quindi in Egitto sessantasei suoi discendenti, tra figli e  nipoti. Bisogna aggiungere a questi le mogli dei figli di Giacobbe.  27Sono quindi settanta le persone che formavano la famiglia di Giacobbe  quando andò in Egitto. I figli di Giuseppe, nati in Egitto, sono due.

La famiglia di Giacobbe in Egitto
28Giacobbe  aveva mandato avanti Giuda, da Giuseppe, per avvisarlo di venirgli  incontro nella regione di Gosen. 29Giuseppe fece preparare il suo carro e  si recò incontro a suo padre Giacobbe. Quando gli fu dinanzi gli gettò  le braccia al collo, lo abbracciò e pianse a lungo. 30Allora Giacobbe  disse a Giuseppe: 'Ora posso anche morire, perché ti ho riveduto e so  che sei vivo'.
31Poi Giuseppe disse ai fratelli e a tutti i parenti:  'Ora io vado dal faraone a dirgli che siete venuti qui dalla terra di  Canaan. 32Gli dirò: Questi uomini sono pastori di greggi. Sono sempre  stati allevatori di bestiame e hanno portato con loro pecore, buoi e  ogni loro avere. 33Se poi il faraone vi farà chiamare e vi chiederà  qual'è il vostro mestiere, 34voi risponderete: Noi, tuoi servitori,  siamo sempre stati pastori fin dalla giovinezza, come i nostri padri, e  lo siamo tuttora. Così avrete il permesso di abitare a parte, nella  regione di Gosen. Gli Egiziani infatti non vogliono avere nulla a che  fare con i pastori, perché pensano che essi li rendano impuri'.

Giacobbe è accolto dal faraone
1Giuseppe andò  dal faraone per informarIo e gli disse: 'Maestà, mio padre e i miei  fratelli sono giunti qui dalla terra di Canaan con pecore, capre, bovini  e tutti i loro averi. Ora si trovano nella regione di Gosen'.
2Aveva preso con sé cinque dei suoi fratelli. Li presentò al faraone 3che chiese loro:
- Qual è il vostro mestiere?
- Maestà! - essi risposero. - Noi, tuoi servitori, come i nostri padri siamo sempre stati pastori.
4E aggiunsero:
-  La carestia è così grande nella terra di Canaan che non c'è più pascolo  per i nostri greggi. Perciò siamo venuti qui e ci siamo fermati nella  regione di Gosen. Dacci il permesso di potervi restare.
5Il faraone disse a Giuseppe:
-  Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti qui da te. 6Hai a tua  disposizione l'intero Egitto: falli abitare nella regione migliore!  Restino pure in Gosen. E se pensi che fra di essi vi sono uomini  competenti, mettili come responsabili del mio bestiame.
7Poi Giuseppe condusse dal faraone suo padre Giacobbe e glielo presentò. Giacobbe salutò e benedisse il faraone, 8che gli disse:
- Quanti anni hai?
9  - Da centotrent'anni vivo errando da un paese all'altro, - rispose  Giacobbe. - E' stata una vita molto dura, ma a me sembra breve al  confronto con quella dei miei padri, vissuti anch'essi come nomadi.
10Poi, con parole di saluto e di benedizione si congedò dal faraone.
11Giuseppe  eseguì l'ordine del faraone. Fece abitare suo padre e i suoi fratelli  in Egitto. Diede loro una proprietà nella regione migliore, quella di  Ramses. 12Si preoccupò anche di fornirli di viveri in proporzione al  loro numero.

La politica agraria di Giuseppe
13La carestia era  ovunque tremenda. Non soltanto in Canaan, ma anche in Egitto si  soffriva la fame. 14Perciò non soltanto da Canaan, ma anche dall'Egitto  si veniva a comprare viveri da Giuseppe che si trovò a incassare tutti i  soldi di quelle regioni, soldi che egli depositò nel palazzo del  faraone. 15Quando però sia Canaan che l'Egitto ebbero esaurito il loro  denaro, gli Egiziani vennero tutti quanti insieme da Giuseppe e gli  dissero:
- Dacci da mangiare! Vorresti forse lasciarci morire di fame qui davanti a te, solo perché non abbiamo più soldi?
16 - Se non avete più soldi, cedetemi il vostro bestiame, - rispose Giuseppe, - e io vi darò cibo in cambio.
17Allora  essi portarono a Giuseppe il loro bestiame: cavalli, asini, buoi,  pecore, capre. In cambio Giuseppe li rifornì di viveri per tutto  quell'anno.
18Trascorso però quell'anno, gli Egiziani tornarono da  Giuseppe e gli dissero: 'Non possiamo certo nasconderti le nostre  necessità, signore: siamo rimasti senza soldi e senza bestiame. Non ci  restano che le nostre braccia e i nostri campi! 19E tu saresti capace di  stare a guardare senza far niente mentre noi moriamo di fame e le  nostre terre vanno in rovina? Compera, in cambio di cibo, noi stessi e i  nostri terreni: noi con le nostre terre diventeremo schiavi del faraone  e tu ci darai della semente. Così non saremo costretti a morire di fame  e potremo vivere, e i nostri campi non diventeranno un deserto'.
20La  fame era tanto grande che ogni Egiziano vendette il suo podere.  Giuseppe li acquistò tutti per conto del faraone e così l'intero  territorio diventò proprietà del re d'Egitto. 21E Giuseppe raccolse i  contadini in grossi centri abitati, da un capo all'altro del paese.
22Soltanto  le terre dei sacerdoti non poté comprare, perché essi ricevevano dal  faraone un'assegnazione di viveri. Si nutrirono dunque con quei viveri e  non furono costretti a vendere i loro terreni.
23Poi Giuseppe disse agli Egiziani:
-  Oggi, per conto del faraone io ho acquistato voi e le vostre terre.  Questa è la vostra semente. Andate a seminarla nei campi. 24Però, al  momento del raccolto, un quinto andrà al faraone. Gli altri quattro  quinti rimarranno a voi, parte come semente per i campi e parte come  cibo per voi, i vostri figli, i vostri nipoti e quanti sono con voi.
25Essi risposero:
- Tu ci salvi da morte sicura! Se tu, nostro signore, ci aiuti, noi accettiamo di servire il faraone come schiavi.
26Giuseppe  emanò allora un decreto, tuttora in vigore, il quale stabiliva che in  tutto l'Egitto la quinta parte del raccolto spetta al faraone. Solo le  proprietà dei sacerdoti non furono soggette a questa tassa per il re.

Le ultime volontà di Giacobbe
27Gli  Israeliti rimasero in Egitto, nella regione di Gosen. Vi si  stabilirono, ebbero molti figli e divennero numerosi. 28Giacobbe visse  ancora diciassette anni in Egitto e raggiunse così l'età di  centoquarantasette anni.
29Poco prima di morire chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse:
-  Se mi vuoi bene, devi essere buono e leale verso di me: metti ora la  tua mano sotto la mia coscia e promettimi che non mi seppellirai in  Egitto. 30Quando sarò morto dovrai portare il mio corpo fuori d'Egitto e  seppellirlo nel sepolcro dei miei padri.
- Farò come hai detto! - rispose Giuseppe. 31 - Giuramelo! - riprese Giacobbe.
E Giuseppe giurò. Allora Giacobbe, a capo del suo letto, si inchinò profondamente.

Giacobbe benedice i figli di Giuseppe
1Qualche  tempo dopo fu detto a Giuseppe che suo padre era ammalato. Subito  Giuseppe prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim, e andò da  lui. 2A Giacobbe fu detto: 'Tuo figlio sta arrivando!'. A fatica  Giacobbe si mise seduto sul letto. 3Poi disse a Giuseppe: 'Il Dio  Onnipotente mi apparve a Luz, nella terra di Canaan, e mi benedisse 4con  queste parole: 'Io ti darò moltissimi figli e nipoti, ti farò diventare  il principio di una moltitudine di popoli. E a loro, dopo di te, darò  questo paese in possesso per sempre'.
5'E ora considero come miei,  allo stesso modo di Ruben e di Simeone, i due figli che ti sono nati in  Egitto, prima del mio arrivo: Manasse ed Efraim. 6Ma i figli che hai  avuto dopo di questi, con i fratelli che verranno in seguito, si  spartiranno insieme l'eredità che lascerai loro.
7'Ricordati di tua  madre Rachele, morta mentre dalla Mesopotamia facevo ritorno in Canaan,  quando c'era ancora un tratto di strada per arrivare a Efrata, e io l'ho  sepolta là lungo la strada che conduce a Efrata, cioè Betlemme'.
8Quando Giacobbe vide i figli di Giuseppe domandò:
- Chi sono?
9E Giuseppe gli rispose:
- Sono i figli che Dio mi ha dato qui in Egitto.
- Falli venire vicino a me, - disse allora Giacobbe. - Voglio benedirli.
10Era  vecchio e ci vedeva poco: era quasi cieco. Giuseppe fece avvicinare i  ragazzi e Giacobbe li baciò e abbracciò. 11Poi Giacobbe disse a  Giuseppe:
- Non avrei mai pensato di rivederti, e invece Dio mi concede addirittura di vedere i tuoi figli!
12Giuseppe  riprese i figli dalle ginocchia di Giacobbe e si inchinò fino a terra.  13Poi li prese per mano tutti e due: diede a Efraim la destra così che  stava a sinistra rispetto a Giacobbe e diede la sinistra a Manasse che  si trovò così a destra per Giacobbe; li fece avvicinare a suo padre.  14Ma Giacobbe incrociò le braccia e appoggiò la sua mano destra sulla  testa di Efraim, benché fosse il minore, e quella sinistra sulla testa  di Manasse, che era il primogenito. 15E questa fu la benedizione che  diede a Giuseppe:
'Il Dio che i miei padri Abramo e Isacco
hanno sempre servito,
il Dio che mi ha guidato come un pastore
da quando sono nato fino a oggi,
16l'Angelo, che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi ragazzi!
Il mio nome e quello dei miei padri
Abramo e Isacco continui a vivere in loro
e siano l'inizio di un popolo nel paese'.
17Quando  Giuseppe vide che suo padre aveva messo la destra sulla testa di Efraim  ne fu dispiaciuto. Afferrò la mano di suo padre per spostarla sulla  testa di Manasse 18e disse:
- Ti sbagli, padre mio, è questo il primogenito, e su di lui devi mettere la tua destra!
19Ma  suo padre gli fece resistenza e disse: - Lo so, figlio mio, lo so!  Anche i discendenti di Manasse diventeranno un grande popolo! Tuttavia  suo fratello minore sarà ancora più grande: i suoi discendenti  diventeranno una moltitudine di popoli.
20Quel giorno dunque li  benedisse, con queste parole: 'Per il popolo d'Israele voi diventerete  un esempio di grande benedizione. Quando si vorrà augurare bene a  qualcuno si dirà: Dio ti benedica come Efraim e Manasse'.
E così quel giorno Giacobbe diede il primo posto a Efraim davanti a Manasse.
21Poi  Giacobbe disse a Giuseppe: 'Ora io sto per morire. Ma Dio sarà con voi e  vi farà ritornare nella terra dei vostri padri. 22A te io do qualcosa  in più rispetto ai tuoi fratelli: ti do quella falda di monte che ho  strappato agli Amorrei con la mia spada e con il mio arco'.

Giacobbe benedice i suoi dodici figli
1Giacobbe chiamò i suoi figli:
'Avvicinatevi, - disse. - Voglio annunziarvi quello che accadrà in futuro.
2Figli di Giacobbe,
raccoglietevi insieme e state attenti.
Ascoltate vostro padre Israele.
3Ruben, mio primogenito,
tu sei la mia forza,
la primizia della mia virilità!
Sei tanto fiero e tanto forte,
4ma non avrai il diritto di primogenito!
Impetuoso come l'acqua di un torrente,
sei salito sul mio letto coniugale
hai disonorato il giaciglio di tuo padre.
5-6Simeone e Levi sono fratelli.
Non voglio partecipare ai loro progetti,
non voglio unirmi alle loro riunioni:
i loro accordi scatenano violenza.
Nella loro rabbia hanno trucidato uomini
e nella loro furia hanno mutilato tori.
7Maledetta la loro collera perché è violenta,
maledetto il loro furore perché è crudele!
Non avranno un proprio territorio,
li dividerò tra le tribù del mio popolo.
8Giuda: i tuoi fratelli canteranno le tue lodi!
Obbligherai i tuoi nemici a piegar
la schiena.
Anche i tuoi fratelli si inchineranno
dinanzi a te.
9Giuda, figlio mio, sei come
un giovane leone
che ha ucciso la sua preda e torna
alla sua tana.
Come una leonessa sdraiata e accovacciata:
chi oserà farti alzare?
10Lo scettro rimarrà nella casa di Giuda,
il bastone di comando non le sarà mai tolto
finché verrà colui al quale appartiene:
a lui saranno sottoposti tutti i popoli.
11Egli porterà una grande abbondanza:
userà la vite anche per legarvi l'asino
e il vino per lavare le vesti.
12Il vino ravviverà lo splendore dei suoi occhi
e il latte renderà più bianchi i denti.
13Zabulon, tu abiterai sulla riva del mare,
là dove le navi trovano un porto.
Il tuo territorio si estenderà sino a Sidone.
14Issacar è come un asino robusto
gravato dalle due ceste del basto.
15Ha visto che la regione era amena
e bello l'abitarvi:
ha curvato la schiena per portare il carico
ed è divenuto uno schiavo che paga
il tributo.
16Dan, tu sarai giudice del tuo popolo!
fra le altre tribù d'Israele.
17Dan, sarai per i nemici come un serpente
sulla strada,
come una vipera velenosa sul sentiero:
punge il garretto del cavallo
che fa precipitare all'indietro il cavaliere.
18 Io aspetto, o Signore, il tuo aiuto.
19 Gad! Sarà assalito da bande di predoni
ma a sua volta li assalirà.
20 Aser: avrà i cibi più raffinati,
produrrà delizie da re.
21Neftali: è come una cerva libera e veloce,
madre di graziosi cerbiatti.
22Giuseppe: è come un ramo ricco di frutti:
cresce vicino a una sorgente
e i suoi grappoli
si distendono sopra il muro.
23Arcieri lo hanno esasperato e colpito.
Lo hanno perseguitato con le loro frecce.
24Ma il Dio Potente di Giacobbe l'ha aiutato:
con la sua potenza ha reso saldo il suo arco.
Ha reso corto e veloce il suo braccio,
lui, il pastore, la roccia d'Israele.
25Il Dio di tuo padre ti ha aiutato
e ti aiuterà ancora;
l'Onnipotente continuerà a benedirti:
ti darà pioggia dal cielo
e acqua dalle sorgenti più profonde.
Renderà prolifiche le tue donne
e feconde le femmine del tuo bestiame.
26Come le cime dei monti
si alzano al di sopra delle nuvole,
così le benedizioni di tuo padre
sorpassano le benedizioni dei miei padri.
Tu sarai l'erede
della benedizione data a tuo padre.
Giuseppe, tu sei l'eletto
fra tutti i tuoi fratelli.
27Beniamino: è come un lupo rapace
che al mattino caccia la preda
e ne divide a sera le spoglie'.

Ultime volontà di Giacobbe
28Con queste parole Giacobbe benedisse i suoi dodici figli, dai quali discendono le tribù degli Israeliti.
Diede a ognuna una benedizione particolare.
29Poi  disse: 'Ora sto per raggiungere i miei antenati. Quando sarò morto  dovrete seppellirmi nella tomba dei miei padri, la grotta che si trova  nel campo di Efron l'Ittita, 30è la grotta di Macpela, a est di Mamre  nella terra di Canaan. Abramo l'ha comprata da Efron l'lttita, insieme  al campo, per farne la tomba di famiglia. 31Là sono stati sepolti Abramo  e Sara, i miei nonni, Isacco e Rebecca, mio padre e mia madre. Io  stesso vi ho seppellito Lia, mia moglie. 32Quella grotta, col campo in  cui si trova, fu comprata dagli Ittiti'.
33Quando Giacobbe ebbe finito di dare queste disposizioni si mise sdraiato nel suo letto, poi morì e fu riunito ai suoi padri.

Il lutto per Giacobbe
1Giuseppe  si gettò sul corpo di suo padre, lo abbracciò e pianse. 2Poi ordinò ai  medici suoi servi di imbalsamarlo. E i medici fecero come aveva detto.  3Lavorarono per quaranta giorni: questo infatti è il tempo richiesto per  un'imbalsamazione.
Gli Egiziani portarono il lutto per settanta giorni.
4Terminato  il tempo del lutto Giuseppe parlò alle persone della corte del faraone:  'Se mi siete amici, - disse, - vi prego di riferire a Sua Maestà queste  mie parole: 5Mio padre mi ha fatto giurare che dopo la sua morte io lo  avrei seppellito nella tomba che si era preparata nella terra di Canaan.  Ora chiedo di andare là a seppellire mio padre. Poi tornerò qui'.
6'Va' pure a seppellire tuo padre, - gli fece rispondere il faraone, - mantieni il giuramento che gli hai fatto'.

I funerali di Giacobbe
7Giuseppe  si mise in viaggio per andare a seppellire suo padre. Lo accompagnarono  tutti i funzionari del faraone, i dignitari della corte reale e le  autorità dell'Egitto: 8con loro tutta la famiglia di Giuseppe, i suoi  fratelli e le persone della famiglia di suo padre. Nella regione di  Gosen rimasero solamente i ragazzi, le greggi e gli armenti. 9Nel corteo  c'erano anche carri da guerra e cavalieri: era un corteo veramente  maestoso.
10Quando arrivarono al di là del Giordano, presso l'Aia di  Atad, celebrarono solenni e imponenti onoranze funebri. Giuseppe tenne  per suo padre un altro lutto di sette giorni.
11Quando gli abitanti  di quel luogo, i Cananei, videro il rito funebre che si svolgeva  sull'Aia di Atad, dissero: 'Questo è un grave lutto per gli Egiziani'.
Così quel luogo, che è al di là del Giordano, fu chiamato Abel-Mizraim (Lutto degli Egiziani).
12I  figli di Giacobbe fecero per lui tutto quello che egli aveva loro  comandato: 13lo trasportarono nella terra di Canaan e lo seppellirono  nella grotta di Macpela, di fronte a Mamre, proprio in quella grotta che  Abramo aveva comprato, insieme al campo, da Efron l'Ittita per farne la  tomba di famiglia.
14Dopo aver seppellito suo padre, Giuseppe  ritornò in Egitto con i suoi fratelli e tutti quelli che l'avevano  accompagnato per il funerale.

Giuseppe tranquillizza i fratelli
15Dopo  che il padre era morto, i fratelli di Giuseppe parlarono tra di loro:  'Ora Giuseppe potrebbe incominciare a trattarci male, dicevano, vorrà  vendicarsi di tutto il male che gli abbiamo fatto'.
16Mandarono  quindi qualcuno da Giuseppe per dirgli: 'Prima di morire tuo padre ci ha  dato quest'ordine: 17'Dite a Giuseppe: perdona, ti prego, la cattiveria  e il peccato dei tuoi fratelli'. Ora anche noi ti supplichiamo: perdona  a noi, servitori del Dio di tuo padre, il nostro peccato'.
Quando gli riferirono queste parole Giuseppe si mise a piangere.
18Poi i fratelli di Giuseppe andarono personalmente da lui, gli si inchinarono davanti, faccia a terra, e dissero:
- Eccoci tuoi schiavi!
19Ma Giuseppe rispose loro:
-  Non abbiate paura! Io non sono Dio, non posso giudicarvi. 20Volevate  farmi del male, ma come oggi si vede, Dio ha voluto trasformare il male  in bene per salvare la vita a un popolo numeroso. 21Dunque non abbiate  paura. Io mi prenderò cura di voi e delle vostre famiglie. Parlò loro in  modo molto affettuoso e li incoraggiò.

Vecchiaia e morte di Giuseppe
22Giuseppe  e la famiglia di suo padre rimasero in Egitto. Giuseppe visse  centodieci anni. 23Vide nascere i figli e i nipoti di suo figlio Efraim e  adottò i figli di suo nipote Machir, figlio di Manasse.
24Un giorno  Giuseppe disse ai suoi fratelli: 'Io sto per morire. Ma Dio sicuramente  vi aiuterà. Vi farà uscire dall'Egitto per condurvi nella terra che ha  solennemente promesso ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe'.
25E aggiunse: 'Dio si prenderà certo cura di voi. Perciò giuratemi di portare via di qui le mie ossa'.
26Giuseppe morì all'età di centodieci anni. Fu imbalsamato e deposto in un sarcofago, in Egitto.



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