Giudici
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▲ Le tribù di Giuda e di Simeone fanno guerra ai Cananei
1Dopo la morte di Giosuè il popolo d'Israele invocò il Signore e gli domandò:
- Quale tribù deve entrare in guerra per prima contro i Cananei?
2E il Signore rispose:
- Per prima andrà la tribù di Giuda. Io consegnerò questa terra nelle loro mani.
3Allora gli uomini di Giuda dissero ai loro fratelli della tribù di Simeone: 'Venite con noi nel territorio che ci è stato assegnato combatteremo insieme contro i Cananei e dopo noi vi aiuteremo per la conquista del vostro territorio'.
La tribù di Simeone accettò la proposta. 4Così i loro soldati andarono in guerra insieme con quelli della tribù di Giuda e il Signore diede loro la vittoria sui Cananei e sui Perizziti. A Bezek sconfissero diecimila uomini.
5Nel corso della battaglia si scontrarono con il re Adoni-Bezek. Visto che i Cananei e i Perizziti erano sconfitti, 6Adoni-Bezek si diede alla fuga; ma i soldati di Giuda lo inseguirono, lo fecero prigioniero e gli tagliarono i pollici alle mani e ai piedi.
7Adoni-Bezek disse: 'In passato settanta re con mani e piedi mutilati raccoglievano sotto la mia tavola gli avanzi dei miei pasti. Ora il Signore mi ha restituito il male che ho fatto'. Egli fu portato a Gerusalemme e là vi morì.
La tribù di Giuda conquista Gerusalemme ed Ebron
8Gli uomini di Giuda presero d'assalto Gerusalemme e la conquistarono; uccisero i suoi abitanti e diedero alle fiamme la città, 9poi continuarono la guerra contro i Cananei delle montagne, della pianura e del deserto del sud. 10Marciarono contro i Cananei della città di Ebron, che anticamente si chiamava Kiriat-Arba, e sconfissero anche le famiglie di Sesai, Achiman e Talmai.
Otniel conquista la città di Debir
(vedi Giosuè 15, 13 -18)
11Da Ebron si diressero contro la città di Debir, che si chiamava allora Kiriat-Sefer. 12Uno di essi, di nome Caleb, disse: 'A chi assalirà e conquisterà la città di Debir, darò in sposa la mia figlia Acsa'. 13La città fu conquistata da Otniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb, e Caleb gli diede in moglie la figlia Acsa.
14Otniel aveva convinto Acsa a chiedere a suo padre un pezzo di terra. Il giorno delle nozze Acsa scese dall'asino e Caleb le domandò cos'altro voleva.
15Rispose: 'Fammi ancora un regalo. La terra che mi hai dato si trova in un luogo arido: lasciami qualche sorgente d'acqua'. Allora il padre le regalò anche due sorgenti vicine al campo.
Le vittorie delle tribù di Giuda e di Beniamino
16I discendenti del Kenita suocero di Mosè si spostarono con gli uomini di Giuda, partirono dalla città delle Palme, giunsero nella zona desertica a sud di Arad e si stabilirono in mezzo al popolo.
17Gli uomini di Giuda e i loro fratelli della tribù di Simeone si rimisero in marcia e sconfissero i Cananei della città di Sefat. La città fu destinata allo sterminio e distrutta; perciò da allora si chiama Corma (Sterminio).
18I soldati di Giuda conquistarono anche la città di Gaza, Ascalon ed Accaron e i territori circostanti. 19Aiutati dal Signore, ottennero il controllo di tutta la zona di montagna. Però non riuscirono a scacciare gli abitanti della vallata, perché essi usavano carri da guerra di ferro. 20Come aveva deciso Mosè, la città di Ebron fu assegnata a Caleb, che scacciò da essa le tre famiglie discendenti da Anak. 21Invece, gli uomini della tribù di Beniamino non scacciarono i Gebusei da Gerusalemme. E i Gebusei vi sono rimasti fino a oggi.
I discendenti di Giuseppe conquistano Betel
22-23 discendenti di Giuseppe a loro volta si misero in marcia contro la città di Betel, che a quel tempo si chiamava Luz, e il Signore li aiutò. A Betel furono mandate delle spie. 24Videro un uomo uscire dalla città e gli dissero: 'Se ci insegni come entrare in città, ti promettiamo che avrai salva la vita'.
25Egli indicò loro una via di accesso. Betel fu presa d'assalto e tutti i suoi abitanti furono uccisi: solo quell'uomo e la sua famiglia ebbero salva la vita. 26Poi egli emigrò nel territorio degli Ittiti e fondò una città: la volle chiamare Luz, nome che porta ancor oggi.
Le popolazioni non scacciate dagli Israeliti
27La tribù di Manasse non conquistò né le città né i territori di Betsean, Taanach, Dor, Ibleam e Meghiddo, dove continuarono ad abitare i Cananei. 28Quando gli Israeliti divennero più forti riuscirono a farli lavorare per loro, ma non a cacciarli via.
29La tribù di Efraim non scacciò i Cananei da Ghezer; così i Cananei restarono insieme a loro.
30La tribù di Zabulon non scacciò i Cananei da Kitron e da Naalol; i Cananei restarono insieme a loro, ma furono costretti a lavorare per gli Israeliti.
31Gli uomini di Aser non scacciarono gli abitanti di Acco, Sidone, Aclab, Aczib, Chelba, Afek e Recob: 32si stabilirono in mezzo ai Cananei del posto, senza scacciarli.
33Gli uomini della tribù di Neftali non scacciarono gli abitanti di Bet-Semes né quelli di Bet-Anat: si stabilirono in mezzo ai Cananei del posto ma li obbligarono a lavorare per loro. 34Gli Amorrei non permisero alla tribù di Dan di occupare la pianura, ma li costrinsero a stabilirsi unicamente nella zona di montagna. 35Gli Amorrei continuarono ad abitare ad Ar-Cheres, ad Aialon e a Saalbim, ma i discendenti di Giuseppe riuscirono a dominarli e li obbligarono a lavorare per loro. 36Il territorio degli Amorrei andava dalla salita di Akrabbim verso nord; si estendeva da Sela in su.
▲ Il Signore rimprovera il popolo d'Israele
1L'angelo del Signore da Galgala andò a Bochim e disse al popolo:'Io vi ho fatti uscire dall'Egitto e vi ho portati nella terra promessa ai vostri padri. Ho giurato di non rompere mai la mia alleanza con voi. 2Voi però non dovevate scendere a patti con gli abitanti di questa terra, ma distruggere i loro altari. Invece, che cosa avete fatto? Avete ignorato le mie parole. 3Ora sappiate: io non scaccerò più gli abitanti di questa terra: essi vi staranno alle costole e i loro dèi vi inganneranno'.4Quando udì le parole del Signore, tutto il popolo scoppiò a piangere; 5perciò quel luogo fu chiamato Bochim (Piangenti). Poi il popolo offrì sacrifici al Signore.
La morte di Giosuè
(vedi Giosuè 24, 28 - 31)
6Dopo che Giosuè ebbe sciolto l'assemblea degli Israeliti, ciascuno era andato a prendere possesso della terra che gli era stata affidata.
7Finché visse Giosuè il popolo fu fedele al Signore e continuò così anche dopo la sua morte, finché vissero gli anziani che avevano visto le grandi cose che il Signore aveva fatto per Israele.
8All'età di centodieci anni il servo del Signore Giosuè, figlio di Nun, morì. 9Lo seppellirono nel territorio di sua proprietà a Timnat-Cheres, sui monti di Efraim, a nord del monte Gaas.
10Morì poi anche tutta quella generazione. La nuova generazione dimenticò il Signore e quello che egli aveva fatto per Israele.
Israele abbandona il Signore
11Gli Israeliti andarono contro la volontà del Signore. 12-13Abbandonarono il Signore, il Dio dei loro padri, che li aveva liberati dall'Egitto, e seguirono altri dèi, tra quelli dei popoli vicini. Al posto del Signore adorarono Baal e le Astarti. 14Il Signore non li sopportò più: li abbandonò nelle mani dei briganti che li derubavano e li lasciò come preda ai loro nemici. Gli Israeliti non riuscivano più a difendersi. 15In battaglia erano sempre sconfitti, poiché il Signore era contro di loro, come più volte aveva minacciato. Gli Israeliti si trovarono così in una situazione disperata. 16Allora il Signore diede agli Israeliti nuovi capi, detti giudici. Questi li salvarono dai briganti. 17Gli Israeliti però non diedero ascolto neppure ai giudici. Tradirono il Signore e adorarono altri dèi. Ormai erano lontani dall'esempio dei loro padri, che avevano ubbidito alla volontà del Signore.
18Quando il Signore dava un giudice a Israele, continuava ad aiutarlo per tutta la sua vita; così salvava il popolo dai nemici. Il Signore, infatti, aveva compassione degli Israeliti che gemevano sotto la tirannia degli oppressori. 19Ma quando il giudice moriva, il popolo tornava a fare come prima e si comportava peggio ancora della generazione precedente. Adorava idoli e si rifiutava di abbandonare le sue abitudini corrotte e di cambiare la sua condotta ostinata.
20Allora il Signore, pieno di sdegno contro Israele, disse: 'Questa gente non ha mantenuto i patti stabiliti con i suoi padri. Non mi ha ubbidito, 21perciò d'ora in poi non scaccerò più da questa terra le nazioni che vi sono rimaste dopo la morte di Giosuè'.
22Il Signore voleva servirsi degli stranieri per mettere alla prova gli Israeliti e vedere se restavano fedeli alla sua volontà, come avevano fatto i loro padri. 23Per questo aveva lasciato nella regione quelle popolazioni: esse non furono vinte da Giosuè né scacciate dopo la sua morte.
▲ Le popolazioni rimaste nel territorio
1Il Signore aveva dunque lasciato nel territorio alcuni popoli per mettere alla prova gli Israeliti che non avevano preso parte alle guerre di Canaan. 2Egli lo fece allo scopo di addestrare alla guerra ogni generazione d'Israele, specialmente quelle che non avevano mai combattuto. 3Ecco quelli che erano rimasti in quella terra: i cinque capi dei Filistei, tutti i Cananei, gli abitanti di Sidone e gli Evei che abitavano sulle montagne del Libano dal monte Baal-Ermon fino al passo di Camat. 4Servivano a mettere alla prova gli Israeliti, per vedere se ubbidivano ai comandamenti dati dal Signore ai loro padri, per mezzo di Mosè. 5Così, il popolo dovette abitare in un paese ancora occupato da Cananei, Ittiti, Amorrei, Perizziti, Evei e Gebusei. 6Gli Israeliti, uomini e donne, si sposarono con gli stranieri e adorarono i loro idoli.I primi tre giudici d'Israele
Otniel
7Il popolo d'Israele andò contro la volontà del Signore: dimenticò il suo Dio e cominciò ad adorare gli idoli di Baal e di Asera. 8Il Signore non sopportò più gli Israeliti e li fece cadere in mano a un re dell'Alta Mesopotamia, Cusan-Risataim; essi rimasero sotto il suo dominio per otto anni. 9Allora gli Israeliti invocarono l'aiuto del Signore, ed egli diede loro un liberatore: Otniel, figlio di Kenaz, il fratello minore di Caleb. 10Lo spirito del Signore venne sopra di lui ed egli diventò giudice, capo d'Israele. Attaccò il re dell'Alta Mesopotamia Cusan-Risataim e il Signore gli diede la vittoria. Otniel fu il più forte. 11Così, il popolo d'Israele visse in pace nella sua terra per quarant'anni, fino alla morte di Otniel.
Eud
12Gli Israeliti andarono di nuovo contro la volontà del Signore. Per punirli il Signore rese Eglon, re di Moab, più forte d'Israele. 13Eglon radunò gli Ammoniti e gli Amaleciti, attaccò Israele, lo sconfisse e occupò la città delle Palme. 14Gli Israeliti rimasero per diciotto anni sotto il dominio di Eglon, re di Moab. 15Allora invocarono l'aiuto del Signore e il Signore diede loro un liberatore: Eud, figlio di Ghera. Egli apparteneva alla tribù di Beniamino ed era mancino. Gli Israeliti incaricarono Eud di portare a Eglon, re di Moab, il tributo che dovevano pagare. 16Eud si fece una spada a doppio taglio lunga mezzo metro, se l'appese al fianco destro e la nascose sotto il vestito. 17Portò il tributo al re di Moab, Eglon, che era molto grasso. 18Dopo aver consegnato il tributo, Eud ordinò agli uomini che lo avevano accompagnato di mettersi in viaggio verso casa. 19Egli invece tornò indietro dal luogo detto degli Idoli vicino a Galgala, si presentò di nuovo al re e gli disse: - Ho un messaggio segreto per te.
Eglon gli disse:
- Aspetta! - e fece uscire i servi. 20Stava seduto in una camera al piano superiore a lui riservata per prendere fresco. Eud gli si avvicinò e disse:
- Quel che ho da dirti viene da Dio!
21Il re allora si alzò in piedi ed Eud con la sinistra tirò fuori la spada dal fianco e gliela piantò nel ventre; 22essa penetrò dentro tutta intera, lama e impugnatura, tanto che il grasso la ricoprì; senza nemmeno estrarla, Eud uscì dalla finestra. 23Ma prima di uscire chiuse la porta e mise il chiavistello. 24Eud si allontanò. Quando i servi vennero e videro che la porta del piano di sopra era sprangata, pensarono che Eglon fosse dentro per i suoi bisogni. 25A un certo punto cominciarono a preoccuparsi perché la porta del piano di sopra restava sempre chiusa. Allora presero la chiave e spalancarono la porta: il loro padrone era steso a terra, morto. 26Nel frattempo Eud era fuggito e ormai si era messo in salvo verso Seira, oltre il luogo degli Idoli. 27Appena arrivò sulle alture di Efraim, Eud fece dare il segnale di battaglia e gli Israeliti corsero giù per mettersi ai suoi ordini. 28Egli disse loro: 'Seguitemi tutti! Oggi il Signore vi dà la vittoria sui Moabiti, i vostri nemici'. Scesero dietro a Eud, e tennero sotto il loro controllo il posto dove i Moabiti volevano attraversare il Giordano: non ne lasciarono passare nemmeno uno. 29Quel giorno uccisero diecimila dei migliori soldati moabiti: neppure uno di loro si salvò. 30Da allora, i Moabiti rimasero sotto il dominio d'Israele. Il popolo visse in pace nella sua terra per ottant'anni.
Samgar
31Dopo Eud venne Samgar, figlio di Anat. Anch'egli liberò Israele: con un pungolo da buoi uccise seicento Filistei.
La profetessa Debora
▲ La profetessa Debora
Debora e Barak
1Dopo la morte di Eud il popolo d'Israele andò di nuovo contro la volontà del Signore. 2A causa della loro condotta il Signore abbandonò gli Israeliti in potere del re cananeo Iabin, che regnava ad Azor. Comandante del suo esercito era Sisara, che risiedeva ad Aroset-Goim. 3Iabin aveva novecento carri da guerra di ferro e da venti anni opprimeva duramente Israele. Allora gli Israeliti invocarono l'aiuto del Signore. 4In quel tempo, la profetessa Debora, moglie di Lappidot, era giudice, capo d'Israele. 5Il popolo andava da lei per aver giustizia. Essa accoglieva gli Israeliti in una località tra Rama e Betei, nel territorio collinare di Efraim, seduta sotto una palma, che fu poi chiamata palma di Debora. 6Un giorno essa mandò a chiamare Barak, figlio di Abinoam, che stava a Kedes di Neftali, e gli disse:
- Questi sono gli ordini del Signore Dio d'Israele: 'Va' e prendi con te diecimila uomini della tribù di Neftali e di Zabulon e portali con te sul monte Tabor. 7Il Signore attirerà Sisara, il comandante di Iabin, al torrente Kison con i suoi carri e le sue truppe, e li farà cadere nelle vostre mani'.
8Barak le disse:
- Se vieni anche tu, ci vado; altrimenti no. 9Essa rispose:
- Sì, verrò con te. Ma questo non ti farà onore, perché il Signore darà Sisara in mano a una donna!
10Debora andò con Barak a Kedes, dove egli aveva convocato le tribù di Zabulon e di Neftali. Diecimila uomini si misero in marcia con lui. E Debora li accompagnava.
11In quel tempo Eber il Kenita era andato ad accamparsi vicino a Kedes presso la quercia di Bezaannaim. Egli si era separato dagli altri Keniti, discendenti di Obab, suocero di Mosè. 12Appena riferirono a Sisara che Barak, figlio di Abinoam, era salito sul monte Tabor, 13egli trasferì tutti i suoi novecento carri da guerra di ferro, e le sue truppe. Da Aroset-Goim andarono verso il torrente Kison. 14Allora Debora disse a Barak: 'Su, coraggio! Il Signore combatte per te! Oggi stesso farà cadere Sisara nelle tue mani'. Barak scese dal monte Tabor seguito dai suoi diecimila soldati. 15Il Signore, alla testa dell'esercito di Barak, sbaragliò Sisara con tutti i suoi carri e le sue truppe. Sisara saltò giù dal carro e scappò a piedi. 16Barak inseguì il carro di Sisara e le sue truppe fino ad Aroset-Goim; tutti i soldati di Sisara furono uccisi e non se ne salvò nemmeno uno. 17Intanto Sisara corse a piedi fino alla tenda di Giaele, la moglie di Eber il Kenita, che era alleato di Iabin, re di Azor. 18Giaele andò incontro a Sisara e gli disse:
- Fermati! Fermati qui da me! Non aver paura.
Egli entrò nella sua tenda e lei lo coprì con un tappeto. 19Egli le disse:
- Ho sete. Dammi un po' d'acqua da bere.
Essa prese del latte, gli diede da bere e lo coprì di nuovo.
20Lui le disse ancora:
- Sta' davanti alla tenda. Se ti domandano:
'C'è qualcuno?', rispondi di no.
21Sisara era molto stanco e si addormentò subito. Allora Giaele tolse un picchetto dalla tenda, prese in mano un martello e si avvicinò a Sisara senza far rumore. Gli conficcò nelle tempia il picchetto, ma così forte che rimase piantato anche in terra. Sisara passò dal sonno alla morte. 22Barak continuava a inseguire Sisara. Giaele gli andò incontro e gli disse: 'Vieni, ti farò vedere l'uomo che cerchi'. Egli entrò nella tenda: Sisara era steso a terra, morto, con il picchetto piantato nelle tempia. 23Quel giorno il Signore stroncò davanti a Israele la prepotenza di Iabin, re di Canaan. 24Da allora, Israele non diede più tregua a Iabin, re di Canaan, finché lo eliminò.
- Questi sono gli ordini del Signore Dio d'Israele: 'Va' e prendi con te diecimila uomini della tribù di Neftali e di Zabulon e portali con te sul monte Tabor. 7Il Signore attirerà Sisara, il comandante di Iabin, al torrente Kison con i suoi carri e le sue truppe, e li farà cadere nelle vostre mani'.
8Barak le disse:
- Se vieni anche tu, ci vado; altrimenti no. 9Essa rispose:
- Sì, verrò con te. Ma questo non ti farà onore, perché il Signore darà Sisara in mano a una donna!
10Debora andò con Barak a Kedes, dove egli aveva convocato le tribù di Zabulon e di Neftali. Diecimila uomini si misero in marcia con lui. E Debora li accompagnava.
11In quel tempo Eber il Kenita era andato ad accamparsi vicino a Kedes presso la quercia di Bezaannaim. Egli si era separato dagli altri Keniti, discendenti di Obab, suocero di Mosè. 12Appena riferirono a Sisara che Barak, figlio di Abinoam, era salito sul monte Tabor, 13egli trasferì tutti i suoi novecento carri da guerra di ferro, e le sue truppe. Da Aroset-Goim andarono verso il torrente Kison. 14Allora Debora disse a Barak: 'Su, coraggio! Il Signore combatte per te! Oggi stesso farà cadere Sisara nelle tue mani'. Barak scese dal monte Tabor seguito dai suoi diecimila soldati. 15Il Signore, alla testa dell'esercito di Barak, sbaragliò Sisara con tutti i suoi carri e le sue truppe. Sisara saltò giù dal carro e scappò a piedi. 16Barak inseguì il carro di Sisara e le sue truppe fino ad Aroset-Goim; tutti i soldati di Sisara furono uccisi e non se ne salvò nemmeno uno. 17Intanto Sisara corse a piedi fino alla tenda di Giaele, la moglie di Eber il Kenita, che era alleato di Iabin, re di Azor. 18Giaele andò incontro a Sisara e gli disse:
- Fermati! Fermati qui da me! Non aver paura.
Egli entrò nella sua tenda e lei lo coprì con un tappeto. 19Egli le disse:
- Ho sete. Dammi un po' d'acqua da bere.
Essa prese del latte, gli diede da bere e lo coprì di nuovo.
20Lui le disse ancora:
- Sta' davanti alla tenda. Se ti domandano:
'C'è qualcuno?', rispondi di no.
21Sisara era molto stanco e si addormentò subito. Allora Giaele tolse un picchetto dalla tenda, prese in mano un martello e si avvicinò a Sisara senza far rumore. Gli conficcò nelle tempia il picchetto, ma così forte che rimase piantato anche in terra. Sisara passò dal sonno alla morte. 22Barak continuava a inseguire Sisara. Giaele gli andò incontro e gli disse: 'Vieni, ti farò vedere l'uomo che cerchi'. Egli entrò nella tenda: Sisara era steso a terra, morto, con il picchetto piantato nelle tempia. 23Quel giorno il Signore stroncò davanti a Israele la prepotenza di Iabin, re di Canaan. 24Da allora, Israele non diede più tregua a Iabin, re di Canaan, finché lo eliminò.
▲ Il canto di Debora
1Quel giorno Debora e Barak, figlio di Abinoam, si misero a cantare:
2'I capi d'Israele presero il comando,
il popolo partì volontario!
Lodate il Signore!
3Ascoltatemi, o re,
uditemi, o principi:
io voglio lodare il Signore,
voglio cantare inni al Signore,
il Dio d'Israele.
4Quando muovevi dai monti di Seir,
quando marciavi nella steppa di Edom,
Signore,
la terra tremò;
il cielo si scosse,
e le nubi si sciolsero in acqua.
5I monti si nascosero
per paura del Signore,
il Dio del Sinai,
per paura del Signore,
il Dio d'Israele.
6Al tempo di Giaele,
non vedevi più passar carovane;
ai giorni di Samgar, figlio di Anat,
si viaggiava per strade sperdute.
7Campagne abbandonate,
non più contadini in Israele;
poi sei comparsa tu,
o Debora,
per far da madre a Israele.
8La guerra era alle porte:
il popolo sceglieva nuovi dèi
e su quarantamila uomini
in Israele
nessuno impugnava lo scudo o la lancia.
9Voi, comandanti d'Israele,
voi, volontari del popolo,
lodate il Signore!
10Voi, che cavalcate asine bianche,
voi, che state seduti su tappeti,
e voi, che camminate lungo la via,
udite:
11la gente radunata attorno ai pozzi
sta raccontando le vittorie del Signore,
i trionfi del Signore, campione d'Israele.
Il popolo del Signore
è sceso alle porte della città.
12 Su, Debora,
su, avanti,
canta!
Su, Barak, figlio di Abinoam,
avanti,
raduna i tuoi prigionieri!
13 I superstiti
si sono uniti ai nobili
e, all'invito di Debora,
il popolo d'Israele è accorso
pronto
a combattere.
14I tuoi uomini, Efraim,
han sconfitto i soldati di Amalek;
e Beniamino
ha combattuto insieme alla tua retroguardia.
Da Machir
erano accorsi i comandanti
e da Zabulon
quelli che tengono lo scettro del comando.
15I capi della tribù di Issacar
si son mossi con Debora;
anche Barak è accorso
e l'ha seguita nella pianura.
Ma la tribù di Ruben era incerta,
e non si decideva a partire.
16Ruben, perché sei restato negli ovili
ad ascoltare il fischio dei pastori?
La tribù di Ruben era molto incerta,
e non si decideva a partire.
17La gente di Galaad
è restata al di là del Giordano
e gli uomini di Dan,
perché sono rimasti sulle navi?
Aser si è fermato sulla riva del mare
e non ha lasciato i suoi porti.
18 Zabulon e Neftali invece
sul campo di battaglia
si sono esposti alla morte.
19I re di Canaan
sono venuti a combattere
a Taanach, alle acque di Meghiddo;
han combattuto, ma senza fare bottino;
e non han preso
nemmeno un pezzo d'argento.
20Anche le stelle han combattuto
dall'alto del loro percorso nel cielo:
han combattuto contro Sisara.
21Il torrente Kison,
quell'antico torrente,
li ha trascinati via.
Coraggio, avanti con forza!
22 Allora i cavalli a gran galoppo
con i loro zoccoli martellavano il suolo.
23Disse l'angelo del Signore:
'Maledetta la città di Meroz
e maledetti i suoi abitanti!
Non sono venuti in aiuto al Signore,
e i suoi soldati non sono accorsi
a combattere per lui!'.
24Ma sia benedetta fra le donne Giaele,
la moglie di Eber il Kenita,
benedetta fra le donne della tenda!
25Sisara le aveva chiesto acqua da bere
e lei gli diede del latte:
glielo offrì in una coppa preziosa!
26Ma con una mano prese un picchetto
e con l'altra il martello;
con un colpo gli trapassò le tempia
e gli spaccò la testa.
27Sisara si contorse
e cadde ai suoi piedi.
Cadde lungo e disteso;
dove si contorse,
lì cadde morto.
28La madre di Sisara alla finestra
e dietro all'inferriata gridava:
'Perché il suo carro tarda ad arrivare?
Perché i suoi cavalli son così lenti
a tornare?'.
29La più saggia delle sue donne risponde
e anche lei ripete:
30'Si, certo,
hanno fatto bottino
e stan facendo le parti:
una ragazza per ciascuno;
a Sisara
toccano stoffe colorate,
ricamate e pregiate,
tante pezze ricamate
e anche tanti animali...'.
31Così finiscano i tuoi nemici, o Signore.
Ma i tuoi amici risplendano
come il sole che sorge'.
Poi, gli Israeliti vissero in pace nella loro terra per quarant'anni.
▲ 1-2Gli Israeliti andarono di nuovo contro la volontà del Signore, e il Signore li fece cadere sotto il potere del popolo di Madian. Per sette anni i Madianiti oppressero con mano pesante il popolo d'Israele. Per difendersi, gli Israeliti si rifugiarono sui monti, in grotte e caverne, tra rocce inaccessibili. 3Ma ogni volta che gli Israeliti scendevano a seminare i loro campi, venivano i Madianiti, gli Amaleciti e altre tribù del deserto e li invadevano. 4Si accampavano nel territorio degli Israeliti, rubavano le capre, i buoi e gli asini e distruggevano il raccolto quasi fino a Gaza. Così, gli Israeliti non avevano più niente da mangiare. 5I Madianiti arrivavano con i loro greggi e le loro tende. Erano come uno sciame di cavallette. Avevano tanti cammelli, che non si riusciva nemmeno a contarli, e dove passavano, devastavano tutto. 6A causa di Madian gli Israeliti finirono in miseria. Allora il popolo d'Israele cercò l'aiuto del Signore. 7Quando gli Israeliti invocarono il Signore contro Madian, 8egli mandò ad essi un profeta con questo messaggio: 'Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io vi ho fatti uscire dall'Egitto e vi ho liberati dalla schiavitù. 9Vi ho salvati non solo dagli Egiziani, ma anche da tutti i nemici che avete incontrato in questa terra. Al vostro passaggio li ho cacciati via e vi ho dato le loro terre. 10Vi avevo detto che sono io il Signore, il vostro Dio, e vi avevo proibito di adorare gli idoli del territorio degli Amorrei, dove siete venuti a vivere. Ma voi non mi avete ubbidito'.
Gedeone scelto da Dio per liberare Israele
11Allora l'angelo del Signore venne nel villaggio di Ofra e si sedette sotto un grande albero, che apparteneva a Ioas, un uomo della famiglia di Abiezer. Suo figlio Gedeone stava battendo il grano di nascosto dentro a un tino, per non farsi scoprire dai Madianiti. 12L'angelo del Signore gli apparve e gli disse:
- Tu sei un uomo forte e valoroso: il Signore è con te.
13Gedeone rispose:
- Lascia che io ti domandi: Il Signore è davvero dalla nostra parte? Com'è possibile allora che ci sia capitato tutto questo? Dove sono andate a finire tutte le sue meravigliose imprese? I nostri padri ce le raccontavano sempre e ci ricordavano che è stato il Signore a fraci uscire dall'Egitto. Ora invece, il Signore ci ha abbandonati e ci ha messi sotto il dominio dei Madianiti.
14Il Signore gli ordinò:
- Va'! Mostra la tua forza. Io ti mando a liberare Israele dal potere dei Madianiti.
15Gedeone rispose:
- Ma, Signore, come potrò io salvare Israele?
La mia famiglia è la meno importante della tribù di Manasse, e nella mia famiglia io sono l'ultimo.
16Il Signore gli disse:
- Io sarò con te e tu abbatterai i Madianiti, come se fossero un solo uomo.
17Gedeone rispose:
- Se tu scegli proprio me, dammi una prova che sei davvero il Signore. 18Intanto non te ne andare di qui, fino al mio ritorno. Vado a prepararti un'offerta e te la porterò.
- D'accordo! - disse il Signore. - Aspetterò fino al tuo ritorno.
19Gedeone entrò in casa, preparò un capretto, e con venti chili di farina fece del pane non lievitato. Mise la carne dentro a un cesto e il brodo in un recipiente, e poi li portò sotto l'albero e li offrì al Signore. 20L'angelo di Dio gli disse:
- Prendi la carne e il pane non lievitato, posali su questa pietra e versaci sopra il brodo. Gedeone ubbidì. 21Allora l'angelo del Signore tese il braccio e, con la punta del bastone che teneva in mano, toccò il pane e la carne. Dalla pietra sprigionò una fiamma, e il fuoco bruciò la carne e il pane non lievitato. Poi l'angelo del Signore scomparve. 22Gedeone si rese conto che era davvero l'angelo del Signore e disse:
- Signore, mio Dio! Ho visto con i miei occhi il tuo angelo.
23E il Signore a lui:
- La pace sia con te. Non aver paura. Non morirai.
24Allora Gedeone costruì un altare per il Signore e lo dedicò al 'Signore della pace'. A Ofra, un villaggio degli Abiezeriti, quell'altare c'è ancor oggi.
Gedeone e l'altare di Baal
25La stessa notte il Signore ordinò a Gedeone: 'Prendi dalla stalla di tuo padre il toro di sette anni. Demolisci l'altare che tuo padre ha dedicato a Baal, e butta giù il palo sacro che vi sta accanto, dedicato ad Asera. 26Sulla cima di questa roccia costruisci con cura un altare per il Signore tuo Dio. Prendi poi il toro di sette anni e brucialo come sacrificio; per legna, userai il palo sacro che devi abbattere'. 27Gedeone prese con sé dieci servi e fece come il Signore gli aveva detto. Ma per paura dei suoi familiari e della gente del villaggio, agì di notte e non di giorno. 28Il mattino dopo, quando gli abitanti della città si alzarono, videro che l'altare di Baal era stato distrutto, il palo sacro non c'era più e sopra un nuovo altare un toro era stato bruciato come offerta. 29Tutti si domandarono: 'Chi sarà stato?'. Dopo attente ricerche scoprirono che era stato Gedeone, il figlio di Ioas. 30Allora la gente della città gridò a Ioas: 'Fa' venir fuori tuo figlio! Deve morire, perché ha demolito l'altare di Baal e ha buttato giù il palo sacro che gli stava accanto'. 31Ioas rispose a quelli che gli si erano stretti attorno minacciosi: 'Tocca a voi difendere Baal? Lo volete salvare voi? Chi vuoi difenderlo morirà prima che sorga il sole. Se Baal è Dio, lasciate che si difenda da solo. Dopo tutto l'altare demolito era suo'. 32Perciò quel giorno diedero a Gedeone il soprannome di Ierubbaal, appunto perché Ioas aveva detto: 'Lasciate che Baal si difenda da solo, dato che era suo l'altare demolito'.
Gedeone chiede a Dio un segno
33I Madianiti, gli Amaleciti e altre tribù del deserto formarono un unico esercito. Passarono il Giordano e si accamparono nella pianura di Izreel. 34Lo spirito del Signore scese sopra Gedeone. Egli fece dare il segnale di guerra con la tromba e chiamò gli uomini di Abiezer a seguirlo. 35Mandò messaggeri nei territori della tribù di Manasse per radunare i soldati Mandò messaggeri anche alle tribù di Aser, Zabulon e Neftali, e i loro uomini vennero a unirsi agli altri. 36Poi Gedeone si rivolse a Dio: 'Tu hai detto di volerti servire di me per salvare Israele. 37Ebbene, io stenderò il manto di una pecora in terra dentro il cortile. Se domattina solo il manto sarà bagnato di rugiada e il terreno attorno resterà asciutto, allora sarò sicuro che tu hai deciso di salvare Israele per mezzo mio'. 38Avvenne proprio così. Il mattino dopo, Gedeone si alzò presto, strizzò il manto umido di rugiada e ne uscì tanta acqua da riempire una scodella. 39Poi Gedeone disse a Dio: 'Lascia che parli ancora una volta, e non adirarti contro di me. Voglio avere un'altra prova: questa volta la lana deve restare asciutta e la rugiada deve essere tutto attorno'. 40La notte seguente Dio fece esattamente così. Al mattino la lana era asciutta, mentre tutto il terreno era bagnato di rugiada.
▲ 1Gedeone, soprannominato Ierubbaal, e i suoi uomini si alzarono di buon mattino e andarono ad accamparsi nei pressi della sorgente di Carod. L'accampamento dei Madianiti era più a nord, nella pianura, ai piedi della collina di More. 2Il Signore disse a Gedeone: 'Siete in troppi, non posso farvi vincere contro i Madianiti. C'è pericolo che poi gli Israeliti si attribuiscano il merito della vittoria e non riconoscano il mio intervento. Potrebbero pensare: 'Siamo stati noi a vincere, con la nostra forza!'. 3Perciò parla chiaro ai tuoi uomini: Chi è indeciso o ha paura, lasci subito la montagna di Galaad e se ne torni a casa sua. Ventiduemila se ne andarono, e Gedeone rimase con diecimila uomini. 4Ma il Signore disse a Gedeone: 'Siete ancora troppi. Porta i tuoi uomini giù alla sorgente, e io li metterò alla prova. Ti indicherò quelli che dovranno venire con te e quelli che invece dovranno andarsene'. 5Gedeone portò i suoi uomini alla sorgente. Il Signore disse a Gedeone: 'Metti da una parte chi per bere leccherà l'acqua con la lingua come fanno i cani. Lascia dall'altra parte quelli che per bere si metteranno in ginocchio'. 6Solo trecento uomini portarono l'acqua alla bocca con la mano e la leccarono. Tutti gli altri per bere si inginocchiarono. 7Il Signore disse a Gedeone: 'Io salverò Israele e ti farò vincere contro i Madianiti soltanto con i trecento uomini che hanno leccato l'acqua. Gli altri mandali pure a casa'. 8Gedeone mandò via il grosso del suo esercito. Con lui restarono solo quei trecento uomini. Essi presero dai loro compagni le provviste e le trombe. L'accampamento dei Madianiti si trovava sotto di loro, nella pianura.
Un sogno preannunzia la vittoria
9Quella notte il Signore disse a Gedeone: 'Alzati! Piomba sul campo nemico e io ti darò la vittoria sui Madianiti. 10Ma sei hai paura, avvicinati prima al loro accampamento insieme con il tuo servo Pura. 11Sentirai i discorsi che fanno, e questo ti darà coraggio per scendere e attaccarli'. Gedeone e il suo servo Pura si inoltrarono fino al limite dell'accampamento nemico, dove erano di guardia le sentinelle. 12I Madianiti, gli Amaleciti e gli uomini delle tribù del deserto riempivano tutta la pianura. Sembravano uno sciame di cavallette, e i loro cammelli erano numerosi come granelli di sabbia in riva al mare. 13Gedeone raggiunse l'accampamento, mentre un soldato stava raccontando un sogno a un compagno:
- Sai che sogno ho fatto? Ho sognato una grossa forma di pane d'orzo che rotolava giù nel nostro accampamento. Arrivata a una tenda l'ha colpita, l'ha fatta rovesciare e l'ha sfasciata.
14Il suo compagno rispose:
- Non c'è dubbio: quel pane rappresenta la spada dell'israelita Gedeone, figlio di Ioas. Il Signore gli darà la vittoria su tutto l'accampamento.
15Quando Gedeone sentì il racconto del sogno e il suo significato, si inchinò fino a terra per ringraziare Dio. Poi tornò nell'accampamento degli Israeliti e gridò: 'Alzatevi! Il Signore ci darà la vittoria sull'esercito di Madian'.
La strategia di Gedeone
16Gedeone divise i suoi trecento uomini in tre gruppi. Diede a ciascun soldato una tromba e una brocca con dentro una torcia. 17E disse loro: 'Quando saremo ai lati dell'accampamento, guardate verso di me e fate come farò io. 18Circonderemo l'accampamento, e quando sentirete me e i miei uomini suonare la tromba, suonerete anche voi e poi griderete: Per il Signore e per Gedeone!'. 19Gedeone con il suo gruppo di cento uomini arrivò al limite dell'accampamento verso mezzanotte. I Madianiti avevano appena fatto il cambio delle sentinelle. Allora Gedeone suonò la tromba e ruppe la brocca che aveva in mano. 20I tre gruppi seguirono il suo esempio: tutti suonarono le trombe e ruppero le brocche. Nella mano sinistra tenevano la torcia e nella destra la tromba. Gridarono: 'All'attacco, per il Signore e per Gedeone!'. 21Ma rimasero tutti fermi al proprio posto attorno all'accampamento: i Madianiti si misero a correre da una parte e dall'altra, urlavano di paura e cercavano di fuggire. 22Mentre i trecento suonavano le trombe, il Signore gettò nel panico tutto l'accampamento, e i Madianiti si colpirono l'un l'altro con la spada. Infine, tutto l'esercito prese la fuga. Corsero fino a Bet-Sitta, verso Zerera e fino alle rive del torrente Abel Mecola, nei pressi di Tabbat.
I Madianiti in fuga
23Gli uomini delle tribù di Neftali, di Aser e di tutto Manasse furono chiamati alle armi per inseguire i Madianiti. 24Gedeone mandò messaggeri per tutto il territorio montuoso della tribù di Efraim. Gridavano: 'Scendete e attaccate i Madianiti! Impedite che arrivino ai corsi d'acqua fino a Betbara e al Giordano'. Gli uomini di Efraim si radunarono e tennero sotto controllo tutti i corsi d'acqua fino a Betbara e il Giordano. 25Catturarono due capi dell'esercito di Madian, Oreb e Zeeb. Uccisero Oreb su una roccia, chiamata poi la roccia di Oreb, e Zeeb vicino a un torchio, chiamato poi il torchio di Zeeb. Continuarono a inseguire i Madianiti, e infine portarono la testa di Oreb e di Zeeb a Gedeone, dall'altra parte del Giordano.
▲ Protesta degli Efraimiti
1Allora gli uomini della tribù di Efraim dissero a Gedeone:- Perché non ci hai chiamati con te quando sei partito in guerra contro i Madianiti? Perché ci viene fatto questo torto?
E lo rimproverarono con durezza. 2Ma egli disse:
- In confronto a voi, io non ho fatto niente. Noi della famiglia di Abiezer abbiamo avuto una buona vendemmia, ma quello che voi di Efraim avete raccolto dopo di me è molto più importante. 3Dio ha fatto cadere nelle vostre mani Oreb e Zeeb, i due capi dell'esercito di Madian. Io non ho ottenuto niente in confronto a voi.
A queste parole gli Efraimiti si calmarono.
Ultime imprese di Gedeone
4Gedeone e i suoi trecento uomini avevano corso fino al Giordano e lo avevano attraversato. Erano stanchi, ma continuarono a inseguire i Madianiti. 5Giunsero alla città di Succot e Gedeone disse agli abitanti:
- Date del pane ai miei uomini. Sono stanchi perché stiamo inseguendo Zebach e Zalmunna, i re dei Madianiti.
6Ma i capi di Succot risposero:
- Avete già preso Zebach e Zalmunna? No! E perché allora dovremmo dar da mangiare al tuo esercito?
7Allora Gedeone disse:
- Vedrete! Quando il Signore li avrà messi nelle mie mani, tornerò e vi frusterò con spine e cardi del deserto.
8Proseguì fino a Penuel e di nuovo chiese del pane. Ma gli abitanti risposero di no, come quelli di Succot. 9Allora Gedeone disse loro: 'Quando tornerò vittorioso, butterò giù la vostra torre'. 10Zebach e Zalmunna erano a Karkor con le loro truppe. L'esercito delle tribù del deserto aveva perso in battaglia centoventimila soldati; erano rimasti soltanto quindicimila uomini. 11Gedeone prese la strada dei nomadi a est di Nobach e di Iogbea e attaccò di sorpresa l'esercito nemico. 12I due re Madianiti si diedero alla fuga ma Gedeone li inseguì, li catturò e gettò nel panico tutto l'accampamento. 13Di ritorno dalla battaglia, Gedeone, figlio di Ioas, passò per la salita di Cheres. 14Fece prigioniero un giovane di Succot e lo interrogò; gli fece scrivere i nomi dei capi e dei responsabili della città, settantasette persone in tutto. 15Gedeone entrò nella città e disse agli abitanti: 'Quando i miei uomini erano stanchi, voi non avete voluto darci da mangiare. Anzi ci avete detto con aria di sfida: 'Non li avete ancora presi Zebach e Zalmunna!'. Adesso eccoli qua!'. 16Allora prese i capi della città e li frustò con le spine e i cardi del deserto. 17Poi andò anche a Penuel; buttò giù la torre della città e ne uccise gli abitanti. 18Gedeone chiese poi ai re di Madian Zebach e Zalmunna che teneva prigionieri:
- Com'erano gli uomini che avete ucciso sul Tabor?
Gli risposero:
- Assomigliavano a te e sembravano tanti principi.
19Gedeone esclamò:
- Allora erano miei fratelli, i figli di mia madre! Dio mi è testimone: se voi aveste risparmiato la loro vita, ora io non vi ucciderei.
20Poi disse a Ieter, il suo figlio primogenito: - Avanti! Uccidili!
Ma Ieter non tirò neanche fuori la spada. Aveva paura; era ancora un ragazzo. 21Zebach e Zalmunna dissero a Gedeone:
- Su, ammazzaci tu! Tocca a un uomo come te!
Egli li uccise e prese i collari dei loro cammelli.
22In seguito gli Israeliti dissero a Gedeone:
- Tu ci hai salvati dai Madianiti. Continua a essere il nostro capo, e dopo di te i tuoi discendenti.
23Gedeone rispose:
- Non sarò il vostro capo! né io né i miei figli. Il vostro capo è il Signore!
24Poi continuò:
- Ma vorrei chiedervi una cosa: ciascuno di voi mi dia un anello del suo bottino. (Difatti gli sconfitti portavano anelli d'oro, come altre tribù del deserto.)
25I soldati gli risposero:
- Volentieri!
Stesero per terra un mantello e vi gettarono sopra un anello ciascuno. 26Gli anelli che Gedeone ricevette pesavano in tutto circa venti chili senza contare le collane, le catenelle, i vestiti di porpora dei re di Madian e i collari dei loro cammelli. 27Con quell'oro Gedeone si costruì un idolo e lo pose a Ofra, il suo villaggio. Tutti gli Israeliti andarono ad adorarlo, e tradirono così il Signore. Quell'idolo fu all'origine della rovina di Gedeone e della sua famiglia. 28Dopo aver subito quella dura sconfitta da parte degli Israeliti, i Madianiti non poterono più risollevarsi. Il popolo d'Israele visse in pace nella sua terra per quarant'anni, fino alla morte di Gedeone.
Morte di Gedeone
29Gedeone, figlio di Ioas, soprannominato Ierubbaal, tornò a vivere a casa sua. 30Aveva molte mogli, e fu padre di settanta figli. 31Ebbe un figlio anche da una concubina che abitava a Sichem, e lo chiamò Abimelech. 32Gedeone, figlio di Ioas, morì dopo una lunga e serena vecchiaia. Lo seppellirono nella tomba di suo padre a Ofra, villaggio degli Abiezeriti.
Il popolo d'Israele torna all'idolatria
33Dopo la morte di Gedeone, gli Israeliti tradirono di nuovo il Signore e adorarono gli idoli. Proclamarono Baal-Berit loro dio. 34Essi dimenticarono il Signore, loro Dio, che li aveva salvati dai nemici in mezzo ai quali vivevano. 35Gli Israeliti non dimostrarono riconoscenza alla famiglia di Gedeone, soprannominato Ierubbaal, per tutto il bene che egli aveva fatto per il popolo.
▲ 1Abimelech, figlio di Gedeone, andò a Sichem, dove viveva la famiglia di sua madre, e suggerì a tutti i suoi parenti 2di fare ai ricchi proprietari della città questa proposta: 'Che cosa sarebbe meglio per voi? Avere come capi i settanta figli di Gedeone o averne uno solo? Ricordatevi che solo Abimelech è del vostro stesso sangue'. 3I familiari di sua madre riferirono quelle parole ai proprietari di Sicheni. Essi decisero di mettersi dalla parte di Abimelech, perché, dicevano, era loro fratello. 4Presero settanta pezzi d'argento dal tempio di Baal-Berit e glieli consegnarono. Con quel denaro Abimelech organizzò una banda di vagabondi e avventurieri disposti a seguirlo. 5Andò a Ofra, nella casa di suo padre, e massacrò i settanta figli di Gedeone tutti sulla stessa pietra. Di essi si salvò solo il più piccolo, Iotam, che si era nascosto. 6Tutti i proprietari di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e si recarono alla quercia della Stele che si trova in città. Là proclamarono re Abimelech.
La parabola di Iotam
7Quando Iotam venne a saperlo, salì sulla cima del monte Garizim e gridò verso di loro:
'Ascoltatemi, o proprietari di Sichem,
e Dio ascolterà voi.
8Un giorno gli alberi decisero di scegliersi un re.
Andarono dall'ulivo e gli chiesero:
'Vuoi essere il nostro re?'.
9Ma l'ulivo rispose:
'Dovrei smettere di produrre l'olio
con il quale si onorano gli dèi e gli uomini,
per fare il re degli alberi?'.
10Gli alberi si rivolsero al fico.
Gli chiesero: 'Vuoi essere il nostro re?'
11Ma il fico rispose:
'Dovrei smettere di dare i miei frutti
dolci e gustosi,
per fare il re degli alberi?'
12 Gli alberi dissero allora alla vite:
'Dai! Sii tu il nostro re!'.
13Ma la vite rispose:
'Dovrei smettere di produrre il vino,
che dà gioia agli dèi e agli uomini,
per fare il re degli alberi?'.
14Infine gli alberi tutti insieme dissero a un
cespuglio di spine:
'Coraggio! Sii tu il nostro re!'.
15Il cespuglio rispose:
'Se davvero volete farmi re,
venite, riparatevi alla mia ombra!
Ma se non siete sinceri, dal mio cespuglio
uscirà un fuoco
che brucerà anche i maestosi cedri
del Libano!''.
16Poi, Iotam continuò: 'Ora voi avete fatto re Abimelech. Siete stati onesti e leali? Avete rispettato la memoria di mio padre Gedeone? Avete trattato la sua famiglia come egli meritava per quello che ha fatto? 17Mio padre ha combattuto per voi e ha rischiato la vita per salvarvi dai Madianiti. 18Oggi vi siete ribellati contro la famiglia di mio padre, avete ucciso i suoi figli, tutti e settanta su una sola pietra. E Abimelech, figlio della serva di mio padre, lo avete fatto re solo perché è vostro parente. 19Ebbene, se quello che avete fatto oggi è onesto e leale nei confronti di Gedeone e della sua famiglia, allora vi auguro che siate contenti di Abimelech, e che Abimelech sia contento di voi. 20Ma se non è così, vi auguro che da Abimelech esca un fuoco e bruci i proprietari di Sichem e Bet-Millo; e che un fuoco esca dai proprietari di Sicheni e Bet-Millo e bruci Abimelech!'.
21Poi, lotam corse via: andò a vivere a Beer, lontano da suo fratello Abimelech.
I capi di Sichem si ribellano
22Abimelech restò al comando d'Israele per tre anni. 23Poi Dio fece diventare nemici Abimelech e i proprietari di Sichemi. Essi si ribellarono contro di lui. 24Questo accadde perché Abimelech e i proprietari di Sichem dovevano scontare il delitto di cui erano responsabili: Abimelech aveva ucciso i settanta figli di Gedeone, suoi fratelli, e i proprietari di Sichemi lo avevano spinto a farlo. 25I proprietari di Sichemi mandarono alcuni uomini sulle cime delle montagne per tendere imboscate a danno di Abimelech. Essi rapinavano tutti quelli che passavano per quella strada. Abimelech venne a saperlo. 26Nel frattempo un certo Gaal, figlio di Ebed, era venuto a Sichemi con i suoi fratelli e aveva conquistato la fiducia dei proprietari del luogo. 27Una volta andarono nelle loro vigne, vendemmiarono e pigiarono l'uva. Poi organizzarono una festa: si recarono al tempio del loro dio, si misero a mangiare e a bere e finirono per parlar male di Abimelech. 28Gaal, figlio di Ebed, disse: 'Che cosa c'entra Abimelech con Sichemi? Chi è poi Abimelech? È solo il figlio di Gedeone! E chi è mai Zebul? È soltanto uno che prende ordini da lui! Perché dovete stare sottomessi a lui? Siate invece fedeli a Camor, il fondatore della nostra città! 29Se fossi io il capo di questa città, scaccerei subito Abimelech. Anzi gli direi di rafforzare le sue truppe e di prepararsi a combattere'. 30Zebul, il comandante della città, venne a sapere quello che aveva detto Gaal, figlio di Ebed, e andò su tutte le furie. 31Di nascosto, mandò messaggeri a dire ad Abimelech: 'Gaal è venuto a Sichem con i suoi fratelli e incita la città a ribellarsi contro di te. 32Muoviti stanotte con i tuoi uomini; nascondetevi nella campagna. 33Domattina alzatevi al levar del sole e preparatevi ad attaccare la città. Quando Gaal e i suoi uomini usciranno per marciare contro di te, tu potrai prenderli di sorpresa e li tratterai come si meritano'. 34Quella stessa notte Abimelech partì con i suoi uomini. Vicino a Sichem si divisero in quattro gruppi e si nascosero. 35Il mattino seguente, quando Gaal, figlio di Ebed, uscì dalla porta della città, Abimelech e le sue truppe saltarono fuori dai nascondigli. 36Gaal li vide e disse a Zebul:
- Guarda: c'è della gente che scende dall'alto delle montagne.
Zebul gli rispose:
- Non sono persone. Sono solo ombre delle montagne.
37Gaal disse di nuovo:
- Guarda! Una schiera scende dal colle dell'Ombelico e un'altra segue la strada della quercia dei Maghi.
38Zebul gli disse:
- Dov'è finita la tua boria? Dicevi: 'Chi è Abimelech? Perché dobbiamo stargli sottomessi?'. Eccoli là quelli che hai trattato con tanto disprezzo. Va' a combatterli!
39-40Gaal, alla testa dei proprietari di Sichem, uscì ad attaccare Abimelech, ma egli lo costrinse a fuggire verso la città. Lungo la strada fino alla porta, i morti e i feriti furono moltissimi. 41Poi Abimelech si stabilì ad Aruma, e Zebul scacciò da Sichem Gaal e i suoi fratelli e proibì loro di tornare.
Abimelech distrugge Sichem
42Abimelech venne a sapere che il giorno dopo gli abitanti di Sichem dovevano andare nei campi. 43Prese i suoi uomini, li divise in tre gruppi; li fece nascondere e tese un agguato nei campi. Quando videro gli abitanti uscire dalla città, si mossero e li attaccarono. 44Abimelech avanzò rapidamente con il suo gruppo e prese posizione all'ingresso della città, mentre gli altri due gruppi piombarono su quelli che erano nei campi e li uccisero. 45Abimelech combatté per tutta la giornata e infine conquistò Sichem. Massacrò gli abitanti, rase al suolo la città e cosparse le sue rovine di sale. 46Ma i proprietari della torre di Sichem, appena furono informati, si rifugiarono nel sotterraneo del tempio di El-Berit. 47Quando Abimelech seppe che si erano rifugiati là, 48salì con i suoi uomini sul monte Zalmon. Prese l'ascia, tagliò il ramo di un albero e se lo caricò sulle spalle. Poi disse ai suoi uomini: 'Svelti! Fate anche voi come me'. 49Ognuno tagliò un ramo, seguirono Abimelech, ammucchiarono i rami contro il sotterraneo e lo incendiarono. Il sotterraneo bruciò con tutti quelli che erano dentro. Morirono tutti gli abitanti della torre di Sichem, circa mille persone tra uomini e donne.
Morte di Abimelech
50In seguito Abimelech marciò contro la città di Tebez: l'assediò e la conquistò. 51In mezzo alla città c'era una torre fortificata. I proprietari e gli abitanti della città, uomini e donne, erano corsi a rifugiarsi nella torre. Si erano barricati dentro ed erano saliti sulla terrazza. 52Quando Abimelech andò ad attaccare la torre, si avvicinò alla porta per incendiarla. 53Ma una donna buttò giù la pietra di una macina sulla sua testa e gli fracassò il cranio. 54Abimelech chiamò subito il ragazzo che portava le sue armi e gli ordinò: 'Prendi la mia spada e uccidimi! Così nessuno potrà dire che sono stato ucciso da una donna'. Il ragazzo lo colpì e Abimelech morì. 55Quando gli Israeliti videro che era morto, tornarono tutti alle loro case. 56Così Dio fece scontare ad Abimelech il male commesso contro suo padre, quando aveva ucciso i suoi settanta fratelli. 57Dio punì anche gli abitanti di Sichem per il male che avevano fatto. Si avverò allora la maledizione che Iotam, figlio di Gedeone, aveva pronunziato contro di loro.
▲ 1Dopo Abimelech venne Tola, figlio di Pua, nipote di Dodo; anch'egli liberò Israele. Apparteneva alla tribù di Issacar e abitava a Samir, sui monti di Efraim. 2Egli fu giudice, capo d'Israele, per ventitré anni. Quando morì, fu sepolto a Samir.
Iair
3Dopo Tola venne Iair. Abitava nella regione di Galaad e fu giudice, capo d'Israele, per ventidue anni. 4EgIi aveva trenta figli. Ciascuno di loro aveva il suo asino e il suo villaggio nel territorio di Galaad. Ancor oggi ci sono i villaggi di Iair. 5Quando morì fu sepolto a Kamon.
Iefte
Gli Israeliti sono infedeli al Signore
6Gli Israeliti andarono di nuovo contro la volontà del Signore. Abbandonarono il Signore e al suo posto adorarono gli idoli di Baal e di Astarte, gli dèi di Aram, di Sidone, di Moab, degli Ammoniti e dei Filistei. 7Il Signore non sopportò più gli Israeliti e li abbandonò in preda ai Filistei e agli Ammoniti. 8Per diciotto anni essi oppressero duramente tutti gli Israeliti che vivevano nel territorio degli Amorrei, a est del Giordano, in Galaad. 9Gli Ammoniti attraversarono anche il Giordano e attaccarono le tribù di Giuda, di Beniamino e di Efraim. Così, gli Israeliti si trovarono in una situazione disperata. 10Allora invocarono l'aiuto del Signore, e dissero:
- Abbiamo peccato contro di te, che sei il nostro Dio. Ti abbiamo abbandonato, per adorare gli idoli.
11Il Signore rispose agli Israeliti:
- In passato, quando gli Egiziani, gli Amorrei, gli Ammoniti, i Filistei, gli abitanti di Sidone, 12gli Amaleciti e i Madianiti vi hanno oppresso e voi avete invocato il mio aiuto, io, non vi ho forse liberati? 13Eppure voi mi avete abbandonato per adorare altri dèi. Perciò io non vi libererò più. 14Chiamate in aiuto gli dèi che vi siete scelti. Fatevi liberare da loro, ora che siete nella disperazione.
15Gli Israeliti dissero ancora al Signore:
- Abbiamo peccato. Tu sei giusto; fa' di noi quel che vuoi. Ma oggi salvaci!
16Poi gli Israeliti si sbarazzarono degli altri dèi e tornarono a servire il Signore. Il Signore si commosse di fronte alla loro sofferenza.
17Nel frattempo gli Ammoniti radunarono i loro uomini e si accamparono in Galaad. Allora anche gli Israeliti si radunarono e si accamparono in Mizpa. 18I capi e il popolo di Galaad si dissero: 'Chi attaccherà per primo gli Ammoniti diventerà il capo di tutti noi'.
▲ Iefte eletto capo d'Israele
1-2Iefte era un valente guerriero della regione di Galaad. Era nato da una prostituta. Ma suo padre Galaad ebbe anche altri figli dalla moglie, e quando essi diventarono grandi, costrinsero Iefte ad andar via di casa. Gli dissero: 'Tu non erediterai niente da nostro padre, perché sei figlio di un'altra donna'. 3Iefte allora fuggì lontano dai suoi fratelli e andò a vivere nella regione di Tob. Attorno a lui si radunò un gruppo di sbandati che lo seguirono nei suoi colpi di mano. 4In quei giorni gli Ammoniti fecero guerra agli Israeliti. 5Quando cominciarono i combattimenti, le autorità della regione di Galaad andarono nella regione di Tob a chiamare Iefte. 6E gli proposero:- Vieni. Accetta di essere il nostro comandante, e così potremo combattere gli Ammoniti.
7Iefte rispose loro:
- Voi mi avete odiato tanto da scacciarmi dalla casa di mio padre. Perché venite da me, ora che siete in difficoltà?
8Le autorità di Galaad dissero:
- Siamo venuti da te proprio per questo. Vieni con noi a combattere gli Ammoniti, e diventerai il capo di tutti gli abitanti di Galaad.
9Iefte concluse:
- Voi siete venuti a chiamarmi per combattere gli Ammoniti; se il Signore mi darà la vittoria, io resterò il vostro capo.
10Le autorità di Galaad dissero:
- D'accordo! Il Signore ci è testimone.
11Iefte andò con loro. Il popolo lo fece comandante e capo. Al santuario di Mizpa, alla presenza del Signore, Iefte confermò l'accordo.
Ambasciata di Iefte al re degli Ammoniti
12Poi Iefte mandò messaggeri a dire al re degli Ammoniti: 'Che pretesto ti ho dato perché tu invada il mio territorio?'. 13Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: 'Il motivo è questo: il popolo d'Israele, quando uscì dall'Egitto, occupò il mio territorio dal torrente Arnon fino al torrente Iabbok e al fiume Giordano. Ora restituiscimi subito queste terre pacificamente'. 14Iefte mandò di nuovo i suoi messaggeri dal re degli Ammoniti 15con questa risposta: 'Non è vero che Israele ha preso le terre dei Moabiti e degli Ammoniti. 16Quando gli Israeliti uscirono dall'Egitto, attraversarono il deserto fino al mar Rosso e giunsero a Kades. 17Allora essi mandarono messaggeri al re di Edom e gli chiesero di lasciarli attraversare il suo territorio; ma il re di Edom rifiutò. La stessa cosa fecero con il popolo di Moab: Israele mandò messaggeri a quel re, ma nemmeno lui volle lasciarli passare. Così gli Israeliti si fermarono a Kades. 18'Quando ripresero la loro marcia nel deserto, fecero il giro attorno ai territori di Edom e di Moab. Giunsero così a oriente del paese di Moab, e posero il loro accampamento sulla riva del torrente Arnon. Ma non oltrepassarono l'Arnon, perché segnava il confine del territorio di Moab. 19Allora gli Israeliti mandarono messaggeri a Sicon, re degli Amorrei, che abitava a Chesbon. Gli chiesero: 'Lasciaci attraversare il tuo territorio per raggiungere la nostra terra'. 20'Sicon non si fidò di lasciar passare gli Israeliti per il suo territorio; anzi, radunò l'esercito, pose l'accampamento a Iaaz e attaccò Israele. 21Ma il Signore, Dio d'Israele, diede agli Israeliti la vittoria su Sicon e il suo esercito. Così gli Israeliti presero possesso di tutto il territorio degli Amorrei. 22Occuparono tutta la zona dal torrente Arnon al torrente Iabbok, e dal deserto fino al Giordano. 23'Dunque il Signore, Dio d'Israele, ha cacciato via gli Amorrei per far posto a noi Israeliti. E ora voi Ammoniti vorreste cacciar via noi? 24Nessuno vi toglie il territorio che vi ha dato il vostro dio Camos. E noi perché non dovremmo tenerci il territorio che il Signore nostro Dio ha tolto agli altri per darIo a noi? 25E tu, re di Ammon, credi di valere più del re di Moab, Balak figlio di Zippor? Ebbene, egli non ha mai avanzato pretese contro Israele e non gli ha mai mosso guerra. 26Inoltre è da trecento anni che noi Israeliti occupiamo le città di Chesbon, Aroer, i loro dintorni e tutte le città situate sulla sponda del torrente Arnon. Perché non ve le siete riprese in tutto questo tempo? 27Io non vi ho proprio fatto nessun torto. Sei tu invece ad aggredirmi ingiustamente. Il Signore è il giudice. Oggi stesso egli farà giustizia tra noi e voi'. 28Ma il re degli Ammoniti non diede retta al messaggio di Iefte.
Iefte fa un voto al Signore
29Lo spirito del Signore scese sopra Iefte. Egli attraversò i territori di Galaad e della tribù di Manasse; tornò a Mizpa, e raggiunse i confini degli Ammoniti. 30Iefte fece al Signore una promessa: 'Se mi farai vincere gli Ammoniti, quando tornerò dalla vittoria, destinerò a te e brucerò come sacrificio 31la prima creatura che uscirà di casa mia per venirmi incontro'. 32Poi Iefte attraversò il torrente per attaccare gli Ammoniti, e il Signore gli diede la vittoria. 33Egli conquistò la zona di Aroer dai dintorni di Minnit fino ad Abel-Cheramin, venti città in tutto. Fu una dura sconfitta per gli Ammoniti e un grande trionfo per Israele. 34Quando Iefte tornò a casa a Mizpa, gli uscì incontro sua figlia, danzando al suono del tamburello. Era la sua unica figlia: Iefte non aveva altri figli, né maschi né femmine. 35Appena la vide, Iefte, disperato, si stracciò i vestiti e gridò:
- Figlia mia! tu mi spezzi il cuore. Perché devi essere proprio tu la causa di un grande dolore? Io ho fatto una solenne promessa al Signore, e ora non posso tirarmi indietro.
36Lei gli rispose:
- Padre mio, se ti sei impegnato così davanti al Signore, fai di me come hai promesso, perché il Signore ti ha concesso di vendicarti contro quelli di Ammon, i tuoi nemici.
37Poi chiese a suo padre:
- Concedimi solo questo: lasciami libera per due mesi. Me ne andrò con le mie compagne per i monti a piangere perché muoio senza essermi sposata.
38- Va'! - le rispose Iefte, e la lasciò libera per due mesi. Lei andò per i monti con le sue compagne e pianse perché doveva morire senza marito e senza figli. 39Dopo due mesi tornò da suo padre. Egli fece quello che aveva promesso al Signore, e lei morì ancora vergine. Questa fu l'origine di un'usanza in Israele: 40ogni anno le ragazze vanno per quattro giorni a commemorare la morte della figlia di Iefte, il Galaadita.
▲ Iefte contro la tribù di Efraim
1Gli uomini della tribù di Efraim si prepararono alla guerra, attraversarono il Giordano verso Zafon e dissero a Iefte:- Perché sei andato a combattere gli Ammoniti e non ci hai chiamati con te? Faremo bruciare te e la tua casa.
2Iefte rispose:
- Io e il mio popolo abbiamo avuto forti contrasti con gli Ammoniti. Io vi ho chiamati in aiuto, ma voi non siete venuti a sostenermi. 3Quando ho visto che non potevo contare su di voi, sono andato a combattere gli Ammoniti a rischio della mia propria vita. Il Signore me li ha fatti vincere. Dunque, che motivo avete adesso di prendere le armi contro di me?
4Poi Iefte radunò tutti i suoi soldati di Galaad, e attaccò quelli di Efraim e li sconfisse. (Gli Efraimiti avevano detto: 'Voi di Galaad siete scappati via da noi, e ora ve ne state tra il nostro territorio e quello di Manasse'.) 5Gli uomini di Galaad, per impedire agli Efraimiti di fuggire, tennero sotto controllo i posti dove si poteva attraversare il Giordano. Qualcuno cercava di scappare e chiedeva di poter passare il fiume. Allora gli uomini di Galaad gli domandavano se era Efraimita. Se egli rispondeva di no, 6gli dicevano: 'Pronunzia la parola 'scibbolet''. Quello rispondeva 'sibbolet' perché non era capace di pronunziare correttamente quella parola. Allora lo prendevano e lo uccidevano lì, sulla riva del Giordano. Quel giorno furono uccisi quarantaduemila uomini della tribù di Efraim. 7Iefte fu giudice, capo di Israele, per sei anni. Quando morì, fu sepolto nella sua città, in Galaad.
Altri giudici per Israele
Ibsan
8Dopo Iefte venne Ibsan, di Betlemme. Anche lui fu giudice, capo d'Israele. 9Ebbe trenta figli e trenta figlie. Fece sposare le sue figlie a uomini di altri villaggi, e fece venire da fuori trenta ragazze da dare in moglie ai suoi trenta figli. Ibsan governò Israele per sette anni. 10Quando morì, fu sepolto a Betlemme.
Elon
11Dopo Ibsan venne Elon, un uomo della tribù di Zabulon. Egli fu giudice, capo d'Israele, per dieci anni. 12Quando morì, fu sepolto ad Aialon, nel territorio di Zabulon.
Abdon
13Dopo Elon venne Abdon, figlio di Illel, che viveva a Piraton. 14Egli ebbe quaranta figli e trenta nipoti. Ognuno di loro era padrone di un asino. Abdon fu giudice, capo d'Israele, per otto anni. 15Quando morì, fu sepolto a Piraton, sul monte Amalek, nel territorio della tribù di Efraim.
Sansone
▲ La nascita di Sansone
1Gli Israeliti andarono di nuovo contro la volontà del Signore. Il Signore li fece cadere sotto il dominio dei Filistei per quarant'anni. 2In quel tempo c'era un uomo della città di Zorea chiamato Manoach. Egli apparteneva alla tribù di Dan. Sua moglie non aveva potuto avere figli. 3L'angelo del Signore apparve alla donna e le disse: 'Tu finora non hai potuto avere figli. Ma ora resterai incinta e avrai un figlio maschio. 4Ma dovrai fare come ti dico: non bere vino e liquori, e non toccare cibi impuri, 5perché resterai incinta e darai alla luce un figlio. I suoi capelli non dovranno mai esse tagliati, perché sarà consacrato a Dio come nazireo fin dal seno di sua madre. Egli comincerà a liberare Israele dai Filistei'. 6Allora la donna andò a dire a suo marito: 'È venuto da me un uomo mandato da Dio. Aveva un aspetto molto maestoso e sembrava proprio l'angelo di Dio. Io non gli ho chiesto: chi era, ed egli non mi ha rivelato il suo nome. 7Mi ha detto che resterò incinta, e avrò un figlio. Poi mi ha raccomandato di non bere né vino né liquori, e di non toccare cibi impuri, perché il bambino sarà consacrato a Dio come nazireo dal seno di sua madre fino al giorno della sua morte'. 8Allora Manoach si rivolse al Signore e gli disse: 'Signore, ti prego, fa' tornare da noi l'uomo che ci hai mandato, perché ci dica che cosa dobbiamo fare con il bambino quando nascerà'. 9Dio esaudì la preghiera di Manoach. L'angelo di Dio tornò da sua moglie che era nei campi. Suo marito non era con lei; 10perciò essa corse subito a chiamarlo e gli disse: 'Mi è di nuovo apparso l'uomo che era venuto da me l'altro giorno'.11Manoach andò con lei da quell'uomo e gli domandò:
- Sei tu che avevi parlato con mia moglie?
- Sì, rispose.
12Allora Manoach gli domandò:
- Quando si avvererà quello che hai detto, che cosa sarà del nostro bambino? Che cosa diventerà?
13L'angelo del Signore rispose a Manoach: Tua moglie deve fare tutto quello che le ho detto. 14Non deve bere nessuna bevanda ricavata dall'uva, né vino né liquori, e non dovrà mangiare nessun cibo impuro. Deve fare scrupolosamente come le ho detto.
15Manoach disse all'angelo del Signore:
- Ti prego di non andare subito via. Aspetta che ti prepari un capretto e te lo porti.
16L'angelo del Signore rispose:
- Tu mi vorresti trattenere, ma io non toccherò i tuoi cibi. Preparali pure, ma poi bruciali interamente come offerta al Signore. Manoach non si era accorto che era l'angelo del Signore, 17e gli domandò:
- Dimmi come ti chiami, così quando si avvererà quello che hai detto, potrò dimostrarti la mia riconoscenza.
18Ma l'angelo del Signore gli rispose:
- Perché vuoi sapere il mio nome? Esso è misterioso.
19Manoach prese un capretto e del grano e li offrì sulla roccia come offerta al Signore, che agisce in modo misterioso. Manoach e sua moglie stavano a guardare. 20Mentre dall'altare il fuoco si levava verso il cielo, l'angelo del Signore salì in alto con le fiamme dell'altare. Vedendo ciò, Manoach e sua moglie si inginocchiarono con la faccia a terra. 21Poi l'angelo del Signore non gli apparve più. Appena Manoach capì che quello era l'angelo del Signore, 22disse a sua moglie:
- Certamente moriremo, perché abbiamo visto Dio.
23Ma sua moglie disse:
- Se Dio voleva farci morire, non avrebbe accettato il capretto e il grano che gli abbiamo offerto, e non ci avrebbe fatto vedere e sentire tutte queste cose proprio ora!
24A suo tempo, la donna diede alla luce un figlio maschio e gli mise nome Sansone. Il bambino diventò grande, e il Signore lo benedisse. 25Mentre era nel campo di Dan, tra le città di Zorea ed Estaol, lo spirito del Signore cominciò a impadronirsi di lui.
▲ Le nozze di Sansone
1Un giorno Sansone scese a Timna, e notò una ragazza filistea. 2Tornato a casa, disse a suo padre e a sua madre:- Ho visto a Timna una ragazza filistea che mi ha colpito. Andate a prenderla, perché voglio sposarla.
3Suo padre e sua madre gli risposero:
- Con tutte le ragazze che ci sono tra noi e mezzo al nostro popolo, devi proprio andarti a prendere una ragazza tra i Filistei? Essi non hanno nemmeno il rito della circoncisione. Ma Sansone disse a suo padre:
- Quella è la ragazza che mi piace. Vammela a prendere!
4l suoi genitori non capivano che in questo e era la mano del Signore. In quel tempo i Filistei opprimevano Israele, e il Signore cercava un'occasione per colpirli. 5Sansone scese con i suoi genitori a Timna. Nei pressi della città, dove c'erano le vigne, un leone gli venne incontro ruggendo. 6Spinto dallo spirito del Signore, senza prendere niente in mano, squartò il leone come se fosse un capretto. Ma non disse ai suoi genitori quello che aveva fatto. 7Poi, andò a parlare alla ragazza ed essa gli piacque molto. 8Alcuni giorni dopo Sansone tornò con l'intenzione di sposarla. Durante il viaggio andò a vedere i resti del leone che aveva ucciso, e vi trovò in mezzo uno sciame d'api con del miele. 9Prese il miele nel cavo della mano e si mise a mangiarlo per strada. Quando raggiunse suo padre e sua madre, ne diede anche a loro, ma senza dire dove lo aveva preso. 10Suo padre andò nella casa della ragazza, e Sansone offrì un banchetto, come usavano fare i giovani. 11Quando i Filistei lo videro, mandarono trenta giovani a fargli compagnia. 12Sansone disse loro:
- Voglio proporvi un indovinello. Avete a disposizione tutti i sette giorni della festa per darmi la risposta. Se indovinerete, io darò a ciascuno di voi una tunica e un mantello. 13Altrimenti voi dovrete dare a me trenta tuniche e trenta mantelli.
Essi gli dissero:
- Facci sentire l'indovinello.
14Sansone disse loro:
- Dal divoratore è uscito un cibo, dal forte è uscito un dolce. Passarono tre giorni, ed essi non avevano ancora trovato la soluzione dell'indovinello. 15Il quarto giorno, essi dissero alla sposa di Sansone: 'Cerca di convincere tuo marito a spiegarti per noi l'indovinello: altrimenti faremo bruciare te e la casa di tuo padre. Voi due ci avete invitati qui apposta per derubarci?
16La moglie di Sansone andò da lui in lacrime e gli disse:
- Tu mi disprezzi, non è vero che mi vuoi bene. Hai proposto un indovinello ai miei compaesani, e non mi hai detto che cosa significa.
Ma Sansone le rispose:
- Non l'ho spiegato nemmeno a mio padre e a mia madre. Figurati se lo dico a te!
17Per tutta la durata della festa, fino al settimo giorno, lei continuò a piagnucolare con Sansone. Alla fine, stanco di essere tormentato, lui le spiegò l'indovinello. Ed essa subito informò i suoi compaesani. 18Quel giorno, prima del tramonto, la gente della città disse a Sansone:
- Cos'è più dolce del miele, e cos'è più forte del leone?
Ma Sansone disse loro:
- Non è farina del vostro sacco. Da soli non avreste indovinato.
19Poi, mosso dallo spirito del Signore, scese ad Ascalon e uccise trenta persone. Tolse ad essi i vestiti, e li diede ai Filistei che avevano risolto l'indovinello. Poi tornò a casa di suo padre, pieno di rabbia. 20La sposa di Sansone fu data in moglie a quel giovane che aveva organizzato la festa di nozze per Sansone.
▲ La vendetta di Sansone
1Passò un po' di tempo, e nei giorni in cui si faceva la raccolta del grano, Sansone andò a trovare la donna che aveva sposato, e le portò in dono un capretto. Disse al padre di lei:- Voglio andare nella camera da letto di mia moglie.
Ma egli non lo lasciò entrare 2e gli disse:
- Pensavo che tu non la volessi più, e perciò l'ho data in sposa al tuo amico. Ma c'è ancora la sua sorella più giovane che è anche più bella. Prendi lei per moglie.
3Sansone replicò:
- Questa volta non mi prendo la responsabilità di quello che farò ai Filistei!
4Andò a catturare trecento volpi, e prese delle torce. Legò le code delle volpi a due a due assieme a una torcia. 5Poi accese le torce e lasciò scappare le volpi per i campi dei Filistei. Così bruciò tutto il grano, sia quello già raccolto, sia quello ancora da tagliare; bruciarono anche vigne e uliveti.
6I Filistei domandarono:
- Chi è stato?
- Sansone! - fu la risposta. - Ha agito così, perché suo suocero, uno di Timna, ha dato a un altro la donna che egli aveva sposato.
Allora i Filistei andarono dalla moglie di Sansone, e bruciarono lei e suo padre.
7Sansone disse loro:
- Voi avete fatto questo? Ora niente potrà fermarmi, finché non mi sarò vendicato!
8Li attaccò con grande furore e ne fece una strage. Poi andò ad abitare in una caverna, sotto la roccia di Etam.
Sansone e la mascella d'asino
9I Filistei andarono ad accamparsi in Giudea e attaccarono la città di Lechi. 10Gli uomini della tribù di Giuda dissero:
- Perché ci attaccate?
Essi risposero:
- Siamo venuti a prendere Sansone, legarlo e fargli così pagare quello che ci ha fatto.
11Allora tremila uomini della tribù di Giuda andarono nella caverna della roccia di Etam e
dissero a Sansone:
- Lo sai che i Filistei fan da padroni nel nostro territorio? Guarda in che guai ci hai messi!
Sansone rispose:
- Io ho trattato i Filistei come loro hanno trattato me.
12Gli uomini di Giuda replicarono:
- Siamo venuti a legarti, e ti consegneremo ai Filistei.
Sansone disse loro:
- Datemi la vostra parola che non mi ucciderete voi stessi.
13- D'accordo! - risposero. - Noi vogliamo solo legarti e consegnarti ai Filistei. Non ti uccideremo.
Così lo legarono con due corde nuove, e lo fecero uscire dalla caverna. 14Quando Sansone arrivò a Lechi, i Filistei gli vennero incontro con grida di trionfo. Ma all'improvviso lo spirito del Signore agì con potenza in Sansone: le corde attorno alle sue braccia si ruppero, come dei fili bruciati, e tutti i legami gli caddero dalle mani. 15Sansone trovò la mascella di un asino morto da poco. Allungò il braccio e l'afferrò, e con essa uccise mille uomini. 16Alla fine disse:
'Con la mascella di un asino li ho strigliati come asini, con la mascella d'asino ho ucciso mille uomini'. 17Sansone gettò via la mascella e chiamò quella località Ramat-Lechi (collina della Mascella). 18Poi Sansone ebbe sete e invocò il Signore: 'Tu mi hai dato questa grande vittoria. Ma ora rischio di morir di sete o di finire prigioniero di questi Filistei, che sono incirconcisi'. 19Allora Dio fece sgorgare dal suolo una sorgente d'acqua. Sansone bevve e riprese forza. Quella sorgente fu chiamata En-Koré (sorgente di Colui che Invoca): si trova a Lechi, e c'è ancora. 20Sansone fu giudice, capo d'Israele, per vent'anni, al tempo delle lotte con i Filistei.
▲ Sansone e la porta della città di Gaza
1Un giorno Sansone si recò a Gaza; incontrò una prostituta e andò con lei. 2Gli abitanti di Gaza vennero a sapere che c'era Sansone; si appostarono lì attorno, e sorvegliarono tutta la notte le porte della città. Decisero di aspettare l'alba e non si mossero per tutta la notte. 3Ma Sansone rimase a letto soltanto fino a mezzanotte. Poi si alzò, afferrò la porta della città e la strappò via tutta intera: battenti, stipiti e sbarra. Se la caricò sulle spalle e la portò sulla cima della montagna che c'è di fronte a Ebron.Sansone e Dalila
4Qualche tempo dopo, Sansone si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. 5I capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: 'Con le tue carezze guarda di farti dire da Sansone perché è così forte, e come si può fare a domarlo. Se puoi scoprire il modo di legarlo e renderlo innocuo, noi ti daremo millecento monete d'argento ciascuno'. 6Dalila disse a Sansone:
- Dimmi un po': perché sei così forte? E possibile legarti e renderti innocuo?
7Sansone rispose:
- Se uno mi lega con sette corde d'arco, nuove e non ancora secche, io divento debole come qualsiasi altro uomo. 8I capi dei Filistei portarono a Dalila sette corde d'arco, nuove e ancora fresche, ed essa lo legò. 9Alcuni uomini erano nascosti in agguato in una stanza. Dalila gridò: 'Sansone, i Filistei ti sono addosso!'. Ma egli strappò le corde come si spezza un filo appena lo tocca il fuoco. Così il segreto della sua forza rimase nascosto.
10Dalila disse a Sansone:
- Tu mi hai presa in giro e hai raccontato storie. Ora dimmi davvero come si fa a legarti.
11Sansone rispose:
- Se uno mi lega con delle funi nuovissime, io divento debole come qualsiasi altro uomo.
12Allora Dalila prese delle funi mai usate e lo legò. Poi gridò: 'Sansone, i Filistei ti sono addosso!'. I Filistei erano in agguato nella stanza accanto. Ma Sansone strappò dalle sue braccia le funi, come se fossero del semplice filo.
13Dalila disse:
- Mi hai di nuovo presa in giro e mi hai raccontato storie. Ora dimmi davvero come si fa a legarti.
Sansone le disse:
- Se prendi sette trecce dei miei capelli, le intrecci nel telaio e le fissi al muro con un picchetto, allora io divento debole come qualsiasi altro uomo
14Dalila fece addormentare Sansone, poi con i suoi capelli fece sette trecce, le intrecciò nel telaio e le fissò al muro con un picchetto. Poi gridò: 'Sansone, i Filistei ti sono addosso!'. Egli si svegliò e strappò tutto, il picchetto e il telaio.
15Dalila disse a Sansone:
- Come puoi dire che mi vuoi bene, se non ti fidi di me? Mi hai presa in giro tre volte, e non mi hai ancora detto perché sei così forte.
16Essa continuò a interrogarlo, giorno dopo giorno. Alla fine Sansone, stanco delle sue insistenze, 'le rivelò il suo segreto:
- I miei capelli non sono mai stati tagliati, perché io sono consacrato a Dio come nazireo fin dal seno di mia madre. Se uno mi taglia i capelli, io perdo la mia forza e divento debole come qualsiasi altro uomo. 18Dalila si accorse che Sansone le aveva detto la verità, e mandò a chiamare i capi dei Filistei: 'Venite, questa volta mi ha detto la verità!'. Essi vennero da lei con il denaro.
19Dalila fece addormentare Sansone sulle sue ginocchia, e poi chiamò un uomo per tagliare le sette trecce di capelli. La sua forza lo lasciò, e Dalila cominciò a dominarlo.
20Poi Dalila gli gridò: 'Sansone, i Filistei ti sono addosso!'.
Appena sveglio, egli pensò: 'Riuscirò di nuovo a liberarmi, come ce l'ho fatta tutte le altre volte'. Ma non sapeva che il Signore lo aveva abbandonato. 21I Filistei lo catturarono, e gli cavarono gli occhi. Poi lo portarono a Gaza, e lo legarono con una doppia catena di bronzo. In prigione lo obbligarono a far girare la macina del grano. 22Ma intanto i suoi capelli, che erano stati tagliati, cominciarono a ricrescere.
Morte di Sansone
23Un giorno, i capi dei Filistei si radunarono per offrire un grande sacrificio al loro dio Dagon e per far festa. Essi cantavano: 'Il nostro dio ci ha fatto vincere Sansone, il nostro nemico'. 24-25Poi, presi dall'euforia, dissero: 'Chiamate Sansone, perché ci faccia divertire'. Mandarono a prenderlo dalla prigione, e gli fecero fare dei giochi davanti a loro. Poi lo condussero in mezzo ai pilastri. Quando il popolo lo vide, tutti acclamarono al loro dio, e dissero:
'Il nostro dio ci ha fatto vincere Sansone, il nemico che ha devastato il nostro paese ha ucciso tanti di noi'. 26Sansone disse al ragazzo che lo teneva per mano: 'Lasciami, fammi solo toccare i pilastri che reggono l'edificio. Voglio appoggiarmi'. 27L'edificio era pieno di gente, uomini e donne: erano presenti tutti i capi dei Filistei, e sul terrazzo c'erano circa tremila persone che avevano assistito ai giochi di Sansone. 28Sansone invocò il Signore e disse: 'Signore, mio Dio, ricordati di me! Dammi forza una volta ancora. In un solo colpo mi vendicherò contro i Filistei per tutti e due i miei occhi'. 29Poi Sansone cercò a tastoni i due pilastri centrali che reggevano l'edificio. Si puntò contro di essi, con la destra e con la sinistra, 30urlando: 'Muoia Sansone con tutti i Filistei!' e poi spinse con tutta la sua forza. L'edificio crollò, travolgendo i capi dei Filistei e tutti gli altri. Così, Sansone uccise più persone con la sua morte che in tutta la sua vita. 31l suoi fratelli e i suoi familiari vennero a prendere il suo corpo. Lo portarono via e lo seppellirono nella tomba di suo padre Manoach in una località tra Zorea ed Estaol. Sansone era stato giudice, capo d'Israele, per vent'anni.
▲ 1Nella zona montuosa della tribù di Efraim viveva un uomo, che si chiamava Mica. 2Un giorno egli disse a sua madre: - Ti ricordi di quando ti sono state rubate millecento monete d'argento? Allora tu avevi pronunziato una maledizione contro il ladro e l'avevi ripetuta davanti a me. Ecco, quei soldi li ho io. Ero stato io a prenderteli. La madre allora gli disse:
- Figlio mio, il Signore ti benedica!3Egli restituì tutto il denaro a sua madre, e sua madre gli disse:
- Per il tuo bene, ho deciso di consacrare questo denaro al Signore, figlio mio. Con esso farò costruire per te una statua ricoperta d'argento. In questo modo ti lascio il denaro.
4Da quel denaro lei prese duecento monete d'argento e le consegnò a un fabbro. Egli fece una statua ricoperta d'argento, che fu sistemata nella casa di Mica. 5Mica aveva un santuario: si era costruito un efod e degli idoli. Aveva dato l'incarico di sacerdote a uno dei suoi figli. 6Siccome a quel tempo il popolo d'Israele non aveva ancora un re, tutti facevano come volevano. 7Ora, in quei giorni, c'era un giovane levita della tribù di Giuda, che fino allora era vissuto a Betlemme in Giudea. 8Egli lasciò la città di Betlemme ed emigrò in cerca di un altro posto. Lungo il viaggio passò per le montagne di Efraim e giunse alla casa di Mica. 9Mica gli domandò da dove veniva. Egli rispose:
- Io sono un levita. Vengo dalla Giudea, da Betlemme, e cerco un posto dove stabilirmi.
10Mica aggiunse:
- Resta qui con me. Sarai il mio consigliere e il mio sacerdote. Io ti darò dieci monete d'argento all'anno, ti manterrò e ti darò anche dei vestiti.
Il giovane levita accettò e 11restò con Mica. Egli lo trattò come un figlio e 12gli diede l'incarico di sacerdote. 13Mica concluse: 'Ora che ho un levita come sacerdote, il Signore mi farà andar tutto bene'.
▲ La tribù di Dan cambia territorio
1A quel tempo il popolo d'Israele non aveva ancora un re, e la tribù di Dan cercava dove stabilirsi, perché non le era toccato nessun territorio tra le tribù d'Israele. 2Perciò gli uomini di Dan scelsero fra tutte le loro famiglie cinque soldati valorosi e li inviarono dalle città di Zorea ed Estaol, con l'ordine di esplorare l'intera regione. Essi arrivarono nella zona montuosa di Efraim e passarono la notte nella casa di Mica. 3Mentre si trovavano là, riconobbero dal modo di parlare il giovane levita. Andarono da lui e gli domandarono:- Perché sei qui? Chi ti ha fatto venire? Che cosa fai?
4Egli raccontò la sua storia per filo e per segno e concluse:
- Quest'uomo mi dà uno stipendio; ora sono il suo sacerdote.
5Essi gli dissero:
- Invoca il Signore per noi e facci sapere se il nostro viaggio avrà un buon esito.
6Il sacerdote rispose:
- Andate pure con fiducia. Il vostro viaggio è sotto lo sguardo del Signore.
7I cinque ripresero il loro viaggio e arrivarono alla città di Lais. Videro che era un posto sicuro. Gli abitanti vivevano secondo le abitudini della gente di Sidone. Erano un popolo pacifico e tranquillo. Tra i capi e il popolo non c'erano motivi di attrito. Si trovavano a una grande distanza da Sidone e non avevano contatti con nessuno. 8Quando i cinque tornarono a Zorea ed Estaol, i loro compagni domandarono:
- Com'è andata?
9Essi risposero:
- Su, presto! Attacchiamo Lais! Abbiamo esplorato il suo territorio, è molto fertile. Non perdete tempo qui. Andate subito a conquistarlo. 10Arrivati là, vedrete che la gente non sospetta niente. Il territorio è molto vasto: non manca proprio nulla. Dio vi darà la vittoria. 11Così, seicento soldati della tribù di Dan si armarono per la battaglia e lasciarono Zorea ed Estaol. 12Andarono ad accamparsi in Giudea, in una località a occidente di Kiriat-Iearim. A ricordo di quell'avvenimento fu chiamata 'Campo di Dan'. Ancor oggi porta quel nome. 13Di là passarono per la zona montuosa della tribù di Efraim e arrivarono alla casa di Mica. 14I cinque che avevano esplorato il territorio attorno alla città di Lais, dissero ai loro compagni: 'Sapete che qui, in una di queste case, c'è una statua ricoperta d'argento, altri idoli e anche un efod? È chiaro quello che dovete fare!'. 15Passarono dalla casa di Mica dove viveva il giovane levita e gli domandarono come stava. 16Nel frattempo, i seicento soldati di Dan aspettavano, armati, sulla soglia. 17I cinque andarono direttamente nel santuario di Mica e presero la statua ricoperta d'argento, gli altri idoli e l'efod; intanto il sacerdote era sulla soglia con i seicento uomini armati. 18Quando vide che i cinque entrati nel santuario avevano preso gli oggetti sacri, il sacerdote domandò:
- Che cosa fate?
19Gli risposero:
- Stai tranquillo e non dir niente. Vieni con noi e sarai il nostro consigliere e sacerdote. Non è meglio essere sacerdote per un gruppo o un'intera tribù d'Israele, invece che per una sola famiglia?
20Il sacerdote fu contento di quella prospettiva: prese gli oggetti sacri e si unì al loro gruppo. 21Poi, quelli della tribù di Dan ripresero il loro viaggio, e fecero precedere in testa donne e bambini, bestiame e bagagli. 22Mentre essi si allontanavano, Mica e i suoi vicini si radunarono e inseguirono gli uomini della tribù di Dan, 23urlando alle loro spalle. Essi si voltarono e chiesero a Mica:
- Che cosa vuoi con questa gente? 24Mica rispose:
- Vi siete presi il mio sacerdote e gli idoli, che mi ero costruito, e ve ne siete andati. Che cosa mi resta? E avete il coraggio di dirmi: 'Che cosa vuoi?'.
25Gli uomini della tribù di Dan gli dissero:
- Non farti più sentire, se non vuoi che qualcuno perda la pazienza, perché allora tu e i tuoi ci lascereste la pelle! 26Poi, gli uomini di Dan ripresero la loro strada. Mica, visto che erano più forti di lui, tornò indietro a casa sua. 27Gli uomini di Dan, con il sacerdote e gli oggetti sacri di Mica, giunsero alla città di Lais, dove viveva un popolo pacifico e tranquillo. Uccisero tutti gli abitanti e incendiarono la città. 28Non venne nessuno ad aiutare gli abitanti di Lais, dato che erano molto distanti da Sidone e non avevano contatti con altri popoli. Quella città si trovava nella valle di Bet-Recob. Gli uomini di Dan la ricostruirono e vi si stabilirono. 29Essi cambiarono il nome della città: invece di Lais la chiamarono Dan, per ricordare il loro capostipite Dan, figlio di Giacobbe. 30Gli uomini della tribù di Dan collocarono la statua per adorarla e Ionatan, figlio di Ghersom, discendente di Mosè, ebbe l'incarico di sacerdote della tribù di Dan. Dopo di lui gli succedettero i suoi discendenti, fino al tempo dell'esilio. 31La statua di Mica restò là per tutto il tempo che il santuario di Dio rimase a Silo.
▲ Il delitto degli abitanti di Gabaa
1Ai tempi in cui il popolo d'Israele non aveva ancora un re, c'era un levita che abitava al centro della zona montagnosa di Efraim. Si era preso una concubina della città di Betlemme in Giudea. 2Un giorno, in un impulso d'ira contro di lui, la concubina lo lasciò; tornò da suo padre a Betlemme e restò là per quattro mesi. 3Allora il levita decise di raggiungerla, per convincerla a tornare da lui. Prese con sé il suo servo e due asini. La ragazza lo fece entrare in casa e suo padre, appena lo vide, lo accolse con cordialità. 4Il padre della ragazza lo invitò con insistenza a fermarsi, e così restò da lui per tre giorni: mangiarono, bevvero e si riposarono. 5AI mattino del quarto giorno si alzarono e si prepararono a partire. Ma il padre della ragazza disse al levita:- Prima mangia qualcosa. Ti farà bene. Partirai dopo.
6Così i due si sedettero, mangiarono e bevvero insieme. Poi, il padre della ragazza disse al levita:
- Ti prego, passa ancora la notte qui, e riposa tranquillo.
7Il levita era deciso a partire, ma il padre della ragazza continuò a insistere, e così passò ancora la notte da lui.
8Al mattino del quinto giorno si alzò presto per partire, ma il padre della ragazza gli disse: - Prendi qualcosa e rimandate la partenza a stasera.
Mangiarono tutti e due insieme, 9poi il levita, la concubina e il suo servo si prepararono per la partenza. Il padre tornò a dire:
- Guardate: ormai è sera; potreste passare la notte qui. Presto sarà buio; restate qui, vi riposerete; vi metterete in viaggio domattina presto e tornerete a casa. 10Ma il levita non volle più fermarsi. Si alzò, caricò i due asini e si mise in cammino con la concubina. Arrivò in vista di Iebus, cioè Gerusalemme. 11Quando furono vicini a Iebus, il giorno si avviava ormai al tramonto. Il servo disse al levita:
- Prendiamo la strada per Iebus. Passeremo la notte nella città dei Gebusei.
12Ma il suo padrone gli rispose:
- No, non faremo tappa qui: è una città straniera, la gente che vi abita non è Israelita. Andiamo ancora avanti per la strada verso Gabaa. 13Faremo ancora un pezzo di strada e troveremo qualche altro posto. Passeremo la notte a Gabaa o a Rama. 14Così proseguirono il viaggio. Arrivarono vicino a Gabaa, città che apparteneva alla tribù di Beniamino, proprio al tramonto. 15Andarono là per passare la notte. Entrarono e si fermarono sulla piazza, ma nessuno offrì ad essi ospitalità. 16Nel frattempo arrivò un vecchio, che tornava a casa al termine della giornata di lavoro nei campi. Egli era forestiero. Viveva a Gabaa, dove tutti erano della tribù di Beniamino, lui invece era originario della zona montagnosa della tribù di Efraim. 17Il vecchio notò quel viandante sulla piazza della città e gli domandò:
- Da dove vieni? e dove stai andando?
18Egli rispose:
- Veniamo da Betlemme di Giudea e dobbiamo andare fino al centro della zona montuosa di Efraim: io sono di quelle parti. Sono stato a Betlemme in Giudea e ora sto tornando al santuario del Signore. Ma nessuno vuole ospitarci in casa sua. 19Eppure abbiamo paglia e fieno per gli asini, pane e vino per me, la mia concubina e il mio servo. Non abbiamo quindi bisogno di nient'altro.
20Il vecchio disse:
- Voi siete i benvenuti in casa mia. Io penserò a tutto ciò che vi occorre, e così non dovrete passare la notte in piazza.
21Li portò in casa sua e diede del fieno agli asini. Gli ospiti si lavarono i piedi e poi mangiarono e bevvero.
22Mentre si godevano il riposo, all'improvviso una banda di pervertiti di quella città circondò la casa. Bussarono ripetutamente alla porta e gridarono al vecchio padrone di casa: - Fa' venir fuori l'uomo che è da te. Vogliamo un po' conoscerlo come piace a noi.
23Il padrone di casa uscì e disse:
- No, amici! Non toccate quell'uomo. È mio ospite. È una vergogna una cosa simile. 24In casa ci sono la sua concubina e mia figlia, che è ancora vergine. Io le farò venir fuori. Sfogatevi con loro e fate quel che volete. Ma non fate un oltraggio simile al mio ospite. 25Ma quegli uomini non gli diedero retta. Il levita allora prese la concubina e la portò fuori. Essi l'afferrarono e la violentarono per tutta la notte: la lasciarono andare solo quando spuntò l'alba. 26Essa si mosse per entrare, ma crollò vicino alla porta della casa del vecchio, presso il quale era ospite il levita, e rimase lì finché fu giorno chiaro. 27Al mattino presto il levita si alzò, aprì la porta e uscì per riprendere il viaggio. Trovò la concubina stesa a terra davanti alla porta della casa, con le mani verso la soglia. 28Le disse:
- Alzati che partiamo!
Ma non ebbe nessuna risposta. Allora la sollevò, l'adagiò, morta, su un asino; poi partì e tornò a casa. 29Quando arrivò a casa, prese un coltello e tagliò il corpo della concubina in dodici pezzi e ne mandò un pezzo a ciascuna tribù d'Israele. 30Ordinò ai messaggeri di dire a tutti gli Israeliti: 'Riflettete su questi fatti, consultatevi e prendete una decisione'. Tutti quelli che videro i resti della donna, dicevano: 'Non è mai capitato e non si è mai vista una cosa simile, dal giorno in cui gli Israeliti sono usciti dall'Egitto fino ad oggi!'.
▲ Guerra punitiva contro Beniamino
1Tutto il popolo d'Israele radunò compatto in assemblea a Mizpa, alla presenza del Signore. Vennero da Dan, al nord, fino a Bersabea, al sud, e anche dal territorio di Galaad. 2A questa assemblea del popolo di Dio erano presenti tutte le tribù d'Israele con i loro capi: in tutto quattrocentomila soldati addestrati alla guerra. 3Anche la tribù di Beniamino venne a sapere che tutti gli altri Israeliti si erano radunati a Mizpa. L'assemblea volle sapere com'era avvenuto quel delitto. 4Il levita al quale avevano ucciso la donna, disse: 'Mi trovavo con la mia concubina a Gabaa, nel territorio della tribù di Beniamino, e volevo passare lì la notte. 5I cittadini di Gabaa vennero ad attaccarci: di notte circondarono la casa dove mi trovavo; essi volevano uccidere me; invece hanno violentato la mia concubina fino a farla morire. 6Allora io ho preso il suo corpo e l'ho tagliato a pezzi; poi ho mandato un pezzo a ciascuna delle tribù d'Israele. Quegli uomini hanno commesso in mezzo a noi un delitto veramente mostruoso! 7Tutti voi siete Israeliti: consultatevi e prendete una decisione'. 8Tutti i presenti si alzarono in piedi e gridarono: 'Nessuno di noi tornerà alla sua casa o alla sua tenda. 9-10Ecco il nostro piano contro Gabaa: per ogni tribù d'Israele tireremo a sorte dieci uomini su cento, cento su mille, mille su diecimila. Questi raccoglieranno da tutto il popolo i viveri. Al loro ritorno assaliremo Gabaa di Beniamino. In tal modo vendicheremo il delitto mostruoso commesso in mezzo al popolo d'Israele'. 11Così, tutti gli uomini d'Israele, compatti, si organizzarono contro la città. 12Le tribù di Israele mandarono messaggeri per tutto il territorio di Beniamino. Dissero: 'Come mai è stato commesso in mezzo a voi questo delitto? 13Ora consegnateci quei pervertiti di Gabaa: li uccideremo e così sarà cancellato il male commesso in Israele'. Ma gli uomini della tribù di Beniamino non vollero dar retta agli altri fratelli Israeliti, 14e da tutte le città vennero a Gabaa per combattere contro le altre tribù d'Israele. 15-16Quel giorno, dalle loro città vennero a presentarsi ventiseimila soldati. Oltre ad essi, i cittadini di Gabaa radunarono settecento soldati scelti, che erano mancini e capaci di centrare, con la fionda, un capello senza sbagliare il colpo. 17Le altre tribù d'Israele invece radunarono quattrocentomila soldati già addestrati alla guerra. 18Gli Israeliti andarono a Betel; invocarono il Signore e gli domandarono:- Quale tribù deve attaccare per prima i Beniaminiti?
Il Signore rispose:
- La tribù di Giuda.
19Il mattino dopo, si alzarono presto e andarono ad accamparsi vicino alla città di Gabaa. 20Si prepararono alla battaglia e si schierarono di fronte a Gabaa. 21Dalla città, i soldati della tribù di Beniamino uscirono all'attacco, e prima del tramonto uccisero ventiduemila Israeliti. 22-24Gli Israeliti tornarono a Betel e piansero fino alla sera alla presenza del Signore. Poi, lo invocarono e gli domandarono:
- Dobbiamo di nuovo attaccare i nostri fratelli della tribù di Beniamino?
- Sì, attaccateli! - rispose il Signore.
L'esercito d'Israele riprese coraggio, e i loro soldati si avvicinarono alle truppe di Beniamino per la seconda volta e si schierarono nella stessa posizione del giorno prima.
25Dalla città di Gabaa i Beniaminiti uscirono di nuovo all'attacco. Quel giorno uccisero diciottomila Israeliti, tutti soldati ben addestrati. 26Allora tutto il popolo d'Israele andò a Betel e pianse. Si sedettero alla presenza del Signore e non mangiarono niente fino a sera. Offrirono al Signore sacrifici completi e sacrifici per il banchetto sacro. 27-28In quei giorni, l'arca dell'alleanza con Dio era a Betel. Incaricato del servizio liturgico davanti ad essa era Finees, figlio di Eleazaro e nipote di Aronne. Il popolo d'Israele invocò il Signore e gli domandò:
- Dobbiamo ancora attaccare i nostri fratelli della tribù di Beniamino oppure dobbiamo fermarci?
E il Signore rispose:
- Sì, attaccateli! Domani vi darò la vittoria su di loro.
29Allora Israele fece appostare alcuni soldati in agguato attorno a Gabaa. 30Poi, per la terza volta marciarono contro le truppe di Beniamino e schierarono i loro uomini di fronte a Gabaa, come nei giorni precedenti. 31l Beniaminiti uscirono ad attaccarli e furono attirati lontano dalla città. Come le altre volte, essi cominciarono a uccidere alcuni Israeliti in aperta campagna, sulla strada di Betel e sulla strada di Gabaa. Uccisero circa trenta Israeliti. 32Già pensavano: 'Li abbiamo di nuovo sconfitti!'. Ma gli Israeliti erano indietreggiati apposta, con l'intenzione di attirarli sulle strade fuori della città.
33-34'L'esercito d'Israele lasciò la sua posizione e si raggruppò a Baal-Tamar; intanto i soldati che erano in agguato, diecimila in tutto, saltarono fuori dai loro nascondigli, dal lato indifeso di Gabaa, e attaccarono la città. La lotta fu dura. Intanto l'esercito Beniaminita non si rendeva conto che stava per essere annientato. 35Ma il Signore diede a Israele la vittoria. Infatti, quel giorno, gli Israeliti uccisero venticinquemilacento soldati della tribù di Beniamino. 36Solo quando i Beniaminiti si resero conto che erano stati sconfitti, capirono come le cose erano andate veramente.
I particolari della battaglia
Gli Israeliti erano indietreggiati davanti ai Beniaminiti, perché contavano sull'intervento dei soldati appostati attorno a Gabaa. 37l soldati in agguato corsero veloci verso Gabaa: irruppero in città e uccisero tutti gli abitanti. 38L'esercito d'Israele e i soldati in agguato, a suo tempo avevano concordato un segnale: gli uni dovevano far salire una grande nube di fumo dalla città, 39gli altri, che erano sul campo di battaglia, dovevano voltarsi e attaccare. In un primo momento, i Beniaminiti avevano cominciato a far vittime tra gli Israeliti, circa una trentina di uomini, e si erano detti: 'È fatta, li abbiamo sconfitti come la prima volta'. 40Ma poi si vide il segnale: una nube di fumo cominciò a salire dalla città. I Beniaminiti videro che l'intera città era in fiamme, alle loro spalle. 41Gli Israeliti allora si voltarono e attaccarono; i Beniaminiti furono presi dal panico, perché si accorsero che erano ormai perduti. 42Cercarono di sfuggire all'esercito d'Israele prendendo la strada del deserto. Ma vennero raggiunti dagli inseguitori e furono uccisi anche dai soldati Israeliti che uscivano dalla città. 43Gli Israeliti circondarono i Beniaminiti: li inseguirono senza dar loro tregua, fino al lato orientale di Gabaa, e li annientarono. 44Morirono diciottomila soldati beniaminiti, tutti uomini ben addestrati. 45Gli altri si voltarono e fuggirono verso il deserto in direzione della roccia di Rimmon. Gli Israeliti uccisero cinquemila di loro lungo la strada. Poi, continuarono a inseguire gli altri fino a disperderli e ne uccisero duemila. 46Quel giorno, furono uccisi venticinquemila Beniaminiti. Ed erano tutti soldati di valore. 47-48Gli Israeliti tornarono a cercare i Beniaminiti di città in città, e uccidevano tutti quelli che trovavano, uomini e animali. Bruciarono tutte le città. Solo seicento soldati riuscirono a fuggire nel deserto, fino alla roccia di Rimmon: essi rimasero là quattro mesi.
▲ Rinascita della tribù di Beniamino
1Quando gli Israeliti si erano radunati a Mizpa, avevano giurato: 'Nessuno di noi darà la propria figlia in sposa a un Beniaminita'. 2Dopo qualche tempo, gli Israeliti andarono a Betel; rimasero fino a sera alla presenza del Signore e piansero sconsolati. 3Dicevano: 'Signore, Dio d'Israele, come mai è capitata una cosa simile? Perché la tribù di Beniamino sta per scomparire da Israele?'. 4L'indomani si alzarono presto, costruirono un altare e offrirono al Signore sacrifici completi e sacrifici per il banchetto sacro. 5Si domandarono: 'Chi non ha preso parte all'assemblea di Mizpa, quando tutte le tribù d'Israele si sono radunate alla presenza del Signore?'. Essi infatti avevano giurato di uccidere chiunque non era andato a Mizpa. 6Gli Israeliti provavano compassione per i loro fratelli Beniaminiti. Dicevano: 'Oggi Israele ha perso una delle sue tribù. 7Possiamo fare qualcosa per procurare delle mogli agli uomini di Beniamino che si sono salvati, dato che abbiamo promesso al Signore di non dare ad essi in moglie le nostre figlie?'. 8Quando chiesero se al raduno di Mizpa era mancato qualche gruppo fra le tribù d'Israele, scoprirono che non era venuto nessuno di Iabes di Galaad. 9Infatti nessun soldato di quella città si era presentato alla chiamata alle armi. 10Allora l'assemblea scelse dodicimila uomini fra i migliori soldati e li mandò con quest'ordine: 'Andate e uccidete tutti gli abitanti di Iabes, comprese le donne e i bambini. 11Destinate allo sterminio tutti i maschi e tutte le donne, però risparmiate le ragazze ancora vergini'. 12Tra gli abitanti di Iabes trovarono quattrocento ragazze ancora vergini e le portarono nell'accampamento di Silo, che si trova nella terra di Canaan. 13Allora tutta l'assemblea mandò messaggeri ai Beniaminiti che si trovavano alla roccia di Rimmon e proposero la pace. 14I Beniaminiti tornarono indietro e gli altri Israeliti consegnarono ad essi le ragazze di Iabes che avevano avuto salva la vita. Ma esse non erano in numero sufficiente per tutti loro. 15Il popolo provò compassione per la tribù di Beniamino, perché il Signore aveva rotto l'unità delle dodici tribù d'Israele. 16Perciò i capi dell'assemblea dissero: 'Nella tribù di Beniamino mancano le donne. Che cosa dobbiamo fare per procurare delle donne agli uomini rimasti? 17Israele non deve perdere una delle sue dodici tribù. Occorre garantire alla tribù di Beniamino la possibilità di continuare a vivere. 18Ma noi non possiamo dare loro in moglie le nostre figlie, perché abbiamo invocato la maledizione del Signore su chiunque di noi dà una delle sue figlie in moglie a un Beniaminita'. 19Poi si ricordarono: 'Presto ci sarà la festa del Signore a Silo'. (Silo è a nord di Betel, a sud di Lebona e a est della strada che porta da Betel a Sichem.) 20Allora dissero ai Beniaminiti: 'Andate a Silo e nascondetevi in mezzo alle vigne in attesa. 21Quando le ragazze di Silo usciranno per danzare, voi salterete fuori dalle vigne. Ognuno di voi prenderà con la forza una delle ragazze e la porterà con sé nel territorio di Beniamino. 22Se qualcuno dei loro padri e dei loro fratelli verrà da noi a protestare, diremo loro: 'Lasciategliele, perché vi sono state prese senza farvi guerra e, visto che non siete stati voi a darle, non avete mancato al giuramento!'. 23I Beniaminiti fecero così. Presero ognuno di loro una delle ragazze che danzavano a Silo e se la portarono dietro. Poi tutti tornarono nel loro territorio, ricostruirono le loro città e vissero là. 24Nel frattempo gli altri Israeliti partirono da Betel, e ognuno fece ritorno nella sua terra con la propria tribù e la propria famiglia. 25A quel tempo Israele non aveva ancora un re. Ognuno faceva quel che voleva.