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Romani

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Saluto
1Vi scrive Paolo, servo di Gesù Cristo. Dio mi ha scelto e mi ha fatto apostolo, perché io porti il suo messaggio di salvezza.
2Dio,  per mezzo dei suoi profeti, 3aveva già promesso questo messaggio di  salvezza. Esso riguarda il Figlio di Dio Gesù Cristo, nostro Signore.  Sul piano umano egli è discendente da Davide, 4ma sul piano dello  Spirito che santifica, Dio lo ha costituito Figlio suo, con potenza,  quando lo ha risuscitato dai morti.
5Da Gesù Cristo io ho ricevuto il  dono di essere apostolo: perché lui abbia gloria, devo portare tutti i  popoli a credere in Dio e a ubbidirgli nella fede.
6-7Tra questi  siete anche voi tutti che vivete a Roma. Dio vi ha amati e chiamati per  appartenere a Gesù Cristo ed essere il suo popolo. Dio nostro Padre e  Gesù Cristo nostro Signore diano a voi tutti grazia e pace.

Paolo desidera visitare i cristiani di Roma
8Prima  di tutto, per mezzo di Gesù Cristo, io ringrazio il mio Dio: perché in  ogni parte del mondo si parla della vostra fede. 9Dio, che io servo con  tutto me stesso annunziando il Figlio suo, sa che dico la verità e che  vi ricordo continuamente. 10Nelle mie preghiere io chiedo sempre a Dio  di poter finalmente trovare il modo di venire da voi: 11perché io ho il  desiderio ardente di vedervi e di fare anche voi partecipi dei doni  dello Spirito, perché vi rendano ancora più forti. 12Ma soprattutto io  desidero vedervi, perché in mezzo a voi anch'io possa sentirmi  confortato da quella che è la vostra e la mia fede.
13Voglio che voi  sappiate questo, fratelli: già molte volte avevo deciso di venire a  raccogliere anche tra voi qualche buon frutto, come l'ho ottenuto tra  altri popoli; ma fino a ora non mi è stato possibile. 14Il mio compito è  di rivolgermi a tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla  gente istruita e agli ignoranti; 15e per quanto dipende da me, sono  pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in  Roma.

La potenza del messaggio che viene da Dio
16Io non mi  vergogno del messaggio del Vangelo, perché è potenza di Dio per salvare  chiunque ha fede, prima l'Ebreo e poi tutti gli altri. 17Questo  messaggio rivela come Dio, mediante la fede, riabilita gli uomini  davanti a sé. Lo afferma la Bibbia: il giusto per fede vivrà.

La situazione degli uomini senza Cristo
18Di  fatto, l'ira di Dio si manifesta dal cielo contro tutti gli uomini,  perché lo hanno rifiutato e hanno commesso ogni specie di ingiustizia  soffocando la verità.
19Eppure ciò che si può conoscere di Dio è  visibile a tutti: Dio stesso l'ha rivelato agli uomini. 20Infatti, fin  da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza  possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili,  ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina.
Perciò gli uomini  non hanno nessuna scusa: 21hanno conosciuto Dio, poi si sono rifiutati  di adorarlo e di ringraziarlo come Dio. Si sono smarriti in stupidi  ragionamenti e così non hanno capito più nulla. 22Essi, che pretendono  di essere sapienti, sono impazziti: 23adorano immagini dell'uomo  mortale, di uccelli, di quadrupedi e di rettili, invece di adorare il  Dio glorioso e immortale.
24Per questo, Dio li ha abbandonati ai loro  desideri: si sono lasciati andare a impurità di ogni genere fino al  punto di comportarsi in modo vergognoso gli uni con gli altri; 25proprio  loro che hanno messo idoli al posto del vero Dio, e hanno adorato e  servito quel che Dio ha creato, anziché il Creatore. A lui solo sia la  lode per sempre. Amen.
26Dio li ha abbandonati lasciandoli travolgere  da passioni vergognose: le loro donne hanno avuto rapporti sessuali  contro natura, invece di seguire quelli naturali. 27Anche gli uomini,  invece di avere rapporti con le donne, si sono infiammati di passione  gli uni per gli altri. Uomini con uomini commettono azioni turpi, e  ricevono così in loro stessi il giusto castigo per questo traviamento.
28E  poiché si sono allontanati da Dio nei loro pensieri, Dio li ha  abbandonati, li ha lasciati soli in balìa dei loro pensieri corrotti, ed  essi hanno compiuto cose orribili. 29Sono ormai giunti al colmo di ogni  specie di ingiustizia e di vergognosi desideri. Sono avidi, cattivi,  invidiosi, assassini. Litigano e ingannano. Sono maligni, traditori,  30calunniatori, nemici di Dio, violenti, superbi, presuntuosi, inventori  di mali, ribelli ai genitori. 31Sono disonesti e non mantengono le  promesse. Sono senza pietà e incapaci di amare. 32Eppure sanno benissimo  come Dio giudica quelli che commettono queste colpe: sono degni di  morte. Tuttavia, non solo continuano a commetterle, ma anche si  rallegrano con tutti quelli che si comportano come loro.

Nessuno è innocente
1-2  Noi sappiamo che Dio pronunzia una giusta condanna contro quelli che si  comportano in questo modo. Perciò, chiunque tu sia, che giudichi gli  altri, non hai nessuna scusa: mentre giudichi gli altri condanni te  stesso, perché fai proprio le stesse cose che condanni. 3O credi forse  di sfuggire al giudizio di Dio, visto che condanni negli altri quello  che tu stesso fai? 4O forse agisci così, perché disprezzi la grande  bontà, la tolleranza e la pazienza di Dio? Ma non sai che Dio usa la sua  bontà per spingerti a cambiar vita? 5Tu invece sei ostinato, e non sei  disposto a cambiar vita. In tal modo attiri su di te la collera di Dio,  per il giorno del castigo nel quale egli si manifesterà per pronunziare  la sua giusta sentenza.

Dio giudica gli uomini
6Allora Dio  ripagherà ciascuno secondo le proprie azioni. 7Darà vita eterna a quelli  che cercano gloria, onore e immortalità facendo continuamente il bene;  8manifesterà invece la sua collera e la sua indignazione contro quelli  che sono egoisti e non seguono la verità, ma ubbidiscono a tutto ciò che  è ingiusto. 9Sofferenza e angoscia colpiranno chi fa il male, prima gli  Ebrei e poi tutti gli altri. 10Ma Dio darà gloria, onore e pace a  quanti compiono il bene, prima agli Ebrei, e poi a tutti gli altri.  11Dio infatti non fa differenze.
12Per questo coloro che hanno  peccato senza conoscere la legge di Mosè non saranno giudicati in base a  tale Legge; ma coloro che hanno peccato conoscendo la legge di Mosè  verranno giudicati secondo quella Legge. 13Così dinanzi a Dio sono  giusti non quelli che ascoltano la Legge, ma quelli che la mettono in  pratica. 14Certo i pagani non conoscono la Legge data da Dio; ma quando  essi compiono ugualmente ciò che la Legge comanda, è come se l'avessero  dentro di sé. 15La loro condotta dimostra che nei loro cuori è scritto  ciò che la Legge prescrive. Lo dimostrano la loro coscienza e i  ragionamenti che fanno tra di loro, con i quali, a volte, si accusano, e  a volte si difendono. 16Tutto ciò sarà chiaro il giorno in cui Dio, per  mezzo di Gesù Cristo, giudicherà quel che è nascosto nella vita degli  uomini. Questo è il messaggio che io ho ricevuto.

L'illusione degli Ebrei
17E  che dire di te che porti con orgoglio il nome di ebreo? Ti senti sicuro  perché ti appoggi alla legge di Mosè e sei fiero del tuo Dio. 18Credi  di conoscere la sua volontà e di sapere quel che è meglio fare, perché  ti hanno insegnato la Legge. 19Sei convinto addirittura di essere una  guida per i ciechi, una luce per quelli che sono nelle tenebre, 20un  maestro degli ignoranti e un educatore dei semplici, perché possiedi la  Legge che rappresenta per te la sapienza e la verità. 21Ma perché tu che  insegni agli altri non insegni a te stesso? Predichi di non rubare, e  tu rubi. 22Dici di non commettere adulterio, e tu sei adultero.  Disprezzi gli idoli, e tu fai affari nei loro templi. 23Ti vanti della  Legge, ma tu non l'osservi, e così offendi Dio. 24La Bibbia ha davvero  ragione quando afferma: per colpa vostra i non credenti parlano male di  Dio.
25Anche il fatto che tu sia circonciso ha un senso soltanto se  metti in pratica la Legge; se invece non la osservi, è come se tu non  avessi mai ricevuto la circoncisione. 26Perché Dio considera come  circonciso colui che non lo è ma che, di fatto, ubbidisce ai precetti  della Legge. 27Per questo chi senza essere circonciso sul corpo adempie  la Legge, giudicherà te che non la metti in pratica, anche se la  possiedi per iscritto e sei un circonciso. 28Vero Ebreo non è infatti  colui che appare tale esteriormente, e la vera circoncisione non è un  segno visibile sul corpo: 29vero Ebreo è colui che è tale nel suo  intimo, e vera circoncisione è quella del cuore: dipende dallo Spirito  di Dio, e non dalla Legge scritta. Il vero Ebreo è lodato da Dio, non  dagli uomini.

1Ma allora gli Ebrei  hanno ancora dei vantaggi in confronto agli altri popoli? E la  circoncisione è ancora per loro di qualche utilità? 2Senz'altro, e per  molti motivi. Anzitutto perché Dio ha affidato le sue promesse al popolo  ebraico. 3È vero che alcuni sono stati infedeli, ma la loro infedeltà  può forse impedire che Dio sia fedele? 4No di certo! Sia chiaro  piuttosto che l'uomo è infedele, mentre Dio agisce sempre con fedeltà.  Nella Bibbia sta scritto:
Tu, o Dio, sarai riconosciuto giusto quando parli.
E quando sarai chiamato in giudizio risulterai vincitore.
5Qualcuno  potrebbe dire: 'Se il male che commettiamo serve a dimostrare che Dio è  fedele, allora si mostra ingiusto quando ci castiga'. 6Ma Dio non è  ingiusto! Altrimenti non sarebbe il giudice del mondo.
7Qualcuno  potrebbe ancora insistere: 'Perché Dio mi condanna come peccatore? Io  non faccio altro che mettere in risalto la fedeltà di Dio e contribuisco  alla sua gloria quando agisco male'. 8Ma allora facciamo il male perché  ne venga un bene!
Alcuni parlano male di me e mi accusano di dire:  'Facciamo il male perché ne venga un bene'. Dicono il falso ed è giusto  che siano condannati.

Tutti sono colpevoli
9Che dire dunque?  Che noi Ebrei abbiamo qualche superiorità sugli altri? No! Infatti ho  dimostrato che tutti sono peccatori; sia gli Ebrei, sia gli altri  uomini. 10La Bibbia dice:
Nessun uomo è giusto, nemmeno uno.
11Non c'è nessuno che capisca,
nessuno che cerchi Dio.
12Tutti hanno smarrito la retta via,
tutti insieme si sono corrotti.
Non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.
13La loro gola è una tomba aperta.
E se parlano ingannano.
C'è veleno di vipera sulle loro labbra,
14e la loro bocca è piena di amare maledizioni.
15Corrono veloci quando si tratta di uccidere,
16e dove passano lasciano distruzione e miseria.
17Non conoscono la via della pace
18 e vivono senza alcun timore di Dio.
19Tutto  questo lo dice la Bibbia e noi sappiamo che lo dice per coloro che sono  sotto il dominio della Legge. Perciò, tutti chiudano la bocca e il  mondo intero si riconosca colpevole davanti a Dio, 20perché nessuno  potrà essere riconosciuto giusto da Dio grazie alle opere che la Legge  comanda. La Legge serve soltanto a far conoscere ciò che è male.

È PER FEDE CHE SI È GIUSTI DAVANTI A DIO
21-22Ora  viene rivelato quel che la legge di Mosè e i profeti hanno affermato:  Dio riabilita davanti a sé tutti quelli che credono in Gesù Cristo, e lo  fa indipendentemente dalla Legge e senza alcuna distinzione tra gli  uomini: 23perché tutti hanno peccato e sono privi della presenza di Dio  che salva. 24Ma ora siamo nella giusta relazione con Dio perché egli,  nella sua bontà, ci ha liberati gratuitamente per mezzo di Gesù Cristo.
25-26Dio  infatti ha presentato Gesù che muore in croce come mezzo di perdòno per  quelli che credono in lui. Dio così dimostra che è sempre giusto: sia  nel passato quando, in vista del perdòno, tollerava pazientemente i  peccati commessi, sia nel tempo presente, perché ora egli accoglie come  suoi coloro che credono in Gesù.
27Ci sono ancora motivi per  insuperbirsi? No! Sono stati tutti eliminati, perché non vale più la  legge delle opere ma vale quella della fede. 28Noi riteniamo infatti che  Dio accoglie come suoi quelli che credono, indipendentemente dalle  opere della Legge. 29Dio è forse soltanto il Dio degli Ebrei? No! Egli è  anche il Dio di tutti gli altri popoli. 30È chiaro perciò che vi è un  solo Dio che mette nella giusta relazione con sé tutti quelli che  credono, Ebrei e non Ebrei.
31Ma allora, mediante la fede, togliamo ogni valore alla Legge? No di certo! Anzi diamo alla Legge il suo vero valore.

Dio e Abramo
1Che  cosa dobbiamo dire del nostro antenato Abramo? Che cosa ha ottenuto con  le sue sole forze? 2Se la posizione di Abramo dinanzi a Dio dipendesse  dalle sue opere, egli potrebbe vantarsene. Ma non con Dio. 3Che cosa  dice, infatti, la Bibbia? Abramo ebbe fiducia in Dio e per questo Dio lo  considerò giusto. 4Quando uno lavora e riceve una paga questa non gli è  data come regalo, ma perché gli è dovuta. 5Quando invece un uomo non  compie un lavoro ma crede soltanto che Dio accoglie favorevolmente il  peccatore, è per questa sua fede che Dio lo considera giusto. 6Anche  Davide proclama beato l'uomo che Dio considera giusto indipendentemente  dalle opere che compie:
7Beati coloro ai quali Dio
ha perdonato le colpe
e cancellato i peccati.
8Beato l'uomo al quale il Signore
non mette in conto il peccato.
9La  gioia del perdono è data solamente a chi è circonciso, oppure anche a  chi non lo è? Abbiamo appena detto: Abramo ebbe fede in Dio e per questo  Dio lo considerò giusto. 10Ma quando lo considerò giusto? Prima che  fosse circonciso, o dopo? Prima, quando non lo era ancora. 11Egli  ricevette la circoncisione in seguito, come segno che Dio lo aveva  considerato giusto per la sua fede. Così Abramo è diventato padre di  tutti quelli che credono in Dio senza essere circoncisi: Dio considera  giusti anche loro. 12Allo stesso modo Abramo è anche il padre di tutti  quelli che sono circoncisi, i quali però non si accontentano di questo  fatto, ma seguono l'esempio della fede che Abramo, nostro padre, ha  avuto prima di essere circonciso.

Le promesse di Dio e la fede
13Dio  promise ad Abramo che i suoi discendenti avrebbero avuto in eredità il  mondo intero. Questa promessa fu fatta non perché Abramo avesse ubbidito  alla Legge, ma perché Dio l'aveva considerato giusto a motivo della sua  fede. 14Se gli eredi fossero quelli che ubbidiscono alla legge di Mosè,  la fede diventerebbe inutile e la promessa di Dio non avrebbe alcun  senso. 15La Legge infatti provoca la collera di Dio, ma dove non c'è  nessuna legge non ci può essere nemmeno una disubbidienza. 16Quindi, si  diventa eredi della promessa di Dio perché si ha fede. L'eredità è data  per grazia. Solo così la promessa è assicurata a tutti i discendenti di  Abramo. Non soltanto a quelli che hanno la Legge, ma anche a quelli che  hanno fede, come Abramo. Egli è il padre di tutti noi. 17Dice infatti la  Bibbia: Ti ho fatto diventare padre di molti popoli.
Egli è nostro  padre dinanzi a Dio, perché ha creduto in colui che fa rivivere i morti e  chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono. 18Al di là di  ogni umana speranza, egli credette che sarebbe diventato padre di molti  popoli, perché Dio gli aveva detto: molto numerosi saranno i tuoi  discendenti. 19Abramo aveva allora circa cent'anni e si rendeva conto  che il suo corpo e quello di Sara erano come morti, cioè ormai incapaci  di avere figli. Eppure continuò a credere. 20Egli non dubitò minimamente  della promessa di Dio, anzi rimase forte nella fede e diede gloria a  Dio: 21pienamente convinto che Dio era in grado di mantenere ciò che  aveva promesso. 22Ecco perché Dio lo considerò giusto.
23Ma non  soltanto per lui, la Bibbia dice che lo considerò giusto, 24ma anche per  noi. Anche noi saremo considerati giusti, perché crediamo in Dio che ha  risuscitato dai morti Gesù nostro Signore. 25Egli è stato messo a morte  a causa dei nostri peccati, ma Dio lo ha risuscitato per metterci in  rapporto giusto con sé.

Riconciliàti con Dio
1Dio  dunque ci ha accolti come suoi noi che abbiamo creduto. Perciò ora  siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. 2Per  mezzo suo possiamo accostarci con la fede alla bontà di Dio che ci  accoglie, e siamo orgogliosi della nostra speranza: un giorno Dio ci  farà partecipare alla sua gloria. 3Ma c'è di più: addirittura siamo  orgogliosi delle nostre sofferenze, perché sappiamo che la sofferenza  produce perseveranza, 4la perseveranza ci rende forti nella prova, e  questa forza ci apre alla speranza. 5La speranza poi non porta alla  delusione, perché Dio ha messo il suo amore nei nostri cuori per mezzo  dello Spirito Santo che ci ha dato.
6Noi eravamo ancora incapaci di  avvicinarci a Dio, quando Cristo, nel tempo stabilito, morì per i  peccatori. 7È difficile che qualcuno sia disposto a morire per un uomo  onesto; al massimo si potrebbe forse trovare qualcuno disposto a dare la  propria vita per un uomo buono. 8Cristo invece è morto per noi, quando  eravamo ancora peccatori: questa è la prova che Dio ci ama. 9Ma non  basta: ora Dio per mezzo della morte di Cristo ci ha messi nella giusta  relazione con sé; a maggior ragione ci salverà dal castigo, per mezzo di  lui. 10Noi eravamo suoi nemici, eppure Dio ci ha riconciliati a sé  mediante la morte del Figlio suo; a maggior ragione ci salverà mediante  la vita di Cristo, dopo averci riconciliati. 11E non basta! Addirittura  possiamo vantarci di fronte a Dio per mezzo del Signore nostro Gesù  Cristo, perché ora, grazie a lui, Dio ci ha riconciliati con sé.

Le conseguenze del peccato di Adamo
12Il  peccato è entrato nel mondo a causa di un solo uomo, Adamo. È il  peccato ha portato con sé la morte. Di conseguenza, la morte passa su  tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. 13Prima della legge di  Mosè, c'era già il peccato nel mondo. Ma dove non c'è Legge non si  dovrebbe neppure tener conto del peccato. 14Eppure, da Adamo fino a  Mosè, la morte ha sempre dominato gli uomini, anche quelli che non  avevano disubbidito come Adamo a un ordine di Dio.

Adamo e Cristo
Adamo  era la figura di colui che doveva venire. 15Ma quale differenza tra il  peccato di Adamo e quel che Dio ci dà per mezzo di Cristo! Adamo da  solo, con il suo peccato, ha causato la morte di tutti gli uomini. Dio  invece, per mezzo di un solo uomo, Gesù Cristo, ci ha dato con  abbondanza i suoi doni e la sua grazia. 16Dunque, il dono di Dio ha un  effetto diverso da quello del peccato di Adamo: il giudizio provocato  dal peccato di un solo uomo ha portato alla condanna, mentre il dono  concesso dopo tanti peccati ci ha messi nel giusto rapporto con Dio.  17Certo, la morte ha dominato per la colpa di un solo uomo; ma ora si ha  molto di più: quelli che ricevono l'abbondante grazia di Dio e sono  stati accolti da lui parteciperanno alla vita eterna unicamente per  mezzo di Gesù Cristo.
18Dunque uno solo è caduto, Adamo, e ha causato  la condanna di tutti gli uomini; così, uno solo ha ubbidito, Gesù  Cristo, e ci ha ristabiliti nella giusta relazione con Dio che è fonte  di vita per tutti gli uomini. 19Per la disubbidienza di uno solo, tutti  risultarono peccatori; per l'ubbidienza di uno solo, tutti sono accolti  da Dio come suoi.
20In seguito venne la Legge, e così i peccati si  moltiplicarono. Ma dove era abbondante il peccato, ancora più abbondante  fu la grazia. 21Il peccato ha manifestato il suo potere nella morte; la  grazia manifesta il suo potere nel fatto che Dio ci accoglie e ci dà la  vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Morti al peccato, ma viventi in Cristo
1Quale  sarà la conclusione? Che dobbiamo restare nel peccato affinché sia più  abbondante la grazia di Dio? 2No di certo! Noi che siamo morti al  peccato, come potremmo ancora vivere in esso? 3Vi siete dimenticati che  il nostro battesimo, unendoci a Cristo, ci ha uniti alla sua morte? 4Per  mezzo del battesimo che ci ha uniti alla sua morte, siamo dunque stati  sepolti con lui, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante  la potenza gloriosa del Padre, così anche noi vivessimo una nuova vita.
5Infatti,  se siamo stati totalmente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo  saremo anche con una risurrezione simile alla sua. 6Una cosa sappiamo  di certo: l'uomo vecchio che è in noi ora è stato crocifisso con Cristo,  per distruggere la nostra natura peccaminosa e liberarci dal peccato.  7Colui che è morto è libero dal dominio del peccato. 8Ma se siamo morti  con Cristo, crediamo che vivremo con lui, 9perché sappiamo che Cristo,  risuscitato dai morti, non muore più: la morte non ha più potere su di  lui. 10Quando egli morì, morì nei confronti del peccato una volta per  sempre, ma ora vive, e vive per Dio. 11Così, anche voi, consideratevi  morti al peccato, ma viventi per Dio, con Cristo Gesù.
12Il peccato  non abbia dunque più potere su di voi. Anche se dovete ancora morire non  ubbidite più ai suoi desideri perversi. 13Non trasformatevi in  strumenti di male al servizio del peccato. Offritevi invece come  strumenti di bene al servizio di Dio, perché siete come uomini che sono  tornati dalla morte alla vita. 14Il peccato non avrà più potere su di  voi, perché non siete più sotto la Legge, ma sotto la grazia.

Al servizio di Dio che salva
15Ma  che cosa faremo? Ci metteremo a peccare perché non siamo più sotto la  Legge, ma sotto la grazia? Sarebbe assurdo! 16Sapete benissimo che se vi  mettete al servizio di qualcuno, dovete ubbidirgli e diventare suoi  schiavi: sia del peccato che conduce alla morte, sia di Dio che vi  conduce a una vita giusta dinanzi a lui. 17Prima, voi eravate schiavi  del peccato; poi, avete ubbidito di tutto cuore all'insegnamento che  avete ricevuto. Perciò ringraziamo Dio 18perché non siete più schiavi  del peccato, ma siete entrati al servizio di ciò che è giusto.
19Sto  parlando con esempi umani, perché possiate capire. Come prima avevate  posto voi stessi al servizio dell'impurità e della malvagità che  conducono alla ribellione contro Dio, così, ora, mettetevi al servizio  di quel che è giusto per vivere una vita santa. 20-21Infatti, quando  eravate schiavi del peccato ed estranei al volere di Dio, che cosa ne  avete ricavato? Una vita che vi conduceva alla morte e della quale  adesso vi vergognate; 22ora, invece, liberati dalla schiavitù del  peccato, siete passati al servizio di Dio: il risultato è una vita che  piace a Dio, e il traguardo è la vita eterna. 23Perché il peccato ci  ripaga con la morte, Dio invece ci dona la vita eterna mediante Cristo  Gesù, nostro Signore.

Liberi dalla Legge
1Fratelli,  voi conoscete bene le leggi e sapete certamente che la Legge ha potere  sull'uomo soltanto mentre egli è in vita. 2La donna sposata, per  esempio, è legata dalla Legge al marito finché egli vive. Ma se il  marito muore, la donna è sciolta dalla Legge che la legava a lui. 3In  base a questo principio, la donna è considerata adultera se va con un  altro uomo quando il marito è ancora in vita; ma se questi muore, è  libera per quel che riguarda la Legge, e non è più adultera se va con un  altro uomo.
4Qualcosa di simile accade per voi, fratelli miei. Voi  siete morti nei confronti della legge di Mosè, perché siete stati uniti a  Cristo nella sua morte. Perciò ora voi appartenete a colui che è  risuscitato dai morti, affinché la vostra vita sia ricca di opere  gradite a Dio. 5Quando infatti noi vivevamo seguendo i nostri desideri,  la Legge stimolava passioni malvagie che ci facevano agire in modo da  portarci alla morte. 6Ma ora siamo morti nei confronti della Legge che  ci teneva in suo potere: non siamo più al suo servizio. Perciò serviamo  Dio non più secondo il vecchio sistema che era fondato sulla Legge  scritta, ma in modo nuovo, guidati dallo Spirito.

Legge e peccato
7Dobbiamo  forse concludere che la Legge è peccato? No di certo! La Legge però mi  ha fatto conoscere che cos'è il peccato. Per esempio, io ho saputo che  era possibile desiderare cose cattive, perché la Legge ha detto: non  desiderarle. 8Il peccato allora, da quel comandamento, ha preso  l'occasione per far nascere in me ogni specie di desideri. Invece, dove  non c'è la Legge, il peccato è senza vita; 9e io prima vivevo senza la  Legge, ma quando venne il comandamento, allora il peccato prese vita,  10e io morii. Così il comandamento che doveva condurmi alla vita, nel  mio caso mi ha condotto alla morte. 11Il peccato infatti ha colto  l'occasione offerta dal comandamento, mi ha sedotto e mi ha fatto morire  per mezzo dello stesso comandamento.
12Di per sé, la Legge è santa e  il comandamento è santo, giusto e buono. 13Quel che è buono sarebbe  dunque diventato per me causa di morte? No! È il peccato che causa la  morte: si è manifestato per quel che realmente è, si è mostrato in tutta  la sua violenza per mezzo di una cosa buona, servendosi cioè del  comandamento.

L'uomo dominato dal peccato
14Noi certo sappiamo  che la Legge è spirituale. Ma io sono un essere debole, schiavo del  peccato. 15Difatti non riesco nemmeno a capire quel che faccio: non  faccio quel che voglio, ma quel che odio. 16Però se faccio quel che non  voglio, riconosco che la Legge è buona. 17Allora non sono più io che  agisco, è invece il peccato che abita in me. 18So infatti che in me, in  quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c'è il desiderio del  bene, ma non c'è la capacità di compierlo. 19Infatti io non compio il  bene che voglio, ma faccio il male che non voglio. 20Ora, se faccio quel  che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me.
21Io  scopro allora questa contraddizione: ogni volta che voglio fare il  bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male. 22Nel mio intimo  io sono d'accordo con la legge di Dio, 23ma vedo in me un'altra Legge:  quella che contrasta fortemente la Legge che la mia mente approva, e che  mi rende schiavo della legge del peccato che abita in me. 24-25Eccomi  dunque, con la mente, pronto a servire la legge di Dio, mentre, di  fatto, servo la legge del peccato. Me infelice! La mia condizione di  uomo peccatore mi trascina verso la morte: chi mi libererà? Rendo grazie  a Dio che mi libera per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

L'opera dello spirito
1Ora  dunque non c'è più nessuna condanna per quelli che sono uniti a Cristo  Gesù. 2Perché la legge dello Spirito, che dà la vita per mezzo di Cristo  Gesù, mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Per  togliere il peccato, Dio ha mandato suo Figlio in una condizione simile  alla nostra di uomini peccatori, e ha condannato il peccato. In questo  modo Dio ha compiuto quel che la legge di Mosè non poteva ottenere, a  causa della debolezza umana; 4e in noi si compie quel che la Legge  comanda perché non viviamo più nella debolezza ma siamo fortificati  dallo Spirito.
5Quelli che si lasciano guidare dallo Spirito si  preoccupano di quel che vuole lo Spirito. Quelli che si lasciano guidare  dalla propria debolezza cercano di soddisfare il loro egoismo.
6Seguire  l'istinto egoistico conduce alla morte, seguire lo Spirito conduce alla  vita e alla pace. 7Perché quelli che seguono le inclinazioni  dell'egoismo sono nemici di Dio, non si sottomettono alla legge di Dio:  non ne sono capaci. 8Essi non possono piacere a Dio, perché vivono  secondo il proprio egoismo.
9Voi, però, non vivete così: vi lasciate  guidare dallo Spirito, perché lo Spirito di Dio abita in voi. Ma se  qualcuno non ha lo Spirito donato da Cristo, non gli appartiene. 10Se  invece Cristo agisce in voi, voi morite, sì, a causa del peccato, ma Dio  vi accoglie e il suo Spirito vi dà vita. 11Se lo Spirito di Dio che ha  risuscitato Gesù dai morti abita in voi, lo stesso Dio che ha  risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche a voi, sebbene dobbiate  ancora morire, mediante il suo Spirito che abita in voi.
12Fratelli,  noi siamo dunque impegnati non a seguire la voce del nostro egoismo, ma  quella dello Spirito. 13Se seguite la voce dell'egoismo, morirete; se  invece, mediante lo Spirito, la soffocherete, voi vivrete. 14Infatti  quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.  15E voi non avete ricevuto in dono uno spirito che vi rende schiavi o  che vi fa di nuovo vivere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di  Dio che vi fa diventare figli di Dio e vi permette di gridare 'Abbà',  che vuol dire 'Padre', quando vi rivolgete a Dio. 16Perché lo stesso  Spirito ci assicura che siamo figli di Dio. 17E dal momento che siamo  suoi figli, parteciperemo anche dell'eredità che Dio ha promesso al suo  popolo: saremo eredi insieme con Cristo perché, se soffriamo con lui,  parteciperemo anche con lui alla gloria.

La gloria futura
18Io  penso che le sofferenze del tempo presente non siano assolutamente  paragonabili alla gloria che Dio manifesterà verso di noi. 19Tutto  l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà  il vero volto dei suoi figli. 20Il creato è stato condannato a non aver  senso, non perché l'abbia voluto, ma a causa di chi ve lo ha trascinato.  Vi è però una speranza: 21anch'esso sarà liberato dal potere della  corruzione per partecipare alla libertà e alla gloria dei figli di Dio.  22Noi sappiamo che fino ad ora tutto il creato soffre e geme come una  donna che partorisce. 23E non soltanto il creato, ma anche noi, che già  abbiamo le primizie dello Spirito, soffriamo in noi stessi perché  aspettiamo che Dio, liberandoci totalmente, manifesti che siamo suoi  figli. 24Perché è vero che siamo salvati, ma soltanto nella speranza. E  se quel che si spera si vede, non c'è più una speranza, dal momento che  nessuno spera ciò che già vede. 25Se invece speriamo quel che non  vediamo ancora, lo aspettiamo con pazienza.
26Allo stesso modo, anche  lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza, perché noi non  sappiamo neppure come dobbiamo pregare, mentre lo Spirito stesso prega  Dio per noi con sospiri che non si possono spiegare a parole. 27E Dio,  che conosce i nostri cuori, conosce anche le intenzioni dello Spirito  che prega per i credenti come Dio desidera.
28Noi siamo sicuri di  questo: Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano, perché  li ha chiamati in base al suo progetto di salvezza. 29Da sempre li ha  conosciuti e amati, e da sempre li ha destinati a essere simili al  Figlio suo, così che il Figlio sia il primogenito fra molti fratelli.  30Ora, Dio che da sempre aveva preso per loro questa decisione, li ha  anche chiamati, li ha accolti come suoi, e li ha fatti partecipare alla  sua gloria.

La grandezza dell'amore di Dio
31Che cosa diremo  dunque di fronte a questi fatti? Se Dio è per noi, chi sarà contro di  noi? 32Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti  noi; perciò, come potrebbe non darci ogni cosa insieme con lui? 33E chi  potrà mai accusare quelli che Dio ha scelti? Nessuno, perché Dio li ha  perdonati. 34Chi allora potrà condannarli? Nessuno, perché Gesù Cristo è  morto, anzi è risuscitato e ora si trova accanto a Dio, dove sostiene  la nostra causa.
35Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse  il dolore o l'angoscia? La persecuzione o la fame o la miseria? I  pericoli o la morte violenta?
36Perciò la Bibbia dice:
Per causa tua siamo messi a morte ogni giorno
e siamo trattati come pecore portate al macello.
37Ma  in tutte queste cose noi otteniamo la più completa vittoria, grazie a  colui che ci ha amati. 38Io sono sicuro che né morte né vita, né angeli  né altre autorità o potenze celesti, né il presente né l'avvenire, 39né  forze del cielo né forze della terra, niente e nessuno ci potrà  strappare da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro  Signore.

Dio e il popolo d'Israele
1Non  racconto bugie e quel che dico è vero, perché appartengo a Cristo. La  mia coscienza guidata dallo Spirito, testimonia che dico la verità. 2C'è  in me una grande tristezza e una continua sofferenza. 3Vorrei essere io  stesso maledetto da Dio, separato da Cristo, se ciò potesse aiutare i  miei fratelli, quelli del mio stesso popolo. 4Essi sono Israeliti, Dio  li ha scelti come figli e ha manifestato loro la sua gloriosa presenza.  Con loro, Dio ha stabilito i suoi patti e a loro ha dato la Legge, il  culto e le promesse. 5Essi sono i discendenti dei patriarchi e da loro,  sul piano umano, proviene il Cristo che è Dio e regna su tutto il  creato. Sia benedetto in eterno. Amen.

Dio sceglie chi vuole
6La  parola di Dio non ha fallito in nessun modo. Perché non tutti i  discendenti di Giacobbe sono il vero popolo d'Israele, 7e non tutti i  discendenti di Abramo sono veri figli d'Abramo. Anzi, Dio ha detto ad  Abramo: Per mezzo di Isacco tu avrai discendenti. 8Questo significa che  non sono considerati figli di Dio quelli generati naturalmente, ma  quelli nati in seguito alla promessa. 9La promessa è questa: Ritornerò  fra un anno e Sara avrà un figlio.
10E non basta! C'è anche il caso  di Rebecca. Rebecca ebbe da Isacco, nostro antenato, due gemelli.  11-13Quando non erano ancora nati e non avevano ancora fatto nulla, né  di bene né di male, Dio disse a Rebecca: Il maggiore servirà il minore.  Proprio come dice la Bibbia: Ho scelto Giacobbe e non Esaù. Ciò dimostra  che Dio ha il suo progetto per scegliere gli uomini: la sua scelta non  dipende dalle loro opere, ma da lui che chiama.
14Dovremmo dunque affermare che Dio è ingiusto? No di certo! 15Perché egli dice a Mosè:
Avrò pietà di chi vorrò aver pietà;
e avrò compassione di chi vorrò aver compassione.
16Tutto  dipende da Dio che ha misericordia, e non da ciò che l'uomo vuole o si  sforza di fare. 17Nella Bibbia Dio dice al faraone: Proprio per questo  ti ho fatto diventare re, per mostrare in te la mia potenza e far  conoscere il mio nome su tutta la terra. 18Dio ha dunque pietà di chi  vuole, e indurisce il cuore a chi vuole.

Dio agisce con misericordia
19A  questo punto qualcuno potrebbe dirmi: ma allora perché Dio ci  rimprovera, dal momento che nessuno può andare contro la sua volontà?  20Ma chi credi di essere tu, o uomo, che vuoi contestare Dio? Dice forse  il vaso di argilla a colui che l'ha plasmato: perché mi hai fatto così ?  21Con lo stesso impasto, il vasaio fa quel che vuole: può fare sia un  vaso di valore e sia un vaso più comune.
22-23Volendo, Dio avrebbe  potuto mostrare la sua collera; invece ha sopportato con molta pazienza  coloro che meritavano il suo castigo e la distruzione. Così ha fatto  conoscere quanto è grande e potente la sua misericordia: ci ha preparati  per la sua gloria, 24noi che egli ha scelto tra gli Ebrei e tra gli  altri popoli. 25Come Dio dice nel libro del profeta Osea:
Io chiamerò 'mio popolo' coloro che non sono il mio popolo
e 'nazione amata' quella che non era amata.
26E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto loro:
'voi non siete mio popolo'
lì saranno chiamati 'figli del Dio vivente'.
27Per quanto riguarda Israele il profeta Isaia esclama:
Se anche i figli d'Israele fossero tanto numerosi
quanto i grani della sabbia del mare,
solo un piccolo resto sarà salvato.
28Il Signore realizzerà appieno
e rapidamente questa sua parola sulla terra.
29Lo stesso Isaia ha ancora predetto:
Se il Signore Dio dell'Universo
non ci avesse lasciato una discendenza,
avremmo fatto la fine della città di Sòdoma,
saremmo stati distrutti come la città di Gomorra.

Gesù Cristo pietra di inciampo.
30Ecco  dunque la nostra conclusione: gente, che non era del popolo d'Israele e  che non aveva fatto nulla per mettersi a posto con Dio, è stata messa  da Dio stesso in quella giusta relazione con lui che viene dalla fede.  31Israele invece, che cercava di mettersi a posto con Dio con  l'osservanza della Legge, non c'è riuscito. 32Perché? Perché Israele non  si fondava sulla fede, ma sulle opere. Così ha urtato nella pietra di  inciampo 33di cui Dio dice nella Bibbia:
Ecco, io pongo sul monte Sion
una pietra d'inciampo,
un sasso che fa cadere.
Ma chi crede in lui non sarà deluso.

1Fratelli, io  desidero con tutto il cuore e domando a Dio che gli Ebrei siano salvati.  2Posso infatti testimoniare che essi sono pieni di zelo per Dio, ma il  loro zelo non è guidato da una giusta conoscenza. 3Essi non hanno capito  che Dio mette egli stesso gli uomini nel giusto rapporto con sé, e  hanno cercato di arrivarci da soli. Per questo non si sono sottoposti a  Dio che salva in Cristo. 4Cristo è lo scopo e la fine della legge di  Mosè; perciò, chiunque crede, è posto nella giusta relazione con Dio.

La salvezza è per tutti
5Così  Mosè descrive la salvezza mediante la Legge: L'uomo che la mette in  pratica vivrà. 6-7Riguardo alla salvezza che viene dalla fede invece  dice: Non chiederti se è necessario salire in cielo e scendere  nell'abisso, perché Cristo è sceso dal cielo ed è risuscitato dai morti.  8Che dice la Bibbia? La parola è vicino a te, sulla tua bocca e nel tuo  cuore, così è l'annunzio della fede che noi predichiamo. 9Se, nel tuo  cuore, credi che Dio ha risuscitato Gesù dai morti e, con la tua voce,  dichiari che Gesù è il Signore, sarai salvato. 10Dio accoglie chi crede  veramente; chi dichiara la propria fede sarà salvato. 11Infatti la  Bibbia dice: Chi crede in lui non sarà deluso. 12Non vi è perciò  differenza fra chi è Ebreo e chi non lo è, perché il Signore è lo stesso  per tutti, immensamente generoso verso tutti quelli che lo invocano.  13Afferma infatti la Bibbia: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà  salvato.

La fede nasce dall'annunzio di Cristo
14Ma come  potranno invocare il Signore, se non hanno creduto? E come potranno  credere in lui, se non ne hanno sentito parlare? E come ne sentiranno  parlare, se nessuno lo annunzia? 15E chi lo annunzierà, se nessuno è  inviato a questo scopo? Come dice la Bibbia:
Che gioia quando arriveranno quelli che portano buone notizie!
16Ma  non tutti hanno ubbidito alla parola del Signore. Lo dice Isaia:  Signore, chi ha creduto al nostro annunzio? 17La fede dipende  dall'ascolto della predicazione, ma l'ascolto è possibile se c'è chi  predica Cristo.
18Ora io mi domando: il popolo d'Israele non ha forse udito l'annunzio dei messaggeri?
Anzi:
La loro voce s'è fatta udire su tutta la terra
e la loro parola fino alle estremità del mondo.
19Ma io insisto ancora: Israele non ha forse capito? Vediamo quello che Dio ha già detto per bocca di Mosè:
Vi renderò gelosi di gente che non è neppure un popolo,
provocherò il vostro sdegno contro gente che non capisce.
20E poi giunge perfino a dichiarare nel libro di Isaia:
Sono stato trovato da coloro che non mi cercavano,
mi sono fatto conoscere da coloro che non chiedevano di me.
21Parlando invece d'Israele:
Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo
disubbidiente e ribelle.

Dio non ha respinto Israele
1Ora,  io chiedo: Dio ha forse respinto il suo popolo? No! Io stesso infatti  sono Israelita, discendente di Abramo, della tribù di Beniamino. 2Dio  non ha respinto il suo popolo che aveva scelto e amato sin dall'inizio.
Voi conoscete certamente quel passo della Bibbia in cui Elia si rivolge a Dio parlando contro Israele:
3 - Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari. Io solo sono scampato e cercano di uccidermi.
4Ma Dio gli rispose:
- Mi sono riservato settemila uomini che non hanno mai adorato il dio Baal.
5Così,  anche nel presente, vi è un certo numero d'Israeliti che Dio ha scelti  per grazia. 6E se ha agito per grazia non è a causa delle opere,  altrimenti la grazia non sarebbe grazia.
7Possiamo quindi concludere  che il popolo d'Israele non ha ottenuto quel che cercava, mentre lo  hanno ottenuto quelli che Dio si è scelti. Gli altri invece sono stati  resi incapaci di comprenderlo.
8Come è scritto nella Bibbia:
Dio li ha resi insensibili,
ha fatto in modo che avessero
occhi che non vedano
e orecchi che non odano,
fino a oggi.
9E Davide dice:
Le loro feste diventino per loro
un laccio e una trappola,
causa di caduta e di giusto castigo.
10I loro occhi si oscurino tanto da non vedere!
Fa' curvare per sempre la loro schiena.
11Gli  Ebrei hanno inciampato, ma io mi domando: la loro caduta è definitiva?  No di certo! Ma la loro caduta ha favorito la salvezza degli altri  popoli, e questo è avvenuto per spingere gli Ebrei alla gelosia. 12Se la  loro caduta ha già arricchito il mondo e il loro fallimento ha  avvantaggiato gli altri popoli, quale maggior beneficio nascerà dalla  loro completa partecipazione alla salvezza?

La salvezza dei non Ebrei
13Mi  rivolgo ora a voi che non siete Ebrei, proprio perché sono stato  inviato a voi come apostolo. Cerco di fare onore a questo mio incarico,  14rendendo gelosi di voi alcuni dei miei connazionali perché accolgano  la salvezza. 15Se Dio li ha messi da parte per riconciliare a sé il  mondo, che cosa avverrà quando li accoglierà di nuovo? Sarà veramente un  ritorno da morte a vita!
16Se la primizia del raccolto è consacrata a  Dio, anche il resto gli è consacrato. E se la radice di un albero è  consacrata a Dio, lo sono anche i rami. 17Ora, Israele è come un ulivo,  al quale Dio ha tagliato alcuni rami. Al loro posto ha innestato te che  non sei Ebreo e che eri come un ulivo selvatico, e ti ha reso partecipe  dell'abbondante linfa che sale dalla radice. 18Tu però non pensare di  essere superiore ai rami tagliati. Non ti puoi vantare in alcun modo  perché non sei tu che porti la radice, ma la radice porta te.
19Tu  potresti dirmi: quei rami sono stati tagliati perché io fossi innestato  al loro posto. 20È vero! Sono stati tagliati per mancanza di fede, e tu  ti sei messo al loro posto perché hai fede. Tu però non diventare  superbo, ma sta' attento, 21perché Dio, se non ha risparmiato gli Ebrei  che sono i rami naturali, non risparmierà neppure te.
22Ricorda  dunque come Dio è allo stesso tempo buono e severo. È stato severo verso  quelli che sono caduti, ma buono verso di te. Rimani perciò fedele alla  sua bontà, altrimenti anche tu sarai tagliato via. 23E gli altri, ossia  gli Ebrei, se non continuano a rimanere nella loro incredulità, saranno  innestati di nuovo: Dio ha il potere di farlo. 24Perché Dio, se ha  tagliato te da quell'ulivo selvatico in cui eri cresciuto e, contro ogni  regola di innesto, ti ha inserito sull'ulivo buono, tanto più potrà  innestare di nuovo gli Ebrei sul loro proprio ulivo.

La conversione di Israele
25Fratelli,  io voglio farvi conoscere il misterioso progetto di Dio, perché non  diventiate presuntuosi: una parte d'Israele continuerà nella sua  ostinazione fino a che tutti gli altri popoli non saranno giunti alla  salvezza. 26E così tutto Israele sarà salvato. Lo dice la Bibbia:
Il Liberatore verrà da Sion
ed eliminerà la disubbidienza dei discendenti di Giacobbe.
27Sarà questo il patto che io farò con loro
quando distruggerò i loro peccati.
28Per  la predicazione del Vangelo, a vostro vantaggio, sono diventati nemici:  per scelta di Dio, a causa dei loro padri, restano amici. 29Dio infatti  non ritira i doni che ha fatto, e non muta parere verso quelli che ha  chiamato.
30-31Come voi nel passato avete disubbidito a Dio, così ora  Israele. Ma Dio, ora, malgrado la disubbidienza d'Israele, ha avuto  misericordia di voi per usare poi misericordia anche verso di loro.  32Dio ha rinchiuso tutti gli uomini nella disubbidienza, per concedere a  tutti la sua misericordia.

Inno alla sapienza di Dio
33O Dio, come è immensa la tua ricchezza,
come è grande la tua scienza e la tua saggezza!
Davvero nessuno potrebbe conoscere le tue decisioni,
né capire le vie da te scelte verso la salvezza.
34Chi mai ha potuto conoscere il tuo pensiero, o Signore?
e chi mai ha saputo darti un consiglio?
35Chi ti ha dato qualche cosa per riceverne il contraccambio?
36Tutto viene da te, tutto esiste grazie a te e tutto tende verso di te.
A te sale, o Dio, il nostro inno di lode per sempre. Amen.

La vita al servizio di Dio
1Dio  ha manifestato la sua misericordia verso di noi. Vi esorto dunque,  fratelli, a offrire voi stessi a Dio in sacrificio vivente, a lui  dedicato, a lui gradito. È questo il vero culto che gli dovete. 2Non  adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da  Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di  comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a  lui gradito, perfetto.
3Per la grazia che mi è stata data, dico a  ciascuno di voi di non sopravvalutarsi, ma di valutarsi invece nel modo  giusto, secondo la misura della fede che Dio gli ha dato. 4In un solo  corpo vi sono molte membra, ma non tutte hanno la stessa funzione. 5E  così noi, che siamo molti, siamo tutti uniti a Cristo, e siamo uniti  agli altri come parti di un solo corpo. 6Secondo la capacità che Dio ci  ha dato, noi abbiamo compiti diversi. Se abbiamo ricevuto il dono di  essere profeti, annunziamo la parola di Dio secondo la fede ricevuta.  7Se abbiamo ricevuto il dono di aiutare gli altri, aiutiamoli! Chi ha  avuto il dono dell'insegnamento, insegni. 8Chi il dono di esortare,  esorti. Chi dà qualcosa agli altri, lo faccia con semplicità. Chi ha  responsabilità nella comunità, dimostri cura e diligenza. Chi aiuta i  poveri, lo faccia con gioia.

L'opera dell'amore cristiano
9Il  vostro amore sia sincero! Fuggite il male, seguite con fermezza il bene.  10Amatevi gli uni gli altri, come fratelli. Siate premurosi nello  stimarvi gli uni gli altri. 11Siate impegnati nel fare del bene, non  pigri; siate ferventi nello spirito e nel servire il Signore, 12allegri  nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella  preghiera. 13Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli quando hanno  bisogno, e fate di tutto per essere ospitali.
14Chiedete a Dio di  benedire quelli che vi perseguitano; di perdonarli, non di castigarli.  15Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. 16Andate  d'accordo tra di voi. Non inseguite desideri di grandezza, volgetevi  piuttosto verso le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi stessi!
17Non  rendete a nessuno male per male. Preoccupatevi di fare il bene dinanzi a  tutti. 18Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con  tutti. 19Non vendicatevi, carissimi, ma lasciate agire la collera di  Dio, perché nella Bibbia si legge: A me la vendetta, dice il Signore,  darò io il contraccambio. 20Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da  mangiare; se ha sete, dagli da bere. Compòrtati così, e lo farai  arrossire di vergogna.
21Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

L'ubbidienza alle autorità
1Ognuno  sia sottomesso a chi ha ricevuto autorità, perché non c'è autorità che  non venga da Dio, e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2Perciò,  chi si oppone all'autorità si oppone all'ordine stabilito da Dio, e  attirerà su di sé un castigo.
3Infatti chi agisce bene non ha paura  di chi comanda; chi invece agisce male ha paura. Vuoi non aver paura  delle autorità? Fa' il bene, e le autorità ti loderanno, 4perché sono al  servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere  perché le autorità hanno realmente il potere di punire: esse sono al  servizio di Dio per manifestare la sua collera verso chi fa il male.  5Ecco perché bisogna stare sottomessi alle autorità: non soltanto per  paura delle punizioni, ma anche per una ragione di coscienza. 6È la  stessa ragione per cui pagate loro le tasse: difatti, mentre assolvono  il loro incarico sono al servizio di Dio. 7Date a ciascuno quel che gli è  dovuto: l'imposta, le tasse, il timore, il rispetto: a ciascuno quel  che gli dovete dare.

L'amore del prossimo
8Non abbiate debiti  con nessuno, salvo quello dell'amore vicendevole: perché chi ama il  prossimo, ha ubbidito a tutta la legge di Dio. 9La Legge dice: Ama il  tuo prossimo come te stesso. In questo comandamento sono contenuti tutti  gli altri, come: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare,  non desiderare. 10Chi ama il suo prossimo, non gli fa del male. Quindi,  chi ama compie tutta la Legge.

Vivere nella luce
11Voi sapete  bene che viviamo in un momento particolare. È tempo di svegliarsi,  perché la nostra salvezza è ora più vicina di quando abbiamo cominciato a  credere. 12La notte è avanzata, il giorno è vicino! Buttiamo via le  opere delle tenebre e prendiamo le armi della luce. 13Comportiamoci  onestamente, come in pieno giorno: senza orge e ubriachezze, senza  immoralità e vizi, senza litigi e invidie. 14Non vogliate soddisfare i  cattivi desideri del vostro egoismo, ma piuttosto vivete uniti a Gesù  Cristo, nostro Signore.

Non giudicare gli altri
1Accogliete  chi è debole nella fede, senza criticare le sue opinioni. 2Uno, per  esempio, crede di potere mangiare di tutto, invece un altro che è debole  nella fede mangia soltanto verdura. 3Se uno mangia di tutto, non  disprezzi chi mangia soltanto determinati cibi e, d'altra parte, costui  non condanni chi mangia di tutto, perché Dio ha accolto anche lui. 4Chi  sei tu, per giudicare uno che non è tuo servitore? Che egli faccia bene  il suo lavoro, o no, riguarda il suo padrone. Ma lo farà bene, perché il  Signore lo sostiene.
5C'è chi pensa che vi siano giorni più  importanti degli altri, e c'è invece chi li considera tutti uguali. Quel  che importa è che ognuno agisca con piena convinzione. 6Chi dà  importanza a un giorno particolare lo fa per onorare il Signore, e chi  mangia qualsiasi cibo lo fa per onorare il Signore; tant'è vero che  rende grazie a Dio. 7Nessuno di noi infatti vive per se stesso o muore  per se stesso. 8Perché se viviamo, viviamo per il Signore, e se moriamo,  moriamo per il Signore. E così, sia che viviamo, sia che moriamo,  apparteniamo al Signore. 9Infatti Cristo è morto ed è tornato in vita  per essere il Signore dei morti e dei vivi.
10Ma tu, perché giudichi  tuo fratello? E tu, perché disprezzi tuo fratello? Tutti dovremo  presentarci di fronte a Dio, per essere giudicati da lui.
11Com'è vero che io vivo,
dice il Signore, nella Bibbia,
ognuno si porrà in ginocchio dinanzi a me,
e tutti riconosceranno a gran voce
la potenza di Dio.
12Ognuno di noi dovrà quindi rendere conto di se stesso a Dio. 13Smettiamo allora di giudicarci a vicenda.

Non turbare la fede dei fratelli
Non  fate nulla che possa essere occasione di caduta o di scandalo per un  vostro fratello. 14Io sono pienamente convinto, come ha detto il Signore  Gesù, che niente è impuro di per sé. Ma se qualcuno pensa che qualcosa  sia impuro, per lui lo è. 15 Ora, se tu, per un cibo, sei causa di  tristezza per un tuo fratello, non ti comporti più con amore verso di  lui. Non rovinare, per una questione di cibo, uno per il quale Cristo è  morto. 16Ciò che è bene per voi non deve diventare per altri occasione  di rimprovero. 17Perché il regno di Dio non è fatto di questioni che  riguardano il mangiare e il bere, ma è giustizia, pace e gioia che  vengono dallo Spirito Santo. 18Chi serve Cristo in questo modo piace a  Dio, ed è stimato dagli uomini.
19Cerchiamo quindi quel che  contribuisce alla pace e all'aiuto reciproco. 20Non distruggere l'opera  di Dio per una questione di cibi. Certo, ogni cibo può essere mangiato,  ma se qualcuno, mangiando un determinato cibo, causa turbamento a un  fratello, allora fa male. 21Perciò è bene non mangiar carne, né bere  vino, né fare qualche altra cosa che possa spingere un fratello ad agire  contro la sua fede.
22La tua personale convinzione conservala per te  stesso dinanzi a Dio. Beato colui che non si sente colpevole nelle sue  scelte. 23Chi invece mangia certi cibi contro coscienza è condannato  perché non agisce secondo la convinzione che viene dalla fede. E tutto  quel che non viene dalla fede è peccato.

Agire per il bene degli altri
1Noi  che siamo forti nella fede abbiamo il dovere di non pensare soltanto a  noi stessi, ma di prendere sinceramente a cuore gli scrupoli di chi è  debole nella fede. 2Ciascuno di noi cerchi di fare quel che piace al  prossimo ed è per il suo bene, per farlo progredire nella fede. 3Anche  Cristo non ha cercato quel che piaceva a lui. Anzi, come dice la Bibbia:  Gli insulti di chi ti insulta mi sono caduti addosso. 4Tutto quel che  leggiamo nella Bibbia è stato scritto nel passato per istruirci e tener  viva la nostra speranza, con la costanza e l'incoraggiamento che da essa  ci vengono. 5Dio, il quale soltanto può dare forza e incoraggiamento,  vi dia la capacità di vivere d'accordo tra voi, come vuole Gesù Cristo.  6Allora, tutti d'accordo, a una sola voce, loderete Dio, il Padre di  Gesù Cristo, nostro Signore.

Tutti gli uomini loderanno Dio
7Accoglietevi  quindi l'un l'altro, come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio.  8Cristo si è fatto servitore degli Ebrei, per compiere le promesse che  Dio fece ai patriarchi e dimostrare così che Dio è fedele. 9Ed è venuto,  perché anche i non Ebrei lodino la bontà di Dio. Dice la Bibbia:
Per questo ti loderò fra le nazioni
e canterò inni in tuo onore.
10E ancora:
Nazioni, rallegratevi con il popolo che Dio ha scelto.
11E di nuovo:
Lodate il Signore, voi nazioni tutte,
e tutti i popoli cantino la sua lode.
12Anche Isaia dice:
Verrà il discendente di Davide.
Sorgerà per essere a capo delle nazioni.
Gli uomini spereranno in lui.
13Dio, che dà speranza, ricolmi di gioia e di pace voi che credete, e per mezzo dello Spirito Santo accresca la vostra speranza.

L'impegno apostolico di Paolo
14Sono  fermamente convinto, fratelli miei, che voi avete buone disposizioni,  siete pieni di conoscenza, e quindi siete capaci di consigliarvi gli uni  gli altri. 15Tuttavia in alcune parti della mia lettera ho usato parole  forti, come per ricordarvi quel che già conoscevate. L'ho fatto a  motivo dell'incarico che Dio mi ha dato, 16quello di essere ministro di  Cristo Gesù tra i non Ebrei.
Annunziando la parola di Dio, io agisco  come un sacerdote, perché faccio in modo che i non Ebrei diventino  un'offerta gradita a Dio, santificata dallo Spirito Santo. 17Perciò,  unito a Cristo, posso essere fiero dell'opera di Dio. 18Quel che io ho  detto è che Cristo si è servito di me per condurre i non Ebrei a  ubbidire a Dio. Lo ha fatto con parole e con opere, 19con la potenza di  segni miracolosi e con la forza dello Spirito. Così ho parlato di Cristo  e ho portato a termine il mio compito partendo da Gerusalemme e poi in  tutte le direzioni, sino ai confini dell'Illiria. 20Mi sono però  proposto di portare la parola di Dio dove il nome di Cristo non era  ancora conosciuto: non volevo costruire su un fondamento già posto da  altri. 21E così ho fatto come dice la Bibbia:
Lo vedranno coloro ai quali non è stato annunziato,
e capiranno coloro che non ne avevano mai sentito parlare.

Progetti di Paolo per un viaggio a Roma
22Per questo motivo, più di una volta, mi è stato impossibile venire da voi.
23-24Ma  ora che ho terminato la mia missione in questi luoghi, conto di recarmi  da voi quando passerò per andare in Spagna, perché già da molto tempo  ho il vivo desiderio di conoscervi. Spero di vedervi nel corso del mio  viaggio e di essere aiutato da voi a proseguirlo. Prima però voglio  godere un po' della vostra compagnia.
25Ora vado a Gerusalemme,  perché devo compiere un servizio a favore dei credenti di quella città.  26Le comunità della Macedonia e dell'Acaia hanno deciso di fare una  colletta per aiutare i poveri della comunità di Gerusalemme. 27Hanno  deciso così, anche perché era un loro dovere: infatti i credenti ebrei  hanno dato ai non ebrei i loro beni spirituali, ed è quindi giusto che  questi li aiutino nelle loro necessità materiali. 28Consegnata  ufficialmente questa colletta, e finito così il mio compito, andrò in  Spagna e passerò da voi a Roma. 29So che verrò da voi con la pienezza  della benedizione di Cristo.
30E ora, fratelli, per il Signor nostro  Gesù Cristo e per l'amore che viene dallo Spirito, vi chiedo di pregare  intensamente Dio per me. 31Pregate che io possa sfuggire agli increduli  della Giudea e che sia bene accolto l'aiuto che porto ai credenti di  Gerusalemme. 32Allora, se Dio lo vuole, verrò da voi pieno di gioia, per  riposarmi in vostra compagnia. 33La pace che viene da Dio sia con tutti  voi. Amen.

Raccomandazioni e saluti personali
1Vi  raccomando la nostra sorella Febe che lavora al servizio della chiesa  di Cencre. 2Accoglietela nel nome del Signore, come è bene che si faccia  tra credenti, e aiutatela in qualsiasi cosa abbia bisogno di voi.  Anch'essa ha aiutato molta gente, e anche me.
3Salutate Prisca e  Aquila, miei collaboratori nel servizio di Gesù Cristo. 4Essi hanno  rischiato la loro vita per salvare la mia. Non io soltanto, ma anche  tutte le comunità dei credenti non ebrei devono esser loro grati.  5Salutate anche la comunità che si raduna in casa loro.
Salutate il  mio caro Epèneto che è stato il primo cristiano nella provincia  dell'Asia. 6Salutate Maria che ha lavorato molto per voi. 7Salutate  Andronico e Giunia, miei parenti che sono stati in prigione con me. Sono  molto stimati tra gli apostoli e sono diventati cristiani prima di me.
8Salutate  Ampliato che mi è caro nel Signore. 9Salutate Urbano, nostro compagno  al servizio di Cristo, e il mio caro Stachi. 10Salutate Apelle che è  stato messo alla prova per la sua fede in Cristo. Salutate la famiglia  di Aristòbulo. 11Salutate il mio parente Erodione. Salutate quelli della  casa di Narciso che credono nel Signore. 12Salutate Trifèna e Trifòsa  che lavorano per il Signore, e la mia cara Pèrside che pure ha molto  lavorato per lui. 13Salutate Rufo, degno di lode nel Signore, e sua  madre che è una madre anche per me. 14Salutate Asincrito, Flegònte,  Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. 15Salutate Filòlogo e  Giulia, Nèreo e sua sorella Olimpas, e tutti i credenti che sono con  loro.
16Salutatevi tra di voi con un fraterno abbraccio. Tutte le chiese di Cristo vi salutano.

Esortazioni finali
17Io  vi esorto, fratelli, a tenere d'occhio quelli che creano divisioni e  ostacoli tra i credenti, opponendosi all'insegnamento che avete  ricevuto. State lontani da loro, 18perché essi non servono Cristo,  nostro Signore, ma il loro proprio ventre. Con belle parole e con  discorsi affascinanti, ingannano il cuore delle persone semplici.
19È  vero che la vostra ubbidienza è nota a tutti, e io quindi me ne  rallegro; ma voglio che voi siate saggi per fare il bene e siate puri  per evitare il male. 20Dio che dà la pace schiaccerà presto Satana sotto  i vostri piedi.
La grazia di Gesù, nostro Signore, sia con voi.
21Vi saluta Timòteo, mio collaboratore, e vi salutano Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti.
22Anch'io, Terzo, che ho scritto questa lettera, aggiungo i miei saluti nel Signore.
23Vi  saluta Gaio, che mi ospita: in casa sua si raduna tutta la comunità. Vi  saluta Eràsto, tesoriere della città, e il fratello Quarto ( 24).

Lode a Dio
25Lodiamo  Dio! Egli può fortificarvi nella fede, secondo la parola di Gesù Cristo  che io vi ho annunziato. In questo messaggio Dio rivela quel progetto  segreto che per lunghissimo tempo aveva tenuto nascosto. 26Ma ora, per  volontà di Dio, questo segreto è stato rivelato con l'aiuto di quel che  hanno detto i profeti, ed è stato fatto conoscere a tutti i popoli,  perché giungano all'ubbidienza della fede.
27A Dio, che solo è sapiente, a lui per mezzo di Gesù Cristo, sia la gloria per sempre. Amen.
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